mercoledì 16 dicembre 2009
Il Venerabilissimo Fratello Bent Parodi di Belsito, Grande Oratore Aggiunto del Grande Oriente d'Italia, è passato all'Oriente Eterno.
Roma, 16 dic. (Adnkronos) - "I nostri labari oggi hanno un nastro nero: piangiamo un grande Fratello, un uomo di Luce, protagonista di mille battaglie di libertà". Cosi' Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, ricorda insieme a tutta la Massoneria di Palazzo Giustiniani il giornalista Ben Parodi Di Belsito, Grande Oratore Aggiunto del Goi, scomparso oggi.
"I suoi scritti - conclude Raffi - ganno fatto strada al dialogo nel segno dell'umanità. Nel Pantheon del Grande Oriente d'Italia la voce di Bent Parodi Di Belsito ci chiamera' ancora a guardare lontano"."Stringendosi con profondo affetto al dolore della famiglia e di quanti lo hanno amato".
Morto Bent Parodi. In lutto il mondo del giornalismo.
Il giornalista, Presidente della Fondazione Culturale "Lucio Piccolo" di Capo d'Orlado, da tempo soffriva di problemi cardiaci.
È morto questa mattina a Palermo il giornalista Bent Parodi di Belsito, 66 anni, presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia sino al 2004.
Parodi, per molti anni redattore del Giornale di Sicilia, era attualmente a capo della presidenza della Fondazione Culturale "Lucio Piccolo" di Capo d'Orlando.
Autore di numerosi libri sul mito, sull'esoterismo, sulla storia del pensiero e della Sicilia, soffriva da tempo di problemi cardiaci. Questa mattina è stato colto da una grave crisi cardiaca. A nulla è valsa la corsa verso l'ospedale.
Parodi, infatti, è arrivato al pronto soccorso dell'ospedale Civico di Palermo già privo di vita.
di Alberto Visalli.
domenica 13 dicembre 2009
Itinerario in Sardegna sulle tracce dei Templari.
Oggi vi proponiamo qualcosa di particolare: un viaggio fra attualità e passato, un itinerario in una parte di Sardegna molto lontana dalla facciata vacanziera.
Per chi non è sardo può essere una buona occasione per un viaggio nella storia, nel silenzio e nel mistero. Per chi vive qui invece potrebbe essere un’opportunità per conoscere una zona poco battuta o, se la si conosce già, per collegare fra loro luoghi e atmosfere cariche di enigmi.
Ci troviamo nel nord-ovest della Sardegna, a poco più di 40 km da Sassari, vicino alla meravigliosa Castelsardo: siamo a Bulzi.
Proprio da qui comincia questo intrigante viaggio fra le tracce evidenti della storia: la Sardegna pare destinata a riservare sorprese mozzafiato.
Nel 12° secolo arrivano nell’isola degli uomini dal coraggio indomito, custodi di misteri: i Cavalieri Templari. Il loro ordine è stato istituito nel 1118 in Terrasanta da <
L’ordine viene quindi incaricato di controllare la sicurezza nelle strade del pellegrinaggio cristiano: i membi si dichiarano pronti a morire in difesa dei luoghi santi, dei pellegrini e del conseguente fiume di denaro che scorre in Palestina. Vestiti con la tunica bianca sormontata dalla croce rossa, i Cavalieri devono sottostare a regole durissime. Inibito qualsiasi contatto con le donne: non si può baciare nemmeno la propria madre. Abolito tutto ciò che è divertimento: vietato perfino parlare senza motivo.
I Templari però non sono soltanto soldati: grazie ad una organizzazione già modernissima e a generosi lasciti l’Ordine in pochi anni acquisisce terre, castelli, casali.
Costituisce in tutto il Mediterraneo -isole comprese- insediamenti agricoli ed economici. Gradualmente questi possedimenti diventano teste di ponte per i regni crociati d’Oltremare.
In epoca normanna, dopo il 1139, i Cavalieri approdano nel Sud Italia, aprendo le loro domus gerosolimitane soprattutto in Puglia, con la sede più importante a Barletta. In questa stessa fase arrivano anche in Sardegna e anche dalle nostre parti non pagano le tasse perchè esentati da Papa Innocenzo II proprio dal 1139.
Questo beneficio consente loro di finanziare e far costruire decine di chiese, monasteri e roccaforti nell’isola, rifugi per i pellegrini e centri di alchimie.
Il percorso sulle loro tracce in Sardegna non può che iniziare quindi dalle chiese, e riserva magnifiche sorprese.
Intraprendiamo questo viaggio a Bulzi, nella chiesa-orologio di San Pietro delle Immagini, teatro sacro di meraviglie insospettate.
Nota anche con la denominazione di “Su Rughifissu”, il crocefisso, per via del gruppo ligneo duecentesco della Deposizione, ora ospitato nella Parrocchia di Bulzi. Una copia del pannello è esposta sul lato sinistro del transetto, vicino all’antica acquasantiera con il fusto ricavato da un tronco d’albero fossilizzato proveniente dalla vicina foresta pietrificata.
Situata a tre km dal paese, nella vallata del Silanis, mostra un articolato sistema realizzato con antiche sapienze orientali che scandisce il passare del tempo religioso.
Le luci arrivano da aperture sui muri laterali e rischiarano l’interno con sprazzi a volte impercettibili e a volte più intensi.
I fasci illuminano quelli che in passato erano i luoghi di lavoro dei monaci e scandiscono le ore, sempre con un alone enigmatico.
Nella chiesa sopravvive infatti un labirinto di allegorie: strade tortuose, lastricate di metafore spesso oscure che toccano le strisce policrome sulla volta dell’abside e nelle navate laterali. Sentieri dell’intelletto che sembrano evocare gialli medievali.
Accogliendo la sfida che giunge fino a noi dalla profondità del Medioevo, tentiamo di riconoscere e decifrare i simboli, sopratutto numerici e apocalittici, presenti all’interno e all’esterno di questa chiesa.
Il segno della Trinità, il numero 3, è riconoscibile nel numero delle monofore dell’abside che permettono a tre fasci di luce di illuminare l’altare, fondendosi con altri due, due come la duplice natura di Cristo – provenienti dalle monofore del transetto.
La luce e l’ombra, ripresi dalla bicromia delle volte a botte del transetto e dal catino dell’abside, si uniscono a formare una penombra diffusa che rende facile la meditazione e la preghiera. Usciamo dalla chiesa attraverso la porticina laterale e vediamo ai suoi lati, incise sulla pietra, due meridiane, unici orologi per i monaci che regolavano la loro giornata di lavoro e di preghiera con il sorgere del sole, e con il tempo necessario alla recita di determinate orazioni.
Sollevando lo sguardo verso la parete del transetto osserviamo, sbalzato sotto il secondo archetto, il segno della fine, l’omega.
Qui, a ridosso della parete, recenti scavi hanno messo in luce antiche sepolture; le ossa che erano in alcune di esse trovano ora riposo all’interno dell’edificio, sotto la lastra di granito ai piedi dell’altare, nella stessa fossa probabilmente già ultima dimora di qualche Abate, e ormai violata da secoli.
Nella facciata il gioco di numeri è ancora più evidente: i numeri 3 e 2 sono presenti ovunque … basta cercarli.
È un richiamo continuo, ossessivo, che ci porta a riflettere come sia riduttivo fermarsi alle apparenze. Nella formella dell’architrave del portone di ingresso, tre figure sommariamente scolpite contrastano con l’eleganza della facciata: non si sa esattamente quale sia il loro significato, ma è ragionevole pensare che l’ignoto scultore, probabilmente un monaco, abbia voluto rappresentare S. Benedetto sorretto, in punto di morte, da due discepoli, così come vuole la tradizione. Forse la formella risale al primo ampliamento, ed è possibile che i monaci l’ abbiano voluta conservare ed evidenziare a perenne ricordo dei loro confratelli ai quali, probabilmente, dovevano anche la fondazione dell’adiacente monastero.
Le origini e le basi di San Pietro delle Immagini risalgono infatti a prima dell’anno Mille ma la chiesa assume l’attuale stile romanico-pisano dopo lo sbarco dei Templari nell’Isola: stile che nelle sue pietre si coniuga in un’incredibile bellezza, con caratteristiche architettoniche in grado di documentare perfino i solstizi e gli equinozi.
Sono evidenti i criteri della costruzione che presupponevano conoscenze nel taglio delle pietre, nell’astronomia sacra, nel simbolismo, nella liturgia, nell’arte e nella matematica, tutte discipline perfettamente dominate dai Templari.
Possiamo vedere ogni parte del giorno nei quattro tempi dell’anno: il momento di maggiore intensità mistica arriva la sera, quando la luce indica il tempo di compieta, ultima preghiera del dì, corrispondente in questo periodo alle ore 16:00.
