martedì 18 agosto 2015

Libri in valigia per l’estate


Le vacanze possono essere anche un momento di approfondimento e riflessione da dedicare alla lettura. Un romanzo e un saggio da non perdere… Maestro libero muratore. Manuale o avviamento ad uso degli iniziati al grado di Maestro di Gianmichele Galassi, 174 p., ill., brossura, Secreta Ed, 2015. “[…] Il saggio, in particolare, s’incentra sul tema dell’elevazione al Grado di Maestro proponendo, come già accennato, una serie di contenuti e di riflessioni che sono fondamentali per il percorso della Maestria. Tra questi, l’Autore si sofferma, oltre che sulla leggenda di Hiram, sul potere della Spada e quindi sul suo significato per il Terzo Grado, e ancor più sul Grande Architetto dell’Universo. Rispetto a quest’ultimo, centrale e fondamentale per ogni istituzione massonica, l’Autore fa riferimento a diversi modi d’intrepretarlo e, oltre alla significazione strettamente teologica, ne rileva quella simbolica e rituale. […] il saggio di Gianmichele Galassi è un valido strumento per poter acquisire nuove conoscenze e riflettere in modo diverso su altre che già si possiedono. […] Il saggio di Gianmichele Galassi offre queste opportunità e al contempo permette di avere una maggiore conoscenza di molti aspetti e in generale del significato esoterico-iniziatico del grado di Maestro e delle sue valenze culturali anche con riferimento al mondo umano.” Mariano Bianca (dalla Prefazione al testo) “Vibenna. Una saga etrusca” di Gerardo Lonardoni, 400 p., brossura, Bietti, 2012. «… alla morte di Tarquinio Prisco, grazie agli sforzi della regina (Tanaquil), Servio fu posto sul trono al posto del re, come se fosse una misura non definitiva, ma conservò il regno conquistato con l’inganno con tanta abilità, che sembrava lo avesse ottenuto in modo legittimo.» (Floro, Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC, I, 6.2.). Questo romanzo storico, pubblicato da Bietti editore, dà vita alla leggendaria vicenda romano-etrusca del VI Re di Roma, Servio Tullio. Ed è di quelli non solo che si leggono tutto d’un fiato, ma anche da annoverare tra i lavori di ricerca di un certo valore storico, su una vicenda ancora avvolta da mistero e sconosciuta al grande pubblico. Una storia che narra della fusione di due civiltà quale prolifico seme della futura “grandezza” di Roma e del suo sogno. Nelle pagine di Lonardoni è reso, con bella evidenza, l’innesto di cultura e costume etruschi nella giovane Urbe, il cui eterno successo è ascrivibile ad un insieme di fattori vincenti, molti dei quali ereditati dalle altre culture, prima fra tutte quella etrusca, ancora dominante all’epoca dei fatti narrati. I dettagli descrittivi, mai eccessivi, sono capaci poi di generare immagini vivide dei vari episodi, così da trasportare – letteralmente – il lettore nella dimensione socio-culturale dell’epoca. Infine, ma non per ultimo, sono evidenti e ricorrenti nel testo valori e principi che trasformano la vicenda in mito, ovvero quello che definirei l’esempio senza tempo che si rinnova e si ripete ciclicamente nella storia; numerose le citazioni di grandi verità e conoscenze antiche quali ad esempio: “L’uomo comune ha bisogno di dei e di signori, per sapere sempre qual è il suo compito; l’uomo superiore ne fa a meno ed è legge a se stesso” (p. 375). Fra le righe del libro, a ben guardare, si può individuare una sorta di cammino iniziatico che conduce il rude e grossolano mercenario all’affinamento e consapevolezza necessari a divenire un leader, un condottiero, uno zilath ed, infine, un Re amato, seguito e soprattutto saggio. (G.G.)