lunedì 23 novembre 2015

Il Grande Oriente d'Italia replica al Procuratore capo di Catanzaro: “Massoneria non è segreta, rifiutiamo arbitrario accostamento alla criminalità organizzata”


Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia risponde al Procuratore Capo della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, in merito alle dichiarazioni lesive della reputazione della Libera Muratoria da lui rese in un’intervista andata in onda nei giorni scorsi sul Tgr della Calabria.

“Egregio Procuratore – si legge nella nota del Gran Maestro Stefano Bisi – da tanti anni Lei si è distinto nei compiti, nelle forme e nelle azioni come un fedele servitore dello Stato e della legge in un territorio complesso e alle prese con la piaga della criminalità. E dai giornali locali ho anche appreso che agli inizi del 2016 lascerà la guida della Procura di Catanzaro per andare in pensione dopo tanti anni di lavoro ben spesi al servizio della Giustizia e della Legalità.  Sappia quindi che mi dispiace molto dover rivolgere proprio a Lei questa lettera di  rincrescimento per alcune sue dichiarazioni che, a mio avviso, mettono in cattiva luce la Massoneria del Grande Oriente d’Italia e la espongono a pericoli e storture da parte dell’opinione pubblica in un momento molto delicato per l’Umanità”.
“Nel corso di un servizio del Tgr della Calabria di giovedì 19 novembre 2015 – continua il Gran Maestro Bisi –  in cui si parlava della grave minaccia del terrorismo fondamentalista islamico rappresentato dall’Isis e delle misure da prendere per arginarlo, Lei ha giustamente evidenziato che per contrastare efficacemente questo orrendo mostro che attenta la civiltà occorre pensare alla necessità di ‘rinunciare a parte della nostra segretezza e della segretezza delle nostre comunicazioni oppure non siamo in grado di sapere che cosa fanno soggetti che operano su un terreno più riservato direi della ‘ndrangheta e della criminalità organizzata ed anche della massoneria’. Siamo giunti quindi al dunque ed al motivo della mia lettera”.
“Ora, a parte l’accostamento alla ‘ndrangheta ed alla criminalità organizzata – aggiunge Stefano Bisi – che personalmente mi è sembrato sgradevole, spiacevole e del tutto arbitrario visto che si associa tout court una nobile Istituzione al malaffare e all’illegalità, si fa inoltre passare la stessa nell’immaginazione e nell’ascolto dei telespettatori per una struttura difficile da penetrare e tenere sotto controllo con ‘quell’anche della Massoneria’. Una frase fortemente insinuante e tanto evocativa da fare insorgere il sospetto e la necessità di monitoraggi anche nei confronti di una realtà, la Massoneria, che ha una sua legale, legittima e intima riservatezza, e una evidente grande trasparenza”.
“Ecco perché Signor Procuratore, – ribadisce il massimo rappresentante del Grande Oriente d’Italia – da Gran Maestro della più antica Obbedienza liberomuratoria del Paese, non posso nasconderLe che ho trovato quella Sua espressione “anche della Massoneria” infelice e inopportuna nei confronti dell’Istituzione massonica a cui mi onoro di appartenere e che non solo nel nostro Paese, ma in tutto il mondo ha dato tanto per l’affermazione di quei principi, Liberté, Égalité, Fraternité, che nel corso dei secoli tanti regimi e adesso  quello nero del terrore jihadista vorrebbero annientare con gli attacchi al cuore dell’Umanità. Lei sa bene per l’alta carica che ricopre da uomo di legge che rispetta e deve fare rispettare la legge, che la Massoneria non è segreta. Sa bene che la riservatezza, che ad alcuni – e spero vivamente non a Lei – può  apparire anche sospettosa, è invece solo la necessaria tutela della sfera privata dei nostri iscritti, da noi garantita a tutti purché non vengano commessi atti e comportamenti illeciti”.
“La Massoneria, e quella del Grande Oriente d’Italia, – conclude il Gran Maestro Stefano Bisi –  lo fa da tanti anni, non si nasconde e agisce alla luce del sole. Le sue sedi e i suoi recapiti sono ben manifesti e ogni cittadino, interessato o meno a farne parte, può venirne a conoscenza. C’è anche un sito internet sul quale quotidianamente fratelli e non interagiscono liberamente. Ricordo poi i numerosi convegni organizzati proprio a Catanzaro e nella regione Calabria, da quello svoltosi al Politeama di Catanzaro alla presenza di autorità politiche ed istituzionali, a quello sulla Legalità tenutosi a Soveria Mannelli, che hanno vista la partecipazione anche di ex magistrati. Per tutto questo, Egregio Procuratore, e confidando in una saggia riflessione su quanto ha detto, spero che Lei ci ripensi e guardi alla Massoneria tradizionale e legittima erede di un’alta scuola di valori laici e di spiritualità, non dico con simpatia ma con ragionevole e riservata imparzialità. Spero che l’uso delle parole, specie in una fase mondiale così fragile e preoccupante, sia più moderato da parte di tutti per non scatenare una assurda caccia alle streghe o armare la mano di pericolosi fanatici e folli pronti a fare della Massoneria il capro espiatorio dei mali del mondo”.