mercoledì 2 marzo 2016

Massoneria senza scheletri nell’armadio. L’Unità pubblica lettera del Gran Maestro Stefano Bisi


L'Unità-prima
L’Unità in prima pagina il 2 marzo









Il Gran Maestro Stefano Bisi scrive al direttore dello storico quotidiano L’Unità. Alla fine della lettera, un invito alla riflessione a “chi ancora si approccia in modo pregiudizievole e volutamente denigratorio nei confronti della Massoneria”. Di seguito il testo pubblicato.

Egregio Direttore, Le scrivo questa lettera, che spero possa trovare adeguato spazio sul Suo autorevole quotidiano, per cercare di fare ancora più luce ed eliminare i pregiudizi e le subdole negatività affibbiate ad una Istituzione, la Massoneria, il cui nome viene spesso evocato nel nostro Paese a tanti livelli e il più delle volte senza conoscerne la storia, i principi, i valori, i meriti e la sua innegabile azione a sostegno e beneficio di un’Umanita in cui Libertà-Uguaglianza e Fratellanza siano i punti cardine. Qualcuno si chiede perché nel 2016, nell’era della globalizzazione, della più sfrenata modernità, delle tecnologie digitali, dei social, del virtuale e dell’apparire a tutti i costi, ci siano ancora dei signori che si riuniscono in maniera riservata, ma nel pieno rispetto delle leggi democratiche, nei loro Templi indossando un grembiule, dei guanti bianchi e dando vita ad un rituale che ha quasi tre secoli di vita. Essi poi utilizzano antichi simboli quali il maglietto, lo scalpello, la cazzuola, ereditati dalle corporazioni di muratori e scalpellini medievali, ovvero i costruttori delle Cattedrali Gotiche. Qual è il senso, l’utilità nella società odierna che divora tutto in termini di velocità temporale e di egoismo? A cosa vale farlo? Visto che ha dimenticato molti grandi valori e virtù del passato per immergersi in un mare di passioni, di vizi, di scarso senso di fratellanza, tolleranza, solidarietà, condivisione dei veri problemi che hanno tutti gli uomini In questo nostro mondo e che sono aggravati dalla crisi economica, dal terrorismo di matrice fondamentalista islamico, dalla povertà di tanti popoli e non solo in Africa. Ebbene il senso, le finalità e l’utilità della Libera Muratoria Universale che conta milioni e milioni di iscritti in ogni angolo del globo, non è cambiato. Lo spirito e lo scopo di coloro che praticano in silenzio l’Arte Reale, è rimasto lo
stesso in questi tre secoli per ogni generazione che ha ereditato la Tradizione dai fratelli che li hanno preceduti. La Massoneria costruisce, cerca di costruire uomini che possano elevarsi esotericamente e spiritualmente, e con la loro individualità, con la loro capacità, essere degli esempi per sé e per gli altri, massoni e non. È solo lavorando su se stessi che questa impegnativa costruzione può avvenire nel tempo e portare immensi benefici nella società che ha bisogno dell’operatività e dei principi massonici ancorati a valori e diritti civili che sono tutt’ora da amare e difendere. La vera, inesauribile ed ineguagliabile forza della Massoneria è il suo essere antica ma allo stesso tempo giovane, al passo con l’umano divenire. Non è un caso che di recente, stante l’irrisolta vexata quaestio con la Chiesa Cattolica relativa alla scomunica; anche il Cardinale Gianfranco Ravasi in un articolo apparso su Il Sole24ore abbia affrontato il problema del dialogo con i massoni trovando dei principi condivisi da cui partire quali il comunitarismo, la beneficenza, la lotta al materialismo, la dignità umana. È stato, pur se attraverso le pagine di un quotidiano, un gesto molto significativo e per certi versi storico, che fa capire come la Massoneria non sia più vista in molti ambienti come quell’occulta congrega dedita a chissà quali stregonerie ed alla conquista del potere. La Massoneria ha sì un grande potere: quello di elevare l’Uomo; se quest’ultimo percorre con integrità, con perseveranza, e senza deviazioni il cammino iniziatico formativo. Così come rivendichiamo con orgoglio l’aver deciso di celebrare l’importante ricorrenza dei 70 anni della Repubblica organizzando in tutta. Italia una serie di convegni che tratteranno temi legati alla rinascita della Democrazia, alla nostra Carta Costituzionale, fra i cui padri figura Meuccio Ruini, orgogliosamente massone e presidente della Commissione; dei 75, di cui abbiamo ricordato la figura a Reggio Emilia il 20 febbraio nel primo dei tanti appuntamenti per la Repubblica previsti dal Grande Oriente d’Italia. Noi massoni aperti al dialogo e contrari alle aprioristiche e settarie divisioni, siamo stati runa parte attiva e fondamentale nella storia d’Italia. Abbiamo lottato nel Risorgimento, abbiamo lottato il Fascismo ed abbiamo partecipato alla rinascita dell’Italia e alla formazione della Repubblica. E, purtroppo la nostra amata Repubblica non ci ha, per ora, neppure riconsegnato i 120 metri quadrati di quel Palazzo Giustiniani che il Grande Oriente d’Italia acquistò per intero nel 1911 e che il Fascismo ci prese con la forza. Nel 1991 il Senato sottoscrisse un accordo per destinare quei 120 metri quadrati al Museo della Massoneria ma quel patto non è stato rispettato. Siamo un pezzo d’Italia che ama questo Paese e che vuole onorare la memoria dei tanti uomini che sono morti per realizzarlo. Ecco perché quando qualcuno parla della Massoneria deve portare rispetto ad una Istituzione libera e democratica che non ha scheletri nell’armadio e che ha già fortemente pagato il suo alto prezzo in termini di immagine per la vicenda della P2. Oggi da Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia sono orgoglioso di rappresentare quasi 23mila fratelli che, forti di una preziosa Tradizione, hanno anche a cuore le nuove e complesse tematiche Sociali e fanno la giusta e necessaria solidarietà in tante città d’Italia. È per questo che quando sento parlare in termini artatamente negativi della Massoneria mi rammarico e mi indigno. Egregio Direttore, La ringrazio vivamente di aver potuto esercitare il libero pensiero e il punto di vista di noi liberi muratori del Grande Oriente d’Italia, e spero che serva a fare almeno riflettere chi ancora si approccia in modo pregiudizievole e volutamente denigratorio nei confronti della Massoneria… (Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia)
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