martedì 25 febbraio 2014

Troppo sangue e troppi morti, ma anche un prezioso patrimonio culturale devastato. L'appello dell'archeologo Matthiae

Siria

SiriaDalla città vecchia di Damasco a quelle di Aleppo, Bosra, Palmira, al castello crociato del Crac dei Cavalieri, ai siti archeologici di Mari, Ugarit ed Ebla. Orrore, sangue, morti, violenze e devastazioni che non si arrestano da tre anni. E un patrimonio prezioso e immenso d'arte e cultura bombardato, saccheggiato, esposto a ogni rischio, in difesa del quale è sceso in questi giorni Paolo Matthiae, l'archeologo italiano che ha riportato alla luce la città di Ebla con il suo archivio di tavolette. Matthiae, insieme all'ex sindaco di Roma ed ex ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, presidente onorario dell'Institute for cultural diplomacy, ha chiamato a raccolta studiosi e ricercatori europei per sensibilizzare l'opinione pubblica anche su questo tesoro che l'umanità rischia di perdere e per sostenere programmi internazionali già avviati sul modello dell'accordo tra l'Unesco e l'Unione europea (finanziato finora, con soli 2,5 milioni di euro a fronte di una vastissima lista di urgenti necessità) e collaborare a progetti di ripristino e di restauro del patrimonio danneggiato.