lunedì 10 aprile 2017

Il Sommo Sacerdote in Loggia a Perugia: «Non dimentichiamo mai che siamo Maestri di un Ordine Iniziatico»


di Tiziano Busca



Riflettevo sulla necessità che i Maestri colgano, all'interno di un ordine iniziatico, il senso, non solo dell'appartenenza e dell'orgoglio, ma della Sapienza del ruolo che gli è dovuto; essendo, appunto, Maestri di un Ordine iniziatico.
Probabilmente noi abbiamo perso la via e penso anche che questa via, fatta di valori e fatta di tradizione, abbiamo iniziato a perderla nell'uso dei termini che ci debbono appartenere. Non possiamo sbagliare il valore semantico della parola che non può e non deve essere confuso.

Oggi siamo in Camera di Mezzo, oggi siamo nel Tempio, quando abbiamo aperto in camera di apprendista eravamo nella Loggia, quando si accendono le luci chiudiamo un percorso alchemico, questa è la Regola su cui la nostra comunione ha vissuto e questa è la Regola che è fatta di poche cose, ma è fatta sopratutto di ritualità. Quella ritualità che ci serve a passare le colonne e a diventare Maestri.
Dobbiamo porci delle domande specifiche, dalle cui risposte traiamo quel nutrimento che struttura la nostra identità di Maestri della comunione:
Perché il Tempio è fatto in questo modo? E su quale base noi costruiamo il nostro Tempio? Su quali Valori? Su quei valori che ci hanno consentito di essere oggi qui come Maestri e di testimoniare all'esterno una presenza condivisa dal pensiero comune delle persone non iniziate e sopratutto ci hanno permesso di superare momenti di difficoltà guardando ad un presente che a me non fa paura.

Non mi fa paura ciò che sta accadendo, non mi preoccupa, io sono più preoccupato di altro e cioè se questa comunione fa ancora Maestri; se questa comunione crea ancora quelle condizioni di conoscenza che mettono su un piano di Sapienza e non di Saggezza l'Uomo; di Sapienza che ci permette di discutere ciò che c'è all'interno di questo Tempio.

Ecco vedete Fratelli questa tornata per me è molto importante e la vivo con la stessa emozione con cui tutti voi condividete questo momento. E la condivido nella speranza che questa nostra crescita personale ci porti ad essere testimoni di un tempo e non oggetto di attenzioni.
Se uno è testimone significa che partecipa e condivide ciò che all'interno del suo contesto gli viene presentato.

Mi è piaciuto tanto quello che ha detto il Fratello Ciro Furfaro, ma noi non dobbiamo dire niente su quello che sta succedendo? Ma noi siamo Massoni perchè accettiamo che venga colpito il povero e non riusciamo a fare niente per rompere l'anello che determina la povertà? Noi parliamo di migrazione, ma noi non siamo figli di una migrazione? Noi non siamo quelli che nascono e contaminano la nostra conoscenza attraverso dalle migrazioni? Ma come nasce la Massoneria? E da chi nasce? E che cosa rappresentiamo noi all'interno del nostro percorso Sacro? E quale valore si è mantenuto la dove quella Massoneria è conosciuta? E mi riferisco al mondo americano dove la tradizione è rimasta quella che era perchè era quella tradizione che nasceva da una contaminazione che aveva un origine Scozzese.

Ma quella contaminazione aveva un percorso di contatto profondo con il mondo Ebraico, con il mondo Greco, con il mondo Latino. Quando noi cogliamo il senso della nostra trasformazione? Quando capiamo che questo Tempio ci guida e ci porta la? Ovviamente quando entriamo dalla porta del Sacerdote perchè se entriamo dalla porta dell'Uomo ci porta nel labirinto perchè si deve cogliere il senso del viaggio e quando all'interno delle nostre logge questo senso si fa forte e si raccoglie? Con chi? Da chi? Quali sono i Maestri che si spendono oggi per insegnare agli apprendisti che non sono massoni, sono iniziati, ma lo saranno quando sono Maestri! E quando sono Maestri debbono essere Maestri! E se si sta nella colonna dei Maestri con lo spirito che è comune nella condivisione di un percorso di armonia che non è ipocrisia; perchè questa comunione non deve essere ipocrita, questa comunione deve essere leale!
Deve riconoscere il valore del fratello che ci sta vicino! E lo deve correggere non lo deve colpire, lo deve difendere ma lo deve anche distogliere dal rischio perchè questo è un Maestro! Un Maestro non è chi ha il grembiule un Maestro è chi lo è dentro, perchè il Maestro ha raggiunto un percorso e rappresenta di per se il valore della nostra comunione. Il Maestro è colui che porta se stesso come esempio, come testimonianza della Maestria che attraverso di lui si manifesta fenomenologicamente.

E questi Maestri Venerabili? Sono davvero Maestri Venerabili? O sono i delegati di una istituzione che mutua secondo del gradino le funzioni ed il ruolo? Per cui il Presidente del Collegio diventa il capo dei Maestri Venerabili senza che questo accada. Che le rappresentanze istituzionali non abbiano la stessa funzione iniziatica all'interno di un Ordine iniziatico e credo che se non cogliamo di nuovo il senso per cui noi apriamo il Libro Sacro continueremo a dire fuori che noi possediamo un segreto non capendo nemmeno perchè lo abbiamo.

Il nostro segreto è il Libro ma perchè noi abbiamo scelto una via per essere quel segreto. Perchè è li che l'uomo si misura con la creazione perchè è li che c'è la squadra perchè è li che c'è il compasso perchè li c'è il Libro Sacro nello stesso modo di come ritualmente all'interno di un'altra realtà religiosa e dogmatica si percorre la via del segreto che si manifesta con una forma, la particola che viene elevata, dicendo “mistero della fede”, per noi non c'è il mistero della fede per noi c'è il Libro Sacro. Li c'è l'uomo che è la squadra li c'è il compasso che è la creazione quello è il nostro segreto, quando noi congiungiamo questi elementi di sacralità testimoniamo la nostra elevazione e siamo Maestri; e solo in quel momento in questa occasione noi abbiamo il Libro Sacro aperto in questo modo perchè noi abbiamo soltanto un elemento che ci distingue: la Parola!

Perché il Maestro viaggia con la Parola e allora i valori della nostra comunione, che è un'istituzione, che è un Ordine, si testimoniano mantenendo salda la ritualità; non modificando i rituali, anzi correggendoli la dove abbiamo ritrovato degli errori; secondo me ce ne uno evidente nella censura del Duce lo leggiamo al rovescio rispetto a quello che realmente dovrebbe essere: la forza, la bellezza, la sapienza, perchè è li che si chiude il circuito alchemico non è una parola su tre che ci cambia si cambia un processo di disposizione naturale di un ordine che invece ha bisogno di testimoniare con la propria forza interiore e proprio attraverso un diverso livello di pregnanza iniziatica il significato forte di queste tornate in grado di Maestro, che mi auguro siano più numerose di quelle che io riesco a vivere all'interno del mio percorso personale..