martedì 31 gennaio 2017

Il logo ufficiale del Grande Oriente d'Italia per le celebrazioni dei 300 anni della Libera Muratoria.

Il Grande Oriente d'Italia festeggia i 300 della Libera Muratoria

La Libera Muratoria moderna fu fondata a Londra il 24 Giugno 1717, nel giorno di San Giovanni Battista.

Ecco, in anteprima, il logo ufficiale che accompagnerà le celebrazioni.



Il fascino del Medioevo attraverso la musica. Conferenza nella casa massonica di Firenze


Palazzo Altoviti, galleria all'intervo della sede massonica
Firenze, Palazzo Altoviti, galleria all’interno della sede massonica del Grande Oriente d’Italia
Domenica 19 febbraio le suggestioni e la magia dell’epoca medievale saranno oggetto di un incontro pubblico organizzato a Firenze dalla Massoneria toscana del Grande Oriente d’Italia. L’appuntamento è alle ore 10 a Borgo Albizi, nella casa massonica all’interno di Palazzo Altoviti dove hanno sede le logge fiorentine.
“La corte armonica. Il medioevo, la musica e i suoi misteri” è il titolo della conferenza che sarà tenuta da Monica Cioci, musicista e docente presso l’Accademia Musicale di Firenze. L’iniziativa si svolge a cura del Collegio Circoscrizionale della Toscana e del Consiglio dei Maestri Venerabili di Firenze. Presenta il presidente circoscrizionale Francesco Borgognoni ed è prevista la presenza del presidente del Consiglio fiorentino Francesco Colonna.
Ingresso libero.

Gli itinerari massonici del Giardino Inglese della Reggia di Caserta


La splendida statua di Venere

«Per pesare il cuore con entrambe le mani ci vuole coraggio, e occhi bendati, su un cielo girato di spalle». Un verso di una canzone che emoziona perché parla il linguaggio dell’anima. E ci sono tante cose che hanno le loro parole, una sintassi dell’estasi e della commozione. Come il giardino inglese della Reggia di Caserta. Il suo linguaggio massonico è noto – voluto dalla regina Maria Carolina, la giovane moglie di Ferdinando IV, commissionato dal botanico tedesco John Andreas Graefer e dall’onnipresente architetto Carlo Vanvitelli in un clima culturale dominato dalla figura di Raimondo Di Sangro, Principe di Sansevero. E non volle il solito giardino all’italiana, tutto righe e angoli piatti e perfetta disposizione. Volle caos, disordine, apparente casualità, piante che prosperano libere. La natura è utilizzata come fine dell’essenza estetica. Un luogo dalla duplice lettura, perché la natura espone un significato ‘iniziatico’ che incanterà poeti, filosofi, scrittori. Solo chi sa ne conosce la natura, solo chi sa può interpretarne i simboli.

Tiziano Busca

Scrive Marcello Fagiolo: «Maria Carolina, adepta della massoneria napoletana, volle nascondere nel giardino una sorta di itinerario iniziatico che, attraverso una serie di tappe segnate da fabriques dalla chiara valenza simbolica – come la piramide, il sepolcreto neogotico e il tempietto a tholos che campeggia al centro del labirinto – si concludeva, come in una sorta di catarsi lustrale, nello spazio incantato del laghetto dedicato a Venere. Nel luogo più appartato del giardino, sui resti di una cava tufacea e ai bordi di un piccolo stagno, il Vanvitelli dà vita a un ambiente di grande suggestione dove gli scogli, costituiti da grandi massi tufacei, la copiosa vegetazione e la statua di Venere formano uno spettacolare insieme che riechieggia le magiche atmosfere dell’antro della Sibilla Cumana. Sullo sfondo Vanvitelli colloca il criptoportico romano in rovina con statue e pezzi archeologici tratti direttamente dagli scavi di Ercolano e Pompei, dove vegetazione e architettura si fondono in una cornice fantastica e simbolica che evoca ancora il mito della Sibilla e rimanda a una mitica Età dell’Oro. Ancora ispirato a mitiche età è il tempietto realizzato sull’isola circondata dalle acque del lago dei Cigni. Il tempietto, caratterizzato dalla copertura in paglia della cella, sormontata da una cupola ellittica, rimanda alla teoria vitruviana della derivazione degli ordini classici dalla natura da cui discendeva il complesso simbolismo dell’architettura gotica» (Marcello Fagiolo, Architettura e Massoneria, Gangemi Editore, Roma 2006, pag. 227-228).

Ancora un particolare

L’eredità di questa cultura è del tardo Seicento. Uno ‘spirito’ che arriva alla Loggia «Perfetta Unione» da esperienze importanti come quelle della Rosacroce d’Oro, di personaggi come il Cavalier Borri, Federico Gualdi e che il Venerabile Henri Tschudi scolpirà nei suoi rituali massonici, praticati a Napoli, quelli che poi saranno ripresi e riorganizzati nella seconda metà del Settecento da Don Pernety. Primi balbettii questi, vale la pena ricordarlo, addirittura precedenti la fondazione della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Un filone sapienziale che si rifà a Bernardo Travisano, Basilio Valentino, il Filalete, il Cosmopolita. «È il destino il tema dominante del giardino inglese della Reggia di Caserta, come dell’humus culturale e iniziatico di cui è informato», dice il Sommo Sacerdote del Rito di York Tiziano Busca. «Perché camminare tra le piante, avventurarsi oggi in questi sentieri vuol dire questo: indovinare la partita dell’uomo. Farlo oggi in cui tutto è rovina. Un giardino lasciato alla curiosità dei turisti. E una Massoneria che qualche volta perde il suo autentico significato».

