martedì 26 aprile 2016

“Libertà e Valori”, il convegno di Lipari nel ricordo di Domizio Torrigiani il Gran Maestro martire


Il Gran Maestro, Stefano Bisi, insieme ai Gran Maestri aggiunti Sergio Rosso e Santi Fedele, e al presidente del Collegio Giuseppe Trumbatore, ha scoperto una targa alla memoria di Domizio Torrigiani, posta nel luogo dove il “Gran Maestro martire” dimorò nel 1925 ai tempi del suo confino nell’Isola. Toccante il momento in cui Bisi ha ricordato Torrigiani. “Di fronte a questo martire della Libertà tutti noi fratelli siamo orgogliosamente raccolti per celebrare la figura di chi si è battuto per la democrazia e non si è piegato alla tirannia. E le frasi scritte per commemorarlo sono ancora oggi più belle e vive che mai. “Noi – si legge nella lettera circolare annunciante la morte del Gran Maestro dell’Ordine ed inviata a tutte le Comunioni estere – i Massoni esuli, proscritti, noi che conserviamo accesa la fiamma che ci fu affidata, noi che la persecuzione fascista obbliga a cercare in una terra diversa dalla nostra asilo per i nostri Templi, per i nostri vessilli, per i nostri archivi, per i nostri Lavori rituali, noi attendiamo con ansia il giorno in cui potremo rientrare nella nostra terra finalmente liberata; allora noi ci riuniremo, secondo il rito, attorno alla sua tomba e, dopo averla ricoperta di ramoscelli d’acacia, noi chiameremo per nome il nostro Maestro e sicuramente, all’ultima chiamata, tutti i massoni risponderanno per lui “Presente”.
                 IL CONVEGNO
Molto ricco di spunti e di riflessioni il convegno su “Libertà e Valori”, promosso dalle logge dell’Oriente di Messina e dalla Francesco Crispi di Termini Imerese con la collaborazione del centro studi eoliano, che si è tenuto nella sala conferenze dell’hotel Tritone. I lavori della prima giornata sono stati moderati dal Gran Maestro aggiunto Sergio Rosso e si sono aperti con i saluti del sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, del presidente circoscrizionale della Sicilia Giuseppe Trumbatore, del presidente del Consiglio dei maestri venerabili di Messina Antonio Biviano, del maestro venerabile della Loggia Francesco Crispi di Termini Imerese Piero Quattrocchi, e del presidente del Centro studi eoliani Antonio Saltalamacchia.
Roberto Roselli, primo dei relatori a parlare ha centrato il suo intervento sul rapporto tra libertà politica, obbedienza e dovere citando l’illuminista Locke. “Anche se a prima vista obbedienza e libertà ci potrebbero sembrare inconciliabili, questa apparente inconciliabilità sparisce se l’obbedire viene definito in modo più preciso. Se obbedire volesse dire soltanto sottostare allora noi non potremmo, obbedendo, rimanere liberi. Ma non è così. Basti pensare che l’obbedienza senza la libertà diventerebbe schiavitù e che la libertà senza l’obbedienza sarebbe un semplice appiglio. Solo in questa completa accezione i due concetti riescono ad essere perfettamente conciliabili. E nel caos che si verrebbe a instaurare per un eccesso di libertà, l’obbedienza fa sì che venga ristabilito l’ordine. Un ordine che però deve accompagnarsi in noi che lo accettiamo alla volontà di lasciarci guidare pur senza mai farci condizionare. Tale volontà riuscirà allora a discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, grazie al vaglio critico della ragione, in quella che sarà un’obbedienza ragionata in contrapposizione a quella che è un’obbedienza passiva”.
Andrea Pruiti Ciarello ha sottolineato come “La libertà, intesa come facoltà di pensare, di agire o di determinarsi a proprio piacimento ed in maniera autonoma è una facoltà che può essere esercitata solo nell’ambito di un Sistema sociale di riferimento, dal più piccolo, la Famiglia, al più grande, lo Stato. Oggi lo Stato Italiano ha bisogno di un immenso lavoro di sfoltimento e snellimento da sovrastrutture burocratiche, verso uno “stato minimo”.
La “libertà al confino” e’ stato il tema della relazione del prof. Pino La Greca, autore del bel libro che racconta, attraverso documenti inediti, la storia di Domizio Torrigiani a Lipari e il confino nell’isola di 500 persone. Una relazione accompagnata da significative immagini dell’epoca. “La nostra Repubblica di Lipari, fondata nel 580 a.C., è stata una Repubblica democratica sino al periodo dell’occupazione dei romani e contrariamente alle polis greche, quella di Lipari non ha avuto tiranni, né oligarchie, e la sua Costituzione è un caso da studiare, perché questa Costituzione comunitaria e’ tale che è diventata oggetto di studio da parte di facoltà estere ma stranamente non trova attenzione qui da noi in Sicilia. Eppoi un’altra novità rispetto a quanto detto circa gli inizi della Massoneria a Lipari sorta con la loggia Eolia. Ebbene, abbiamo le prove che la libera muratoria da noi è antecedente a quello che si pensava e si può retrodatare al 1799. Quanto all’argomento della mia relazione voglio sottolineare la cornice in cui si svolse il confino di tanti personaggi, avvocati, medici, ingegneri, architetti, piccoli imprenditori, che si trovarono a partire dal novembre 1926 e sino al 1927 su quest’Isola. La scelta di fare di Lipari l’unica sede dei confinati politici nasce dalla ribellione dei liparoti. I confinati arrivavano qui dalle città di residenza dopo un viaggio durissimo in treno e poi in nave, in condizioni igienico-sanitarie e morali incredibili. Gennaio-marzo e’ un periodo duro per loro che arrivano da Brrscia, Torino, Milano, e si trovano in un ambiente sconosciuto e povero. Sradicati dalle loro realtà si trovavano senza lavoro e con problemi di sopravvivenza visto che il sussidio del regime era troppo esiguo, 10 centesimi poi ridotti a cinque. Invito tutti a leggere il libro perché ci sono pure le loro testimonianze di vita. Da Bauer, a Torrigiani a tanti altri, si può capire come vivevano questi uomini privati della libertà e che non potevano superare determinati limiti del centro cittadino di Lipari”.
