martedì 10 novembre 2015

Il Compagno e la Squadra


Nella muratoria operativa, la Squadra era l’emblema dei cosiddetti Straight Masons (o Square Masons), i Tagliatori, e il Compasso degli Arch Masons, o Costruttori ; il simbolo della Squadra e Compasso stava quindi a rappresentare l’insieme della muratoria, considerata in entrambe le sue componenti.
Citiamo qui di seguito alcuni passi del nostro libro "Massoneria del Marchio", aventi come fonte le ricerche effettuate da Neville Cryer.
Quando un Apprendista entrava a far parte della Loggia (a partire dal marzo 1663, l’età minima fu fissata a 14 anni di età, e dal dicembre dello stesso anno a 21; prima entravano anche ragazzini di 12 o 13 anni) sceglieva in quale delle due classi egli volesse servire. 

Se sceglieva di essere uno Straight Mason gli veniva fatto dono di una Squadra, se un Arch Mason di un Compasso: è questa l’origine storica dell’immortale simbolo che tanto amiamo. 

Il colore-simbolo degli Straight Masons era il blu, quello degli Arch Masons il rosso (…).
Soltanto gli Arch Masons erano abilitati alla costruzione di edifici includenti archi (compresi i ponti), che richiedevano molta maggior perizia. Ma sebbene l’arte degli Arch Masons fosse indubbiamente più sofisticata e difficile, non si vedeva la ragione di attribuire loro uno status di superiorità: una tale discriminazione avrebbe tradito le regole più basilari dell’arte muratoria, basata sui criteri della più assoluta interdipendenza reciproca. 

Non a caso la Forza è una Luce di dignità non inferiore alla Bellezza, e la Sapienza è il necessario complemento di entrambe; non a caso la meta di tutti gli Operai che lavorano alla Gloria del Grande Architetto è il compimento della trasmutazione interiore.
Di conseguenza, Straight Masons e Arch Masons potevano contare su percorsi paralleli e molto simili, la cui differenza più rilevante si celava nel rituale di passaggio al grado di Compagno: la Pietra che nel rituale Straight risultava perduta era la Pietra Angolare, nel rituale Arch la Chiave di Volta.
E’ quindi lecito dal punto di vista iniziatico considerare “Pietra Angolare” e “Chiave di Volta” come equivalenti, e lo stesso vale per gli attrezzi corrispondenti, ovvero la Squadra e il Compasso.
Poi, nel passaggio alla Massoneria speculativa, si verificarono due fenomeni: 

1 – parte del simbolismo Straight venne accolto dalla Massoneria Azzurra, parte del simbolismo Arch dalla Massoneria del Marchio ; 

2 – l’introduzione del grado di Maestro secondo Hiram fece sì che tale nuovo grado avocasse una parte del patrimonio simbolico che presso gli operativi era appannaggio dei perfezionamenti del grado di Compagno.
Questi notevoli cambiamenti confusero le idee su molti aspetti del simbolismo massonico, e in particolare riguardo alla collocazione simbolica della Squadra. Per esempio, è assioma comune che nell’emblema della Squadra e Compasso, la Squadra sia da associare al grado di Apprendista e il Compasso al Maestro, volendo così rappresentare le contrapposte esigenze che il primo si conformi rigidamente alla disciplina di Loggia e il secondo possa liberamente spaziare, apportando il contributo della propria creatività ; un’utile e istruttiva immagine che però può risultare ingannevole se viene spinta fino a implicare una presunta superiorità qualitativa del Compasso nei confronti della Squadra, idea che non solo sarebbe in contraddizione con le origini del simbolo, ma anche con altre importanti funzioni da esso svolte – non dimentichiamo che la Squadra è anche il gioiello del Maestro !
Inoltre, non è il caso di supporre che l’Apprendista conosca pienamente l’uso della Squadra: se così fosse, il suo compito non sarebbe limitato a una sommaria sgrossatura della pietra, che era quanto avveniva concretamente nella muratoria Straight. Lavorando duramente, gli Apprendisti, estraevano le Pietre e le sgrossavano ; il Compagno le levigava, e quando gli sembrava che fossero idonee alla costruzione a lui toccava la responsabilità di presentarle, sottoponendole al giudizio dei Sovraintendenti o eventualmente del Maestro.
Da questo si può vedere che il grado di Compagno di Mestiere nacque e si sviluppò tra gli Operai delle Cave. Era quindi il grado operativo per eccellenza, e per questo fu fatale che l’enorme numero dei suoi perfezionamenti non potesse sopravvivere alla svolta del 1717. 