Un libro da avere

Pensare altrimenti. Filosofia del dissenso




«Pensare altrimenti. Filosofia del dissenso» (Einaudi) è il nuovo libro del filosofo Diego Fusaro. L'ordine dominante non reprime, oggi, il dissenso. Ma opera affinché esso non si costituisca. Fa in modo che il pluralismo del villaggio globale si risolva in un monologo di massa. Perciò dissentire significa opporsi al consenso imperante, per ridare vita alla possibilità di pensare ed essere altrimenti.

Il Collegio della Calabria sponsor d’eccezione dei DeMolay della regione


Riprende a Cosenza l’attività del Capitolo Excalibur dell’Ordine dei DeMolay dopo un periodo di inattività di quasi due anni. Il capitolo è stato costituito nel 2003 ed è guidato dal Chairman Raffaele Cozza. Sponsor d’eccezione di questa ripresa è il Collegio circoscrizionale della Calabria del Grande Oriente d’Italia grazie all’impegno del Presidente Peppe Messina e della sua giunta che hanno creduto e voluto fortemente investire nel progetto per ampliare e valorizzare questo Ordine paramassonico in Calabria. 
I ragazi del DeMolay con il Gran Maestro Onorario Antonio Perfetti
I ragazzi del DeMolay con il Gran Maestro Onorario Antonio Perfetti
La ripresa delle attività è stata sancita l’otto gennaio con una cerimonia nella casa massonica di Cosenza che ha visto il nuovo ingresso di otto ragazzi provenienti da diverse località della regione. Presente il Gran Maestro Onorario Antonio Perfetti. L’Ordine paramassonico internazionale dei DeMolay si rivolge ai giovani che hanno un’età compresa tra i 12 e i 21 anni, giovani disposti a socializzare con altri giovani come loro e più in generale disposti a rispettare le comuni regole del vivere civile. L’attività dei ragazzi del DeMolay si basa infatti sull’osservanza di sette precetti principali: amore filiale, rispetto per le cose consacrate, lealtà, patriottismo, cortesia, rettitudine e amicizia. 
Numerosi i presenti alla cerimonia di investitura. Insieme a genitori e parenti dei ragazzi nuovi entrati erano presenti le Worthy Matron dei Capitoli Artemide di Cosenza e Aletheia di Paola dell’Ordine della Stella d’Oriente, accompagnate da esponenti dell’Ordine, il Presidente circoscrizionale Messina, due Ispettori, il presidente delle logge cosentine Nino Tocci, Maestri Venerabili di sette logge, il Consigliere dell’Ordine Massimo Allo’ e il già citato Gran Maestro Onorario Perfetti. In rappresentanza del Rito Scozzese Antico e Accettato ha preso parte ai lavori l’Ispettore provinciale Antonio Salituro.
A tenere a battesimo gli otto ragazzi l’Ufficiale esecutivo per la Giurisdizione Italiana e membro Attivo del Supremo Consiglio del DeMolay Internazionale, Luciano Critelli, giunto a Cosenza accompagnato da quattro giovani DeMolay del Capitolo di Roma (1), che ha annunciato che la prossima riunione si svolgerà a margine della Gran Loggia di aprile a Rimini e sarà dedicata al distretto della Calabria.
Significativi, infine, i numerosi interventi dei partecipanti che hanno più volte ribadito l’importanza di sostenere il DeMolay rivolto a far crescere i ragazzi, in un mondo ormai carente di ideali, con sani principi e con uno stile di vita che possano contraddistinguerli nella società e portarli a essere uomini migliori.

lunedì 30 gennaio 2017

Mauro Cascio e Antonio Cecere ad Anguillara



Nel corso dell'incontro si è parlato anche della simbologia e della struttura del Rito di York

Erano diversi anni che Mauro Cascio e Antonio Cecere non facevano più qualcosa assieme. C'è voluto Jesus Issa Seck per una 'storica' reunion. Per continuare a parlare di Filosofia e di Massoneria come luogo deputato per una riflessione libera, libera da schemi, dogmi, ideologie. I due percorsi di ricerca tornano a incrociarsi, ma in realtà non si sono mai interrotti nella sostanza. Perché c'è bisogno di filosofia dentro e fuori le Logge. Anche per combattere questa nuova ideologia della post-verità in cui tutto, dai fatti non documentati alle opinioni più improbabili, contribuisce a formare una 'coscienza collettiva' sempre più impreparata. Lo studio diventa allora un'arma di resistenza contro un degrado e un arretramento che sta coinvolgendo tutti i settori del nostro stare assieme.
L'incontro, presso i nuovi locali dell'Associazione Gli Elfi di Anguillara Sabazia, è stato anche l'occasione per parlare di libri. Da «La Massoneria. Una simbologia in movimento», il titolo di Cascio e Cecere (con Marco Rocchi e la prefazione di Tiziano Busca) che ha inaugurato la collana curata dal Capitolo del Rito di York ' De Lantaarn' a «Umberto Eco e la Massoneria», l'ultimo libro del filosofo pontino, pubblicato qualche mese fa da Tipheret.

La splendida location dell'Associazione Gli Elfi

Tutto esaurito al Teatro Vascello per il convegno sulla migrazione dei simboli


La necessità di difendere i simboli, è il messaggio che esce dal convegno. Gli integralisti li distruggono perché il simbolo rappresenta un’idea e l’idea fa pensare.

