lunedì 26 gennaio 2015

"La trasposizione del sacro", sesta edizione delle Feriae Latinae



Velletri
E' da 10 anni che la "Costantino Nigra" (706) di Velletri, in collaborazione con il Comitato di Festeggiamenti per le Feriae Latinae, organizza le Feriae Latinae. La VI edizione si è tenuta sabato 17 gennaio e ha coinvolto oltre 70 persone. Il tema scelto: "la Trasposizione del Sacro". Relatori Pietro Mander, archeologo e Giancarlo Rinaldi, entrambi docenti all'Università di Napoli-l'Orientale. Hanno introdotto il maestro venerabile David Haboba e il rappresentante del Comitato, Federico Fuscà, Giudice del Tribunale Circoscrizionale del Lazio, soffermandosi sulla riscoperta del Vetus Latium, corrispondente all'area dei Castelli Romani e sulla storia -dal 2005 ad oggi- della manifestazione. Gli antichi, in occasione delle Feriae deponevano le armi e procedevano in processione lungo la via Sacra, dal lago di Nemi (Tempio di Diana) sino al Tempio di Giove Laziale, posto sul Monte Cavo, dove, per sancire e rinverdire l'antico patto, accendevano un falò e mangiavano viscere di toro bianco. Alla stessa stregua, i Fratelli della "Nigra" di Velletri, hanno voluto in questi anni attrarre i Fratelli romani per dibattere temi legati alla sacralità di miti e riti. Le precedenti edizioni hanno riguardato il Mitreo di Marino (2005), approfondimenti sulla via Sacra ed Il Monte Cavo, la rimozione dell'Altare dedicato alla Dea Vittoria (riflessione sulla Tolleranza), la Sacralità del Lazio Antico. La parola poi è passata ai relatori. Mander, assiriologo, ha tracciato un breve quadro generale delle forme della religiosità mesopotanica nel III e II millennio a.C., evidenziando trasposizioni di miti del Vicino oriente Antico nella letteratura veterotestamentaria. Rinaldi, storico del cristianesimo antico, si è soffermato su alcuni miti della classicità greca, che si traspongono in esperienze filosofiche e religiose successive, come il mito di Ulisse che ritorna a Itaca, inteso come allegoria del ritorno dell'anima alla divinità. Dalla serata è emersa una riconferma del valore del mito e del simbolo antico quale veicolo di significazioni e di verità, che non sono circoscritte nel tempo, ma vivono la loro eterna giovinezza.