Molti di essi confluirono nel mare magnum degli antient degrees e vennero cancellati definitivamente dopo la Union del 1813; parecchi oggi si possono ritrovare come "Side Degrees" o gradi collaterali della Massoneria del Marchio.
La semplificazione del grado di Compagno lasciò erede la moderna Massoneria del problema a chi spettasse il compito della squadratura definitiva della pietra. Ci sono oggi due scuole di pensiero in proposito: chi suppone che tale obbligo spetti ai Maestri, chi ritiene che essi ricevano dai Compagni le pietre già squadrate e la loro opera si limiti a coordinarle, disponendole nella giusta posizione.
E’ in verità assai arduo stabilire quale delle due ipotesi possa essere considerata tradizionalmente la più corretta. Il fatto che presso gli Antients e gli operativi il compito della squadratura fosse appannaggio dei Compagni parrebbe testimoniare in favore della seconda, ma tale conclusione si rivela a una lettura approfondita piuttosto superficiale, se pensiamo: 

1 – che tutte le interpretazioni simboliche volte a sottolineare la maggiore importanza dell’azione collettiva dei Fratelli rispetto al lavoro individuale sono da considerare di origine Modern, e anche questa non fa eccezione – la vediamo apparire molto dopo il 1717 ; 

2 – che sia gli Antients che gli operativi potevano contare su un numero variabile di perfezionamenti del grado di Compagno, che ne differenziavano qualitativamente le competenze.
Considerazioni di questo genere originano tuttora appassionati dibattiti nel Rituale Emulation, dove si cerca di attenersi il meglio possibile alle antiche tradizioni. 

Ad ogni passaggio vengono attribuiti al Fratello attrezzi da lavoro inerenti al suo grado di padronanza dell’arte muratoria (che gli vengono spiegati sia in senso pratico che morale), ed essi sono: all’Apprendista il Regolo da 24 Pollici, il comune Maglietto e lo Scalpello ; al Compagno la Squadra, la Livella e il Filo a Piombo; al Maestro, il Sisaro, la Matita ed il Compasso. 

Ma esiste anche una scuola di pensiero in base alla quale la spiegazione della Squadra in grado di Compagno sarebbe prematura, e ad essa andrebbe piuttosto sostituita quella del Sisaro – un attrezzo che è utile nello scavare le fondamenta dell’edificio, quindi senz’altro preliminare all’uso della Squadra.
In definitiva, può essere corretto affermare che il Compagno conosce la Squadra, ma bisogna anche vedere di che tipo di Compagno si tratti, e fino a che punto la conosce – se ne conosce solo l’esistenza, o ne conosce l’uso parzialmente, o se la padroneggia in modo perfetto. In altre parole, occorrerebbe mettersi d’accordo su quale sia il livello degli antichi perfezionamenti al quale il grado attuale di Compagno va equiparato.
Se, per trovare la risposta, dovessimo tener conto di tutti i perfezionamenti che gli Antients conservarono nella forma di antient degrees, saremmo nella nebbia: sono centinaia. La maggior parte, però, si erano formati in seguito all’influsso dell’esoterismo templare sulla muratoria scozzese; innestandosi cioè su un corpus primigenio – direttamente legato alla muratoria operativa – che era formato da un numero di perfezionamenti immensamente minore. C’è chi dice due, chi tre, chi quattro; comunque, è indiscutibile che i livelli fondamentali nei quali era articolato il grado di Compagno fossero pochi, e la loro almeno sommaria riscoperta sembra essere il presupposto indispensabile per chiarirci le idee.

