lunedì 8 maggio 2017

Reggio Calabria, Taroni (RSAA): Intervento su “Necessità o utopia del trinomio“ Libertà, Uguaglianza, Fratellanza”







(AGENPARL) – Roma, 06 mag 2017 – “Necessità o utopia del trinomio“ Libertà, Uguaglianza, Fratellanza”

Fratelli carissimi, Gentili Amiche e Amici,

La Massoneria celebrerà il prossimo 24 giugno i trecento anni dalla sua formale costituzione avvenuta nel 1717: quindi ben molto prima dell’illuminismo di matrice francese che nella grande Rivoluzione del 1789 fece del trinomioLibertà, Uguaglianza, Fratellanza la propria bandiera. Quindi, è corretta l’identificazione del Trinomio con un ordine iniziatico com’è il nostro?



Prima di tutto va detto che il libero muratore non identifica il Trinomio con un fatto politico contingente, perché rappresenta per lui invece uno dei molteplici risultati ai quali conduce l’essere Massone nella sua accezione più profonda e sostanziale.

D’altro canto, perché dobbiamo esaltare soltanto Libertà, Uguaglianza, Fratellanza se, a mio avviso, il principio basico della Massoneria, è quello della Tolleranza intesa non quale sopportazione o condiscendenza ma come assoluto rispetto e attenzione dell’altrui essere, dell’altrui pensiero, dell’altrui credo?

Infatti, la Lettera sulla tolleranza o Epistola sulla tolleranza è un saggio del filosofo e massone John Locke, pubblicato nel 1689, scritto in latino e immediatamente tradotto in altre lingue, e quindi molto prima del Trinomio illuministico.

Posto che il Massone è per definizione “uomo libero e di buoni costumi”,cioè scevro dai pregiudizi edai condizionamenti spesso imposti dalla vita quotidiana, libero nel suo vissuto e quindi testimone discreto ma fermo di questo status, non avverte la necessità del Trinomio. Necessità che, nell’accezione del termine, costituirebbe una limitazione del suo essere libero. Non può neppure accettare il Trinomio come un’utopia che ci condurrebbe all’astrazione, alla non realizzazione di noi stessi nel qui e nell’ora. Mentre è nel concreto che noi dobbiamo sentirci liberi, uguali e fratelli.

E ciò avviene all’interno di una Loggia, dove siamo stati apprendisti, e abbiamo imparato i primi rudimenti dell’arte, abbiamo condiviso, poi, il pane del sapere con i fratelli compagni, siamo stati, infine, iniziati maestri per realizzare l’arte e istruire i nostri fratelli. Abbiamo affrontato, e con noi milioni di Fratelli sparsi in tutto il mondo, un percorso difficile, solitario ancorché svolti in comunione con gli altri Massoni, da completare in questa vita perché il nostro impegno assoluto è quello di realizzarci entro il periodo che c’è concesso, breve o lungo che sia.

In questa ricerca, in questo quotidiano impegno, che tuttavia non ci ha distratto dai nostri doveri nel mondo profano, ci è stato di molto aiuto approfondire la conoscenza della nostra, ma anche alle altre Tradizioni, tentando un momento di sintesi costruttiva espressa dalla parola della cultura Indi,Namasté, chesecondo diverse interpretazioni può significare:

La mia Anima onora la tua Anima

Io onoro il posto in te dove risiede l’intero Universo.

Io onoro la Luce, l’Amore, la verità, la Bellezza e la Pace in Te, perché è anche in me.



Questa deve essere la nostra attitudine interiore: ma solo se riusciremo a percepire il Divino che è in noi, potremo vivere realmente la Libertà, l’Uguaglianza, la Fratellanza non determinate dalla contingenza ma nella loro atemporalità e assolutezza.

Finendo, desidero, Fratelli carissimi, gentili amiche e amici, porgerVi il cordiale e sincero saluto del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana ringraziandoVi per la partecipazione e l’attenzioneche vorrete dedicare al nostro colloquio inteso a trovare in ciascuno di Voi un Fratello con il quale condividere intellettualmente e interiormente il percorso di vita”.

Lo dichiara il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato, Leo Taroni, in un intervento tenutosi a Reggio Calabria.