mercoledì 11 gennaio 2017

Stefano Bisi: "Ho sospeso il fratello Giulio Occhionero". Intervista al Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia


STEFANO BISI

“Ho immediatamente sospeso Giulio Occhionero”, annuncia al telefono all’HuffPost Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, di cui lo stesso Occhionero fa parte in quanto membro della loggia romana “Paolo Ungari - Nicola Ricciotti Pensiero e Azione”. Alla gravità del capo d’accusa secondo la legge italiana si va dunque a sommare quella di un fratello che è andato ad ‘origliare’ alla porta del Gran Maestro.
L’iter giudiziario di un cittadino accusato di un simile reato è cosa nota. Ma a un fratello che cosa accade? E che rapporti potrà avere d’ora in avanti con la sua loggia?
Le sue azioni verranno valutate dal tribunale circoscrizionale, una sorta di collegio di probiviri. Lui appartiene alla Loggia della regione Lazio, quindi sarà questa a decidere il provvedimento, che potrà essere di censura semplice, censura solenne, o di espulsione. Intanto il Gran Maestro decide la sospensione. [Non ci saranno rapporti con la sua loggia nella misura in cui] è sospeso dalla frequentazione, non può partecipare ai nostri lavori rituali. 
Ci saranno ricadute sulla sua loggia d’appartenenza?
Non penso di disporre un’ispezione magistrale (i.e. un controllo interno che il Gran Maestro può disporre nei confronti di una loggia quando si pensa che non lavori ritualmente bene, o che non sia bene organizzata) perché si tratta del caso di un singolo. Poi gli organi della regione d’appartenenza del fratello valuteranno il da farsi.
I nomi “attenzionati” dai due fratelli arrestati per spionaggio informatico disegnano una rete di potere che va dal Matteo Renzi premier a Mario Draghi, presidente della BCE. Fra questi nomi compare anche il suo. Che effetto le ha fatto ritrovarsi iscritto in una simile ‘lista nera’?
L’ho saputo stamani quando sono uscite le notizie. Mi stavo occupando di fare raccolta fondi per l’illuminazione di un campo sportivo a Norcia, e la ricostruzione di un liceo musicale a Camerino danneggiato dal terremoto. Non me ne sono accorto neanche in un primo momento perché ovviamente prima del mio nome c’erano personaggi di primo piano della politica, della finanza italiana e non solo. Io sono Gran Maestro, non un primo ministro o un governatore. E leggendo il mio nome son rimasto sbalordito.
Il movente per spiare il presidente del consiglio salta agli occhi: è un centro di potere. Ma quale utilità si può pensare di trovare nello spiare lei? 
Non ne ho idea. Io credo coi miei pregi e difetti, cogli errori o le cose buone che faccio di essere una persona che lavora, che fino a pochi mesi fa è stata a capo di un giornale locale, e da due anni e mezzo o poco più è gran maestro. Conduco una vita normale. Ieri sera ero alla Loggia di Civitavecchia, domani sarò a quella di Bologna. Cerco d’impegnarmi per [la comunione tra fratelli]. Dopodiché partiamo da una presunzione d’innocenza, sta nella Costituzione, e dato che non l’abbiamo cambiata per ora c’è quella. Vediamo se spiava, come spiava. Non so nemmeno tecnicamente come si faccia perché non ho grandi abilità informatiche. Però alla domanda perché mi spiava dico: Boh?
È possibile che fosse convinto che in qualche modo il potere passi anche da lei? 
Devo dire che ho visto ora da un lancio d’agenzia dell’AGI che c’erano anche altri fratelli del GOI che sarebbero stati spiati. Altri erano fratelli con incarichi non di rilevanza altissima. Non sono membri della giunta, almeno i nomi che ho letto io. C’è un Gran Maestro onorario, fra l’altro morto da poco, che ha scritto decine di libri su massoneria, uno studioso.
Allora, per così dire, cui prodest? Se n’è fatto un’idea, l’ha conosciuto?
Quale sia il tornaconto? Bisognerebbe chiederlo a lui. Devo dire lui non mi ricordo d’averlo incontrato fisicamente. Può darsi di si, ma ne incontro tantissimi di fratelli, da che sono Gran Maestro. Ma io coi fratelli ho un rapporto molto diretto, parlo con tutti, rispondo a domande. Quindi se mi devi chiedere una cosa non c’è bisogno di spiarmi, gliela dico. Che ci siano persone che fanno questi movimenti è preoccupante, perché tutti i cittadini, aldilà dei ruoli che ricoprono, hanno diritto alla loro sfera di riservatezza. Sapere d’esser spiati non è giusto. Son proprio curioso di vedere come finirà tutta questa storia, perché alla fine c’è un intrigo che sembra un giallo.
In Italia non è il primo caso analogo. Si sentirebbe di sposare una linea improntata al pugno duro sulla violazione della privacy?
Ritengo di sì, ogni persona ha diritto alla riservatezza. Non è vero che la chiedono solo i cosiddetti vip. Bisogna caderci, nei problemi della privacy, e poi ci si accorge di quanto è forte la violazione della propria intimità, son vere e proprie violenze quelle che uno subisce. Credo che il diritto a una sfera di riservatezza sia importante. Come dice Stefano Rodotà, la trasparenza assoluta è tipica dei regimi totalitari.