lunedì 21 settembre 2009

Intervista al Gran Maestro Gustavo Raffi


di Riccardo Scarpa

Gustavo Raffi, avvocato, di Ravenna, è oggi il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di “Palazzo Giustiniani”, dove storicamente ebbe sede in Roma, in periodo prefascista, la comunione massonica nazionale sorta agli albori del Risorgimento e che ne incarnò lo spirito, come oggi incarna l’Italia laica, quella che celebra il XX Settembre ed opera per iniziare uomini liberi e di buoni costumi al servizio della Patria e dell’Umanità. Raffi risponde alle nostre domande, nel corso d’un intervista concessaci nella storica sede della villa il Vascello, dove vi fu la più strenua difesa della Roma libera nel 1849.


Il XX Settembre d’ogni anno l’Italia celebra il compimento dell’Unità Nazionale, proclamata dal Parlamento del Regno d’Italia nel 1861, con la liberazione e l’unione ad esso di Roma Capitale del 1870. La Massoneria Universale celebra in quegli stessi giorni l’Equinozio d’Autunno. Il Grande Oriente d’Italia ricorda da sempre assieme, nella sua festa, i due aspetti. Cosa lega spiritualmente l’evento storico politico ed il momento d’una ricorrenza cosmica?

In realtà solo la vicinanza temporale. La Massoneria italiana celebra, da sempre, quel lontano 20 settembre del 1870, quando la presa di Roma pose fine al potere temporale dei Papi schiudendo gli orizzonti ad una nuova dimensione di laicità. Il XX settembre vorrebbe quindi essere questo, la celebrazione ed il ricordo di una nuova dimensione di libertà, che si declina con l’introduzione del matrimonio civile, con la nascita delle prime scuole laiche con insegnanti laici, con il crollo dei primi “muri”, con l’apertura del ghetto ebraico. Il XX Settembre i Massoni italiani riaffermano, dunque, il valore della cultura laica che ha le sue basi nel pluralismo, nell’uso sistematico della ragione, nel rispetto delle opinioni altrui e, soprattutto nella centralità dell’essere umano. Valori questi che, insieme alla Fratellanza, all’Uguaglianza e alla Libertà costituiscono il DNA di ogni Libero Muratore che, in nome di questi principi, proprio in occasione dell’Equinozio d’Autunno si appresta a riprendere il proprio percorso di ricerca nei lavori di Loggia insieme ai suoi Fratelli.

Questa testata, “L’Opinione”, venne fondata da Camillo Benso Conte di Cavour. Quest’anno il Grande Oriente d’Italia celebra la fondazione in Torino, su iniziativa della Loggia “Ausonia” nel 1859, del “Grande Oriente Italiano” il cui primo Gran Maestro fu Filippo Delpino, stenodattilografo della Camera dei deputati, ed il secondo fu Costantino Nigra. Uomini in politica legatissimi al Conte di Cavour. Che significato ha, per la massoneria di “Palazzo Giustiniani”, il “Grande Oriente Italiano” del 1859?

Da Torino, dopo il clima di “caccia al massone” scatenato dalla Restaurazione, partì nel 1859 la rinascita della Massoneria italiana. I Massoni miravano, allora, alla formazione di una unica Istituzione nazionale anche per far sì che l’Italia non fosse solo una espressione geografica, ma uno Stato unito e democratico. I quadri dirigenti della Massoneria furono, agli inizi, prevalentemente di fede liberale moderata e, alcuni, stretti collaboratori di Cavour. Nel 1864 la leadership passò ai democratici, mentre la Massoneria continuava ad essere centro di attrazione per intellettuali ed esponenti politici di rango, tanto che per circa cinquant’anni nel parlamento del Regno d’Italia sia i principali esponenti della Destra che quelli della Sinistra furono Liberi Muratori.