Non sono questi, però, gli unici segni dei Cavalieri. San Pietro sorge in fondo ad un percorso monastico, dedalo di strade per i pellegrini, lungo il quale spiccano altre chiese del nord Sardegna. A poca distanza, la chiesa fortezza di San Pancrazio, a Sedini, altro centro dei Templari.
Se infatti queste due chiese sono gli emblemi più vistosi dell’Ordine nell’Isola, ci sono tanti altri luoghi che parlano delle loro gesta: San Giorgio, a Perfugas
E San Leonardo di Siete Fuentes, dove sorge un tempio di antica nobiltà.
San Nicola di Silanis, ormai distrutta,
La splendida Basilica di Saccargia:
La perla della Sardegna è comunque San Pietro delle Immagini, con le raffigurazioni esterne e, soprattutto, con il gruppo ligneo, ora custodito nella chiesa al centro di Bulzi, un tempo posizionato all’ingresso di San Pietro. Non un semplice crocefisso ma, forse, l’opera sacra più importante di tutta l’Isola.
Perchè allora non deviare un pò dai percorsi più classici per scoprire una perla quasi sconosciuta?
Prossimamente vi porteremo virtualmente a scoprire la più importante chiesa romanica della Sardegna e una delle più notevoli d’Europa: San Gavino a Porto Torres.
da www.unblogindue.it
MASSONERIA: RAFFI, TEMPLI GOI CHIUSI PER CHI HA O HA AVUTO PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA
Catania, 12 dic. (Adnkronos) - "Il Grande Oriente d'Italia e' una Istituzione massonica che ogni giorno e' 'lievito sano' per la societa' ed esempio di tolleranza e confronto, non solo per i suoi 21mila iscritti, e tra questi migliaia di giovani, ma per l'intera societa'. Nei nostri Templi non puo' accedere chi ha, o ha avuto problemi con la giustizia. Siamo portatori di una tradizione di liberta' e di democrazia ed e' per questo motivo che il Grande Oriente d'Italia cresce in numero e qualita' e, allo stesso tempo, la societa' civile considera ormai la Libera Muratoria come un corpo vivo ed attivo, attento e sensibile ai problemi e ai drammi del presente". Lo ha detto Gustavo Raffi, il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia.
A Roma arriva l'anagrafe degli eletti. I massoni dovranno "svelarsi"
Da Il Messaggero.it
Approvata delibera all'unanimità. Grande Oriente: ci schedano. Alemanno: nessuna avversione contro massoneria.
ROMA (11 dicembre) - A Roma verrà istituita un'anagrafe pubblica degli eletti: consiglieri e assessori o le persone nominate nelle società comunali dovranno dichiarare l'appartenenza ad associazioni e organizzazioni, anche quelle massoniche. Violenta reazione del Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Gustavo Raffi che ha parlato di schedature. Il testo approvato è stato emendato dalla maggioranza di centrodestra.
Approvata delibera all'unanimità. Grande Oriente: ci schedano. Alemanno: nessuna avversione contro massoneria.
ROMA (11 dicembre) - A Roma verrà istituita un'anagrafe pubblica degli eletti: consiglieri e assessori o le persone nominate nelle società comunali dovranno dichiarare l'appartenenza ad associazioni e organizzazioni, anche quelle massoniche. Violenta reazione del Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Gustavo Raffi che ha parlato di schedature. Il testo approvato è stato emendato dalla maggioranza di centrodestra.
«Le facevano i nazisti e gli stalinisti» ha detto Raffi annunciando «le più ampie tutele in tutte le sedi». Commentando le dichiarazioni di ieri del sindaco Gianni Alemanno, secondo cui «i nominati e gli eletti non possono appartenere a società segrete, a prescindere se siano massoniche o meno» ha sottolineato: «Odorano di zolfo e riecheggiano, amiamo credere per ignoranza (nel senso latino del termine), le nefaste denunce del complotto demo, plutocratico, giudaico, massonico di triste e stucchevole memoria». Ribadendo che «la massoneria del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani non è una società segreta ma opera alla luce del sole».
Alemanno: nessuna avversione contro la massoneria. «Non nutro nessuna avversione nei confronti della massoneria - ha affermato il sindaco Gianni Alemanno - Inviterò presto il Gran Maestro Raffi in Campidoglio per chiarire ogni equivoco e trovare una soluzione che garantisca la massima trasparenza sull'anagrafe degli eletti senza discriminare nè offendere nessuna sensibilità e nessuna cultura».
In particolare sono stati approvati sei dei sette emendamenti presentati: con quelli della maggioranza, primi firmatari Federico Mollicone e Andrea De Priamo, si estende l'anagrafe anche ai nominati cioè i destinatari di incarichi nell'amministrazione comunale e nelle istituzioni culturali oltre che nelle aziende partecipate del Comune di Roma. Inoltre in base ad un altro emendamento eletti e nominati dovranno dichiarare la propria appartenenza «ad associazioni culturali e sportive, a enti morali, a Onlus, a cooperative sociali, ad associazioni massoniche, a fondazioni e ad ogni altro genere di forma associativa pubblica e privata non coperta dalla privacy».
Tra gli emendamenti approvati anche quello a firma del consigliere comunale del Pdl Berruti con cui si istituisce l'obbligo di inserire anche il riepilogo semestrale delle iniziative consiliari cioè mozioni, delibere e interrogazioni. È passato un emendamento del consigliere della lista civica per Alemanno Antonino Torre di inserire l'elenco degli assenti ingiustificati nelle sedute del consiglio nelle quali manca il numero legale.
I primi firmatari Mollicone e De Priamo si sono detti «disponibili ad incontrare tutte le associazioni, compreso il Grand'Oriente, che ne facciano richiesta per spiegare che quest'obbligo è esclusivamente conoscitivo». «Siamo soddisfatti per l'approvazione della delibera - ha detto il capogruppo del Pd Umberto Marroni - perchè la trasparenza è l'elemento fondante di una democrazia partecipativa ed è alla base di un processo teso ad un maggiore coinvolgimento dei cittadini alla vita politica e delle istituzioni». Il capogruppo del Pdl Dario Rossin ha spiegato che «l'estensione dell'anagrafe anche ad amministratori e nominati è una scelta che va nel segno di una totale nitidezza amministrativa verso i cittadini».
mercoledì 9 dicembre 2009
Dagli al massone italiano! Mentre Dan Brown esalta quello americano.
MASSONERIA: RAFFI (GOI), P2 VECCHIA STORIA DA PALUDE, ORA FAZIO MI INVITI IN TV DAN BROWN HA COLTO ALCUNI SEGNI DELL'ISTITUZIONE, MA RESPINGIAMO CON FORZA EQUAZIONE CON GELLI
Parigi, 7 dic. (Adnkronos) - ''Certo giornalismo qualunquista e nalzionalpopolano non perde occasione per passare legna ad anacronistici roghi''. Non ci sta a ridurre la Massoneria alla P2, il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, che in un’intervista da Parigi all'ADNKRONOS scuote le testa e con decisione spiega: ''Di fronte a Dan Brown, che giustamente parlava dello spirito della Massoneria come di una forza che unisce sotto lo stesso Tempio uomini di diverse fedi e storie nel segno dell'umanità e della tolleranza, Fabio Fazio ieri sera a 'Che tempo che fa', senza alcun contradditorio e parlando solo dalla sua parte di vetro, non trovava di meglio da fare che ricondurre la Massoneria italiana alla sola P2, evocando spettri e tristi periodi consegnati a un passato che non può ritornare e di cui siamo stati le prime vittime''.
''Per fare un esempio – aggiunge - sarebbe come parlare di tutta la Chiesa facendo riferimento ai roghi degli eretici e alla caccia alle streghe, o considerare il Pd ricordando di questo partito solo le radici comuniste. Ma gli esempi sarebbero milioni. L'equazione Massoneria uguale P2 e Licio Gelli - rimarca quindi il numero uno di Palazzo Giustiniani - è un'operazione che respingiamo con forza, tanto più che su quel signore di Villa Wanda ormai anche i muri sanno che fu messo alla porta dal Goi con sonore pedate al sedere e con una condanna morale senza appello. Ho ribadito sempre che Gelli sta al Grande Oriente come le Brigate Rosse stanno al Pci. Per questo non accettiamo improvvisate gogne mediatiche, da qualunque parte vengano''.
