venerdì 27 novembre 2015

Popolis•La Massoneria a Cremona alla fine dell’Ottocento


Sembra sia un percorso formativo dedicato all’uomo. Un itinerario simbolico strutturato secondo quei minimi particolari con i quali appare contraddistinto, nell’insieme di una serie di precise rappresentazioni allusive, in modo che, da una parte, appaia l’espressione di una data immagine e, dall’altra, l’implicito riscontro di un concetto, a questa stessa visione, corrispondente.
Squadra e compasso attengono ad una dimensione del genere, per solitamente ricondurre alla soluzione figurativa adottata da quella simbologia che, a tali arnesi, riporta la nota manifestazione dei ricorrenti riferimenti allegorici del “libero muratore”, affiliato ad una “loggia” che è, a sua volta, afferente ad una data “obbedienza massonica”, alla quale lo stesso individuo aderisce, nel ruolo in cui si presta ad essere massone.
Nel metodo massonico, la “verità”, intesa come modalità di interpretazione della realtà osservata, sembra svelarsi progressivamente, attraverso un percorso per simboli, funzionale a fare passare nella coscienza individuale i concetti metaforicamente rappresentati, formando ed, al tempo stesso, informando, in riferimento ai contenuti stessi che sono posti lungo la traccia codificata dell’approfondimento laico ed, al medesimo tempo, rivolto al trascendente di un’antica e di una ermetica impostazione culturale. Il luogo indiziario per eccellenza,dove si proporziona tale tracciato simbolico, è l’ambiente operativo in cui gli affiliati alla massoneria si ritrovano ed in cui esplicano le proprie ritualità che sono racchiuse da particolari modalità di funzionamento dei vari fattori legati all’istituzione medesima.
Gian Domenico Romagnosi
Gian Domenico Romagnosi
Di questa tradizione iniziatica ne emerge una definizione generale, nella pubblicazione, apparsa nel 1881, con il titolo di “Regolamento Interno della Reale Loggia Romagnosi all’Oriente di Cremona” che ne esplicita, fra uno stuolo di altri dettagliati aspetti, le finalità, inerenti il “miglioramento ed il perfezionamento morale, intellettuale e materiale dell’umana famiglia, col mezzo dell’educazione, dell’istruzione e della beneficenza moralizzatrice”.
In poco meno di un centinaio di pagine, questo articolato documento ottocentesco attesta una particolare esperienza, legata alla natura esoterica di tale plurale ispirazione, che, essendosi circostanziata nel territorio cremonese, ne rivendica, anche in tale sede, l’impronta storica, pure delineata attraverso una apposita ed un’ordinata sequenza di indicazioni interne, circa il funzionamento delle proprie prerogative, poste nell’ambito delle “Costituzioni della massoneria italiana – Statuti Generali dell’Ordine Massonico al Rito Simbolico Italiano”. (…) Leggi l’articolo su Popolis del 23 novembre 2015