La seconda giornata del convegno e’ stata moderata dal Gran Maestro aggiunto Santi Fedele. L’intervento di Franco Celona ha avuto come parte centrale l’importanza della Costituzione della Repubblica e la sua stretta relazione con i principi e valori massonici. “I nomi di Torrigiani, di Leti, di tanti fratelli che hanno perso la vita per la causa della libertà, sono strettamente legati alla Costituzione della Repubblica. Qual è quel posto, nel dopoguerra, dove socialisti e liberali si incontravano per discutere e dialogare? Ebbene quel luogo erano i nostri templi. E non è un caso che i principi della Costituzione, ieri si è parlato di Meuccio Ruini, siano i nostri principi. Dall’articolo 1 della Repubblica fondata sul lavoro, laddove la Massoneria esalta il lavoro, al rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo, quella che noi chiamiamo la dignità dell’altro, ma anche l’articolo 3 in cui c’è in maniera concreta il principio d’uguaglianza, all’articolo 4 ed altri. Quindi, noi dobbiamo essere orgogliosi di questo e ricordare a tutti quando parlano a sproposito di noi, ministri, senatori o sindaci, chi siamo e come i nostri valori siano radicati nella Costituzione. Da Lipari, da questa manifestazione parte un alto messaggio che ricorda Torrigiani e il ruolo dei massoni nella storia del Paese”.
Angelo Di Rosa ha infine centrato la sua relazione sulle tematiche moderne del concetto di libertà e della sua applicazione in una società in crisi, dove il lavoro e’ precario, dove insorgono egoismi, odii, terrorismo fondamentalista. Ed ha sottolineato, anche quello che è il vero problema attuale legato alla Libertà. “La paura della Libertà che diventa anche paura di scegliere. Quella che Erich Fromm aveva ben delineato nel 1942, oggi assale l’uomo contemporaneo. Il segno dei tempi che viene anche dal presente. C’è uno spot di una nota azienda telefonica che è sintomatico. Il testimonial alla fine dice queste parole: “Le nuove tecnologie ci stanno dando la libertà di non dover scegliere”. La Libertà obbliga l’uomo a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi che al giorno d’oggi la tecnica e il comune agire di una società che pensa meno alle grandi battaglie laiche e libertarie e più al soddisfacimento di interessi egoistici e personali comporta. Eppure, come hanno fatto tanti nobili padri e tanti massoni come Torrigiani, scegliere e’ l’unico verbo in grado di coniugarsi all’idea stessa di Liberta’. Io penso che noi oggi non dobbiamo avere paura della Libertà, dobbiamo difenderla in tutte le sue diramazioni. Dobbiamo difenderla abbattendo le barriere erette da chi professa la propria superiorità culturale, religiosa, ideologica, razziale, economica. Ma non bisogna dimenticare, come ha detto Aron – che godiamo di un privilegio raro nella storia e raro nello spazio. Per cui, dal grado con cui amiamo la libertà e le libertà, dipende essenzialmente il futuro delle nostre moderne democrazie”.
Nelle sue conclusioni il Gran Maestro Stefano Bisi, ha sottolineato l’importanza del convegno eoliano ed rivolto un grazie a coloro che l’anno scorso hanno avuto l’idea forte di celebrare a Lipari il 25 aprile, iniziativa che deve diventare una consuetudine. “È stato l’anno scorso l’inizio di un percorso che continua e continuerà, e credo che il prossimo 25 aprile saremo ancora più numerosi a ricordare un gran maestro fondamentale della storia della nostra comunita ma non solo per commemorare i morti, come diceva Franco Celona, che non bisogna mai dimenticare sopratutto quando uno è morto per una causa giusta ma sopratutto per attualizzare i principi del suo pensiero quel coraggio che lo portò’ a non piegare la testa per rendere viva sempre piu la nostra comunione e per combattere la dittatura. Nel 2017 ci sarà l’anniversario della Costituzione della Repubblica Italiana, è un bel appello quello che è stato da Santi Fedele
e gli altri fratelli a dimostrare quanto I principi della libera muratoria siano presenti nella Costituzione della Repubblica Italiana. Dicevo un percorso che continuerà, tra pochi minuti scenderemo e andremo nel luogo dove Domizio Torrigiani ha vissuto quando era al confino, scopriremo una targa in memoria di un combattente della Libertà, di un operaio che ha combattuto per questo cantiere infinito della Libertà. Io ricordo ancora quando penso a Domizio Torrigiani una frase, una frase scritta nel documento, nel diario preparato da Alcide Garosi, dal medico di Giustino, in provincia di Siena,!che fu inviato a Montefiascone dove era ricoverato e confinato anche li’ Torrigiani per curarlo. Alcide Garosi disse che andò per curare gli occhi di Domizio Torrigiani ma fu Torrigiani che curò Alcide Garosi, il quale una volta tornato a Siena si affiliò alla libera muratoria nella storica Loggia Arbia, quindi la Luce che DomizioTorrigiani dette ad Alcide Garosi è la Luce che dà ancora a tutti I liberi muratori italiani”.

di Angelo Sarodi