lunedì 4 giugno 2012

"Il nostro cuore è con i terremotati dell'Emilia. E' la solidarietà la maniera più autentica per celebrare e vivere il senso della Repubblica"

2 giugno: Festa della Repubblica

Gustavo Raffi"Impegno civile, responsabilità per costruire, e sobrietà: la Festa della Repubblica non diventi occasione per nuove divisioni ma costituisca un momento forte di pensiero e di coesione nazionale, per ritrovare quella forza morale che, oggi più che mai, serve al Paese. Il nostro cuore è in Emilia, al fianco delle popolazioni colpite dal sisma ma prosegue senza sosta l'impegno per affrontare le emergenze e i problemi, individuando soluzioni per un'Italia migliore e solidale, che sappia guardare al domani con fiducia, sempre unita dai suoi simboli più veri". E' quanto afferma il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, in occasione delle celebrazioni del 2 giugno.
"La Repubblica si deve vivere tutti i giorni, sentendosi cittadini - sottolinea il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani - e aprire il cantiere di una rivoluzione morale che è alla radice del cambiamento. I giovani, la scuola, la cultura e il lavoro siano i punti di forza di un rinnovato orgoglio nazionale, mostrando nei fatti la capacità di rialzare la testa e di credere a un progetto per il futuro. A fronte delle avversità naturali - rimarca Raffi - un pronto, spontaneo moto di solidarietà nazionale sia la maniera più giusta e più autentica per celebrare nel 2 giugno la Repubblica di tutti, per ricordare a tutti che la Nazione è 'il plebiscito di ogni giorno', perché ogni giorno si rinnova l'impegno e l'orgoglio di ritrovarci assieme nella rinnovata fiducia nell'avvenire della Repubblica una e indivisibile vaticinata da Mazzini perché diventasse la casa comune di tutti gli italiani".

Per ricordare tutti i Padri della Patria, gli uomini e le donne che hanno lottato per la libertà e l'unità del Paese, sabato 2 giugno, alle 9,30, a Roma, una delegazione del Grande Oriente d'Italia deporrà una corona d'alloro alla statua di Garibaldi, al Gianicolo. Un segno di unità, perché la memoria diventi pietra di costruzione per il presente.