Interessante a questo proposito è l’esame della Massoneria in sette gradi, cui abbiamo già accennato in un altro articolo di questa raccolta (MASSONERIA OPERATIVA E SPECULATIVA) ; nel quale, tra parentesi, ne abbiamo parlato piuttosto male, esprimendoci contro la convinzione assai diffusa che la muratoria operativa fosse universalmente divisa in sette gradi, perché è una forzatura assurda – in realtà, i sistemi degli operativi variavano enormemente da una località all’altra, e quei pochi che ci sono parzialmente noti presentano in genere un numero di gradi inferiore al sette.
Questa osservazione non è soltanto una pignoleria da studiosi: nasce dal fastidio a fronte di certe speculazioni che, facendo leva sul concetto tradizionale della sacralità che sarebbe legata al numero sette, insinuano tra le righe che la Massoneria speculativa in tre gradi non ne sarebbe altro che una versione molto impoverita, che avrebbe perduto per strada gran parte del suo valore iniziatico. 

E’ anche per difendersi contro falsità di questo genere (e non solo per uno spirito classista certo deprecabile) che nel diciannovesimo secolo, a dispetto di ogni evidenza storica, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra si dimostrava estremamente riluttante ad accogliere la tesi dell’origine operativa della massoneria.
Il grande paladino della muratoria in sette gradi era stato il Fratello Clement Stretton, che affermava di essere stato ammesso a far parte nel 1877 di una gilda operativa, la Worshipful Society ; per quanto molte incongruenze siano state rilevate nelle sue descrizioni dei rituali, la maggior parte delle notizie da lui fornite vennero considerate attendibili, e tra queste (forse) pure che quella particolare gilda lavorasse in sette gradi.
Le sue rivelazioni, però, non furono accolte con molto trasporto dagli storici della Massoneria ufficiale, e non solo : anche René Guenon – che al di fuori dell’UGLE resta pur sempre una delle massime autorità in tema di tradizione massonica, e più degli storici in forza all’UGLE godeva del privilegio di esprimersi liberamente – senza giungere al punto di accusare Stretton di falso, pensava che molta parte delle presunte usanze tradizionali da lui segnalate fosse il frutto di interpolazioni moderne.
Comunque Stretton riuscì a convincere del suo punto di vista un numero sufficiente di Fratelli per dare origine, nel 1913 a un Ordine irregolare, che ancora oggi pratica la Massoneria Azzurra in sette gradi, fondandosi su rituali di grande suggestione e bellezza.
Ora, è proprio l’analisi dei gradi secondo Stretton che ci aiuta a far luce sui perfezionamenti del grado di Compagno, facendoci comprendere quanti di essi debbano essere presi in considerazione.
I sette gradi, infatti, sono : Apprendista, Compagno, Marcatore, Costruttore, Sovraintendente, Maestro e Gran Maestro. E’ opportuno precisare subito che il grado di Gran Maestro corrisponde all’attuale Maestro Venerabile Installato ; per quanto riguarda invece i perfezionamenti del grado di Compagno, il Marcatore è in sostanza l’Operaio del Marchio (Mark Man); il Costruttore è il Maestro del Marchio (Mark Mason), e se aggiungiamo il Sovrintendente raggiungono il numero di tre. Tenendo conto anche del Compagno stesso, le suddivisioni praticate in seno all’attuale secondo grado sono quattro.
Nella vera muratoria operativa, il Marcatore (detto anche Compagno Esperto) veniva detto Super Fellow, e il Costruttore (sottinteso: sul Sito del Tempio) Super Fellow Erector ; entrambi erano sottoposti all’autorità dei Sovrintendenti. 