Roma 238.01.2017
Posti esauriti al Teatro Vascello la mattina del 28 gennaio per un convegno che sembrava annunciarsi solo per specialisti e che poi si è rivelato invece di grande interesse per tutti e, parlando di simboli, fortemente collegato all’attualità. L’occasione dell’incontro, promosso dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia e del suo responsabile, il Gran Bibliotecario Bernardino Fioravanti, è stata la presentazione dell’ultima fatica di Mino Gabriele, il libro “Il primo giorno del mondo” edito da Adelphi, che approfondisce il tema della “migrazione dei simboli” affrontato alla fine dell’Ottocento da Eugène Goblet d’Alviella, storico delle religioni e massone, che pubblicò nel 1891 un saggio intitolato proprio La migration des symboles. I simboli che ‘migrano’ nel tempo e nello spazio, attraversando anche culture diverse, è il tema che è stato esaminato, insieme all’autore, da Claudio Strinati e dallo storico belga Marc D’Hoore, Conservatore della Bibliothéque Royale de Belgique. Il Gran Maestro Stefano Bisi ha portato in apertura il saluto del Grande Oriente d’Italia.
È stato D’Hoore ad introdurre il discorso attraverso la figura di Gobliet d’Alviella che ha definito un antesignano dello studio della storia delle religioni in Europa e primo scienziato in Belgio dove istituì la cattedra che lui stesso ricoprì fino alla prima guerra mondiale. Il blasonato Gobliet (era conte) era un eclettico e s’interessava anche di antropologia, archeologia, storia, geografia, linguistica ed era un instancabile viaggiatore, nonché politico governativo, fu anche ministro, fortemente impegnato nell’ala dei liberali. Tutti questi suoi interessi-impegni si combinavano con la sua appartenenza alla Massoneria in cui raggiunse la carica di Gran Maestro del Grande Oriente del Belgio e di Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato del suo paese. Forse nasce dall’adesione ai principi massonici la sua necessità di trovare un piano comune al suo studio delle religioni richiamando la universalità dei simboli dopo averne passati in rassegna tantissimi (come la croce in tutte le sue forme), patrimonio di culture diverse in tempi e in luoghi geografici anche lontanissimi. Gobliet dimostrò che, migrando, il simbolo può cambiare forma o significato tanto da non potersi individuare talvolta chi sia il ‘prestatore’ e chi il ‘mutuante’. Ecco perché, ha spiegato Marc D’Hoore, Gobliet sosteneva il sincretismo religioso: “un tale sincretismo – ha aggiunto lo storico belga – avrebbe permesso al mondo, secondo Gobliet, per la prima volta nella storia, di godere di una pace religiosa fondata, non sull’unità delle forme e delle formule, ma sull’ammissione di quanto, sulla varietà dei simboli, tutte le religioni racchiudono di vero e di fecondo”.
Rilievo con Phanes, II sec. ca. Modena, Museo Civico Archeologico, inv. 2676.
Rilievo con Phanes, II sec. ca. Modena, Museo Civico Archeologico, inv. 2676.
I profani in materia potrebbero usare il termine ‘trasversalità’ per definire la capacità di uno stesso simbolo di depositarsi in contesti diversi tra loro, e di mantenere, oppure no, il significato delle origini. Claudio Strinati, storico dell’arte, ha spiegato questo concetto con limpida chiarezza catturando l’attenzione del pubblico per oltre un’ora. Ha descritto il libro di Mino Gabriele con attenzione e la sua capacità divulgativa ha reso intellegibili le immagini a corredo che sono il corpo fondante del saggio con il loro apparato concettuale piuttosto complesso, soprattutto quando ci si addentra nell’ambito dell’alchimia. Strinati ha percorso le storie in cui si dipana il saggio, quasi come un romanzo, per spiegare il cammino, la migrazione dei simboli in epoche e luoghi diversi, lungo la traccia seguita da Gabriele. Il viaggio parte da un bassorilievo del II secolo che rappresenta il primo giorno del mondo (non a caso il titolo del libro), con il dio orfico Phanes al centro contornato dallo zodiaco e di inequivocabili simboli che ispirarono la cultura alchemica più tardi. Infatti al bassorilievo si ispirarono, senza mai menzionarlo, diversi artisti cinquecenteschi: nel libro si parla, in particolare, della raffigurazione di un drago immortale le cui radici risalgono fino a un antico dramma indiano; di un raro amuleto giudaico-cristiano del XVI secolo, subito condannato dalla Chiesa; di una singolare incongruenza astrale, coniugata con la teoria dei quattro elementi, del ciclo decorativo del celebre Studiolo di Francesco I de’ Medici. Strinati ha descritto le immagini nei particolari definendo le relazioni nei vari contesti.
A Gabriele il compito di spiegare il senso del suo nuovo saggio, cosa che ha fatto anche lui con estrema chiarezza in virtù della sua lunga esperienza di studi e insegnamenti. Ricordiamo che Mino Gabriele insegna iconografia, iconologia e scienza e filologia delle immagini all’Università di Udine. Lo studioso ha spiegato al folto pubblico in Teatro di aver proposto con il suo libro un cammino di nuova comprensione della realtà che viviamo – senza diluire i pensieri e le idee che hanno dato forma alle immagini che la testimoniano – specificando che occorre tenere sempre ben chiaro che ogni simbolo, di ogni luogo e di ogni epoca, è sempre la rappresentazione di una idea o  di un pensiero. La storia lo testimonia. L’interessante è individuare il viaggio che il simbolo percorre, la migrazione. Gabriele ha spiegato che il suo studio intende arricchire la trama e i concetti dei simboli in spazi sempre più ampi, fino ad arrivare ad oggi quando assistiamo a forze violente e integraliste che vogliono cancellare i simboli, quelli che esprimono la storia e l’identità di culture diverse. Perché, ha ribadito Gabriele, il simbolo è la rappresentazione di una idea e l’idea fa pensare.
Il Gran Maestro Stefano Bisi, presente al convegno, anche se poi ha dovuto lasciare i lavori per concomitanti impegni istituzionali, aveva anticipato in apertura i concetti espressi da Mino Gabriele evidenziando proprio come l’apparato culturale della Massoneria sia definito da simboli. Simboli che hanno una tradizione e una storia importanti e che spesso vengono sbeffeggiati, attaccati anche in maniera volgare e violenta e solo per ignoranza o pregiudizio generico. Fino ad essere inseriti in contesti negativi a loro estranei. Ecco perché, ha ribadito il Gran Maestro, non bisogna cedere alle provocazioni e agli attacchi, sebbene brutali. “Non è la prima volta che la Massoneria viene messa a dura prova e non dobbiamo avere paura”, ha detto ai numerosissimi Fratelli in sala. “E vi invito a prendere in prestito – ha aggiunto – il bellissimo slogan dei ragazzi terremotati di Arquata del Tronto: ‘Il coraggio non trema’ hanno scritto nelle magliette. Ecco, mi piacerebbe che anche noi adottassimo quel motto e non solo per noi ma per essere a loro sempre più vicini, insieme alle migliaia di nostri connazionali che stanno soffrendo il dramma del terremoto nel centro Italia”.


