lunedì 12 dicembre 2016

Fuocammare vince l’European Film Awards. La corsa all’Oscar continua in nome dei diritti umani


La corsa all’Oscar del docufilm “Fuocammare” di Gianfranco Rosi continua con nuovi riconoscimenti. L’ultimo è del 10 dicembre a Breslavia, in Polonia, dove ha ricevuto l’European Film Awards per il 2016 come migliore documentario. “Abbiamo costruito un mondo pieno di muri, violenza e intolleranza in cui non vengono riconosciuti i diritti umani”, ha detto Gianfranco Rosi nel ritirare il premio che si aggiunge all’Orso d’Oro di Berlino di febbraio. Il riferimento è alla tragedia dei migranti che da anni sbarcano a Lampedusa e che il film documenta nella più cruda realtà. “È passato tempo – ha aggiunto Rosi – ma questi migranti continuano a venire dal mare a chiedere il nostro aiuto. Questo premio vuole abbattere queste barriere tra noi e loro. E questo con un’Europa che non fa il suo dovere”.
pietro-bartolo-lampedusa
Pietro Bartolo a Lampedusa
Dopo la candidatura all’Oscar di “Fuocammare” come miglior film in lingua non inglese, solo pochi giorni fa la pellicola è entrata nella short-list dei documentari degli Academy Awards. Un grande traguardo che coniuga l’arte con temi di grande impatto sociale che finora non trovano adeguato riscontro nella comunità politica internazionale. “Viva il cinema”, aveva detto Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che accoglie e cura i migranti ed è protagonista del film di Rosi, subito dopo la notizia della candidatura all’Oscar. “Il cinema è un’arte molto potente – aveva aggiunto – che riesce a entrare nel cuore della gente. Grazie a Rosi, che ha saputo raccontare nel modo giusto quello che in venticinque anni ho tentato di dire”.
Convegno-Onorificenza Galileo Galilei a Pietro Bartolo
Onorificenza Galileo Galilei a Pietro Bartolo il 17 settembre al Vascello
Bartolo aveva raccontato la tragedia dei migranti anche al Vascello, il 17 settembre, in occasione delle tradizionali celebrazioni del Grande Oriente d’Italia per il XX Settembre. Aveva commosso il pubblico. Il suo racconto degli sbarchi di Lampedusa, degli uomini, delle donne, dei bambini  in fuga dalle guerre e dalla fame, che ogni giorno il mare porta in Italia, le foto, il filmato che ha mostrato, hanno  messo  tutti di fronte a una delle più drammatiche realtà della nostra epoca. Con crudezza e umanità. “Non chiamateli clandestini – aveva detto tenuto a specificare – perché sono persone che cercano una via di salvezza dagli orrori dei conflitti e della carestie. Una via di salvezza che non sempre riescono a trovare. È una umanità sofferente, che dobbiamo sapere accogliere, e alla quale dobbiamo restituire la speranza, non sottovalutando o addirittura negando le responsabilità in nome del dialogo”.
Il Gran Maestro Stefano Bisi, in quell’occasione, aveva consegnato a Pietro Bartolo l’onorificenza “Galileo Galilei” che il Grande Oriente d’Italia assegna ai non massoni che si distinguono per il bene dell’Umanità e la salvaguardia dei diritti umani. Un riconoscimento che ora si aggiunge, tra i tanti ricevuti da Bartolo in queste settimane, a quello di “commendatore” della Repubblica assegnato dal presidente Sergio Mattarella lo scorso ottobre.

Tragedia migranti: il video presentato al Vascello da Pietro Bartolo