Quanto all'autore de 'Il Simbolo perduto', ''l'ho invitato da tempo al Vascello - rivendica Raffi - per un confronto a tutto campo e trasparente, come è nel nostro stile, sulle radici e il messaggio della Massoneria e anche per presentare il suo libro che in molti passaggi riesce a cogliere, da profano, alcuni spunti importanti della nostra scuola di pensiero che va oltre il tempo e le storie: per noi parlano i fatti, non i luoghi comuni di chi rimesta acque di palude''. (segue)
MASSONERIA: RAFFI (GOI), P2 VECCHIA STORIA DA PALUDE, ORA FAZIO MI INVITI IN TV (2) FA PIU' COMODO RIESUMARE UN EX MATERASSAIO CHE SEGNALARE IL LAVORO ONESTO DI VENTUNOMILA COSCIENZE
(Adnkronos) - ''A questo punto - incalza Raffi - se la terza rete Rai ha un sussulto di dignità, mi aspetto di sedere una sera, per pochi minuti, sulla poltrona di Fazio per spiegare agli italiani cosa è davvero la Massoneria e da quali uomini è formata. Se questo invito non dovesse arrivare, a mal partito si troverebbe chi pensa di detenere la verità entrando con delle falsità nelle case della gente e la televisione italiana avrebbe perso un'altra occasione per fare il suo compito: informare e raccontare come stanno le cose''.
''Rispetto alla P2, lo ripetiamo fino alla noia, abbiamo i guanti bianchi e puliti e il volto fermo. Forse, però - fa notare il Gran Maestro Raffi - fa più comodo riesumare le malefatte di un 'ex materassaio', come lo definisce il presidente Cossiga, che il lavoro silenzioso e operoso di 21mila persone e coscienze che ogni giorno portano il loro contributo onesto e costruttivo alla società italiana''.
''Ci permettiamo infine, con massonica umiltà e tolleranza, di ricordare al guru Fazio che la foresta che cresce fa meno rumore di un albero che cade, ma alla lunga quella foresta silenziosa è una boccata d'ossigeno per tutti. Nella vita, come nella tv, esiste il confronto e per farlo bisogna essere in due. E pensare che il primo dovere del giornalismo dovrebbe essere quello di verificare fatti e fonti. Nessuno - taglia corto l'avvocato ravennate alla guida del Goi - si stracci le vesti per queste doverose precisazioni: abbiamo un dovere morale di fare chiarezza, come abbiamo sempre fatto, nei confronti di migliaia di giovani che compongono come pietre di senso e di speranza le colonne dei nostri Templi. E costruiscono insieme a tutto il Grande Oriente il tempo della proposta per l'Italia, invitando al dialogo sempre. Il resto sono giochini da imbonitori catodici o chiacchiere da supermercato delle idee. E i trovarobe delle ideologie e degli schemi precostituiti da sempre non appartengono alla nostra storia di libertà di pensiero''.
(Red/Zn/Adnkronos)
''Rispetto alla P2, lo ripetiamo fino alla noia, abbiamo i guanti bianchi e puliti e il volto fermo. Forse, però - fa notare il Gran Maestro Raffi - fa più comodo riesumare le malefatte di un 'ex materassaio', come lo definisce il presidente Cossiga, che il lavoro silenzioso e operoso di 21mila persone e coscienze che ogni giorno portano il loro contributo onesto e costruttivo alla società italiana''.
''Ci permettiamo infine, con massonica umiltà e tolleranza, di ricordare al guru Fazio che la foresta che cresce fa meno rumore di un albero che cade, ma alla lunga quella foresta silenziosa è una boccata d'ossigeno per tutti. Nella vita, come nella tv, esiste il confronto e per farlo bisogna essere in due. E pensare che il primo dovere del giornalismo dovrebbe essere quello di verificare fatti e fonti. Nessuno - taglia corto l'avvocato ravennate alla guida del Goi - si stracci le vesti per queste doverose precisazioni: abbiamo un dovere morale di fare chiarezza, come abbiamo sempre fatto, nei confronti di migliaia di giovani che compongono come pietre di senso e di speranza le colonne dei nostri Templi. E costruiscono insieme a tutto il Grande Oriente il tempo della proposta per l'Italia, invitando al dialogo sempre. Il resto sono giochini da imbonitori catodici o chiacchiere da supermercato delle idee. E i trovarobe delle ideologie e degli schemi precostituiti da sempre non appartengono alla nostra storia di libertà di pensiero''.
(Red/Zn/Adnkronos)
mercoledì 2 dicembre 2009
Da “operativa” a “speculativa”: origini ed evoluzione della Massoneria
di Luigi Carlo Schiavone
“Il segreto della Libera Muratoria è inviolabile per sua propria natura, perché il libero muratore che lo conosce, lo conosce soltanto per averlo indovinato. Egli non lo ha appreso da alcuno. L’ha scoperto a forza di frequentare la loggia, di osservare, di ragionare di dedurre”.
“Il segreto della Libera Muratoria è inviolabile per sua propria natura, perché il libero muratore che lo conosce, lo conosce soltanto per averlo indovinato. Egli non lo ha appreso da alcuno. L’ha scoperto a forza di frequentare la loggia, di osservare, di ragionare di dedurre”.
Giacomo Casanova, “Memorie”Da sempre la Massoneria risulta oggetto di numerose disamine e copiose pubblicazioni ma tali opere presentano raramente un sufficiente grado di obiettività e veridicità. Alimentando il mercato del mistero, già fomentato dalle ansie e dalla richiesta di risposte tipico dei tempi di crisi, simile letteratura, infatti, tralascia gli aspetti specifici della Massoneria, le sue origini, il suo simbolismo ed i relativi rituali, preferendo far leva, sfruttando identità e coincidenze, su presunte derivazioni della stessa da altre fratellanze come, ad esempio, i Rosa-Croce od i Cavalieri Templari mischiando tradizioni e ritualità profondamente diverse al solo scopo di ingrossare il fruttuoso business gravitante nell’orbita del cosiddetto fenomeno “new age”. Tali coincidenze e affinità, (vedasi, ad esempio, quella rappresentata dal 18esimo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato denominato del Sovrano Principe o Cavaliere Rosa-Croce) seppur esistenti, risultano essere, infatti, del tutto insufficienti a provare tale continuità o identità, non essendo supportata da alcun tipo di documento storico empiricamente verificabile. Scaturita dalle gilde e dalle corporazioni di muratori e carpentieri legate all’arte della costruzione che spopolavano nell’Europa medievale e che videro l’apice del loro successo nel periodo di costruzione delle cattedrali gotiche, la Massoneria, nella sua versione moderna, vede la luce il 24 giugno del 1717, data in cui si costituisce ufficialmente la Grande Loggia di Londra. La fase antecedente al 1717, tuttavia, è presa in considerazione dalla storiografia massonica quale periodo di massimo splendore della cosiddetta massoneria “operativa” in cui la maggior parte degli aderenti proviene ancora dalle fila dei professionisti dell’arte muratoria. Ciò, tuttavia, non significava l’esclusione in toto di elementi “profani” ovvero estranei a tale arte; costoro, infatti, potevano essere affiliati grazie alla pratica dell’accettazione. L’abuso di tale pratica, antica e consolidata, sarà, come vedremo, uno degli elementi che provocherà la fine della fase “operativa” della Massoneria accelerando lo sviluppo di quella “speculativa”.Sorta come società iniziatica “tradizionale” — volendo, con tale termine, intendere la volontà da parte massonica di richiamarsi ad una tradizione iniziatica trasmessa da uomo ad uomo fin dalla notte dei tempi — la Massoneria fonda il suo “sapere” su un “segreto” che è da sempre avvolto da connotati mitici e leggendari e che può essere raggiunto dai membri solo attraverso un “perfezionamento spirituale e mortale” perseguibile grazie ad una metodologia di lavoro graduale e ad un attento percorso conoscitivo incentrato su riti e simboli nella consapevolezza che, come afferma il Guénon: “[…] rito e simbolo non sono in fondo che due aspetti di una stessa realtà; e quest’ultima non è altro in definitiva che la corrispondenza che rilega fra loro tutti i gradi dell’Esistenza universale, sicché, per sua virtù, il nostro stato umano può essere messo in comunicazione con gli stati superiori dell’essere”. Questo sapere, dalle origini “non umane” e posto dai massoni in diretta correlazione con l’Essere Supremo permette di individuare, accanto alla storia concreta e documentabile della Massoneria moderna, una metastoria, che, per il suo ampio valore simbolico ed esoterico, risulta essere non meno importante della precedente. Le radici mitiche della massoneria, infatti, sono rintracciabili in arcaici manoscritti noti come gli Antichi Doveri apparsi fra il XIV e XVIII secolo. Tra questi il più antico risulta essere il Regius Manuscript del 1390. Oltre ad identificare l’Egitto come patria d’origine ed il