Nel libro "Massoneria del Marchio" ne abbiamo parlato così: "Per il passaggio al grado di Compagno, il Candidato doveva preparare una rozza Pietra Squadrata come campione del suo lavoro, e il Sovraintendente ai materiali doveva esaminarla prima che potesse entrare. Doveva portarla con sé quando entrava nella Loggia, e dichiarare che quella era tutto il suo lavoro. Gli veniva chiesto il segno e la parola di passo: Banai, Costruttore".
Il compito che gli veniva assegnato in quella occasione ci è stato tramandato da Robert Padgett nel 1686, in un rituale ad uso di tutte e otto le “divisioni” degli operativi in Inghilterra (Londra, Westminster, Divisione del Sud, Bristol, Chester, Isole Minori, Lancaster e York). 

Due delle sue prescrizioni sono notevoli: "Onorerai l’Altissimo e la Sua Santa Chiesa: non aderirai a nessuna Eresia, Scisma o Errore nelle tue Iniziative, né discrediterai gli insegnamenti degli Uomini saggi. Manterrai Segrete le oscure e intricate Parti della nostra Scienza, non dischiudendole a nessuno tranne a coloro che già le studiano e le utilizzano".

Gli veniva poi consegnato un Regolo dell’esatta misura di un cubito, e veniva indirizzato all’angolo nord-est della Loggia perché provvedesse a completare la rifinitura della sua Pietra rozzamente squadrata; dopodiché questa veniva riesaminata dall’Ispettore e finalmente accettata, al che gli veniva comunicata la parola di passo giblim (Muratore Esperto). Dopo un anno da Compagno, si poteva accedere al perfezionamento di Compagno del Marchio (detto anche Superfellow, Super-Compagno) (…). Il Candidato veniva condotto intorno alla Loggia per tre volte, e prestava giuramento inginocchiandosi di fronte alla Pietra Squadrata che aveva portato con sé (…).
Per quanto riguarda gli Erettori troviamo in certe Gilde un grado detto Bonai, i cui membri erano Collocatori ed Erettori. Il rituale di avanzamento a questo grado era uno dei più complessi in assoluto della muratoria operativa, ma vale comunque la pena di darne alcuni cenni.

Il Candidato dichiarava di essere una pietra marchiata e di cercare avanzamento; dopo varie difficoltà, veniva sollevato un velo che celava la parte occidentale del Tempio, e gli era dato finalmente di vedere i tre Gran Maestri seduti all’Occidente fianco a fianco.

A quel punto, quattro forti Muratori si disponevano a quadrato: piede contro piede, spalla contro spalla, ciascuno con una spada nella mano sinistra e un diverso attrezzo nella destra. Si staccavano poi l’uno dall’altro quanto bastava per raggiungere gli angoli di un quadrato tracciato sul pavimento con entrambe le diagonali; il Fratello col Filo a Piombo sospendeva il suo attrezzo sul Centro, e si comunicava al Candidato che in questo modo erano stati formati i cinque punti. Come in svariati altri rituali di “quarto grado”, il rito che seguiva era presieduto da Adoniram. 

Con una breve diversione dal nostro argomento, è interessante osservare che i cinque punti della fratellanza rientravano all’origine nel simbolismo legato al grado di Compagno ; non è soltanto nel perfezionamento detto Bonai che li ritroviamo, ma anche addirittura nel rituale di passaggio da Apprendista a Compagno Straight Mason, nel corso del quale
per l’iniziazione, l’Apprendista entrava in Loggia vestito di bianco, con un cordone blu intorno alla vita, tenuto per mano da due Compagni, uno per parte ; un altro Compagno davanti e un altro dietro reggevano gli estremi di un altro cordone blu annodato intorno al suo collo.

