lunedì 18 gennaio 2016

Europa, quale futuro. Convegno a Pescara


Pescara 16 gennaio 2015

La Massoneria italiana ha parlato del futuro dell’Europa in un convegno pubblico all’Aurum di Pescara il 16 gennaio alle ore 15:30. Ha partecipato il Gran Maestro Stefano Bisi•

La nuova geopolitica presenta ai nostri occhi preoccupanti scenari di convivenza. Anche in Europa, culla della civiltà moderna, che nella seconda metà del Novecento ha avviato al suo interno un progetto comune di integrazione di uomini e cose. In realtà è ormai evidente che quell’unione così auspicata ha trovato applicazione in parte e solo per le ‘cose’, in un sistema efficiente – e spesso spregiudicato – di scambio di merci e capitali. Ma l’Europa dei popoli dove risiede? E soprattutto, qual è il suo futuro? Se ne è parlato a Pescara sabato 16 gennaio nell’ambito del convegno “L’Europa tra integrazione e disintegrazione” promosso dal Grande Oriente d’Italia in collaborazione con il Collegio Circoscrizionale di Abruzzo-Molise. Il Gran Maestro Stefano Bisi ha partecipato all’incontro che si è svolto presso l’Aurum di Pescara. Dopo il saluto d’apertura del presidente circoscrizionale Luciano Artese, hanno portato contributi: Marco Rocchi, professore di Statistica Medica all’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino, nonché apprezzato massonologo, e tre docenti dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara: l’economista Vittorio Carlei, lo psicologo Mario Fulchieri e la sociologa Eide Spedicato Iengo. Le conclusioni dei lavori sono state del Gran Maestro Stefano Bisi. Al convegno ha partecipato un folto pubblico.
Nel commentare l’iniziativa il Gran Maestro ha spiegato che “la Massoneria nasce nel cuore della cultura europea ed è espressione tipica della civiltà moderna. Storicamente, i suoi principi e il suo metodo hanno costruito una rete di valori su cui sono nati e cresciuti i paesi democratici”. “Proprio per questo – ha aggiunto – al di là delle teorie complottiste sempre in voga e alle quali sorridiamo, ritengo che i Liberi Muratori possano contribuire, a pieno titolo, alla discussione sul futuro nella nostra cara e vecchia Europa ed esprimere la loro visione del mondo, quella racchiusa nel trinomio di libertà- uguaglianza-fraternità a loro caro. Da uomo e cittadino sono convinto, e con me la stragrande maggioranza delle persone, che solo una voce corale di identità ed esperienze diverse possa dare il nuovo passo: spetta a noi europei guardarci e ascoltarci, senza paura e oltre ogni pregiudizio”.
Un po’ di storia. L’Abruzzo ha dato i natali a un Gran Maestro illustre del Grande Oriente d’Italia, il lancianese Umberto Cipollone. Nato nel 1883 fu avvocato, parlamentare e membro della Consulta nazionale dal 25 settembre 1945 al 24 giugno 1946, incarico, quest’ultimo, certamente da ricordare nel 70esimo della Repubblica italiana che si celebra quest’anno. È stato volte alla guida del Grande Oriente d’Italia: dal 1943 al 1945 nel comitato di gran maestranza che resse l’istituzione al suo risveglio dopo la caduta del governo mussoliniano; nel 1949 come Gran Maestro pro tempore, dopo la morte di Guido Laj e prima dell’elezione di Ugo Lenzi; dalla fine del 1957 e fino al 1960, anno della sua morte. Nel 1945 fu membro della Consulta e anche prosindaco di Roma. Nel novembre del 1924 aveva aderito all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola. Iniziato Libero Muratore nella Loggia “Fra’ Dolcino” di Lanciano il 13 giugno 1912, raggiunse i gradi di compagno d’arte e di maestro il 14 febbraio successivo. Nel 1925 fu consigliere dell’Ordine e apparteneva al Rito Scozzese Antico e Accettato. Si dedicò assiduamente al caso giudiziario sull’esproprio di Palazzo Giustiniani in epoca fascista da parte del Demanio. Un caso ancora irrisolto e che in queste settimane è all’attenzione del Gran Maestro Stefano Bisi.