matematico Euclide come primo maestro, questa importante opera, redatta in versi, espone l’origine leggendaria della Massoneria come geometria, arte e scienza applicata alla muratoria. È interessante, inoltre, l’appendice nominato Ars quatuor coronatorum dove, oltre al racconto della torre di Babele, dell’istituzione delle arti liberali da parte di Euclide e delle regole di condotta dei liberi muratori, appare, per la prima volta, la leggenda dei “Santi Quattro Coronati” ripresa, in maniera esaustiva, nella Legenda Aurea; altro testo fondamentale è il Cooke Manuscript del 1425 che arricchisce l’immaginario massonico introducendo altri personaggi biblici come Jabal, Jubal, Tubalcain. Legata all’immaginario biblico è, inoltre, la cosiddetta “leggenda del terzo grado” imperniata sulla figura di Hiram. I gradi massonici, infatti, erano inizialmente due, l’apprendista e il compagno, mentre il termine maestro serviva ad indicare il fratello incaricato di presiedere la seduta dell’Ordine. Tale termine subisce, con l’introduzione della figura di Hiram, un processo di tipizzazione tale che, oltre a caratterizzare in maniera indelebile il grado di Maestro, eleva a tre i gradi fondamentali della fratellanza forgiando una struttura che non sarà scalfita nemmeno dall’introduzione degli Alti Gradi avvenuta con le costituzioni del 1762 per i 25 gradi del cosiddetto Rito di Perfezione e nel 1801 con l’introduzione dei 33 gradi del Rito Scozzese Antico ed Accettato. Della figura di Hiram, tuttavia, esistono differenti versioni: nella Bibbia si parla di un “fonditore” di nome Hiram dotato di notevole abilità e perizia nel lavorare il bronzo. Questo “figlio della vedova” (appellativo qui utilizzato per la prima volta e successivamente esteso a tutti i massoni) fu inviato dal re di Tiro a Re Salomone affinché l’aiutasse nella costruzione del suo tempio dedicato a Yavhè. Ed è in questi lavori che egli “innalzò la colonna destra a cui diede nome di Iakin e innalzò la colonna di sinistra che chiamo Boaz” e che, ancora oggi, sono ritualmente erette nelle logge massoniche. Nella “leggenda massonica”, invece, Hiram ci è presentato come l’architetto del tempio preposto alla direzione dei lavori e degli operai; nominato confusamente per la prima volta nel testo Dumfries n. 4 del 1710, altri elementi simbolici, riferibili alla sua figura, sono rinvenibili nel Graham del 1726 mentre nel Wilkinson del 1727 si fa espressamente riferimento all’Hiram architetto. Il manoscritto “non autorizzato” Masonry dissected del 1730, invece, narra, sotto forma di catechismo o sistema di istruzione a domanda, l’intera leggenda soffermandosi sulla sorte del “Maestro” Hiram, ucciso da tre compagni, Jabal, Jubal e Tubalcain, a mezzogiorno durante la pausa dei lavori del Tempio. Motivo dell’assassinio fu il rifiuto da parte di Hiram di fornire loro la “parola del Maestro” in quanto essa poteva, a detta dell’architetto, essere acquisita solo col tempo e la pazienza e non estorta con la forza. Infine Origene, autore del Commento al Vangelo di Giovanni, considera la figura di Hiram come il “modello dell’uomo universale” identificandolo come il punto d’arrivo del processo di perfezionamento dell’Essere tramite la via iniziatica. Il riferimento a passi biblici non è da considerarsi una straordinarietà; la Massoneria, conformemente alla visione “deista” che la caratterizza fin dalle origini, ha uno stretto legame con la tradizione cristiana. Non è un caso, infatti, che originariamente il “Libro Sacro” su cui i massoni giuravano e che era aperto durante le sedute fosse la Bibbia né che tale Ordine fosse posto sotto il patronato di San Giovanni. Le logge, infatti, oltre a definirsi abitualmente come “logge di San Giovanni”, erano solite celebrare le loro feste obbligatorie il 24 giugno e il 27 dicembre giorni che, ancora oggi, sono rispettivamente dedicati a San Giovanni Battista ed a San Giovanni Evangelista e che, un tempo, erano dedicati alle divinità protettrici dell’anno come la dea celtica Dana. Il legame con la tradizione cristiana verrà allentandosi solo nel XIX secolo, epoca in cui ha inizio il processo di “decristianizzazione” della Massoneria.Interessante risulta, inoltre, il dibattito e lo scambio che si realizza, sempre nel periodo antecedente al 1717, fra le massonerie inglesi e scozzesi in merito alle interpretazioni riguardanti la Mason Word; se per alcuni essa non è altro che una sorta di segno di riconoscimento, per altri assume la valenza di un Nomen Dei o “nome di sostituzione” a cui il massone deve giungere tramite le proprie capacità.L’estrema rilevanza che tematiche appartenenti alla cultura ermetica, alchemica e qabbalistica, dilaganti in Europa già dal XV secolo, iniziarono ad avere in seno alla Massoneria è proporzionalmente legata al crescere del numero dei massoni “speculativi” all’interno dell’Ordine. Costoro, infatti, provenienti per la maggior parte dall’emergente ceto intellettuale ed iniziati grazie alla già citata pratica dell’accettazione, furono, congiuntamente al radicale declino dell’ordinamento corporativo e delle confraternite di mestiere, i fautori del mutamento di indirizzo di una Massoneria ormai in crisi.Il passaggio dalla fase “operativa” a quella “speculativa” viene sancito il 24 giugno del 1717, festa di San Giovanni Battista, quando quattro logge londinesi (The Goose and Gridiron, The Crown, The Apple Tree e The Rumbe and Grapes) si fusero, dando così vita alla Grande Loggia di Londra alla cui guida fu designato il Gran Maestro Anthony Sayer.Con la nascita della Grande Loggia di Londra, evento spartiacque della storia massonica, la Massoneria, infatti, inizia ad assumere una fisionomia del tutto nuova. Pur mantenendo i legami con la religiosità, che aveva caratterizzato l’epoca “operativa”, tale elemento, scosso dagli sconvolgimenti religiosi, dagli scismi e dalle crisi confessionali che attanagliarono l’Europa dal XVI al XVII secolo, inizia ad assumere un peso inferiore all’interno delle logge e ciò, insieme al peso crescente assunto dagli elementi provenienti dal ceto intellettuale e dalle loro istanze, portò le logge ad essere non più preminentemente un “centro spirituale”, ma a tramutarsi, come afferma la Jacob, “[…] in microrganismi politici della società civile, spazi pubblici di tipo nuovo: in pratica, scuole di governo costituzionale […]”. Il prevalere degli “speculativi” e la “crisi religiosa”, quindi, comportano un inevitabile cambiamento in una società che, sorta come confraternita di mestiere e basata su una tradizione iniziatica, s’avvia verso un nuovo tipo di organizzazione in cui elementi un tempo considerati “profani” pongono nuovi interessi e valori. La nascita della Gran Loggia di Londra non significò, tuttavia, la fine sic et simpliciter delle vecchie massonerie né tanto meno vide l’adesione immediata ad essa di tutte le logge preesistenti. Nel 1738 la Gran Loggia di Londra, approvò delle nuove Costituzioni che, oltre a ribadire il divieto di discutere di religione e di politica nell’ambito delle logge senza che ciò condizionasse le convinzioni del singolo, ribadivano il valore della figura del Grande Architetto dell’Universo al fin di soddisfare l’impianto “deista” originario della Massoneria. Con il passare del tempo la Gran Loggia di Londra introdusse altre innovazioni, come la decristianizzazione dei rituali ed il loro abbreviamento, la mancata osservanza delle festività di San Giovanni, l’abolizione della recitazione degli antichi doveri all’atto dell’iniziazione e l’eliminazione delle spade dai rituali, che provocarono una violenta reazione tra le fila della Massoneria. Capeggiatori della protesta furono i cosiddetti Antients i quali, considerandosi come i continuatori della massoneria “operativa”, criticavano duramente le innovazioni introdotte da coloro che, con disprezzo, bollavano come Moderns. La controversia assunse toni durissimi e condusse, il 17 luglio 1751, alla nascita della loggia tradizionalista degli Antiens sviluppando una dualità organizzativa in ambito massonico che durò fino al 1813. Tale lotta, tuttavia, non impedì lo sviluppo della Massoneria nel vecchio e nuovo continente. Strumento molto utile in tal senso furono le cosiddette “logge militari” che, costituite tra le fila dell’esercito inglese, favorirono la diffusione della “luce massonica” da un punto all’altro dell’impero segnando un rapido attecchimento nel Nord America, dove la presenza di logge divenne ben presto molto cospicua. Oltre all’impero britannico sorsero, in questo periodo, logge a Madrid (1728), Firenze (1731), Roma, Milano, Verona, Padova, Vicenza, Venezia (1735) e Amburgo (1737). Con la fine delle guerre napoleoniche e per meglio fronteggiare la minaccia proveniente dall’introduzione di una legislazione fortemente repressiva in materia introdotta dal governo britannico all’indomani della rivoluzione francese, le due obbedienze del Regno Unito, grazie anche alla contemporanea elezione del Duca di Sussex al titolo di Gran Maestro dei Moderns e di suo fratello, il Duca di Kent, a Gran Maestro degli Antients, decisero, al fine di salvaguardare l’intero corpo massonico, di porre fine alla preesistente diatriba. Il 27 dicembre 1813, festa di San Giovanni Evangelista, infatti, Moderns e Antients si fusero dando vita alla Gran Loggia Unita degli Antichi Liberi Muratori d’Inghilterra (United Grand Lodge of Ancient Freemasons of England). Con le Costituzioni del 1815, inoltre, venne nuovamente modificato il principio “deista” della Massoneria; queste, infatti, oltre ribadire che un massone non “sarà mai né ateo né stupido” ma un uomo dedito ad ottemperare i sacri doveri della morale e a rinsaldare la fede nel Grande Architetto dell’Universo, annullano definitivamente ogni differenza di fede. Non possono essere, infatti, professioni di fede differenti a dividere gli “uomini virtuosi” perché: “[…] la Massoneria è il centro di unione tra uomini buoni e leali ed il felice mezzo per stabilire amicizia tra coloro i quali, altrimenti, sarebbero rimasti in perpetuo estranei”.Il principio “deista” più volte modificato, tuttavia, fu rimesso di nuovo in discussione dal Grande Oriente di Francia che, nel 1877, decise di abolire tutti gli articoli della Costituzione che menzionavano e tutelavano la figura del Grande Architetto dell’Universo. Di fronte a un simile atto la Gran Loggia Unita d’Inghilterra decise di nominare una commissione che, dopo due mesi di lavoro, bollò tali provvedimenti come incompatibili con lo spirito massonico. La polemica non si placò e si tramutò in un vero e proprio scisma. Il Grande Oriente di Francia, tacciato di ateismo dalla sempre più influente Gran Loggia Unita d’Inghilterra divenuta “Madre del Mondo”, si trovò ben presto posto ai margini della fratellanza universale in quanto considerato una vera e propria “bestia nera” dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra e da tutte le altre che si attenevano alla sua linea. Secoli sono passati dal sorgere della Massoneria e, tuttavia, tale argomento risulta essere sempre di viva attualità. Un interesse dettato non da coloro che, ancora oggi, nel chiuso delle logge cercano, attraverso la via iniziatica, di soddisfare la lecita aspirazione umana del perfezionamento spirituale, ma che si incentra su coloro i quali, dando vita a fratellanze all’interno della fratellanza e a cerchie ristrette all’interno di una già ristretta cerchia, a nessun altro scopo tendono se non a quello di soddisfare i loro biechi interessi che, molto spesso, confliggono con quelli di intere Nazioni ed interi popoli.
154a Tornata di Loggia - Venerdì 11 Dicembre 2009
Carissimo Signore e Fratello,
sei cordialmente invitato a partecipare alla 154a Tornata di questa Loggia che si terrà presso il Tempio n° 4 della Casa dei Liberi Muratori di Piazza Indipendenza 1 a Cagliari, il prossimo Venerdì 11 Dicembre 2009, alle ore 18.30 per le ore 19.00.
Durante questa Tornata verrà celebrata la Cerimonia di Iniziazione al Grado di Apprendista Ammesso Libero Muratore del Sig. S. S.
Su comando del Maestro Venerabile.
Sinceramente e Fraternamente
Ven. Fr. G.M., Segretario
martedì 1 dicembre 2009
La Festa della Toscana ricordando Tommaso Crudeli: poeta, massone, martire della libertà.
Nel ricordo del suo nome, nel 1743, fu abolita in Toscana la giurisdizione
ecclesiastica dei tribunali dell' Inquisizione. A seguire la riforma che nel
1786, per la prima volta al mondo, cancellava la pena di morte.
Il 30 Novembre 1786, il granducato di Toscana aboliva la pena di morte.
Questa storia di libertà ha inizio con un uomo, Tommaso Crudeli, che nacque a Poppi in Casentino nel 1703.
Si laureò in legge a Pisa, ma decise di non esercitare la professione e di dedicarsi alle lettere e all' insegnamento. Dopo un soggiorno a Venezia, si stabilì a Firenze, dove intrecciò stretti rapporti con il mondo culturale inglese. Nel 1733 lesse in Santa Croce (Cappella de' Pazzi) un'ode funebre per Filippo Buonarroti, in forte polemica con la chiesa cattolica che determinò la sua futura condanna. Nel maggio 1735 fu ammesso alla loggia massonica di Firenze, la prima in Italia, fondata dagli inglesi.
Non volendo creare incidenti diplomatici con gli inglesi, si preferì colpire Tommaso Crudeli, certamente più vulnerabile, anche per le numerose testimonianze che a suo carico erano state create e raccolte dal Tribunale dell'Inquisizione.
Il 9 maggio del 1739, Tommaso Crudeli fu arrestato e tradotto nel carcere ecclesiastico, dove fu rinchiuso in un ambiente ristretto e privo di luce e di ricambio d'aria. La detenzione e le torture inumane cui fu sottoposto dagli inquisitori ecclesiastici perché rivelasse i nomi dei suoi fratelli massoni, deteriorarono rapidamente le sue condizioni di salute, tanto che a seguito dell'autorevole interessamento dello stesso Granduca, finì per essere scarcerato.
Nell'agosto del 1740 Tommaso Crudeli fu condannato per eresia e confinato nella propria casa a Poppi; ma il suo fisico era già definitivamente segnato. Nei quattro anni di segregazione domestica raccolse e dettò, tra i gravi postumi della carcerazione, la gran parte delle sue poesie e prose, nonchè la narrazione della detenzione e del processo ad opera del Sant'Uffizio, che venne stampata anonima da Francesco Becattini (1782) e recentemente ritrovata manoscritta, autografata dal poeta, nella Biblioteca Estense di Modena.
Ma il povero Tommaso non si riprese più e mori appena quarantatreenne, non prima però di aver descritto le sofferenze inflittegli dai suoi aguzzini ed essersi così espresso sulla sua prigione: "Questa è una di quelle prigioni lavorate a posta per uccidere gli uomini senza spargere il sangue umano, conforme all'evangelica legge del Sant'Uffizio, che proibisce la crudeltà dello spargimento di sangue." Il 27 marzo del 1745 si spense a Poppi. La condanna per eresia non ebbe termine: la sua opera letteraria fu posta all'Indice e i suoi fratelli dovettero misconoscere ogni opera del congiunto.
Il martirio del Crudeli non fu però inutile: Francesco I, che non aveva dato pubblicità alla bolla di Clemente XII, come del resto altri sovrani europei, nel 1743 fece chiudere nel Granducato, il Tribunale dell'Inquisizione.
Il suo successore, il figlio Leopoldo II di Lorena, amante delle opere e dei sonetti del Crudeli, che ben conosceva la triste morte dello scrittore, nel 1782 abolì non solo giuridicamente i tribunali ecclesiastici, ma anche fisicamente, facendo demolire completamente il tribunale e le carceri della santa inquisizione a Firenze.
Leopoldo II fu il massimo esempio di sovrano illuminato. Accogliendo le stesse tesi massoniche che in Francia, rifiutate dalla nobiltà, portarono alla rivoluzione, avviò una politica liberista, promuovendo la bonifica delle aree paludose nella Maremma e nella Val di Chiana e favorendo lo sviluppo dell'Accademia dei Georgofili. Introdusse la libertà nel commercio dei grani abolendo i vincoli annonari che bloccavano le colture cerealicole. L'avvenimento epocale fu dopo tanti secoli, la liquidiazione delle corporazioni di origine medioevale, ostacolo principale per un'evoluzione economica e sociale dell'attività industriale.
In campo ecclesiastico Pietro Leopoldo abolì i conventi di clausura. Organizzò un sinodo a Pistoia nel 1786 per riformare l'organizzazione ecclesiastica toscana. Voleva una chiesa locale autonoma rispetto al papa e la superiorità del Concilio, ma le forti opposizioni del clero e del popolo, lo convinsero a rinunciare a questa riforma.
Ma la riforma più importante introdotta da Pietro Leopoldo fu l'abolizione degli ultimi retaggi giuridici medievali: in un colpo solo abolì il reato di lesa maestà, la confisca dei beni, la tortura e, cosa più importante, la pena di morte (grazie al varo del nuovo codice penale del 1786 che prenderà il nome di Riforma criminale toscana o Leopoldina). La Toscana sarà quindi il primo stato nel mondo a cancellare dal suo ordinamento la pena capitale. Il 30 Novembre di ogni anno le istituzioni toscane ricordano questo avvenimento. Un ricordo và a Tommaso Crudeli, l’ultimo toscano morto per le pene inflitte da un tribunale religioso.