La catena d’unione. A Firenze si parla di Massoneria con il nuovo libro di Cazzaniga


la-catena-dunione-di-gian-mario-cazzaniga-introduzioneAttraverso trentuno saggi il filosofo Gian Mario Cazzaniga, autore di opere fondamentali sulla Massoneria, nel suo nuovo libro colloca l’Istituzione massonica all’interno della fioritura dell’associazionismo volontario del XVIII secolo, espressione del fenomeno costitutivo della modernità. La presentazione di “La catena d’unione. Contributi per una storia della massoneria” è in programma il 4 febbraio presso l’Hotel Mediterraneo di Firenze. Sarà presente il Gran Maestro Stefano Bisi. La partecipazione è aperta a tutti.

Sarà presentato il 4 febbraio a Firenze l’ultimo saggio di Gian Maria Cazzaniga “La catena d’unione. Contributi per una storia della massoneria”. L’appuntamento è alle ore 16:30 presso l’Hotel Mediterraneo, Lungarno del Tempio, 44. Modera il Gran Bibliotecario Dino Fioravanti. Introduce il Presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana Francesco Borgognoni. All’evento è prevista la partecipazione del Gran Maestro  Stefano Bisi.
L’opera, edita da Ets, contiene trentuno saggi, attraverso i quali l’autore, che è stato  professore ordinario di Filosofia Morale all’Università di Pisa, ricostruisce una storia generale della Massoneria e di altre società ad essa correlate (Carboneria, Fratelli Cacciatori, Cavalieri del Lavoro). Il volume è diviso per sezioni tematico-cronologiche, così da riassumerne una storia dagli inizi al primo Novecento: I. Origini della massoneria II. Massoneria e illuminismo III. Massoneria e università a Pisa IV. Massoneria e rivoluzioni moderne V. Massoneria e Risorgimento VI. Massoneria e movimento operaio. In questi saggi la Massoneria viene collocata all’interno della fioritura dell’associazionismo volontario del XVIII secolo, espressione dunque del fenomeno costitutivo della modernità: l’invenzione del legame sociale e l’affermarsi di una visione della comunità umana come autopoiesi, che cioè ridefinisce continuamente se stessa e si sostiene e riproduce dal proprio interno.
La catena d’unione, simbolo di fraternità universale e legame che unisce fra loro sia ritualmente i membri di una loggia sia idealmente tutti i massoni sparsi per il mondo, ne è immagine esemplare. Il programma di perfezionamento dell’uomo che aspira a riacquistare libertà ed eguaglianza naturali, maturato nelle logge settecentesche, finirà per incontrare, con esiti alterni, le rivoluzioni atlantiche, il sorgere di stati-nazione e il tentativo di unirli in associazioni sovranazionali di arbitrato e difesa della pace. Ciò che resta come grande eredità è il modello associativo massonico, di cui avremo filiazioni molteplici nell’Ottocento, dalle società operaie di mutuo soccorso alle prime società sportive e al partito di massa, in cui la politica si costituisce come religione dei moderni.
Dopo gli studi di Francovich e Giarrizzo sulla Massoneria settecentesca italiana ed europea il nuovo libro di Cazzaniga cerca ora di delineare una storia mondiale della Libera Muratoria inserita nella vita culturale e sociale del mondo occidentale.
Gian Mario Cazzaniga
Gian Mario Cazzaniga
Gian Mario Cazzaniga, già professore ordinario di Filosofia Morale all’Università di Pisa, organizzatore di dodici convegni internazionali, autore di 150 pubblicazioni scientifiche, è stato visiting professor in una ventina di università straniere. Altri sue pubblicazioni sulla Massoneria sono  La religione dei moderni, edito nel 1999 da Ets, e la direzione per la Storia d’Italia Einaudi di due Annali collettanei: Massoneria, del 2006, ed Esoterismo, del 2010,


