mercoledì 2 dicembre 2009

Da “operativa” a “speculativa”: origini ed evoluzione della Massoneria


di Luigi Carlo Schiavone

“Il segreto della Libera Muratoria è inviolabile per sua propria natura, perché il libero muratore che lo conosce, lo conosce soltanto per averlo indovinato. Egli non lo ha appreso da alcuno. L’ha scoperto a forza di frequentare la loggia, di osservare, di ragionare di dedurre”.

Giacomo Casanova, “Memorie”Da sempre la Massoneria risulta oggetto di numerose disamine e copiose pubblicazioni ma tali opere presentano raramente un sufficiente grado di obiettività e veridicità. Alimentando il mercato del mistero, già fomentato dalle ansie e dalla richiesta di risposte tipico dei tempi di crisi, simile letteratura, infatti, tralascia gli aspetti specifici della Massoneria, le sue origini, il suo simbolismo ed i relativi rituali, preferendo far leva, sfruttando identità e coincidenze, su presunte derivazioni della stessa da altre fratellanze come, ad esempio, i Rosa-Croce od i Cavalieri Templari mischiando tradizioni e ritualità profondamente diverse al solo scopo di ingrossare il fruttuoso business gravitante nell’orbita del cosiddetto fenomeno “new age”. Tali coincidenze e affinità, (vedasi, ad esempio, quella rappresentata dal 18esimo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato denominato del Sovrano Principe o Cavaliere Rosa-Croce) seppur esistenti, risultano essere, infatti, del tutto insufficienti a provare tale continuità o identità, non essendo supportata da alcun tipo di documento storico empiricamente verificabile. Scaturita dalle gilde e dalle corporazioni di muratori e carpentieri legate all’arte della costruzione che spopolavano nell’Europa medievale e che videro l’apice del loro successo nel periodo di costruzione delle cattedrali gotiche, la Massoneria, nella sua versione moderna, vede la luce il 24 giugno del 1717, data in cui si costituisce ufficialmente la Grande Loggia di Londra. La fase antecedente al 1717, tuttavia, è presa in considerazione dalla storiografia massonica quale periodo di massimo splendore della cosiddetta massoneria “operativa” in cui la maggior parte degli aderenti proviene ancora dalle fila dei professionisti dell’arte muratoria. Ciò, tuttavia, non significava l’esclusione in toto di elementi “profani” ovvero estranei a tale arte; costoro, infatti, potevano essere affiliati grazie alla pratica dell’accettazione. L’abuso di tale pratica, antica e consolidata, sarà, come vedremo, uno degli elementi che provocherà la fine della fase “operativa” della Massoneria accelerando lo sviluppo di quella “speculativa”.Sorta come società iniziatica “tradizionale” — volendo, con tale termine, intendere la volontà da parte massonica di richiamarsi ad una tradizione iniziatica trasmessa da uomo ad uomo fin dalla notte dei tempi — la Massoneria fonda il suo “sapere” su un “segreto” che è da sempre avvolto da connotati mitici e leggendari e che può essere raggiunto dai membri solo attraverso un “perfezionamento spirituale e mortale” perseguibile grazie ad una metodologia di lavoro graduale e ad un attento percorso conoscitivo incentrato su riti e simboli nella consapevolezza che, come afferma il Guénon: “[…] rito e simbolo non sono in fondo che due aspetti di una stessa realtà; e quest’ultima non è altro in definitiva che la corrispondenza che rilega fra loro tutti i gradi dell’Esistenza universale, sicché, per sua virtù, il nostro stato umano può essere messo in comunicazione con gli stati superiori dell’essere”. Questo sapere, dalle origini “non umane” e posto dai massoni in diretta correlazione con l’Essere Supremo permette di individuare, accanto alla storia concreta e documentabile della Massoneria moderna, una metastoria, che, per il suo ampio valore simbolico ed esoterico, risulta essere non meno importante della precedente. Le radici mitiche della massoneria, infatti, sono rintracciabili in arcaici manoscritti noti come gli Antichi Doveri apparsi fra il XIV e XVIII secolo. Tra questi il più antico risulta essere il Regius Manuscript del 1390. Oltre ad identificare l’Egitto come patria d’origine ed il matematico Euclide come primo maestro, questa importante opera, redatta in versi, espone l’origine leggendaria della Massoneria come geometria, arte e scienza applicata alla muratoria. È interessante, inoltre, l’appendice nominato Ars quatuor coronatorum dove, oltre al racconto della torre di Babele, dell’istituzione delle arti liberali da parte di Euclide e delle regole di condotta dei liberi muratori, appare, per la prima volta, la leggenda dei “Santi Quattro Coronati” ripresa, in maniera esaustiva, nella Legenda Aurea; altro testo fondamentale è il Cooke Manuscript del 1425 che arricchisce l’immaginario massonico introducendo altri personaggi biblici come Jabal, Jubal, Tubalcain. Legata all’immaginario biblico è, inoltre, la cosiddetta “leggenda del terzo grado” imperniata sulla figura di Hiram. I gradi massonici, infatti, erano inizialmente due, l’apprendista e il compagno, mentre il termine maestro serviva ad indicare il fratello incaricato di presiedere la seduta dell’Ordine. Tale termine subisce, con l’introduzione della figura di Hiram, un processo di tipizzazione tale che, oltre a caratterizzare in maniera indelebile il grado di Maestro, eleva a tre i gradi fondamentali della fratellanza forgiando una struttura che non sarà scalfita nemmeno dall’introduzione degli Alti Gradi avvenuta con le costituzioni del 1762 per i 25 gradi del cosiddetto Rito di Perfezione e nel 1801 con l’introduzione dei 33 gradi del Rito Scozzese Antico ed Accettato. Della figura di Hiram, tuttavia, esistono differenti versioni: nella Bibbia si parla di un “fonditore” di nome Hiram dotato di notevole abilità e perizia nel lavorare il bronzo. Questo “figlio della vedova” (appellativo qui utilizzato per la prima volta e successivamente esteso a tutti i massoni) fu inviato dal re di Tiro a Re Salomone affinché l’aiutasse nella costruzione del suo tempio dedicato a Yavhè. Ed è in questi lavori che egli “innalzò la colonna destra a cui diede nome di Iakin e innalzò la colonna di sinistra che chiamo Boaz” e che, ancora oggi, sono ritualmente erette nelle logge massoniche. Nella “leggenda massonica”, invece, Hiram ci è presentato come l’architetto del tempio preposto alla direzione dei lavori e degli operai; nominato confusamente per la prima volta nel testo Dumfries n. 4 del 1710, altri elementi simbolici, riferibili alla sua figura, sono rinvenibili nel Graham del 1726 mentre nel Wilkinson del 1727 si fa espressamente riferimento all’Hiram architetto. Il manoscritto “non autorizzato” Masonry dissected del 1730, invece, narra, sotto forma di catechismo o sistema di istruzione a domanda, l’intera leggenda soffermandosi sulla sorte del “Maestro” Hiram, ucciso da tre compagni, Jabal, Jubal e Tubalcain, a mezzogiorno durante la pausa dei lavori del Tempio. Motivo dell’assassinio fu il rifiuto da parte di Hiram di fornire loro la “parola del Maestro” in quanto essa poteva, a detta dell’architetto, essere acquisita solo col tempo e la pazienza e non estorta con la forza. Infine Origene, autore del Commento al Vangelo di Giovanni, considera la figura di Hiram come il “modello dell’uomo universale” identificandolo come il punto d’arrivo del processo di perfezionamento dell’Essere tramite la via iniziatica. Il riferimento a passi biblici non è da considerarsi una straordinarietà; la Massoneria, conformemente alla visione “deista” che la caratterizza fin dalle origini, ha uno stretto legame con la tradizione cristiana. Non è un caso, infatti, che originariamente il “Libro Sacro” su cui i massoni giuravano e che era aperto durante le sedute fosse la Bibbia né che tale Ordine fosse posto sotto il patronato di San Giovanni. Le logge, infatti, oltre a definirsi abitualmente come “logge di San Giovanni”, erano solite celebrare le loro feste obbligatorie il 24 giugno e il 27 dicembre giorni che, ancora oggi, sono rispettivamente dedicati a San Giovanni Battista ed a San Giovanni Evangelista e che, un tempo, erano dedicati alle divinità protettrici dell’anno come la dea celtica Dana. Il legame con la tradizione cristiana verrà allentandosi solo nel XIX secolo, epoca in cui ha inizio il processo di “decristianizzazione” della Massoneria.Interessante risulta, inoltre, il dibattito e lo scambio che si realizza, sempre nel periodo antecedente al 1717, fra le massonerie inglesi e scozzesi in merito alle interpretazioni riguardanti la Mason Word; se per alcuni essa non è altro che una sorta di segno di riconoscimento, per altri assume la valenza di un Nomen Dei o “nome di sostituzione” a cui il massone deve giungere tramite le proprie capacità.L’estrema rilevanza che tematiche appartenenti alla cultura ermetica, alchemica e qabbalistica, dilaganti in Europa già dal XV secolo, iniziarono ad avere in seno alla Massoneria è proporzionalmente legata al crescere del numero dei massoni “speculativi” all’interno dell’Ordine. Costoro, infatti, provenienti per la maggior parte dall’emergente ceto intellettuale ed iniziati grazie alla già citata pratica dell’accettazione, furono, congiuntamente al radicale declino dell’ordinamento corporativo e delle confraternite di mestiere, i fautori del mutamento di indirizzo di una Massoneria ormai in crisi.Il passaggio dalla fase “operativa” a quella “speculativa” viene sancito il 24 giugno del 1717, festa di San Giovanni Battista, quando quattro logge londinesi (The Goose and Gridiron, The Crown, The Apple Tree e The Rumbe and Grapes) si fusero, dando così vita alla Grande Loggia di Londra alla cui guida fu designato il Gran Maestro Anthony Sayer.Con la nascita della Grande Loggia di Londra, evento spartiacque della storia massonica, la Massoneria, infatti, inizia ad assumere una fisionomia del tutto nuova. Pur mantenendo i legami con la religiosità, che aveva caratterizzato l’epoca “operativa”, tale elemento, scosso dagli sconvolgimenti religiosi, dagli scismi e dalle crisi confessionali che attanagliarono l’Europa dal XVI al XVII secolo, inizia ad assumere un peso inferiore all’interno delle logge e ciò, insieme al peso crescente assunto dagli elementi provenienti dal ceto intellettuale e dalle loro istanze, portò le logge ad essere non più preminentemente un “centro spirituale”, ma a tramutarsi, come afferma la Jacob, “[…] in microrganismi politici della società civile, spazi pubblici di tipo nuovo: in pratica, scuole di governo costituzionale […]”. Il prevalere degli “speculativi” e la “crisi religiosa”, quindi, comportano un inevitabile cambiamento in una società che, sorta come confraternita di mestiere e basata su una tradizione iniziatica, s’avvia verso un nuovo tipo di organizzazione in cui elementi un tempo considerati “profani” pongono nuovi interessi e valori. La nascita della Gran Loggia di Londra non significò, tuttavia, la fine sic et simpliciter delle vecchie massonerie né tanto meno vide l’adesione immediata ad essa di tutte le logge preesistenti. Nel 1738 la Gran Loggia di Londra, approvò delle nuove Costituzioni che, oltre a ribadire il divieto di discutere di religione e di politica nell’ambito delle logge senza che ciò condizionasse le convinzioni del singolo, ribadivano il valore della figura del Grande Architetto dell’Universo al fin di soddisfare l’impianto “deista” originario della Massoneria. Con il passare del tempo la Gran Loggia di Londra introdusse altre innovazioni, come la decristianizzazione dei rituali ed il loro abbreviamento, la mancata osservanza delle festività di San Giovanni, l’abolizione della recitazione degli antichi doveri all’atto dell’iniziazione e l’eliminazione delle spade dai rituali, che provocarono una violenta reazione tra le fila della Massoneria. Capeggiatori della