Si laureò in legge a Pisa, ma decise di non esercitare la professione e di dedicarsi alle lettere e all' insegnamento. Dopo un soggiorno a Venezia, si stabilì a Firenze, dove intrecciò stretti rapporti con il mondo culturale inglese. Nel 1733 lesse in Santa Croce (Cappella de' Pazzi) un'ode funebre per Filippo Buonarroti, in forte polemica con la chiesa cattolica che determinò la sua futura condanna. Nel maggio 1735 fu ammesso alla loggia massonica di Firenze, la prima in Italia, fondata dagli inglesi.
Non volendo creare incidenti diplomatici con gli inglesi, si preferì colpire Tommaso Crudeli, certamente più vulnerabile, anche per le numerose testimonianze che a suo carico erano state create e raccolte dal Tribunale dell'Inquisizione.
Il 9 maggio del 1739, Tommaso Crudeli fu arrestato e tradotto nel carcere ecclesiastico, dove fu rinchiuso in un ambiente ristretto e privo di luce e di ricambio d'aria. La detenzione e le torture inumane cui fu sottoposto dagli inquisitori ecclesiastici perché rivelasse i nomi dei suoi fratelli massoni, deteriorarono rapidamente le sue condizioni di salute, tanto che a seguito dell'autorevole interessamento dello stesso Granduca, finì per essere scarcerato.
Nell'agosto del 1740 Tommaso Crudeli fu condannato per eresia e confinato nella propria casa a Poppi; ma il suo fisico era già definitivamente segnato. Nei quattro anni di segregazione domestica raccolse e dettò, tra i gravi postumi della carcerazione, la gran parte delle sue poesie e prose, nonchè la narrazione della detenzione e del processo ad opera del Sant'Uffizio, che venne stampata anonima da Francesco Becattini (1782) e recentemente ritrovata manoscritta, autografata dal poeta, nella Biblioteca Estense di Modena.
Ma il povero Tommaso non si riprese più e mori appena quarantatreenne, non prima però di aver descritto le sofferenze inflittegli dai suoi aguzzini ed essersi così espresso sulla sua prigione: "Questa è una di quelle prigioni lavorate a posta per uccidere gli uomini senza spargere il sangue umano, conforme all'evangelica legge del Sant'Uffizio, che proibisce la crudeltà dello spargimento di sangue." Il 27 marzo del 1745 si spense a Poppi. La condanna per eresia non ebbe termine: la sua opera letteraria fu posta all'Indice e i suoi fratelli dovettero misconoscere ogni opera del congiunto.
Il martirio del Crudeli non fu però inutile: Francesco I, che non aveva dato pubblicità alla bolla di Clemente XII, come del resto altri sovrani europei, nel 1743 fece chiudere nel Granducato, il Tribunale dell'Inquisizione.
Il suo successore, il figlio Leopoldo II di Lorena, amante delle opere e dei sonetti del Crudeli, che ben conosceva la triste morte dello scrittore, nel 1782 abolì non solo giuridicamente i tribunali ecclesiastici, ma anche fisicamente, facendo demolire completamente il tribunale e le carceri della santa inquisizione a Firenze.
Leopoldo II fu il massimo esempio di sovrano illuminato. Accogliendo le stesse tesi massoniche che in Francia, rifiutate dalla nobiltà, portarono alla rivoluzione, avviò una politica liberista, promuovendo la bonifica delle aree paludose nella Maremma e nella Val di Chiana e favorendo lo sviluppo dell'Accademia dei Georgofili. Introdusse la libertà nel commercio dei grani abolendo i vincoli annonari che bloccavano le colture cerealicole. L'avvenimento epocale fu dopo tanti secoli, la liquidiazione delle corporazioni di origine medioevale, ostacolo principale per un'evoluzione economica e sociale dell'attività industriale.
In campo ecclesiastico Pietro Leopoldo abolì i conventi di clausura. Organizzò un sinodo a Pistoia nel 1786 per riformare l'organizzazione ecclesiastica toscana. Voleva una chiesa locale autonoma rispetto al papa e la superiorità del Concilio, ma le forti opposizioni del clero e del popolo, lo convinsero a rinunciare a questa riforma.
Ma la riforma più importante introdotta da Pietro Leopoldo fu l'abolizione degli ultimi retaggi giuridici medievali: in un colpo solo abolì il reato di lesa maestà, la confisca dei beni, la tortura e, cosa più importante, la pena di morte (grazie al varo del nuovo codice penale del 1786 che prenderà il nome di Riforma criminale toscana o Leopoldina). La Toscana sarà quindi il primo stato nel mondo a cancellare dal suo ordinamento la pena capitale. Il 30 Novembre di ogni anno le istituzioni toscane ricordano questo avvenimento. Un ricordo và a Tommaso Crudeli, l’ultimo toscano morto per le pene inflitte da un tribunale religioso.
Alle radici gnostiche della Massoneria
di Luca Bagatin
In un mondo che sta cominciando a prendere consapevolezza della mancanza di solide certezze per il domani, ecco riaffiorare antiche domande: “Chi siamo ? Da dove veniamo ? Dove stiamo andando?”
Obiettivamente c'è una gran “fame” di quelle risposte che potremmo racchiudere nelle parole: Conoscenza, Ricerca, Verità, Gnosi.
Il principale degli approcci a tali dimensioni, è certamente quello passato alla Storia ed alla letteratura con il sostantivo esoterico, ovvero un approccio che va alla ricerca delle radici profonde della nostra cultura e civiltà.
Per approccio esoterico, intendiamo ovviamente quello che si occupa dello studio e dell'approfondimento del simbolismo che ci circonda e che è giunto a noi dalle Antiche Civiltà che ci hanno preceduto e che hanno forgiato l'Umanità così come si presenta oggi.
Per ricercare le radici di questo approccio dobbiamo dunque andare molto indietro nel tempo: sino almeno all'Antica Grecia: ovvero allorquando i greci ereditarono i misteri gnostici dagli Egizi.
I culti misterici, tanto in Egitto che nell'Antica Grecia, erano riservati a pochi iniziati e miravano all' ”estasi Divina” o “unione con il Divino”. Si veda bene che fra questi culti d'Occidente vi è una significativa analogia e similitudine con la spiritualità vedica e buddhista d'Oriente.
L'influenza della cultura gnostico-iniziatica influenzò tutta la civiltà occidentale dei millenni a venire, la quale sosteneva sostanzialmente che tutte le arti, le scienze e le filosofie dovevano necessariamente tendere al Bello, al Buono ed al Vero. Questa era dunque l'essenza della conoscenza e solo la conoscenza poteva ritenersi Divina (da qui il ripudio degli gnostici per il “Dio della Bibbia” e la loro empatia verso la figura allegorica del Serpente, simbolo esoterico di Conoscenza e quindi di liberazione da ogni peccato: primo fra tutti l'ignoranza).
Fu così che la conoscenza permise lo sviluppo e la piena espansione della civiltà greca prima e successivamente dell'Impero Romano.
Ciò almeno sino al Concilio di Nicea del 325 d.C. proclamato dall'Imperatore Costantino, il quale dichiarò eretica la Gnosi e decretò la fede cattolica quale unica religione dell'Impero. E si noti bene come il cattolicesimo facesse leva soprattutto sull'ignoranza e sugli animi semplici, ostacolando e vilipendendo qualsiasi tipo di conoscenza e di progresso interiore ed esteriore dell'essere umano.
Fu così che gli gnostici entrarono in clandestinità e così fecero anche le famiglie che si richiamavano agli insegnamenti iniziatici di Gesù – l'Esseno - detto “Il Cristo”, le quali presero il nome di Rex Deus.
Dei Rex Deus – che all'apparenza continuarono a praticare il cattolicesimo - fecero parte le più grandi famiglie nobiliari del Medioevo fra cui i reali sassoni d'Inghilterra, i capetingi di Francia (che rivendicarono la loro discendenza diretta da Maria Maddalena - sposa del Cristo - e da Gesù stesso) ed i St. Clair di Roslin (la stirpe che fece edificare la misteriosa Cappella di Rosslyn).
Non fu dunque un caso che i Cavalieri Templari dell'Alto Medioevo furono un ordine cavalleresco-militare sorto con l'appoggio dei Rex Deus e che divennero quindi i custodi della gnosi cristiana, mantenendo comunque su ciò – ufficialmente - l'assoluto riserbo.
Un'altra corrente gnostica che entrò in contatto diretto con i Templari fu quella dei Sufi islamici, i quali si riteneva avessero avuto un ruolo fondamentale nella costruzione del Tempio di Re Salomone, che è peraltro simbolo all'origine della moderna Massoneria.