Il Gran Maestro Stefano Bisi a Sanremo: “Noi siamo per la legalità e ci battiamo perché trionfino i principi di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza” | La Riviera


La Riviera del 26 gennaio 2017
La Riviera del 26 gennaio 2017
SANREMO (may) A margine dell’evento celebrato al Casinò con l’incontro delle due osservanze massoniche per celebrare i 300 anni dall’ipotetica nascita della Massoneria, La Riviera ha realizzato una intervista esclusiva al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi.
Ogni volta che si parla di Massoneria si scatenano sui giornali attenzioni, dietrologie, pruderie e sarcasmi. Quali “rimedi” Lei pensa sia opportuno mettere in atto da parte vostra per essere considerati diversamente dalla stampa e dai molti suoi lettori? “Un titolo con la parola Massoneria in Italia attira sempre l’attenzione e spesso viene utilizzato in modo gratuito ed arbitrario accostandolo a fatti e persone che poi nella maggior parte dei casi con la vera e regolare Massoneria non hanno nulla a che fare. Nell’Italia del pregiudizio, delle forti divisioni politiche e di coloro che vedono trame occulte dietro ogni angolo, fa comodo a tanti infilarci la Massoneria e riaprire la caccia alle streghe per fare passare in secondo piano i veri problemi che attanagliano la società. Devo anche dire, a onor del vero, che nella vicenda in corso con la Commissione Antimafia che ci ha richiesto gli elenchi degli iscritti, i quotidiani hanno preso una posizione di grande attenzione e di cautela. E sono stati diversi gli opinionisti che hanno preso posizione contro una richiesta ritenuta da noi inaccettabile perché viola il diritto alla privacy di tanti onesti cittadini, di tanti Liberi Muratori che hanno diritto ad associarsi in una grande Istituzione come il Grande Oriente d’Italia che non è segreta e persegue fini nobili e legali”.
Gli elenchi: E` vero che da sempre Voi li comunicate a tutte le Questure d’Italia? “Vorrei sfatare questa circostanza. Gli elenchi non vengono forniti alle Questure, non esiste alcun obbligo. Ma, per esempio, nel caso di Castelvetrano, la loggia Francisco Ferrer, li ha forniti spontaneamente perché ci erano stati richiesti. Anche se nessun fratello risulta indagato. Noi siamo per la legalità e ci battiamo perché trionfino i principi di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Rifiutiamo qualsiasi accostamento con fenomeni di malaffare che non ci appartengono”.
Nessuno si sogna di chiedere e rendere pubblico l’elenco degli iscritti all’Opus Dei, alle Chiese di varia denominazione, al Rotary, ai partiti politici etc… Come pensate di rispondere alla Bindi che vi ha chiesto l’elenco dei vostri iscritti? Perché tanta morbosa attenzione verso gli iscritti alla Massoneria? Se è vero che siete trasparenti e immacolati, perché non agite legalmente ogni volta che qualcuno vi addebita ingiustamente dei reati, apparentandovi addirittura con organizzazioni malavitose? “Veda l’Italia è proprio uno strano Paese. Chiedono gli elenchi a noi e dovremmo consegnarli non si sa bene perché, e non li chiedono ai partiti. In tutta Italia ogni giorno le cronache sono piene di inchieste e di indagati. Nessuno però si è sognato di chiederle eventualmente a loro. Io penso che bisogna maturare una coscienza ed essere equilibrati e non strumentalmente giustizialisti. O tutti, e dico tutti, i partiti, i sindacati, le organizzazioni religiose, filosofiche e di qualsiasi altra natura li consegnano, oppure non possono chiederli solo a noi. Alla Bindi ho già detto la nostra posizione ufficiale. Noi abbiamo collaborato sin dall’inizio ma con le vicende su cui indaga la Commissione non c’entriamo nulla. Quanto ad eventuali addebiti lesivi della nostra immagine siamo pronti a perseguire legalmente coloro che eventualmente diffameranno i fratelli del Grande Oriente d’Italia”.
Lei ha dichiarato al Corriere che oltre al Goi con oltre 23000 iscritti, in Italia ci sono almeno un’ottantina di altre micro-obbedienze massoniche. Sono gruppi autonomi? Conosciuti o no? Non è possibile un “mar-chio inequivocabile” che distingua la Massoneria Ufficiale dai gruppi spurii? “Guardi, è difficile fare un calcolo esatto di tutte quelle che Lei chiama micro-obbedienze o organizzazioni che si richiamano ai principi della Massoneria. Basta dare un’occhiata su Internet e scoprirà l’esistenza di centinaia di gruppi-logge dai nomi più disparati. La Massoneria regolare (Le ricordo che il Grande Oriente è nato nel 1805 ed è la più antica e regolare Obbedienza massonica presente in Italia) purtroppo non ha il copyright. Nessuno può impedire alle persone di comprare dei rituali e far nascere una Loggia di San Giovanni o una fantomatica Gran Loggia”.
I Vostri rapporti con la Chiesa Cattolica, negli ultimi 50 anni sono sempre stati altalenanti. Ora a che punto sono? “Guardi, non abbiamo rapporti ufficiali, anche se sin dal momento della mia elezione ho detto di ammirare l’azione di Papa Bergoglio che ha preso tante decisioni coraggiose dando al suo Magistero un’impronta pastorale forte. Così come ho apprezzato lo scorso anno l’articolo del Cardinale Gianfranco Ravasi sul Sole24ore che ha lasciato intravedere se non altro un auspicabile cambiamento di tendenza nei confronti della Massoneria. Io penso che il dialogo avvicini e crei ponti, pur restando diverse le strade e le visioni della Chiesa e della Libera Muratoria”.
ALLEGATI

