lunedì 29 febbraio 2016

Gran Loggia 2016. Un radiodramma racconterà la morte di Achille Ballori


Achille Ballori
Achille Ballori
“Grave fatto di sangue ieri sera 31 ottobre 1917 nella sede del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani in Via della Dogana Vecchia, Roma. Un individuo tal Lorenzo D’Ambrosio ha ucciso con quattro colpi di revolver il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Achille Ballori. Il motivo dell’orrendo delitto è sconosciuto. Ma chi è la vittima?” Inizia così l’adattamento radiofonico del dramma “Il delitto di Palazzo Giustiniani” proposto dal Grande Oriente d’Italia  nel programma pubblico della Gran Loggia, che racconta la storia vera dell’assassinio di Achille Ballori avvenuto nel 1917 nella sede nazionale della Massoneria a Palazzo Giustiniani. Ballori, già Gran Maestro Aggiunto, era all’epoca Sovrano Gran Commendatore ed era candidato unico all’elezione a Gran Maestro come successore di Ettore Ferrari. L’opera, a sette voci, tratta dal testo di Enzo Antonio Cicchino, per la regia di Andrea Giuliano è una delle tante iniziative proposte dal Servizio Biblioteca per l’appuntamento di Rimini. Sarà possibile ascoltarla semplicemente avvicinandosi ad una vecchia radio, entro la quale verrà collocata una sofisticata apparecchiatura elettronica.Gli attori hanno devoluto il loro compenso a sostegno dell’iniziativa del Grande Oriente volta a riottenere un proprio spazio da adibire a Museo nella sede storica di Palazzo Giustiniani, acquistata nel 1911 ed espropriata dal governo fascista.
Scheda del Radiodramma
Ballori era un personaggio noto nella capitale – fu direttore degli Ospedali Riuniti, consigliere comunale, vicesindaco e assessore nella giunta Nathan – e i giornali si occuparono molto del suo omicidio. Il radio dramma, trasmesso ripetutamente al Palacongressi nei tre giorni, racconterà quei fatti e il delirio dell’omicida, Lorenzo D’Ambrosio, che dichiarò agli inquirenti: “debbo dichiarare che non avevo ragione alcuna di speciale antipatia per il Ballori, persona di ottimo cuore e di grande onestà. La mia intenzione era di colpire la Massoneria nelle sue personalità più rappresentative: avevo idea di uccidere, oltre il povero Ballori, anche Ettore Ferrari ed Ernesto Nathan”. E ancora: “la Massoneria mi perseguitava da molti anni. Inoltre tempo fa una mia sorella che era in America mori asfissiata ed è chiaro che l’ha fatta morire la Massoneria”. Della vicenda si interessò anche il criminologo Enrico Ferri: “D’Ambrosio è evidentemente un allucinato […] la sua forma di follia mi sembra essere la paranoia o il delirio di persecuzione”. Il 29 aprile 1918, D’Ambrosio venne prosciolto perché ritenuto “totalmente infermo di mente” e quindi rinchiuso per sempre in manicomio. Sette le voci del radio dramma tratto dal testo di Enzo Antonio Cicchino. La regia è di Andrea Giuliano. Iniziativa a cura del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia.