venerdì 12 febbraio 2016

Il Medioevo a Valvasone


di Valentina Marelli



La sede dell'ultima conferenza del Clan Sinclair Italia tenutasi a Valvasone in provincia di Pordenone è stato un castello medioevale, il castello che sovrasta il borgo. Un luogo su cui sono visibili le cicatrici del tempo, i mutevoli restauri e i successivi ampliamenti. Un luogo però che ha un fascino ed un'energia particolare.
Ecco cosa ci hanno raccontato su di esso i ragazzi del G.A.F. Il Group Artistic Furlan con i quali abbiamo organizzato l'evento, e che ci hanno accompagnato, insieme ai ragazzi dell'ente del turismo a visitarlo:

Il fulcro che diede vita al primo nucleo del borgo di Valvasone è stato il castello. Costruito in muratura su preesistenze tardo antiche nel XIII secolo, è appartenuto all’antica e nobile casata dei di Valvasone, discendente dalla famiglia carinziana dei di Cosa. Nel 1293 divenne possesso del ramo familiare dei Cuccagna di Spilimbergo che da quel momento in avanti affiancò il suo stemma con il leone rosso a quello dei di Valvasone, ovvero un lupo nero in campo bianco (il nome Valvasone deriverebbe dal tedesco wolfes +höfe ovvero masseria del lupo). Il luogo, su cui sorge il castello, è stato strategico fin dall’epoca romana, poiché permetteva il controllo del tratto della via Postumia che sfruttava il vicino guado sul fiume Tagliamento in uso fino all’800. Incendiato, ricostruito e danneggiato più volte, anche dagli eventi sismici dei nostri tempi, il castello ha subito nel corso dei secoli notevoli modifiche ed appare oggi come un palazzo rinascimentale ormai privo dei sistemi difensivi di cui era dotato in origine (torri,fossato e ponte levatoio). Nel corso dei secoli ha ospitato diversi personaggi importanti come papa Gregorio XII nel 1409, papa Pio VI nel 1782 e Napoleone Bonaparte nel marzo del 1797.

Eccoci spiegata l'attuale fattura che oggettivamente sembra un collage di stili ed opere murarie che richiamano a periodi storici diversi; che rendono il posto ancor più pittoresco ed affascinate.




Grazie ai recenti restauri all’interno dell’ala centrale del castello, di proprietà comunale, è possibile ammirare un prezioso TEATRINO, ad uso privato, di fine ‘700 attorniato da uno splendido fregio più antico, risalente alla fine del ‘500, affrescato con putti e scene tratte dalla mitologia classica. Quest’ultimo è stato ispirato dall’opera del conte ERASMO di VALVASON (1523-1593), autore di poemi come “La Caccia” e “L’Angeleida” e traduttore di opere classiche. In un’altra sala sono stati riportati alla luce affreschi della seconda metà del ‘300. Nei piani superiori sono ospitati un Oratorio dedicato all’Immacolata con stucchi tardo seicenteschi di Bernadino Barelio, saloni con soffitti lignei cinquecenteschi perfettamente conservati e con decorazioni neoclassiche attribuite a Domenico Paghini.

Su uno di questi affreschi ci è stato detto di porre maggiore attenzione da Daniele Franceschi, l'organizzatore dell'evento in quanto richiama, in veste simbolica e allegorica, quella che è conosciuta come la Guerra di Zoppola, nella quale si fronteggiarono le famiglie di Valvasone e quelle di Zoppola per il possesso di un feudo.




L'affresco in questione si chiama L'Asino e il Lupo, l'allegoria, come si vede dalla foto, raffigura il saggio asino che rappresenta il Patriarca, mentre insegna al lupo, che rappresenta i Valvasone, ed è risalente al XV secolo.

Queste che vi ho raccontato sono la punta dell' iceberg di una cultura enorme e che non è andata perduta perché vive nelle tradizioni e nella personalità degli abitanti di queste zone. Più di ogni altro posto in cui sono stata gli abitanti conoscono la loro storia e questo è incredibile ed affascinate allo stesso tempo, oggettivamente resteresti ad ascoltarli per giorni e giorni, ti raccontano la storia, ma anche il “pettegolezzo”, le leggende ed i miti del passato e del presente, a queste storie si intrecciano le vite dei loro avi.

Ad esempio gli anziani raccontano che all'interno del castello c'era un sotterraneo che oltrepassate le fondamenta e il fossato di cinta, conduceva fuori dal paese. Non è dato di conoscerne precisamente il percorso ma sicuramente portava lontano, in mezzo ai campi, affinché i conti, i nobili e la loro servitù potessero mettersi in salvo. Un passaggio che adesso non esiste più ma di cui si racconta nella tradizione popolare.

A Valvasone rivive il mito del medioevo a settembre in occasione delle celebrazioni di Medioevo a Valvasone, ecco io vi consiglio un giro da queste parti e magari ritagliatevi del tempo per parlare con le persone e farvi raccontare la loro storia.