Una statua per Geminiani, musicista e massone | La Nazione Lucca


Bozzetto della statua di Geminiani
Bozzetto della statua di Geminiani
Un altro tributo ad un famoso musicista lucchese. Dopo Catalani, Puccini e Boccherini è la volta di Francesco Xaverio Geminiani, nato a Lucca nel 1687 e morto a Dublino nel 1762, e che fra l’altro è stato anche il primo massone lucchese italiano della storia moderna. Una statua che lo raffigura sarà collocata in piazza Guidiccioni, grazie all’opera dell’artista Nicola Domenici di Viareggio che nel 2015 ebbe occasione di esporre le sue opere nella casa del Boia offerta a titolo gratuito dall’Opera delle Mura per un mese e organizzata dalla Loggia massonica di Lucca Francesco Geminiani. L’opera, a grandezza naturale e in marmo di Carrara, ritrae il maestro violinista mentre con la mano destra tiene il violino sul petto e con la sinistra l’arco lungo il fianco. Il bozzetto è stato consegnato nei giorni scorsi al Comune e ora, dopo il via libera della giunta comunale, l’amministrazione procederà nella richiesta di autorizzazione da parte della Soprintendenza, per arrivare a collocare la statua in piazza Guidiccioni la prossima primavera. L’opera, si legge in un comunicato di palazzo Orsetti, verrà donata al Comune dall’associazione culturale Francesco Xaverio Geminiani di Lucca. «Lucca città della musica commenta il sindaco Alessandro Tambellini che ha curato in prima persona l’acquisizione del monumento – rende omaggio con questa realizzazione a uno dei suoi grandi musicisti, che insieme al maestro Puccini, a Boccherini e a Catalani, costituiscono le punte di diamante di un milieu artistico-culturale di grandissima qualità, riconosciuto a livello mondiale».
ALLEGATI

La Loggia Eadem Resurgo di Reggio Calabria ha conferito l’Aureo Compasso al Primo Gran Sorvegliante Tonino Seminario


Prestigioso riconoscimento per il Primo Gran Sorvegliante del Grande Oriente d’Italia Tonino Seminario. Nel corso della tornata per l’insediamento delle cariche dell’Officina Eadem Resurgo 1249 all’Oriente di Reggio Calabria, alla presenza di oltre duecento fratelli provenienti non solo dagli Orienti calabresi, il fratello Seminario e’ stato insignito dell’Aureo Compasso che gli è stato consegnato dal maestro venerabile della Loggia, Filippo Condemi. Bella la motivazione con cui è stata assegnata l’onorificenza: “Per avere interpretato con l’esempio e l’azione quotidiani l’essere massone al volgere di un tempo risolutivo ed efficace insieme, per aver sorretto e ispirato, con il proprio comportamento e il tratto nobile che lo contraddistingue, il difficile cammino della comunità massonica calabrese sulle strade del terzo millennio, per aver indicato, con la parola, il gesto, il consiglio fraterno, la giusta scelta da compiere in ogni circostanza, affinché potessero derivarne quella serietà e senno, quel benefizio e giubilo che sono il coronamento della virtù”. Alla tornata reggina erano presenti i Gran Maestri Onorari Ugo Bellantoni e Pino Lombardo, i Grandi Ufficiali, i Garanti d’Amicizia della Calabria e gli Ispettori regionali.

venerdì 27 gennaio 2017

Qual è il rapporto tra la Libera Muratoria e la Religione?




Durante le nostre Cerimonie, nel Rituale Emulation, viene invocata la benedizione e l'assistenza di Dio, qualificato di volta in volta come “Grande Architetto dell'Universo”, “Padre Onnipotente”, “Supremo Governatore dell'Universo”, “Creatore”, “Signore”, “Grande Geometra dell'Universo”, “Dio Misericordioso”, “Dio Onnipotente”, “Altissimo”, “Architetto e Regolatore dell'Universo”, “Signore della Vita”.


Nel prosieguo, le frasi in corsivo e virgolettate sono citazioni tratte dal nostro Rituale Emulation

Il candidato all'iniziazione deve dichiarare di riporre la sua ultima fiducia in Dio.

Ai Compagni di Mestiere viene ricordato Dio come colui cui “noi tutti abbiamo il dovere di sottometterci e che dobbiamo con umiltà adorare” e i Maestri Muratori si riconoscono “deboli creature della Tua Provvidenza”.

Nella nostra Loggia è sempre aperto il Volume della Legge Sacra, che è la Bibbia, insieme al Corano ed alla Torah, e che viene considerato come “l’infallibile guida alla verità e alla giustizia e regolatore delle vostre azioni in base ai precetti divini che esso contiene” e ha lo scopo di “regolare e reggere la nostra fede”; i candidati assumono i loro impegni su tale Libro, o su altro Libro che sia Sacro in quanto secondo la loro religione esso contenga la Rivelazione.

