lunedì 18 giugno 2012

Palazzo dei Visacci. XV-XX secolo

Daniela Smalzi - Polistampa Edizioni

VisacciTestimonianza preziosa dell'arte toscana tra Sei e Settecento, scrigno di opere d'arte tra cui quelle dello scultore Massimiliano Soldani Benzi, uno degli artisti granducali più rinomati a livello internazionale, il fiorentino palazzo dei Visacci deve il suo nome ai busti in marmo che ne adornano la facciata. La storia dell'edificio e delle famiglie a cui è appartenuto a partire dal XV secolo è finalmente narrata in un volume illustrato: scritto da Daniela Smalzi, dottore di ricerca in Storia dell'Architettura, e intitolato Palazzo dei Visacci. XV-XX secolo, il libro uscirà a luglio per le edizioni Polistampa. Frutto di una lunga ricerca documentale, la pubblicazione ricostruisce il passato del palazzo appartenuto ad alcune delle più importanti famiglie della capitale medicea (Albizi, Valori, Guicciardini e Altoviti), con particolare attenzione alle trasformazioni architettoniche subite nel corso dei secoli e alle opere d'arte ivi collocate, appositamente commissionate agli artisti granducali più in voga del periodo. Le venti erme di uomini illustri fiorentini furono realizzate alla fine del Cinquecento per volere dell'allora proprietario, il senatore Baccio Valori che, sulla base di modelli letterari classici, materializzava nella facciata del proprio palazzo la grandezza del passato poetico, artistico e culturale della città. L'intento didattico insito nell'utilizzo di uomini illustri fiorentini - tra i quali poeti, filosofi e trattatisti del calibro di Marsilio Ficino, Leon Battista Alberti, Dante, Petrarca e Boccaccio - non fu però ben compreso dal popolo, che, lungi dal ravvisare nella forma squadrata delle sculture la perfezione simbolica del solido cubico, additava le opere quali 'insolite e sgraziate', da cui il soprannome canzonatorio e dispregiativo di "visacci". Il volume è arricchito dalle fotografie a colori di Luca Calugi e da un testo di Moreno Milighetti che si concentra sul piano nobile dell'edificio, oggi sede dalla Massoneria fiorentina del Grande oriente d'Italia.