I culti misterici dei Sufi, peraltro avezzi anche alla Cabala ebraica, si fusero con le conoscenze templari e queste, a loro volta, si fusero con quelle delle Corporazioni muratorie medievali, prima fra tutti quella denominata i Figli di Salomone, i quali erano esperti nella cosiddetta geometria sacra, ovvero quella disciplina che attribuiva un significato mistico ai rapporti matematici nella realizzazione delle opere d'arte ed architettoniche.
Tale Corporazione fu alla base della costruzione delle più significative cattedrali gotiche fra cui quella di Chartres, Rheims ed Amiens, così ricche di simbolismo gnostico che servì appunto agli iniziati a tramandare la Tradizione.
Fu così che, sostanzialmente, fu possibile mantenere in vita l'esistenza di scuole filosofiche e psicologiche antichissime (come la già citata scuola dei Sufi islamici), capaci di contrapporsi al bigotto Medioevo impregnato di superstizione.
Il tutto celato.....nel simbolisimo delle Cattedrali gotiche cristiane !
Fu così che nacquero le prime saghe del cosiddetto Santo Graal, che altro non era che il tramandarsi degli insegnamenti esoterici conosciuti anche dallo stesso Gesù, che fu, secondo questa Tradizione, un Grande Iniziato agli Antichi Misteri.
Significativamente ricca di simbolismo esoterico è la Cappella di Rosslyn, in Scozia.
Fatta costruire nel XV secolo dal conte William St. Clair di Roslin (si noti bene che Roslin, in antica lingua gallica significa: “antica conoscenza tramandata di generazione in generazione”), un mecenate proveniente da una fra le più influenti famiglie Rex Deus dell'epoca, Rosslyn pullula letteralmente di simboli ed allegorie gnostiche, rosacrociane e libero muratorie.
Pensiamo ad esempio alla testa scolpita di Ermete Trimegisto, considerato dagli Egizi il Dio Toth, così come l'arco all'esterno della Cappella decorato da numerosi compassi simbolo della Massoneria; ma anche la scultura di Baphomet – idolo gnostico caro ai Templari – e finanche un cavaliere templare che conduce un uomo bendato tirandolo con una fune.....a rappresentare un'iniziazione massonica ante litteram ! E potremmo continuare citando i tre pilastri interni alla Cappella che indicano rispettivamente il pilastro dei tre gradi della Massoneria azzurra: quello dell'Apprendista, del Compagno d'arte e del Maestro.
Invero i riferimenti al cristianesimo, nella Cappella di Rosslyn, sono assai pochi e trascurabili.
Forse una delle curiosità di Rosslyn è la presenza di sculture raffiguranti piante conosciute solo nelle Americhe come il granoturco e l'aloe. E questo a commemorare i viaggi dell'antenato di William St. Clair, il conte Henry, il quale approdò nelle coste del Nord America cento anni prima di Cristoforo Colombo, sbarcandovi, molto probabilmente, stando alle prove documentali del volume “Il segreto dei Templari” scritto dallo studioso William F. Mann, con una flotta di Cavalieri Templari.
La Massoneria pare dunque essere la depositaria principale della tradizione gnostica tramandata di generazione in generazione dalle famiglie Rex Deus. Possiamo dunque dire che, le origini di questa Confraternita, sono dunque ben più antiche rispetto a quelle ufficiali che la fanno risalire al 1717, allorquando fu fondata la Gran Loggia d'Inghilterra presso la “Taverna dell'Oca e della Graticola”.
Questa commistione fra Rex Deus e Massoneria è fortemente sostenuta specialmente dagli studiosi e massoni Christopher Knight e Robert Lomas, i quali teorizzano anche che la leggenda di Hiram Abif, costruttore del mitico Tempio di Re Salomone alla quale si rifanno tutti i Liberi Muratori, non è altro che un'allegoria dell'omicidio di Giacomo il Giusto, fratello di Gesù: custode degli insegnamenti misterici degli Esseni ed uno fra i primi membri storici dei Rex Deus. Gli studiosi portano a sostegno di ciò numerose tesi nel loro libro “Il secondo Messia” edito in Italia da Mondadori.
E' grazie ai Rex Deus e dunque ai primi Massoni, se si è progressivamente usciti dall'oscurantismo medievale per approdare al Rinascimento con la sua rinnovata estetica nelle arti e con una rinnovata ricerca del progresso scientifico e della conoscenza.
Pensiamo ad esempio all'opera dei massoni Elias Ashmole, ma anche a Sir Isaak Newton, noti alchimisti e uomini di scienza e cultura, nel fondare la Royal Society per la promozione della scienza scevra da dogmi.
La Massoneria, una volta costituita ufficialmente nel 1717, si diede delle regole o Landmark che fra gli altri stabilivano che nelle tornate rituali non si sarebbe potuto parlare né di politica né di religione e ciò per evitare divisioni fra i suoi membri.
Purtuttavia sappiamo come vi furono eminentissimi uomini politici che ingrossarono le file massoniche. Ciò ad ogni modo non significa affatto che la Massoneria influenzò la politica, per quanto è di fondamentale importanza storica rammentare come la Costituzione degli Stati Uniti d'America - che è la più antica costituzione statuale esistente - sia stata fondata su principi inequivocabilmente massonici: a partire dal concetto secondo cui tutti gli uomini nascono eguali e che un governo ha autorità solo con il consenso del popolo.
I Padri fondatori degli Stati Uniti d'America erano infatti inequivocabilmente massoni che vollero imprimere quanto di buono la tradizione gnostica dei Rex Deus aveva loro trasmesso.
E' invece completamente da sfatare il mito relativo alla Rivoluzione Francese quale motto popolare sorto da volontà massoniche: si veda bene come i massoni - in Francia - fossero allora per la maggior parte fra le file aristocratiche e medio borghesi, molti fra i quali ci rimisero la testa sulla celebre ghigliottina !
Abbiamo dunque tentato testè di illustrare le radici della principale e forse più antica Istituzione che, nel mondo occidentale, si occupa di tradizione esoterica.
Abbiamo infatti potuto scoprire come la sua millenaria storia si fonda e a tratti si confonda con le tradizioni: egizia, greco-romana e giudaico-cristiana, alla luce delle loro conoscenze gnostiche e misteriche.
Un viaggio in piena regola ricchissimo di spunti di rinnovata ricerca storica ed introspettiva, che è forse l'unica più autentica ricerca sulla strada del mitologico Santo Graal.
Bibliografia:
Christopher Knight – Robert Lomas: “La chiave di Hiram” Mondadori
Christopher Knight – Robert Lomas: “Il secondo Messia” Mondadori
Tim Wallace-Murphy: “I massoni” Logos
William F. Mann: “Il segreto dei Templari” Newton Compton
Obiettivamente c'è una gran “fame” di quelle risposte che potremmo racchiudere nelle parole: Conoscenza, Ricerca, Verità, Gnosi.
Il principale degli approcci a tali dimensioni, è certamente quello passato alla Storia ed alla letteratura con il sostantivo esoterico, ovvero un approccio che va alla ricerca delle radici profonde della nostra cultura e civiltà.
Per approccio esoterico, intendiamo ovviamente quello che si occupa dello studio e dell'approfondimento del simbolismo che ci circonda e che è giunto a noi dalle Antiche Civiltà che ci hanno preceduto e che hanno forgiato l'Umanità così come si presenta oggi.
Per ricercare le radici di questo approccio dobbiamo dunque andare molto indietro nel tempo: sino almeno all'Antica Grecia: ovvero allorquando i greci ereditarono i misteri gnostici dagli Egizi.
I culti misterici, tanto in Egitto che nell'Antica Grecia, erano riservati a pochi iniziati e miravano all' ”estasi Divina” o “unione con il Divino”. Si veda bene che fra questi culti d'Occidente vi è una significativa analogia e similitudine con la spiritualità vedica e buddhista d'Oriente.
L'influenza della cultura gnostico-iniziatica influenzò tutta la civiltà occidentale dei millenni a venire, la quale sosteneva sostanzialmente che tutte le arti, le scienze e le filosofie dovevano necessariamente tendere al Bello, al Buono ed al Vero. Questa era dunque l'essenza della conoscenza e solo la conoscenza poteva ritenersi Divina (da qui il ripudio degli gnostici per il “Dio della Bibbia” e la loro empatia verso la figura allegorica del Serpente, simbolo esoterico di Conoscenza e quindi di liberazione da ogni peccato: primo fra tutti l'ignoranza).
Fu così che la conoscenza permise lo sviluppo e la piena espansione della civiltà greca prima e successivamente dell'Impero Romano.
Ciò almeno sino al Concilio di Nicea del 325 d.C. proclamato dall'Imperatore Costantino, il quale dichiarò eretica la Gnosi e decretò la fede cattolica quale unica religione dell'Impero. E si noti bene come il cattolicesimo facesse leva soprattutto sull'ignoranza e sugli animi semplici, ostacolando e vilipendendo qualsiasi tipo di conoscenza e di progresso interiore ed esteriore dell'essere umano.
Fu così che gli gnostici entrarono in clandestinità e così fecero anche le famiglie che si richiamavano agli insegnamenti iniziatici di Gesù – l'Esseno - detto “Il Cristo”, le quali presero il nome di Rex Deus.
Dei Rex Deus – che all'apparenza continuarono a praticare il cattolicesimo - fecero parte le più grandi famiglie nobiliari del Medioevo fra cui i reali sassoni d'Inghilterra, i capetingi di Francia (che rivendicarono la loro discendenza diretta da Maria Maddalena - sposa del Cristo - e da Gesù stesso) ed i St. Clair di Roslin (la stirpe che fece edificare la misteriosa Cappella di Rosslyn).
Non fu dunque un caso che i Cavalieri Templari dell'Alto Medioevo furono un ordine cavalleresco-militare sorto con l'appoggio dei Rex Deus e che divennero quindi i custodi della gnosi cristiana, mantenendo comunque su ciò – ufficialmente - l'assoluto riserbo.
Un'altra corrente gnostica che entrò in contatto diretto con i Templari fu quella dei Sufi islamici, i quali si riteneva avessero avuto un ruolo fondamentale nella costruzione del Tempio di Re Salomone, che è peraltro simbolo all'origine della moderna Massoneria.
I culti misterici dei Sufi, peraltro avezzi anche alla Cabala ebraica, si fusero con le conoscenze templari e queste, a loro volta, si fusero con quelle delle Corporazioni muratorie medievali, prima fra tutti quella denominata i Figli di Salomone, i quali erano esperti nella cosiddetta geometria sacra, ovvero quella disciplina che attribuiva un significato mistico ai rapporti matematici nella realizzazione delle opere d'arte ed architettoniche.
Tale Corporazione fu alla base della costruzione delle più significative cattedrali gotiche fra cui quella di Chartres, Rheims ed Amiens, così ricche di simbolismo gnostico che servì appunto agli iniziati a tramandare la Tradizione.
Fu così che, sostanzialmente, fu possibile mantenere in vita l'esistenza di scuole filosofiche e psicologiche antichissime (come la già citata scuola dei Sufi islamici), capaci di contrapporsi al bigotto Medioevo impregnato di superstizione.
Il tutto celato.....nel simbolisimo delle Cattedrali gotiche cristiane !
Fu così che nacquero le prime saghe del cosiddetto Santo Graal, che altro non era che il tramandarsi degli insegnamenti esoterici conosciuti anche dallo stesso Gesù, che fu, secondo questa Tradizione, un Grande Iniziato agli Antichi Misteri.
Significativamente ricca di simbolismo esoterico è la Cappella di Rosslyn, in Scozia.
Fatta costruire nel XV secolo dal conte William St. Clair di Roslin (si noti bene che Roslin, in antica lingua gallica significa: “antica conoscenza tramandata di generazione in generazione”), un mecenate proveniente da una fra le più influenti famiglie Rex Deus dell'epoca, Rosslyn pullula letteralmente di simboli ed allegorie gnostiche, rosacrociane e libero muratorie.
Pensiamo ad esempio alla testa scolpita di Ermete Trimegisto, considerato dagli Egizi il Dio Toth, così come l'arco all'esterno della Cappella decorato da numerosi compassi simbolo della Massoneria; ma anche la scultura di Baphomet – idolo gnostico caro ai Templari – e finanche un cavaliere templare che conduce un uomo bendato tirandolo con una fune.....a rappresentare un'iniziazione massonica ante litteram ! E potremmo continuare citando i tre pilastri interni alla Cappella che indicano rispettivamente il pilastro dei tre gradi della Massoneria azzurra: quello dell'Apprendista, del Compagno d'arte e del Maestro.
Invero i riferimenti al cristianesimo, nella Cappella di Rosslyn, sono assai pochi e trascurabili.
Forse una delle curiosità di Rosslyn è la presenza di sculture raffiguranti piante conosciute solo nelle Americhe come il granoturco e l'aloe. E questo a commemorare i viaggi dell'antenato di William St. Clair, il conte Henry, il quale approdò nelle coste del Nord America cento anni prima di Cristoforo Colombo, sbarcandovi, molto probabilmente, stando alle prove documentali del volume “Il segreto dei Templari” scritto dallo studioso William F. Mann, con una flotta di Cavalieri Templari.
La Massoneria pare dunque essere la depositaria principale della tradizione gnostica tramandata di generazione in generazione dalle famiglie Rex Deus. Possiamo dunque dire che, le origini di questa Confraternita, sono dunque ben più antiche rispetto a quelle ufficiali che la fanno risalire al 1717, allorquando fu fondata la Gran Loggia d'Inghilterra presso la “Taverna dell'Oca e della Graticola”.
Questa commistione fra Rex Deus e Massoneria è fortemente sostenuta specialmente dagli studiosi e massoni Christopher Knight e Robert Lomas, i quali teorizzano anche che la leggenda di Hiram Abif, costruttore del mitico Tempio di Re Salomone alla quale si rifanno tutti i Liberi Muratori, non è altro che un'allegoria dell'omicidio di Giacomo il Giusto, fratello di Gesù: custode degli insegnamenti misterici degli Esseni ed uno fra i primi membri storici dei Rex Deus. Gli studiosi portano a sostegno di ciò numerose tesi nel loro libro “Il secondo Messia” edito in Italia da Mondadori.
E' grazie ai Rex Deus e dunque ai primi Massoni, se si è progressivamente usciti dall'oscurantismo medievale per approdare al Rinascimento con la sua rinnovata estetica nelle arti e con una rinnovata ricerca del progresso scientifico e della conoscenza.
Pensiamo ad esempio all'opera dei massoni Elias Ashmole, ma anche a Sir Isaak Newton, noti alchimisti e uomini di scienza e cultura, nel fondare la Royal Society per la promozione della scienza scevra da dogmi.
La Massoneria, una volta costituita ufficialmente nel 1717, si diede delle regole o Landmark che fra gli altri stabilivano che nelle tornate rituali non si sarebbe potuto parlare né di politica né di religione e ciò per evitare divisioni fra i suoi membri.
Purtuttavia sappiamo come vi furono eminentissimi uomini politici che ingrossarono le file massoniche. Ciò ad ogni modo non significa affatto che la Massoneria influenzò la politica, per quanto è di fondamentale importanza storica rammentare come la Costituzione degli Stati Uniti d'America - che è la più antica costituzione statuale esistente - sia stata fondata su principi inequivocabilmente massonici: a partire dal concetto secondo cui tutti gli uomini nascono eguali e che un governo ha autorità solo con il consenso del popolo.
I Padri fondatori degli Stati Uniti d'America erano infatti inequivocabilmente massoni che vollero imprimere quanto di buono la tradizione gnostica dei Rex Deus aveva loro trasmesso.
E' invece completamente da sfatare il mito relativo alla Rivoluzione Francese quale motto popolare sorto da volontà massoniche: si veda bene come i massoni - in Francia - fossero allora per la maggior parte fra le file aristocratiche e medio borghesi, molti fra i quali ci rimisero la testa sulla celebre ghigliottina !
Abbiamo dunque tentato testè di illustrare le radici della principale e forse più antica Istituzione che, nel mondo occidentale, si occupa di tradizione esoterica.
Abbiamo infatti potuto scoprire come la sua millenaria storia si fonda e a tratti si confonda con le tradizioni: egizia, greco-romana e giudaico-cristiana, alla luce delle loro conoscenze gnostiche e misteriche.
Un viaggio in piena regola ricchissimo di spunti di rinnovata ricerca storica ed introspettiva, che è forse l'unica più autentica ricerca sulla strada del mitologico Santo Graal.
Bibliografia:
Christopher Knight – Robert Lomas: “La chiave di Hiram” Mondadori
Christopher Knight – Robert Lomas: “Il secondo Messia” Mondadori
Tim Wallace-Murphy: “I massoni” Logos
William F. Mann: “Il segreto dei Templari” Newton Compton
Cerimonia di Passaggio al Grado di Compagno di Mestiere Libero Muratore
Il prossimo Venerdì 4 Dicembre 2009, alle ore 19.45 per le ore 20.15, presso il Tempio n° 4 della Casa dei Liberi Muratori del Grande Oriente d'Italia, in Piazza Indipendenza 1 a Cagliari, verrà celebrata la Cerimonia di Passaggio al Grado di Compagno di Mestiere Libero Muratore del Fr. M. N.
L'invito è esteso a tutti i Fratelli.
Seguirà il Convivio Fraterno.