Chi non creda in Dio, chi creda in una divinità non connotata dai requisiti della trascendenza, personalità, onnipotenza e provvidenza, chi creda che questi attributi siano ripartiti tra più divinità e chi non crede che la Rivelazione sia contenuta in un Libro Sacro, non riuscirebbe facilmente a attribuire senso a queste espressioni della nostra tradizione tricentenaria, se non snaturandole.

Per tale motivo, la Libera Muratoria ammette nelle proprie file soltanto uomini che dichiarano di credere sinceramente in Dio, Essere Supremo, e nella Sua volontà Rivelata, indipendentemente da quale sia la loro religione, purché monoteistica e purché abbia un Libro Sacro che contenga la Rivelazione.

Quindi, le espressioni sopra elencate sono accettabili per persone appartenenti a tutte le principali religioni monoteistiche (ebrei, cristiani, musulmani, indù astika, sikh, ecc.), che sono quindi accolte nelle nostre Logge.
Occorrono alcune importanti precisazioni:
·       al candidato per l'ammissione non viene chiesto quale sia la sua religione, né se sia praticante o rigorosamente ortodosso rispetto ai suoi insegnamenti, questioni che riguardano esclusivamente il candidato e la sua religione; gli viene chiesto solamente se creda in Dio, Essere Supremo e se sia disponibile a prestare il Solenne Impegno di un Libero Muratore su un Libro Sacro contenente la Rivelazione e quindi capace di conferire carattere sacro a tale Solenne Impegno;
·       quando il Libero Muratore, prendendo parte al rituale, invoca Dio, egli invoca solo e precisamente il Dio in cui crede in base alla propria religione, esattamente come ogni altro Libero Muratore accanto a lui; questo non comporta nemmeno implicitamente il tentativo di fondere le diverse religioni in un tutto sincretistico, né l'intento di persuadere surrettiziamente i Liberi Muratori che tutte le religioni avrebbero carattere relativo;
·       al contrario, infatti, il Libero Muratore viene espressamente esortato dall'istituzione a considerare il Dio della religione in cui crede come Supremo e a porre i doveri che derivano dalla sua religione prima del proprio impegno nella Libera Muratoria;
·       affinché ciascuno possa partecipare all'istituzione, conservando e praticando la propria credenza religiosa senza turbare quella degli altri o esserne turbato, sono espressamente vietati in Loggia tutti gli argomenti di discussione riguardanti le religioni o relative a materie inerenti alla teologia.


Il Rito di York a Novara


Un momento della cerimonia

Ancora pagine importanti, per il Rito di York italiano. A Novara, con l’insediamento delle nuova cariche, si è provveduto al ricevimento nel Sacro Arco Reale di nuovi Compagni. Un’avventura dello Spirito che non ha pari in Massoneria.  Ed è significativo l'interesse per un'esperienza che è unanimemente riconosciuta come il più naturale complemento e completamento della Maestria dei gradi della Massoneria simbolica.

«Il valore grandioso e intramontabile dell'amore tra popoli». Tiziano Busca nel Giorno della Memoria




«”In ogni vita c'è una stagione straordinaria in cui il tempo si dilata e sta fermo e noi non ne avvertiamo più lo scorrere incessante e irresistibile che ci strappa ogni acquisto: tutto per noi allora appare eterno, grandioso, intramontabile”. Se ci sono parole che mi restituiscono il significato della parola ‘comprensione’ sono queste di Elémire Zolla. E comprendere, oggi, nel giorno della memoria, è fondamentale. Si comprende oggi per non doverlo fare più. Perché il crimine dell’uomo contro l’uomo è un crimine che si vive ogni giorno, l’antisemitismo non è un museo, ma una malattia dell’anima con cui bisogna fare i conti tutti i giorni. La storia ci insegna questo: si può essere assassini e indifferenti indossando giacca e cravatta, si può essere brutali dietro un’uniforme, si può essere rispettabili fuori e deformi dentro e la follia può essere anche una follia nelle leggi. Dobbiamo capire che è l’abitudine a renderci meno evidenti i drammi e le persecuzioni. Dobbiamo affrettarci a richiamare dall’errore chi maschera un antisemitismo mai risolto con l’antisionismo. Chi critica Israele perché ad altro vuole arrivare.
E noi massoni abbiamo un dovere in più. Perché la tradizione ebraica e cabalistica fa parte del nostro Dna. E perché siamo, da sempre, il luogo dove si parla, dove ci si confronta, dove ci si vuole bene come uomini, come fratelli e il resto non conta. Oggi più che mai dobbiamo trasmettere persino la voglia di emozionarci. Essere portatori di valori, testimoni di dialogo e tolleranza». Lo ha detto oggi, in occasione della Giornata della Memoria, il Sommo Sacerdote dei Liberi Muratori dell’Arco Reale - Rito di York in Italia Tiziano Busca.

27 gennaio, Shoah e il dovere della memoria


Auschwitz-Birkenau

Una data che va onorata ogni anno e che coincide con l’arrivo nel 1945 delle truppe sovietiche nel campo di Auschwitz. Per la prima volta fu mostrato al mondo l’immenso ed inimmaginabile orrore dei lager nazisti. Trovarono la morte 3 milioni di ebrei – tra i fucilati e quanti furono uccisi nei ghetti questa cifra sale a 6 milioni – 3 milioni e 300 mila prigionieri di guerra, un milione di oppositori politici, 500 mila Rom, 9 mila omosessuali, 2250 testimoni di Geova, 270 mila tra disabili e malati di mente.

