lunedì 18 luglio 2016

Liberté, Égalité, Fraternité une tragédie sur la Promenade des Anglais


di Sabrina Conti



«Nessun uomo ha avuto dalla natura il diritto di comandare sugli altri. La libertà è un dono del cielo e ogni individuo della stessa specie ha il diritto di fruirne non appena è dotato di ragione. [...]» 
Denis Diderot





Correva l’anno 1789, quando il 14 di Luglio, a Parigi, con la presa della Bastiglia, si diede ufficialmente inizio alla Rivoluzione Francese.  Scopi primi: la Libertà, l’Uguaglianza, la Fratellanza; Roba da nulla.  Un atto dovuto ad un popolo che subiva, ancor più sul territorio francese, un concetto ancora medioevale di gestione della Nazione legato all’assoluta prevaricazione del Re e del Clero a discapito del Terzo Stato.   Le liberazioni richiedono tempo.  Il 21 gennaio 1793 cadeva la testa di Luigi XVI ed  il 16 Ottobre quella di Maria Antonietta, regina simbolo della vera monarchia assoluta: il popolo, nella sua semplicità,  all’esposizione della sua testa tagliata, intonerà, così riportano le cronache,  una ola di “Viva la Repubblica”.

Ma, la libertà ottenuta con la violenza è mera usurpazione e, la strada verso la vera Libertà è sempre in salita.

E così da mesi ormai, una Europa alla deriva, si ritrova a lottare per un valore, di cui ha perso la percezione _ o non l’aveva mai realmente acquisita_ mentre, giustappunto, appena iniziava a sillabare due parole, date, già all’epoca, in pasto al popolo insieme alle brioches: Uguaglianza e Fratellanza.

A “noi” menti elevate, iniziati di ogni razza e tipo,  non resta che il deludente paragone coi nostri valorosi predecessori che hanno illuminato il Mondo … o forse no …

Il problema è insito nell’uomo, meravigliosa creatura, vittima della sua caducità, dei suoi vizi, dei suoi falsi dei, declinati a seconda dell’epoca storica, degli interessi personali, della volontà di chi, ancora oggi, sotto nuove corone, governa realmente il Pianeta.

Tacere non è più possibile.  L’indifferenza non si addice più neppure a chi vive nel suo mondo dorato, passeggiando per una delle più rinomate località del saper vivere mondiale.

Un moderno carretto rivoluzionario, ha disseminato morte ed orrore, ed è terrificante anche solo pensarlo … per l’ennesima volta …

La si chiami legge del contrappasso, causa effetto, eredità dei massacri perpetuati da noi, martiri cristiani in nome di un “dio” … l’orrore resta ed il tempo dello sbigottimento deve ormai lasciare il posto al fare.

Mi risuona nella mente un inno, simile a molti altri intonati nel mondo intero … uniamoci a coorte, siam pronti alla morte … Con coorte, si definiva, nell’esercito romano, una delle sue suddivisioni.  Stringersi a coorte, significa quindi, restare uniti, malgrado le diversità per un fine comune; E se, la differente l’appartenenza di credo, può far supporre, a quei troppi che ancora ignorano come le religioni siano mero strumento degli uomini ma che l’Entità superiore” è Unica ed uguale per tutti, allora si comprende quanto l’invito di un inno risalente al 1800 sia attuale ed … attuabile.

Pochi pazzi, ignoranti invasati (ma non stupidi e molto ben organizzati), stanno mettendo nella morsa del terrore il mondo.  Il nostro mondo.  In un’epoca storica in cui l’individualismo imperante non ci sta più facendo vedere nulla.  Altro che rivedere le stelle!

Ovattati giungono, forse ancora, gli echi di principi che i nostri antenati hanno con precisione, quasi maniacale, cercato di inculcarci.  Loro, nella loro ignorante saggezza, sapevano che solo su di una società fatta di rispetto, amore, aiuto reciproco, si può edificare con solide fondamenta.  Il Pianeta in cui viviamo potrà essere distrutto solo da un cataclisma naturale.  Il mondo che calpestiamo ogni giorno può essere salvato solo dal grande cuore dell’Uomo.









«Oh Liberté, que de crimes on commet en ton nom!»
Marie-Jeanne Roland de la Platière