C’è da chiedersi indubbiamente se il numero di quattro Compagni coinvolto in tali cerimonie non sia ancora una volta da ricollegare ai quattro diversi livelli di specializzazione del grado considerati da Stretton.
Provando a tirare le file di quanto visto finora, possiamo dire che – dei quattro tipi di Compagno – il Compagno semplice conosce la Squadra in modo approssimativo. Di lui non sappiamo neppure se i pezzi che ha lavorato vengano sottoposti all’esame dei Sovraintendenti: parrebbe proprio di no, perché non dispone di un Marchio con cui identificarli, e possiamo supporre che il suo ruolo si limiti a una seconda sgrossatura delle pietre che gli Apprendisti hanno strappato alla roccia.
Del tutto diversa è già la situazione per il Marcatore, che in virtù della sua perizia acquista il diritto di apporre sulla pietra un marchio di identificazione. Del suo rituale di iniziazione conosciamo soprattutto la versione Arch, ma effettuate le debite trasposizioni l’impressione è che il frutto del suo lavoro sia ancora circondato – da parte dei Compagni più anziani – da un alone di scetticismo e di diffidenza, e sottoposto a controlli molto severi e un po’ “nonnisti”; solo nel grado successivo (quello che Stretton chiama Costruttore, ma si tratta ancora una volta di un palese innesto Arch in un contesto Straight) la sua perizia viene pienamente riconosciuta.
I gradi di Marcatore e Costruttore corrispondono, nell’odierna Massoneria del Marchio, ai gradi di Operaio del Marchio e Maestro del Marchio. A quanti chiedono come mai l’antico grado di Operaio del Marchio sia stato preservato fino ad oggi, anche a costo di introdurre nel rituale alcune apparenti contraddizioni, Neville Cryer risponde che la sua trasmissione è un preliminare necessario perché il Fratello possa meritare il Marchio: infatti, sebbene nella Massoneria Azzurra il Compagno sia stato provvisto degli attrezzi necessari per lavorare la sua Pietra, molte cose ancora non gli sono state insegnate, e in particolare l’uso della Squadra.

Quando un Fratello chiede di essere avanzato nel Marchio, tanto il Candidato quanto i due Compagni che lo accompagnano si presentano ai Sovraintendenti portando le pietre da loro lavorate, e questi usano la Squadra per verificarne l’esattezza del loro lavoro. Fino a che punto la superiorità fondata sull’uso di questo attrezzo sia considerata importante, risulta chiaro nella cerimonia di Installazione dei Maestri Venerabili delle Logge del Marchio:
dopo la morte del nostro Maestro Hiram Abi nelle circostanze da voi gia conosciute, fu indispensabile elegere un nuovo Maestro per presiedere al posto suo.

Tuttavia, per ragione di un grande numero di Compagni competenti ed intelligenti, era difficile sceglierne uno senza offendere gli altri.
Fu allora deciso di selezionare nel giro dei Maestri Muratori del Marchio dodici fra quelli che avevano gia esercitato la funzione di Sovrintendente, considerati superiori agli altri.

In altre parole, i soli Compagni considerati idonei ad aspirare al soglio di Hiram sono i Sovraintendenti, ovvero coloro che conoscono l’uso della Squadra; e nulla di diverso da una gloriosa Squadra di Luce è quella che vediamo delinearsi – tra Cielo e Terra – nello stupendo quadro conclusivo del racconto.

Fu loro detto di recarsi l’indomani mattina in un luogo determinato. Fu inoltre deciso che quello che prima avrebbe visto i raggi del sole sarebbe stato riconosciuto Maestro per occupare il posto di Hiram. Mentre la maggiorparte di loro guardavano verso l’Est, Adoniram si girò verso Ovest, proteggendosi gli occhi dalla crescente e abbagliante luce, e vide un raggio di sole colpire il tetto del Tempio. Cadde immediatamente sul ginocchio destro (…) (e) fu immediatamente riconosciuto come legittimo successore di Hiram Abi.


di Daniele Mansuino e Giovanni Domma