martedì 10 novembre 2015

Oltre 600 fratelli alla tornata a logge riunite della Lombardia organizzata dall’Officina “Il Dovere” di Vigevano


Coraggio. È la parola detta e non detta che ha riecheggiato nelle teste e nei cuori degli oltre 600 Fratelli che si sono trovati domenica otto novembre all’hotel Marriott di Milano per la Tornata a Logge riunite convocata in occasione del 25 esimo anniversario della Loggia Dovere all’Oriente di Vigevano. Un colpo d’occhio bello, forte e saggio, reso saldo dalla presenza di tantissimi giovani apprendisti, che ha commosso i dignitari lombardi, piemontesi, veneti, trentini, pugliesi e francesi presenti, e lo stesso Gran Maestro Stefano Bisi venuto a Milano per partecipare ai lavori aperti dal Maestro Venerabile della Rispettabile Loggia Il Dovere, Alberto Pizzini. Tanti di loro, oltre al Gran Maestro Stefano Bisi, sono intervenuti: Enzo Liaci, Presidente del collegio dei Maestri Venerabili della Lombardia, Renato Lavarini, suo omologo del Piemonte, Giampietro Metidoro del Veneto, Antonio Salsone, Presidente del collegio dei Maestri Venerabili di Milano, Mimmo Musacchio, Franco Segù, di Vigevano, Alfonso Fusco, tra le colonne, Patrick Bernard della GLF (Gran Loggia di Francia), Massimo Bianchi, Gran Maestro Onorario, Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia. Presenti anche Giovanni Esposito, Gran Tesoriere, e Michele Pietrangeli, Gran Segretario del Grande Oriente d’Italia, e altri ancora.
L’idea diffusa, vera o presunta, che Milano stia di nuovo diventando una sorta di capitale morale ed economica d’Italia, con buona pace di chi, pur sedendo nelle istituzioni del Paese, si lascia andare a piccole ironie, non può prescindere dalla funzione della Massoneria. Non lo può eticamente, non lo può storicamente. Lo ha ricordato con sagacia ed eccezionale comunicativa la Tavola esposta da Giuseppe Armocida con le immagini di Gianfranco Brusa. Gaetano Pini, Giandomenico Romagnosi, Lodovico Frapolli, Ernesto Teodoro Moneta, le Cinque giornate, il Risorgimento, l’Umanitaria, il Pane Quotidiano, sono nomi, eventi storici, realtà associative che esistono perché  esistono i Massoni. Che con il loro coraggio e con la loro abnegazione ideale e concreta a disposizione degli altri, hanno lottato per l’affermazione del bene di tutti, agendo con bontà. E ricchezza d’animo. Fortunatamente parole che stanno tornando di moda e che, come ha esortato Claudio Bonvecchio durante la Tornata dell’otto novembre, non devono limitarsi a Milano :”Tutte le città, grandi e piccole, devono diventare Capitale morale”, ha detto il professor Bonvecchio.  E siamo qui per questo, sembrava volesse aggiungere. In effetti con l’apertura della nuova Casa di via Pirelli, la Massoneria milanese e lombarda si sta sempre più aprendo alla società.  “Siamo 22mila 750 Fratelli nel Goi: in crescita continua” ha rivelato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, concludendo i lavori “questo significa che la Massoneria è di nuovo un punto di riferimento dove i giovani, e non solo loro, possano trovare la libertà del confronto e delle idee. Ma dobbiamo riprendere il percorso del coraggio, perché tante sono ancore le zone di pregiudizio e  di falsità nei nostri confronti”. Ogni riferimento ai recenti interventi a gamba tesa del Vescovo di Ferrara e di un autorevole ministro della nostra Repubblica, non sono puramente casuali. Ma tutto si supera con la saggezza, il ragionamento e una buona dose di ironia. Per perseguire, nell’immediato, obiettivi molto concreti, e giusti, come dice concludendo il Gran Maestro Stefano Bisi: “Abbiamo avviato tutte le procedure affinché venga attuata una disposizione governativa del passato: che il Goi rientri in possesso almeno di una piccola porzione di Palazzo Giustiniani che fu  espropriato alla Massoneria durante il Fascismo. Si tratta di 100 metri che, documenti alla mano, rivendichiamo come nostri. Quando ce li avranno restituiti diventeranno la sede del Museo della Massoneria”.
Marco Gregoretti