protesta furono i cosiddetti Antients i quali, considerandosi come i continuatori della massoneria “operativa”, criticavano duramente le innovazioni introdotte da coloro che, con disprezzo, bollavano come Moderns. La controversia assunse toni durissimi e condusse, il 17 luglio 1751, alla nascita della loggia tradizionalista degli Antiens sviluppando una dualità organizzativa in ambito massonico che durò fino al 1813. Tale lotta, tuttavia, non impedì lo sviluppo della Massoneria nel vecchio e nuovo continente. Strumento molto utile in tal senso furono le cosiddette “logge militari” che, costituite tra le fila dell’esercito inglese, favorirono la diffusione della “luce massonica” da un punto all’altro dell’impero segnando un rapido attecchimento nel Nord America, dove la presenza di logge divenne ben presto molto cospicua. Oltre all’impero britannico sorsero, in questo periodo, logge a Madrid (1728), Firenze (1731), Roma, Milano, Verona, Padova, Vicenza, Venezia (1735) e Amburgo (1737). Con la fine delle guerre napoleoniche e per meglio fronteggiare la minaccia proveniente dall’introduzione di una legislazione fortemente repressiva in materia introdotta dal governo britannico all’indomani della rivoluzione francese, le due obbedienze del Regno Unito, grazie anche alla contemporanea elezione del Duca di Sussex al titolo di Gran Maestro dei Moderns e di suo fratello, il Duca di Kent, a Gran Maestro degli Antients, decisero, al fine di salvaguardare l’intero corpo massonico, di porre fine alla preesistente diatriba. Il 27 dicembre 1813, festa di San Giovanni Evangelista, infatti, Moderns e Antients si fusero dando vita alla Gran Loggia Unita degli Antichi Liberi Muratori d’Inghilterra (United Grand Lodge of Ancient Freemasons of England). Con le Costituzioni del 1815, inoltre, venne nuovamente modificato il principio “deista” della Massoneria; queste, infatti, oltre ribadire che un massone non “sarà mai né ateo né stupido” ma un uomo dedito ad ottemperare i sacri doveri della morale e a rinsaldare la fede nel Grande Architetto dell’Universo, annullano definitivamente ogni differenza di fede. Non possono essere, infatti, professioni di fede differenti a dividere gli “uomini virtuosi” perché: “[…] la Massoneria è il centro di unione tra uomini buoni e leali ed il felice mezzo per stabilire amicizia tra coloro i quali, altrimenti, sarebbero rimasti in perpetuo estranei”.Il principio “deista” più volte modificato, tuttavia, fu rimesso di nuovo in discussione dal Grande Oriente di Francia che, nel 1877, decise di abolire tutti gli articoli della Costituzione che menzionavano e tutelavano la figura del Grande Architetto dell’Universo. Di fronte a un simile atto la Gran Loggia Unita d’Inghilterra decise di nominare una commissione che, dopo due mesi di lavoro, bollò tali provvedimenti come incompatibili con lo spirito massonico. La polemica non si placò e si tramutò in un vero e proprio scisma. Il Grande Oriente di Francia, tacciato di ateismo dalla sempre più influente Gran Loggia Unita d’Inghilterra divenuta “Madre del Mondo”, si trovò ben presto posto ai margini della fratellanza universale in quanto considerato una vera e propria “bestia nera” dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra e da tutte le altre che si attenevano alla sua linea. Secoli sono passati dal sorgere della Massoneria e, tuttavia, tale argomento risulta essere sempre di viva attualità. Un interesse dettato non da coloro che, ancora oggi, nel chiuso delle logge cercano, attraverso la via iniziatica, di soddisfare la lecita aspirazione umana del perfezionamento spirituale, ma che si incentra su coloro i quali, dando vita a fratellanze all’interno della fratellanza e a cerchie ristrette all’interno di una già ristretta cerchia, a nessun altro scopo tendono se non a quello di soddisfare i loro biechi interessi che, molto spesso, confliggono con quelli di intere Nazioni ed interi popoli.