lunedì 1 marzo 2010

Scoutismo e Massoneria


Massoneria madre dello Scoutismo? Se non la Massoneria come tale, certamente Massoni sono stati i padri fondatori dell’etica e della filantropia scoutistiche.

Se anche Sir Robert Baden Powell (1857-1941) non era massone, era certamente vicinissimo agli ambienti massonici, sia per le frequentazioni sia, e non è da sottovalutare, per la sua conoscenza di quella pedagogia massonica che si proponeva di dare il proprio contributo ad una società basata, fra l’altro, sui principi della fratellanza e dell’amore per il prossimo.

Del resto, i testi del Fratello Rudyard Kipling e le opere del pedagogista belga Ovie Decroly (1871-1932), anch’egli massone militante, stanno volutamente alla base del progetto di Baden Powell: l’importanza del contatto del bambino e del giovane con la natura e l’ambiente circostante, dell’attivismo, dell’osservazione diretta dei fenomeni, dell’importanza data alle istanze associazionistica ed espressive costituiscono un punto fermo della filosofia scoutista che, non a caso, rivela anche lontane ascendenze rousseauiane.

E non è certamente un caso che questa filosofia sia stata la spinta che ha indotto un altro grande massone, questa volta americano, Daniel Carter Beard (1850-1941) a fondare nel 1910,i “Boy Scout of America”: l’impronta massonica è esplicitamente ricononosciuta dal fatto che la Grand Lodge of Masons, in Pennsylvania, abbia istituto il “Daniel Carter Beard Masonic Scouter Award”, un riconoscimento per quei massoni militanti nello scoutismo.

Ma, del resto, le simpatie delle Massonerie anglosassoni per lo scoutismo erano state già ampiamente dimostrate dal ringraziamento dei Boy Scouts americani all’Ordine massonico in occasione del loro Consiglio Nazionale di New York del 1925 e, in Inghilterra, in occasione del Jamboree Internazionale di Berkenhead del 1929.

E se la vicinanza dello scoutismo con la Massoneria è testimoniata dalla sua promozione del movimento degli Esploratori in Inghilterra, nei Dominions dell’Impero britannico ed in America, neppure in Italia, è occultabile la parte rivestita da massoni nell’espansione delle idee scoutistiche nella nostra penisola: Sir Francis Vane e James Spensley.

Del resto, se guardiamo alle due leggi fondamentali dello scoutismo –credere in Dio e fare del bene al prossimo- non possiamo non riconoscervi il marchio massonico: si tratta, per la fede in Dio, di un doveroso riconoscimento della divinità ma senza scendere in sfumature teologiche che potrebbero essere in contrasto con la tolleranza e la piena accettazione di ogni culto e credenza.

Non è un caso, del resto, che la stessa Massoneria ritenga imprescindibile la fede in un principio superiore definito Grande Architetto dell’Universo e che poi, non certo per indifferentismo ma per la consapevolezza dell’Unità Trascendente delle Religioni, lasci ai singoli iniziati il modo soggettivo di intenderlo proibendo, al contempo, durante i lavori di loggia, ogni discorso inerente le questioni religiosi –e politiche-, che potrebbero dividere i Fratelli anziché unirli.

Ed il conseguente secondo dovere dello scout, cioè quello di fare del bene al prossimo, mostra chiaramente la sua analogia con l’altrettanto dovere massonico di lavorare al bene e al progresso della Patria e dell’Umanità.

Ma se guardiamo più in profondità, anche nei tre gradi dello scoutismo powelliano –Lupetti, Esploratori e Rover-, vediamo riecheggiare i tre gradi della Massoneria Azzurra –Apprendista, Compagno e Maestro-, che costituiscono il punto comune di ogni Obbedienza massonica: come rileva Padre Rosario Esposito, “tali passaggi devono accertare il senso dell’onore, l’impegno dell’autoeducazione, la disponibilità all’opera buona fino allo status strutturale di servizio, nel terzo grado, nel quale ha luogo, tra l’altro, il viaggio di prima classe, esperienza di grande rilievo antropologico e poetico” (Rosario F. Esposito, Le grandi concordanze tra Chiesa e Massoneria, Nardini, Firenze, 1987 p. 299)

Pedagogia laica senza radicalismi, lo scoutismo, oggi, è in buona parte ricondotto all’interno delle politiche giovanili delle chiese evangeliche e cattolica: c’è da augurarsi che, questo, in virtù di principi e valori condivisi, possa preludere ad un rinnovato dialogo con la Massoneria.

di GLAUCO BERRETTONI