mercoledì 8 aprile 2015

"Il Sud ed il Risorgimento italiano". Il Gran Maestro Bisi con Paolo Mieli a Catanzaro

Catanzaro
"Fino a quando non sarà scritta una versione coraggiosa, rilassata ed esaustiva della storia risorgimentale l'unità fra Nord e Sud non sarà compiuta. Ma voi stasera con questo convegno avete messo una pietra non irrilevante". Con queste parole, seguite da un lungo applauso da parte di un pubblico molto numeroso ed attento, Paolo Mieli, giornalista e storico, presidente della Rcs Libri ha concluso il suo intervento al Convegno su "Il Sud e il Risorgimento italiano. Un conto aperto con la storia", che si è svolto al Teatro Politeama di Catanzaro, sotto il patrocinio del Grande Oriente d'Italia Palazzo-Giustiniani, del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria e che è stato organizzato dalla Loggia "Francesco De Luca" (1292) di Catanzaro. "La Massoneria –ha sottolineato Mieli- è stata la guardia armata della storia ufficiale del Risorgimento, perché ha sempre sostenuto e difeso i valori del Risorgimento in modo dogmatico. Il Risorgimento è fatto di luci ed ombre, e il fatto stesso che un'associazione come la Massoneria, inizi a metterla in discussione è molto importante. Ci vuole una storia più coraggiosa. Per arrivare sino in fondo bisogna fare come hanno fatto gli Americani che sono andati alla radice della contrapposizione fra Nord e Sud. Spero che qualcuno scriva una serie di volumi sull'intero argomento per mettere in luce e spiegare l'intera vicenda. Il mio punto di vista, dopo tanti anni di studi e di libri, è che di rivoluzione ci fu ben poco. I piemontesi operarono una politica di annessione e consideravano il Meridione d'Italia come l'Africa. Un esercito straniero insomma prese possesso del regno del Sud e cercò di integrarlo come la Francia a sua tempo integrò l'Algeria e l'Italia la Libia e l'Europa". "La questione meridionale -ha detto poi il Gran Maestro Bisi tracciando le conclusioni del convegno- è sempre al centro" dei dibattiti della Massoneria. "C'è bisogno di solidarietà ed emozioni", ha sottolineato, ribadendo che la "Massoneria non è un potere forte, è un metodo educativo e mira al cambiamento in meglio di se stessi attraverso l'azione. La Calabria è una Capitale della Massoneria. E voglio dire in maniera forte che non si può più identificare la Calabria con la 'ndrangheta e la 'ndrangheta con la Massoneria. È una profonda ingiustizia. E' l'ora di dire basta". Relatori del convegno, Giovanni Greco, professore dell'Università di Bologna, Eugenio Di Rienzo e Anna Maria Isastia, della Sapienza di Roma e Aldo Schiavone, della Normale di Pisa, che hanno fornito un grande contributo al dibattito con interventi articolati e ricchi di spunti inediti e una meticolosa analisi dei vari aspetti di quel momento della storia del Risorgimento. Ha moderato l'avvocato Maurizio Teti, oratore della "Francesco De Luca". In apertura dei lavori hanno portato i saluti il professor Santo Veraldi, Maestro Venerabile della "Francesco De Luca" e l'avvocato Marcello Colloca, presidente del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria. Fra gli ospiti anche, il presidente della Regione Calabria, onorevole Mario Oliverio che si è detto convinto che "il Mezzogiorno da problema può diventare una risorsa per il Paese, contribuendo a saldare quel conto che dopo un secolo e mezzo rimane ancora aperto". All'incontro erano presenti anche il Primo Gran Sorvegliante Tonino Seminario, il Gran Segretario Michele Pietrangeli e i Gran Maestri Onorari Ugo Bellantoni, Ernesto D'Ippolito e Pino Lombardo.