lunedì 22 agosto 2016

A Castignano, teatro comunale al completo per il convegno su Cecco d’Ascoli


Martire del libero pensiero bruciato sul rogo dall’Inquisizione. Cecco d’Ascoli, medico, filosofo e astronomo di spicco nell’Italia del 1300, fu precursore della lingua italiana insieme a Dante Alighieri. Successo del convegno a lui dedicato il 6 agosto a Castignano dal Grande Oriente d’Italia nelle Marche.

Grande partecipazione di pubblico il 6 agosto nel Teatro Comunale di Castignano, nella provincia ascolana, per il convegno “Il Libero Pensiero: Cecco D’Ascoli” organizzato dalla Loggia Cecco D’Ascoli di Ascoli Piceno con le logge fermane e dal Collegio Circoscrizionale delle Marche, con il patrocinio del Grande Oriente d’Italia. L’incontro ha visto la partecipazione del Gran Maestro Stefano Bisi e del sindaco Fabio Polini che in apertura ha portato il saluto della cittadinanza. I lavori sono stati aperti dal Presidente del Collegio delle Marche Fabrizio Illuminati che ha dato il via agli interventi dei relatori.
Il Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, il filosofo Claudio Bonvecchio, ha definito la magia come contemplazione profonda della Natura che deve portare l’uomo a rapportarsi con il tutto, superando anche la paura della morte. Magia è anche arte della trasformazione degli elementi naturali ma sopratutto oggi è l’arte dell’immagine: se riusciamo a cambiare la nostra immagine riusciremo a cambiare anche la realtà che ci circonda.
Cecco d’Ascoli, ha ricordato la professoressa Paola Torresi, dovrebbe essere definito come padre della lingua italiana. Egli scrisse “L’Acerba” che insieme alla Divina Commedia di Dante fu uno dei primi poemi in volgare. Torresi afferma che i due maestri si incontrarono durante i soggiorni marchigiani del Vate a Fontavellana e Fiastra dove nacquero le famose battaglie dottrinali. Ma perché Dante è celebrato in tutto il mondo mentre Cecco è sconosciuto? Questo è veramente un mistero.
Pietro Benfatti, scrittore e regista del film su Cecco d’Ascoli “L’Eretico”, ha ricostruito lo scenario storico e il processo per eresia tenutosi a Firenze. Nel 1327 l’ultimo scontro tra Guelfi e Ghibellini spaccò in due l’Italia, a Napoli i D’Angiò tramavano vendetta conto gli Aragonesi di Sicilia mentre il fulcro del conflitto fu tra Toscana ed Emilia. Da questa premessa Benfatti riesce ad intrecciare tutti i retroscena, gli interessi politici ed economici, le convenienze della Chiesa di Roma con l’ascesa di Ludovico il Bavaro, accompagnando il pubblico fino alle logiche conclusioni che portarono Cecco sul rogo.
Il Gran Maestro Stefano Bisi a Castignano
Il Gran Maestro Stefano Bisi a Castignano
Al termine del convegno il Gran Maestro Stefano Bisi ha posto l’accento sui moderni venti d’inquisizione che spirano nelle nostre società e che soffiano anche sul Grande Oriente d’Italia, oggetto di forte pregiudizio e discriminazione. “Oggi non si finisce al rogo – ha evidenziato il Gran Maestro – ma rimane una forte preoccupazione quando nel terzo millennio non si vuole ammettere che degli uomini si associano liberamente per confrontarsi, indossando un grembiule e guanti bianchi che per noi sono il simbolo che ci differenzia da chi persegue ben altri scopi”.
“Porterò avanti con tutte le mie forze – ha aggiunto Stefano Bisi – la battaglia per garantire il diritto di tutti gli italiani di iscriversi all’associazione o al partito politico che meglio credono, fino a quando non venga violata la legge. Non si sono disperse le ceneri dei roghi di Cecco d’Ascoli e di Giordano Bruno, ma sono i semi che germoglieranno per darci i frutti che nutriranno il nostro impegno di oggi per la libertà di pensiero”.