lunedì 14 marzo 2016

In libreria i Cenni storici sul Martinismo di Jean Bricaud



Il Martinismo è una delle più ricche, efficaci e frequentate pagine dell'Occidentale. Troppi pastori e troppi improvvisati 'interpreti' di docetica hanno finito per svilire la portata filosofica del pensiero di Martinez de Pasqually, Jean-Baptiste Willermoz e Louis-Claude de Saint-Martin. Questo libro vuole essere un modesto tentativo di restituire una grande tradizione alla sua originaria dignità. In uscita per Tipheret c'è anche Jean Bricaud, uno di rappresentanti più noti dello Gnosticismo, firma preziosa di importanti riviste quali L’Initiation e Le Voile d’Iris. La prima edizione di questo testo fu di Constant Chevillon, recentemente proposto in lingua italiana, sempre da Tipheret. Questa prima proposta in lingua italiana è a cura del filosofo Mauro Cascio.
«Rivolgersi a un Maestro del passato per avere due note storiche di un movimento di cui pure ha fatto parte è come andare da un grande chef per imparare ad aprire le buste dell’insalata. Ma questo ci premeva intorno a questa edizione dei suoi Cenni storici del Martinismo: presentare al lettore i tratti essenziali delle sue origini e abbozzare una storia, anche per far parlare i testi che fanno testo. La preoccupazione di Chevillon – che il lettore può trovare anche nel suo racconto della vita di Martinez de Pasqually - è però quella di capire, e di rendere, il corpus dottrinale delle origini, e questo per mettere in chiaro un aspetto: il Martinismo non è una scatola vuota, da riempire con tutto ciò che fa moda e tendenza. La storia spirituale dell’Occidente ha avuto un periodo di discreta effervescenza nei primi del novecento. E Bricaud non è stato certo a guardare alla finestra. Nato a Neuville sur Ain nel 1881, frequenta un seminario cattolico, per poi orientarsi sulla chiesa del Carmelo di Eugéne Vintras e la Chiesa Gioannita di Bernard Fabré-Palaprat. Il suo nome è indissolubilmente legato allo Gnosticismo moderno. Certo non fu un uomo di ragione e di Logos, ma un ricercatore inguaribile delle pieghe della Tradizione, questo sì. Non ha insistito troppo sulle parti più sgualcite col ferro caldo, per non bruciare tutto, ha invece inumidito come ogni buona donna di casa sa fare. Non si è perso cioè, nel suo peregrinare in tradizioni iniziatiche più disparate, in un’analisi fredda e dottorale, ma ha provato, sulla scorta della tradizione alessandrina, una originale sintesi, una particolare intonazione che lo rende riconoscibile tra tanti».
 Prolifico autore di saggi filosofici, Mauro Cascio è il curatore delle edizioni italiane degli autori citati (e di Gerard Encausse e Léonard-Joseph Prunelle de Lière). Infaticabile operatore culturale, ha presentato i suoi lavori in lungo e in largo, dalla Biblioteca del Senato all’Università di Oxford. Ha vinto nel 2013 il Premio Nazionale di Filosofia di Certaldo. La sua ultima opera è «Contributo alla Critica del tempo (e di me stesso)», con un intervento di Diego Fusaro, in uscita tra qualche giorno.