venerdì 7 luglio 2017

Quando si parla di Massoneria. Anche per il Procuratore aggiunto Paci c’è distinzione




Giornale di Sicilia (Palermo) del 7 luglio 2017. Stralcio dell’intervista al Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci

Sui giornali sono ancora apparsi, negli ultimi giorni, titoli, immagini e commenti sinistri sulla Massoneria. Nelle cronache degli arresti nel sud Italia di professionisti, imprenditori, funzionari pubblici, di quelli definiti ‘colletti bianchi’, nell’ambito di inchieste su affari illeciti con le mafie, la parola “massoneria” è emersa prepotentemente legata ad altre con cui non c’è analogia, neppure lontana. E questa maniera indiscriminata di trattare una tema e di spiegare i fatti non si ferma nonostante le dichiarazioni di alcuni magistrati esprimano il contrario. Dopo il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti e il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci a chiarire e lo ha fatto a margine di in un’intervista di Osvaldo Baldacci sul “Giornale di Sicilia” del 7 luglio. «Già nel 2011 – spiega Paci – avevamo captato un famoso boss della ‘ndrangheta tirrenica, Pantaleone Mancuso,  che diceva che non esiste più la ‘ndrangheta ma esiste solo la “massoneria”, termine con il quale lui non intendeva l’istituzione ufficiale ma un modo di fare relazioni». Le dichiarazioni del procuratore aggiunto Paci sono brevissime ma chiare e molto importanti. L’augurio è che espressioni simili siano recepite a più livelli e che finalmente si metta fine all’uso capzioso del termine “massoneria” che induce, sic et sempliciter, a definire mafiosi, o tendenzialmente malavitosi, cittadini onesti che hanno scelto di essere massoni.

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