lunedì 20 ottobre 2014

La grande lezione di Pitagora


Jesi
"Noi siamo e dobbiamo sempre essere tanti piccoli fari di moralità. Questa società, e l'elenco di nefandezze e di scempi perpetrati nella nostra Italia in questi giorni si è arricchito, anzi sta diventando sempre più lungo ed imbarazzante, ha bisogno di moralità e di coraggio. Ecco, bisogna avere il coraggio della moralità per cambiare passo, mettere al bando i dissipatori ed i corrotti, e fare riemergere il bello e il bene comune". E' anche questa, secondo il Gran Maestro Stefano Bisi, la grande lezione che ci arriva da lontano, da Pitagora, il filosofo di Samo, al quale, in occasione del meeting del 3 e 4 ottobre che si è tenuto a Jesi delle logge intitolate al fondatore della scuola di Crotone, è stato dedicato un convegno dal titolo "Pitagora, esoterismo dei numeri come forma dell'infinito". Ad aprire i lavori è stato Stefano Vannini, venerabile dell'officina di Jesi, che ha ricordato che il teatro Moriconi, dove oggi campeggia una lapide a memoria di Giordano Bruno, fu un tempo sede della locale Inquisizione. Alessanro Cecchi Paone, moderatore del dibattito, ha messo in risalto l'attualità di Pitagora definendo la sua figura un codice aureo di comportamento morale per tutti gli uomini che decidono di intraprendere il cammino iniziatico. Pasquale Scalise ha ripercorso la storia della Massoneria partendo dalla scuola di Crotone, Glauco Morabito, ha illustrato le connessioni matematiche tra il concetto di infinito, la tetractis pitagorica e il progredire delle società. E ancora Salvatore Mongiardo ha infiammato la platea, con un appassionato intervento sullo stile di vita pitagorico, dispensatore di bellezza e saggezza, e il destino futuro dell'Italia. Gianmario Gelati ha poi illustrato tramite una slide fotografica i concetti spinoziani legati alla metempicosi pitagorica, mentre Laura Cavasassi ha auspicato nel suo intervento un ritorno spirituale all'uomo, come centro motore di tutto, che deve mirare alla meta finale di conoscere se stesso. L'evento si è concluso con un'esibizione affidata al baritono Gianpiero Ruggeri e al coro Le Verdi Note di Fabriano.