lunedì 25 gennaio 2016

Come fare uscire l’Italia dalla crisi economica. Riforme, scenari futuri,Decrescita felice, rivoluzione fiscale. Il Convegno del Rito Scozzese Antico Ed Accettato


“La crisi economica italiana. Come sconfiggerla”. A questa domanda sempre più cruciale, ed ormai all’ordine del giorno della nostra vita quotidiana hanno dato la loro risposta gli autorevoli relatori che hanno partecipato al Convegno organizzato dal Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado del Rito Scozzese Antico Ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana. In un salone, quello del prestigioso Hotel Parco dei Principi a Roma, gremitissimo, ha aperto i lavori il prof. Corrado Balacco Gabrieli, ex Sovrano Gran Commendatore del Rito, spiegando l’interesse del tema prescelto per il 2016 per gli incontri culturali da undici anni promossi dal Rito Scozzese. “Lo scopo di incontri come questo è quello di sviluppare un dibattito, di avere una riflessione più chiara sulla tematica che coinvolge tutti e di fornire delle risposte su come poter affrontare l’uscita dall’impasse congiunturale che affligge il nostro Paese. Dal canto mio mi sento di dire che la crisi italiana e’ basata su diversi fattori strutturali che condizionano il nostro sistema economico e finanziario. Il primo è certamente l’eccessiva presenza dello Stato e del parastato nell’economia nazionale. Il secondo deriva dall’applicazione del titolo 5° della Costituzione che nel 2000 ha dato via libera alle Regioni, soprattutto a quelle a statuto speciale, per quanto riguarda l’impegno economico che ha creato notevoli difficoltà nella quadratura dei bilanci a tutti i livelli, centrali e periferici, e il terzo dalla rigidità di molti contratti nazionali di lavoro che sono stati adeguati certamente dal Jobs Act del governo Renzi al quale bisogna riconoscere gli sforzi fatti per migliorare la situazione ancora con non esaltanti risultati purtroppo”.
Hanno poi portato i saluti il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese, Leo Taroni, e il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani, Stefano Bisi. “Il Rito Scozzese ha per unico scopo il perfezionamento dell’Uomo e le nostre riunioni degli iscritti hanno nomi antichi: Concistori, Areopaghi, Capitoli. Ciò non toglie che alle volte riteniamo opportuno esprimerci al di fuori delle nostre sedi tradizionali in convegni aperti a tutti ed affrontare problemi fondamentali della Società. Il nostro compito – ha detto Taroni – non è quello di fornire delle specifiche ricette anti-crisi , ma soltanto quello di creare delle occasioni di confronto come questa. Noi puntiamo sul dialogo”. Nel suo accorato intervento il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Bisi, ha toccato diversi temi partendo da quello cruciale che da sempre riguarda la Massoneria e la più antica Obbedienza Italiana. “Noi siamo costruttori, siamo costruttori di ponti tra le persone, e non ci piacciono né i muri né i fili spinati. Ci tirano in ballo in ogni occasione. P2, P3, P4, e via dicendo, ma noi non ci stiamo. Per me quella P ha solo due grandi significati: Passione e Patria. Noi siamo orgogliosi di essere massoni e nell’ambito delle iniziative che si svolgeranno a tutti i livelli per i 70 anni della Repubblica, faremo anche noi la nostra parte. Organizzeremo tutta una serie di Convegni che riguardano la nostra Amata Repubblica, e i diritti sanciti dalla Carta Costituzionale. Come, ad esempio, l’articolo 1 che dice: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul Lavoro”. E di questo, per esempio, parleremo alle Acciaierie di Terni. Con gli operai, i sindacalisti, esponenti politici, e professori di diritto. Così come non abbiamo dimenticato e non molleremo la presa per vedere riconosciuti i nostri diritti relativi alla realizzazione di un museo della Massoneria a Palazzo Giustiniani, come ci era stato promesso con un preciso accordo firmato con il Ministero delle Finanze. A Mantova, il presidente Renzi, parlando dell’Italia, ha affermato che non dobbiamo essere il Museo della memoria ma il Laboratorio della Speranza… Ebbene, dobbiamo essere il Laboratorio della Speranza e del Coraggio aggiungo io, non dimenticando il nostro ruolo”. Molto interessanti, con visioni diverse e divergenti, le relazioni che si sono susseguite.
Il professor Mario Baldassarri ha spiegato con dovizia di particolari e di cifre nel suo intervento le cause della crisi italiana, parlando di corruzione e di evasione, e come si stia sottraendo ricchezza a tanti giovani che non avranno un futuro roseo. Il sociologo Domenico De Masi ha spiegato nelle sue dieci vie (Demografia, Tecnologia, Lavoro, Tempo Libero, Destrutturazione, Etica, Estetica, Androginia e Cultura) come praticamente cambierà tutto e come saremo nel futuro. Il professor Nicola Rossi (“L’Italia e le sue Colonne d’Ercole”) ha fatto vedere quante riforme siano state fatte sulla carta da tantissimi anni ed in tanti settori e come nessuna di esse ad oggi abbia mai prodotto dei risultati. Un quadro che sconsola un po’ e induce a non essere ottimisti sulle politiche possibili per uscire dalla crisi. Il professor Maurizio Pallante, fondatore e presidente onorario del Movimento Decrescita Felice, ha dato poi la sua particolarissima visione per superare la crisi economica. Infine, è intervenuto il corrispondente da Bruxelles per Radio Radicale, Davide Carretta, il quale ha discusso di quella che dovrebbe essere “Una rivoluzione fiscale Reaganiana dentro il patto di stabilità”. E, dopo tre ore di intense riflessioni, di posizioni anche molto divergenti, il convegno molto apprezzato da tutti gli intervenuti si è concluso con una certezza fra tanti dubbi: la strada per uscire dalla crisi è e sarà ancora lunga, e le ricette giuste ancora non si vedono all’Orizzonte in un’Europa che non riesce ancora a darsi una politica comune su tanti fronti.
di Angelo Di Rosa