mercoledì 17 maggio 2017

Grande Oriente d’Italia e Comune di Gerace ricordano insieme i cinque martiri. Celebrazioni il 19 maggio



Il Grande Oriente d’Italia e il Comune di Gerace insieme per ricordare il sacrificio dei Cinque Martiri, precursori dell’Unità d’Italia, trucidati dai Borboni nel 1847. Il 19 maggio, alle ore 17, ci sarà una celebrazione pubblica con il Gran Maestro Stefano Bisi e il sindaco Giuseppe Pezzimenti a “Largo Piana” presso il monumento alla memoria dei cinque eroi.

Il 19 maggio il Gran Maestro Stefano Bisi , la Giunta del  Grande Oriente e gli alti gradi della massoneria calabrese si recheranno in visita  nella Locride. Una visita dal forte significato simbolico. Questa terra, entrata nella nostra storia per il sacrificio di cinque giovani martiri del Risorgimento, tre dei quali liberi muratori, che morirono per realizzare il loro sogno di libertà, è anche una terra  martoriata dalla ‘Ndrangheta. Si calcolano che siano  950 le vittime uccise dalla criminalità organizzata: uomini delle istituzioni, giudici, poliziotti, ma anche tanta gente comune e molti bambini. Il Gran Maestro Bisi sarà affiancato dal presidente circoscrizionale della Calabria Giuseppe Messina. È prevista la presenza dei sindaci dei Comuni che hanno dato i natali ai cinque eroi.
Le celebrazioni si svolgono su iniziativa della Loggia “Michele Bello” di Siderno, guidata dal maestro venerabile Giuseppe Afflitto, con la collaborazione del Comune di Gerace e del sindaco Giuseppe Pezzimenti. Venerdì 19 maggio, alle ore 17, il Gran Maestro Bisi e il primo cittadino geracese deporranno insieme una corona di fiori davanti al monumento, in località “Largo Piana”, che ricorda il luogo della fucilazione dei patrioti che il 2 ottobre del 1847 furono trucidati dai Borboni per le loro idee liberali e i cui corpi martoriati vennero gettati in una fossa comune, dove si trova oggi il monumento a loro intitolato.  Ecco i loro nomi : Michele Bello da Siderno (libero muratore), Pietro Mazzone da Roccella (libero muratore), Gaetano Ruffo da Bovalino (libero muratore), Domenico Salvadori da Bianco, Rocco Verduci da Caraffa. La loro età non superava i 28 anni quando vennero giustiziati, perché riconosciuti colpevoli di  aver chiesto una costituzione che riconoscesse tutti gli uomini uguali e liberi. Cinque precursori dell’Unità d’Italia che ispirarono, con il loro sacrificio, la nascita di tutte le logge massoniche della Locride.
I primi moti insurrezionali nel Distretto di Gerace scoppiarono a Bianco, all’alba del 3 settembre 1847, e si estesero fino a Roccella Jonica. La Commissione militare che giudicò i rivoltosi, presieduta dal colonnello Cesare Rossaroll fu spietata: pena di morte con terzo grado di pubblico esempio (cioè scalzi, genuflessi e bendati, mani legate e ceppi ai piedi) da eseguirsi a mezzo fucilazione senza perdere altro tempo, sabato 2 ottobre 1847 prima delle ore 22. Una pagina di storia del Risorgimento forse ancora da riscrivere, quella che ha avuto come protagonisti i Martiri di Gerace.
Info: calabria.278@grandeoriente.org

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