mercoledì 13 febbraio 2013

Far conoscere ai giovani la verità delle foibe e le storie di dolore. Guardia alta contro odio etnico, xenofobia e razzismo

10 febbraio, Giorno del Ricordo

Giorno del Ricordo'C'è una verità che non è trattabile: al confine orientale l'odio insensato ha seminato morte e sangue innocente. Il ricordo e la coscienza devono vincere l'oblio di quella memoria spezzata, dandoci la forza di combattere ogni revisionismo e negazionismo'. Così il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, in occasione del Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale. 'Tutti - avverte il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani - abbiamo bisogno di riflettere in quali abissi può sprofondare l'uomo a causa della banalità del male, e vigilare perché la storia non ricada in quegli orrori. Il nostro pensiero va alle migliaia di vittime, ai camion della morte, a quei giorni in cui - come ha raccontato Carlo Sgorlon - ci fu 'il lancio dei vivi e dei morti nell'abisso'. Un inferno di pietra su cui è caduto per troppo tempo un colpevole silenzio'. 'Qualcuno ha scritto che a Basovizza ci furono 500 metri cubi di morti - ricorda Raffi - ma per ricordare, occorre conoscere. Soprattutto nelle scuole, si racconti alle giovani generazioni la storia di uomini e donne costretti a un esodo forzato per ritrovare la libertà'. E avverte: 'La guardia deve restare alta contro odio etnico, xenofobia e razzismo che oggi prendono nuovi, pericolosi, volti'.