martedì 24 novembre 2009

BIOTESTAMENTO: RAFFI (GOI), LIBERTA’ DI SAPERE E DI SCEGLIERE


(AGI) - Roma, 24 nov. - “Liberta’ di sapere e di scegliere il proprio destino”. La Massoneria italiana entra nel confronto sul testamento biologico e rivendica la “liberta’ di indicare, in caso di malattia, come morire, interrompendo le cure senza subire la violenza della nutrizione forzata”.
Nel presentare il convegno “La vita: una sfida per ciascuno di noi, il testamento biologico”, quarto seminario di studi massonici che si terra’ sabato 28 novembre a Udine presso il Palazzo Kechler, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI), Gustavo Raffi, nota: “Tra diritto ed etica, il dibattito sul testamento biologico deve guardare alla centralita’ della persona e al suo unico sacrario: la coscienza. E’ una sfida tutta umana e partendo da questo foro interno, il dibattito e il confronto puo’ prendere il colpo d’ala per arrivare alla norma necessaria”. Al convegno organizzato dal GOI, dal Collegio circoscrizionale del Friuli Venezia Giulia e dall’associazione culturale ‘Galilei’ interverranno Giovanni Maria Cecconi, Enzio Volli, don Paul Renner e Luisella Battaglia.
“Sulla bioetica come su altri temi che toccano valori e diritti, laicita’ e vita la Libera Muratoria - spiega Raffi, che concludera’ il convegno - non solo e’ aperta al confronto con la Chiesa e con altre forza sane della societa’, ma vuole portare il proprio serio contributo di riflessione, evidenziando la necessita’ di rispettare la decisione del malato in caso di un possibile accanimento terapeutico. Non si tratta solo di rifiuto delle cure da parte del paziente, ma di preservare l’integrita’ psicofisica della persona, la sua emotivita’ e dignita’. In gioco non c’e’ soltanto un corpo da tenere in vita con ogni mezzo, ma una storia da difendere”.
Per il Gran Maestro Raffi: “Le problematiche connesse alla legge devono tener presente un mondo di valori e di convinzioni etiche, filosofiche e religiose che ciascuno ha sulla vita e la morte. Perche’ un diritto e’ tale anche se a esercitarlo e’ una sola persona. Allo stesso tempo vanno indicate misure concrete di supporto economico ai pazienti in stato vegetativo e alle loro famiglie. Ecco perche’ la legge sul testamento biologico non va caricata di connotati ideologici ne’ politici, ma deve prendersi cura, in senso heideggeriano non mistico-disincarnato, dell’uomo e della qualita’ della sua vita”.
Raffi conclude: “I liberi muratori, che sono e restano sempre uomini del dubbio, sostengono ancora una volta la liberta’ della ricerca scientifica contro ogni intolleranza e oscurantismo, invitando allo stesso tempo a evitare la spettacolarizzazione del dolore altrui e la demagogia di chi evoca roghi o scomuniche. Nel necessario dialogo, si tenga la barra dritta su un punto di partenza che e’ anche l’unico punto di arrivo: l’uomo e il suo bene”. (AGI)