lunedì 24 ottobre 2016

Eufemia


A ottanta miglia incontro al vento di maestro l’uomo raggiunge la città di Eufemia, dove i mercanti di sette nazioni convengono a ogni solstizio ed equinozio. La barca che vi approda con un carico di zenzero e bambagia tornerà a salpare con la stiva colma di pistacchi e semi di papavero, e la carovana che ha appena scaricato sacchi di noce moscata e di zibibbo già affastella i suoi basti per il ritorno con rotoli di mussola dorata. Ma ciò che spinge a risalire fiumi e attraversare deserti per venire fin qui non è solo lo scambio di mercanzie che ritrovi sempre le stesse in tutti i bazar dentro e fuori l’impero del Gran Kan, sparpagliate ai tuoi piedi sulle stesse stuoie gialle, all’ombra delle stesse tende scacciamosche, offerte con gli stessi ribassi di prezzo menzogneri. Non solo a vendere e a comprare si viene a Eufemia, ma anche perché la notte accanto ai fuochi tutt’intorno al mercato, seduti sui sacchi o sui barili, o sdraiati su mucchi di tappeti, a ogni parola che uno dice – come “lupo”, “sorella”, “tesoro nascosto”, “battaglia”, “scabbia“, “amanti” – gli altri raccontano ognuno la sua storia di lupi, di sorelle, di tesori, di scabbia, di amanti, di battaglie. E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello o della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio.
(Da Le città invisibili di Italo Calvino)
Ringraziamo la Loggia Costantino Nigra (706) di Velletri per averci riportato alla memoria questo suggestivo racconto di “Le città invisibili” di Italo Calvino. Il brano è stato rievocato dalla loggia nel corso della sua celebrazione rituale del solstizio d’estate avvenuta il 4 luglio a Villa del Cardinale, a Castel Gandolfo. Perché la scelta di questo testo? Ogni mercante che passa per Eufemia, tornando al proprio paese, riconsidera lo scambio di opinioni cui ha partecipato valutando la sua idea di una certa cosa più ricca di prima grazie ai punti di vista dei suoi tanti interlocutori. La percezione di ognuno è così profondamente cambiata attraverso lo scambio della “memoria”. Il maestro venerabile della “Costantino Nigra” ha esortato i Fratelli ad essere come quei mercanti nella città ideale (il tempio delle virtù) che provengono da sette nazioni –  con culture, tradizioni  ed usanze diverse – e viaggiano incontro al vento di Maestro convergendo a ogni solstizio e ad ogni equinozio per conoscersi e confrontarsi. Oltre ogni confine.
Italo Calvino, ricordiamo, era figlio di Mario, libero muratore.