Su questo giornale Cavour chiamò a collaborare molti esuli da altri Stati preunitari per dare voce ad un’opinione pubblica nazionale, non può passare sotto silenzio la ventata antiunitaria che gonfia le vele della Lega a nord e dei movimenti autonomisti e separatisti meridionali. La Massoneria Italiana è stata la protagonista principale, nella società civile, del Risorgimento, l’Istituzione che ha effettivamente “iniziato” gli italiani alla “fraterna catena d’unione” tra loro. In un’Italia nella quale sembra si stia perdendo coscienza del “valore aggiunto” di questa Unità Nazionale, quale è la posizione di “Palazzo Giustiniani”, che ebbe a Gran Maestro Giuseppe Garibaldi?


Il compito della Massoneria non è di entrare nell’universo politico. La Massoneria non è di destra, né di sinistra, né di centro e non si inserisce nelle diatribe tra i diversi schieramenti. Il nostro compito non è neanche quello di dare indicazioni alla nostra classe politica. Potrei dire che in una epoca in cui l’avversario anziché essere considerato “avversario”, viene definito “nemico”, la Massoneria non può non sottolineare con forza i principi della filosofia del dialogo. Detto questo, Garibaldi rappresenta la storia di ogni singolo italiano. Nella sua veste di edificatore della nazione diventò un punto di riferimento per coloro che volevano creare un’Italia unita, libera e giusta. E lo è ancora: il sogno garibaldino, insieme al principio dell’unità del nostro Paese e all’idea di una società civile libera e democratica, conservano ancora oggi una grande appeal e rappresentano un obiettivo che incarna gli ideali massonici.

Ci si riempie la bocca col “federalismo” e la Massoneria, che all’esterno da l’impressione di essere un’Istituzione profondamente unita, è fondata sull’autonomia delle logge, che, prese singolarmente, sono il vero organismo “iniziatico”. Dal cavouriano “Grande Oriente Italiano” prese le mosse il Rito Simbolico Italiano, del quale fu Presidente, dal 1904 al 1909, Adolfo Engel, liberale democratico. Sostenne che per rafforzare e rendere più democratico lo Stato Unitario sarebbe stata necessaria una politica di “discentramento”, come s’esprimeva. Senza parlare troppo né di politica né di religione, i “costruttori” come calcolano oggi il punto d’equilibrio fra queste necessità?


Ribadisco che il Grande Oriente d’Italia non entra nel merito di dispute politiche e partitiche. Voglio solo ricordare che Giuseppe Mazzini, mentre per l’affermazione delle nazionalità oppresse pensava già a una forma di Unione politico-economica europea, per la soluzione del problema italiano, diversamente da Carlo Cattaneo, non auspica uno Stato federale. Egli realisticamente intuisce che da un popolo come il nostro, diviso da rivalità secolari e con un’identità multiculturale, uno Stato federale rischierebbe di tradursi in un incentivo alla disgregazione. Pensa invece a uno Stato unitario fondato però sul massimo sviluppo delle autonomie locali. A questa prospettiva s’ispireranno, dopo il 1861, molti oppositori del centralismo amministrativo modellato sull’esempio francese, da Bertani a Luigi Einaudi, da Nitti a Salvemini, a Zanotti Bianco.

I Liberi Muratori non s’occupano, tra le colonne, né di politica né di religione, ma certo hanno diffuso la tolleranza come principio, e lo Stato laico, la cui amministrazione, secondo i vecchi liberali, non deve mai chiedere ad un cittadino il proprio credo religioso. Adesso, invece, pare lo chieda di continuo, dalla dichiarazione sull’otto per mille nelle denunce dei redditi, a quella sull’avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, sino al “testamento biologico. Cosa ne pensa?


La Massoneria è da sempre un grande laboratorio culturale dove uomini diversi per religione e per cultura dialogano e progettano. In un’epoca di dilaganti integralismi, il Grande Oriente d’Italia si batte per offrire, a tutti i cittadini, le maggiori garanzie nei confronti del potere religioso, affinché si rafforzino l’autonomia delle Istituzioni pubbliche e della società civile dal Magistero ecclesiastico e dalle ingerenze delle organizzazioni confessionali, il regime di separazione giuridica fra Stato e Chiesa – che non deve affatto essere considerata come anacronistica riproposizione di steccati tra cattolici e massoni - e l’autonomia delle Chiese rispetto al potere civile.

Articolo originale su: http://www.opinione.it/articolo.php?arg=14&art=85343