giovedì 3 dicembre 2015

Estense.com•“Parole di Negri come pietre”

ll gran maestro Bisi replica al vescovo di Ferrara: “Dobbiamo cercare quello che ci unisce, non ciò che ci divide”.
Il male del mondo è la massoneria? “No, è l’impossibilità di comunicare, di dialogare e, di conseguenza, di ascoltare”. Questo il pensiero del gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, ospite del Rotary Club di Copparo per una serata dedicata alla ‘Massoneria 2.0’, ovvero a come le logge italiane e internazionali si siano adattate ai canali comunicativi del nuovo millennio e quali conseguenze questi hanno sulle tradizioni e sui rituali massonici. Una serata che si è aperta ascoltando in silenzio l’inno francese, come omaggio alle vittime degli attentati di Parigi, e che è proseguita toccando a più riprese i temi internazionali che nelle ultime settimane hanno scosso il mondo.
E proprio a questo riguardo Bisi è stato incalzato dalle domande della stampa presente, soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni del vescovo Luigi Negri che  in un’intervista rilasciata circa un mese a Panorama si dichiarava convinto che i “registi occulti” della disgregazione dell’occidente “sono almeno tre: la massoneria mondiale, l’economia anglo-cinese-nipponica e il fondamentalismo islamico”. E, per quanto diplomatico, il giudizio del gran maestro è netto: “Sono molto dispiaciuto per le parole del vescovo – afferma Bisi -: non si può affermare che i mali del mondo sono la massoneria e il terrorismo islamico. Sono parole usate come pietre, che possono fare danni per l’idea di massoneria che trasmettono”.
Infatti le logge, secondo Bisi, sono tutt’altro che oscuri luoghi di potere dove si organizzano complotti e alleanze segrete. “La massoneria è una comunità di uomini e donne che si ritrovano per dialogare, una alla volta. Il dialogo è il metodo che dovrebbe essere trasportato nel mondo e nelle associazioni, perchè il male è rappresentato dalla incomunicabilità tra le persone”. Un dialogo che secondo Bisi è da ricercare anche con le religioni e con le culture più distanti, e a questo proposito riferisce della solidarietà ricevuta sia dal vescovo che dall’imam di Firenze in seguito a una serie di atti vandalici in una loggia toscana. “Entrambi mi dissero la stessa cosa, cioè che siamo uniti dalla stessa aspirazione: quella di guardare il cielo. Dobbiamo cercare quello che unisce, non quello che ci divide”. E non a caso, per rispondere a Negri, Busi cita le parole rivolte nel 1962 da Papa Wojtyla ad Amintore Fanfani, sul punto di stringere un’alleanza di governo con la sinistra: “Vede quei due uomini che camminano insieme per la campagna? Ecco, non ha tanta importanza da dove vengono, ma dove vogliono andare”. (Ruggero Veronese) Leggi l’articolo su Estense.com del 2 dicembre 2015