giovedì 25 maggio 2017

L’Eremita: il Maestro del Ritorno


di Domenico Fragata



L’Eremita è il nono arcano dei Tarocchi, alcuni dei significati più esoterici ed occulti di questo arcano possono essere disvelati, o se vogliamo illuminati, dalla luce della Cabalà. L’Eremita incarna il Maestro incognito, colui che, una volta realizzato se stesso, attraversa la vita attendendo l’arrivo di un Uomo a cui valga la pena insegnare gli arcani misteri del creato. L’Eremita incarna la Virtù della prudenza, egli ha sempre una lanterna che illumina la Via e un bastone per verificare dove mettere i piedi. Il Viandante è l’unico soggetto rappresentato nei tarocchi che percorre la Via da Est ad Ovest; ciò significa che egli è già giunto alla meta e ha scelto di ripercorrere il cammino portando con sé una scintilla della divina Luce d’Oriente al fine di illuminare il cuore di chi desidera ardentemente la Luce. L’Eremita corrisponde simbolicamente alla nona lettera dell’alfabeto ebraico la cui meditazione ed analisi ci permetterà di trovare interessanti spunti di riflessione. Tet è la lettera dell’introspezione e della ricerca spirituale. La parola associata più di frequente a questa lettera è Tov, che significa bene, poiché è con questo etimo che la lettera Tet appare per la prima volta nella Torah. Tet è un bene nascosto, come l’anima dimorante nella caverna del cuore o come la presenza immanente di Dio nella Creazione. Tov è la parola che designa il 'Bene' nell’Albero della conoscenza del Bene e del Male. Nel primo giorno della creazione la parola Tov  qualifica la luce. Con la sua forma e il suo valore numerico Tet indica il ripiegamento meditativo atto a provocare un contatto intuitivo con la scintilla divina, la luce nascosta in noi stessi. Nel Sepher Ha Zohar è scritto: «Le lettere dell’alfabeto ebraico, nelle loro diverse permutazioni, si sono presentate per partecipare alla creazione. Ma quando arrivò il turno di Tet e di Resh di presentarsi insieme (secondo la permutazione Albam), Tet si rifiutò di prendere il suo posto. Perciò Dio disse: ”O Tet, Tet, perché sei così poco disposta a prendere il tuo posto?”. Lei Rispose: ”Non mi hai fatta forse per essere messa alla testa di Tov? Come posso associarmi a Resh, iniziale di Raa (il male)?”. A questo, Dio rispose: ”Vai al tuo posto, perché ho bisogno di te e di Resh. Perché l’uomo che sto per creare, verrà composto con voi due, ma tu sarai alla sua destra, mentre l’altra sarà alla sinistra”». Questo breve passaggio dello Zohar sottolinea ancora una volta la natura duale dell’essere umano; dualità che può essere superata mediante l’energia divina del Serpente energetico, di cui la Tet è il glifo, che canalizza verticalmente le energie contrapposte unendo Kether con Malkut. La forma della Tet ricorda un serpente che si sta srotolando, in effetti questa lettera si riferisce all’energia sessuale, alla forza del serpente energetico che in Oriente prende il nome di Kundalini. Il potenziale energetico racchiuso nell’istinto di sopravvivenza e nelle pulsioni animali può essere sublimato mediante un uso sapiente dell’energia sessuale. Mediante alcune pratiche estremamente riservate il serpente energetico potrà risalire lungo la colonna vertebrale fino a congiungere e collegare tutti e sette i centri energetici fondamentali (Chakra) simboleggiati nell’arcano dai sette nodi del bastone dell’Eremita. Il simbolismo del bastone di Esculapio nasconde il segreto della sublimazione dell’energia sessuale. Nadav Crivelli sostiene che la Tet contiene il segreto del bastone di Mosè che si trasformava in un serpente e ritornava ad essere un bastone. Ciò simboleggia il pieno controllo sull’energia Vitale. Il Serpente rosso, raffigurato alla base del bastone, non appare in nessun modo una minaccia per l’Eremita, anzi lo precede come suo guardiano e servitore. L’Eremita custodisce il segreto del “risveglio del Serpente”, supremo arcano che solo pochi adepti hanno la responsabilità di tramandare. La tradizione cabalistica afferma che esistono prevalentemente due tipi di maestri: uno è lo Tzadiq (il giusto, il santo) che si avvale della fede combattendo le sue battaglie, tentazioni e debolezze mediante la preghiera; l’altro è la figura del cosiddetto “Maestro del Ritorno” (Ba’al Teshuvà), egli è colui che ha esplorato in lungo e largo il dominio del peccato e delle trasgressioni, è colui che con volontà e determinazione è sceso nei meandri dell’immoralità e dell’egoismo. Il Maestro del Ritorno, pur essendo arrivato al fondo stesso del male, è colui che si è accorto in tempo di quanto tutto ciò non gli bastasse e ha rivolto verso l’alto il suo grido di sofferenza e di impotenza. I Chassidim dicono anche che il Maestro di Ritorno è più meritevole del Maestro che si avvale solo della Fede perché, essendo venuto in contatto con le scintille di santità prigioniere nei regni inferiori, riuscirà, tramite il suo ritorno nel regno della luce, a portare con sé un numero grandissimo di tali scintille. Il Maestro di Ritorno è l’Eremita che percorre il sentiero da Est a Ovest portando con sé la Luce dell’Oriente. Egli ha viaggiato fra gli uomini in incognito portando con sé i segreti del Serpente, ha superato le tentazioni e gli ostacoli dell’ ”Antagonista” così che le forze luciferiche sono divenute le sue migliori alleate. Il Maestro di Ritorno è considerato anche il tramite grazie al quale il seme della vita e della coscienza divina viene piantato nei cuori di coloro che lo desiderano. In Geremia (23,5) si legge: «Innalzerò per Davide un germoglio giusto» e germoglio si dice, in ebraico, Tzemach che è anche uno dei nomi del Messia. Il campo delle attività umane nel quale il giusto non può cadere è quello di Yesod poiché è in esso che la sua saggezza ha fondamento. Nel corpo umano la nona sephira, Yesod, viene tradizionalmente situata a livello degli organi genitali ed è dunque collegabile all’ambito dell’energia sessuale. Secondo la tradizione cabalistica, e non solo, la purezza energetica di un uomo, o di una donna, è in larga misura determinabile dal suo rapporto con la sessualità. La sapienza esoterica non consiglia né la repressione né la castrazione di quest’energia così sacra e fondamentale per il corretto sviluppo della funzionalità psicofisica dell’essere umano. Il segreto è la Sublimazione. Yesod, come abbiamo accennato, governa l’area degli organi sessuali ed è alla base della vita. Nello stabilire questa corrispondenza la cabala afferma la santità intrinseca dell’energia sessuale, sottolineando il bisogno di usarla nel modo più veritiero e corretto possibile. Gli organi sessuali vengono dunque visti come il canale tramite il quale il seme divino arriva a fecondare Malkuth, il recipiente femminile che lo accoglie. Mediante l’utilizzo di tecniche respiratorie, posizioni fisiche specifiche e l’utilizzo di 'mantra' è possibile innalzare l’energia sessuale entrando in comunicazione con le sephirot superne. La sessualità diviene sacra quando si trasforma in una porta che si apre verso l’Unione intima e spirituale, oppure quando assume il sapore della profonda estasi meditativa che ci innalza verso la Trascendenza dell’Essere Uno.