Numerose le vittime anche tra i massoni: la stima, approssimativa perché non completamente esaminata a livello internazionale, si aggira tra gli 80 mila e i 200 mila. Un triangolo rosso rovesciato era il simbolo che li distingueva, al pari dei detenuti politici internati.

“Bisogna parlare per ricordare quello che è accaduto e per evitare che riaccada. Chi dimentica, diventa complice degli assassini. E una società come la nostra non può permettersi di far finta di niente”. Nedo Fiano, scrittore italiano, sopravvissuto alla deportazione nazista nel campo di concentramento di Auschwitz – il suo numero di matricola era A5405 – Gran Maestro Onorario del Grande Oriente e tra i più attivi testimoni contemporanei dell’Olocausto, spiega con queste parole che arrivano al cuore perché celebrare il 27 gennaio la Giornata delle Memoria dedicata alle vittime dello sterminio degli ebrei (Shoah) è un dovere. La ricorrenza riconosciuta dalle Nazioni Unite è stata introdotta in Italia dal 2001, dopo che il parlamento nel luglio del 2000, votò la legge che la istituiva. La data coincide con l’arrivo nel gennaio del 1945 delle truppe sovietiche nel campo ad Auschwitz. L’apertura dei cancelli mostrò per la prima volta al mondo l’immenso e inimmaginabile orrore dei lager. Nei campi di concentramento e di sterminio nazisti trovarono la morte 3 milioni di ebrei – tra i fucilati e quanti furono uccisi nei ghetti questa cifra sale a 6 milioni – 3 milioni e 300 mila prigionieri di guerra, un milione di oppositori politici, 500 mila Rom, 9 mila omosessuali, 2250 testimoni di Geova, 270 mila tra disabili e malati di mente. Numerose le vittime anche tra i massoni: la stima, approssimativa perché non completamente esaminata a livello internazionale, si aggira tra gli 80 mila e i 200 mila.
Il simbolo che distingueva i massoni nei campi di concentramento insieme ai detenuti politici
Il simbolo che distingueva i massoni nei campi di concentramento insieme ai detenuti politici
A riaprire questo capitolo della storia della Libera Muratoria è stata due anni fa la rivista “The Square – The Independent Magazine of Freemasons”, testata ufficiale della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, tra i periodici più letti insieme a “Freemasonry Today” del mondo massone anglosassone, che ha dedicato un intero numero, quello del mese di giugno, ai fratelli che furono vittime del Nazismo. Il dossier, a cura di David Lewis, ha raccontato gli orrori e le persecuzioni perpetrate nei confronti dei massoni in Germania durante il regime totalitario di Hitler e svelato l’esistenza di documenti, che confermano l’adozione da parte del Terzo Reich di protocolli ad hoc per la sistematica cattura ed eliminazione di tutti i massoni dei paesi conquistati dai tedeschi. Il fuhrer considerava la Massoneria un nemico giurato. Un triangolo rosso rovesciato: era questo il simbolo che distingueva i massoni, al pari dei detenuti politici, internati nei lager nazisti, così come la stella gialla di David distingueva gli ebrei, il triangolo rosa distingueva gli omosessuali, quello marrone gli zingari, il viola i testimoni di Geova e così via. Ma i massoni prigionieri dei lager per riconoscersi tra loro portavano sulla propria divisa da internati politici un altro simbolo distintivo caro alla Massoneria: un piccolo fiore azzurro, il “nonti-scordar-di-me”.
La Shoah, come in più occasioni ha sottolineato il Gran Maestro Stefano Bisi è una ferita indelebile per l’Umanità. E tutti quanti noi oltre a ricordare la memoria dei milioni di innocenti dobbiamo batterci per impedire che quei fatti possano ripetersi quando le minacciose tenebre dell’odio hanno il sopravvento sulla luce della ragione. La Massoneria, portabandiera del libero pensiero, è sempre stata perseguitata dai regimi. In Italia il 13 febbraio 1923 il Partito Nazionale Fascista sancì l’incompatibilità tra la militanza nelle proprie fila e l’appartenenza alla Libera Muratoria. Iniziarono gli assalti squadristi contro le sedi delle logge. Il 19 maggio 1925 la Camera dei deputati promulgò una legge che metteva di fatto al bando la Massoneria. Il 4 novembre scattò l’azione poliziesca per un temuto attentato a Mussolini. Tito Zaniboni e il generale Luigi Capello, notoriamente massoni, furono arrestati. Palazzo Giustiniani fu invaso e saccheggiato. Approvata la legge al Senato il 20 novembre, due giorni dopo il Gran Maestro Domizio Torrigiani decretò lo scioglimento di “tutte le Logge e gli Aggregati Massonici di qualsiasi natura all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia”. Il 23 aprile del 1927 venne assegnato al confino di polizia per cinque anni, prima a Lipari, dove rimase un anno e mezzo, e poi a Ponza, dove era attiva la loggia clandestina “Carlo Pisacane”, formata da confinati politici massoni e guidata da Placido Martini, che fu trucidato alle Fosse Ardeatine nel 1944, insieme ad altri 18 liberi muratori. Anche la Spagna franchista perseguitò i fratelli: nel 1940 venne istituito il “Tribunale speciale per la repressione della Massoneria e il Comunismo” che operò fino al 1963 e inflisse condanne a seconda del grado massonico raggiunto.