venerdì 28 aprile 2017

DONNE E MASSONERIA - Convegno del Rito Simbolico Italiano

DONNE E MASSONERIA – 13-05-17 ORE 15.00 – convegno aperto al pubblico

HOTEL SPLENDID
Via Giovanni Pascoli 2 (ang. Piazzale Kennedy)
Bellaria – RN
0541 349234
Il Principio Femminile in Massoneria
FABIO BIDUSSI
Grande Oratore aggiunto del Rito Simbolico Italiano
Ordine della Stella d’Oriente: l’iniziazione nella Via lunare e perfezionamento
ROSY GUASTAFIERRO
Whorty Gran Matron del Gran Capitolo d’Italia dell’Ordine della Stella d’Oriente
Donne e Massoneria: verso il futuro con lo sguardo al passato
AMBRA GALLA
Referente di zona della Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia
Uomo-Donna, Animus-Anima; questione di consapevolezza e linguaggio
GIANMARIO GELATI
Maestro Venerabile della R.L. Pitagora n. 1065 Or. di Alessandria
Spiritualità e percorso iniziatico: attualità e sfida degli archetipi femminili
ANGELA BISTONI
Associate Grand Matron del Gran Capitolo d’Italia dell’Ordine della Stella d’Oriente
Massoneria femminile e la questione dell’uguaglianza delle donne
Un punto di vista privilegiato
DANIELA BOSETTI
Grande Esperta della Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia
Sorelle e Fratelli: un cantiere non concluso
MORENO NERI
Responsabile comunicazione del Rito Simbolico Italiano
Conclusioni
GIOVANNI CECCONI
Serenissimo Presidente del Rito Simbolico Italiano

John Agyekum Kufuor, former President of the Republic of Ghana, appointed Senior Grand Warden of UK Freemason Lodge




Former President John Agyekum Kufuor has been appointed a Senior Grand Warden of the United Grand Lodge of England (UGLE).

He was on Wednesday appointed by the United Grand Lodge of England Grand Master, Prince Edward, the Duke of Kent, who is the longest serving Grand Master.

“Congratulations to Right Worshipful Brother, His Excellency John Kofi Agyekum Kufuor, PGSwdB, former President of the Republic of Ghana, who has been appointed Senior Grand Warden by the Grand Master, His Royal Highness, The Duke of Kent,” the lodge announced on its Facebook page.





Kufuor with MW Bro Peter Lowndes, ProGM

The United Grand Lodge of England is the governing body for most freemasons within the UK, with lodges in other Commonwealth countries outside the United Kingdom.

The United Grand Lodge of England claims to be the oldest Grand Lodge in the world, by descent from the first Grand Lodge formed in London in 1717.

It is Headquartered in Freemasons’ Hall, London and is known to have more than 200,000 members.

President Kufuor is no stranger to such distinguished honors having previously been honored as a Knight Commander of the Order of Bath of the UK by Queen Elizabeth II and the highest award of the Order of the House of Orange by Queen Beatrix of the Netherlands, among other international honors.

Cultura e spiritualità della Massoneria italiana




Nell'odierna confusione generata dall'ambiguità dei valori, delle ideologie e delle correnti di pensiero sorte nel corso della storia moderna e contemporanea, l'associazione di termini quali società e iniziazione può apparire più un anacronistico ossimoro a cui associare sinistre connotazioni che un'effettiva e nobile potenzialità edificatoria; pure, oltre la fitta coltre delle umane vicissitudini, il volto della Tradizione permane imperturbato sotto il suo antico velo...
Questo studio intende affrontare il fenomeno della Massoneria italiana nella seconda metà del Novecento individuandone quei tratti culturali e spirituali che vanno a definirne l'autentica fisionomia, valicando gli effimeri confini delle contingenze storiche sino a identificarne il polo tradizionale...

Il Gran Maestro Onorario Morris Ghezzi ci ha lasciato. I funerali a Milano



Il Grande Oriente d’Italia abbruna i labari in segno di lutto per il passaggio all’Oriente Eterno del fratello Morris Ghezzi, Gran Maestro onorario della nostra Obbedienza, spentosi sabato a Milano all’età di 66 anni.
“Si tratta di una grandissima perdita per la nostra Istituzione, per la Libera Muratoria Universale e per tutti coloro che ne hanno potuto apprezzare le grandi qualità umane” ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi. Professore ordinario di Sociologia e Filosofia del Diritto alla Statale di Milano, autore di numerosi libri, Ghezzi era stato Oratore del Grande Oriente d’Italia.
Ai familiari, in questo triste momento, vanno le condoglianze del Gran Maestro, dei membri della Giunta e di tutti i fratelli stretti in catena d’unione nel ricordo indelebile dell’opera svolta dal carissimo Morris.
Oggi 27 aprile si sono svolti i funerali. Alle ore 10,  presso la sala mortuaria dell’ospedale San Raffaele di Milano (Padiglione A, piano – 2), il saluto a Morris e la chiusura del feretro; alle ore 11 la funzione religiosa nella Chiesa di San Giuseppe Calasanzio, in via Don Gnocchi 16 a Milano; la commemorazione laica alle ore 14:30 presso il Cimitero di Lambrate – Milano, Piazza Caduti e Dispersi in Russia 1, nella Sala del Crematorio.

Addio a Morris Ghezzi massone e socialista anima dell’Umanitaria | Il Giornale




Nato a Milano l’11 aprile 1951, Morris Ghezzi è stato professore ordinario di Filosofia e Sociologia del Diritto presso l’Università degli Studi di Milano e ha insegnato Sociologia del Diritto, Sociologia del Lavoro, Sociologia della Devianza, Teoria Generale del Diritto e Diritto Pubblico presso altre Università italiane e straniere. Avvocato del  Foro di Milano, è stato responsabile scientifico di un noto studio associato milanese e Presidente del Collegio dei Probiviri dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa. Consigliere della Società Umanitaria di Milano, ha presieduto la  Lega Internazionale dei Diritti dell’Uomo (Lidu.). E’ stato Presidente e Consigliere di numerosi istituti e società di ricerca demoscopica e sociale, consigliere della Bipiemme Gestioni Sgr,  vice Presidente della DiKe Aedifica, società per la cartolarizzazione dei beni immobiliari del Ministero della Giustizia, e Componente della Commissione presso il Ministero della Giustizia per la riforma del Codice di Procedura Civile, nonché consulente all’immagine della Sogei. Autore di numerose pubblicazioni nazionali ed internazionali in materia giuridica e sociologica, ha scritto per la rivista Sociologia del Diritto.  Socio fondatore del Rotary Club Milano Porta Venezia, è stato anche Presidente, vice Presidente, componente del direttivo e delle commissioni ed è stato insignito della Paul Herris Fellow a quattro zaffiri.
Di altissimo profilo anche il suo curriculum massonico. Ghezzi è stato iniziato presso la Missori – Risorgimento n. 640 di Milano, dove ha ricoperto le funzioni le funzioni di 1° e di 2° Sorvegliante, di Segretario, di Oratore e di Maestro Venerabile. Componente della Commissione Cultura del Collegio Circoscrizionale della Regione Lombardia, nel quinquennio 1993 –1998 è stato nominato Grande Rappresentante della Gran Loggia del Parà (Brasile) e nel quinquennio 1999 – 2004 Grande Rappresentante della Gran Loggia di Colombia – Bogotà, città presso la quale ha anche svolto un incarico d’insegnamento. Successivamente è stato eletto Presidente della Corte Centrale e nel 2004 Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia e poi Grande Oratore nella giunta 2009-2014. Già Presidente della Giuria del Premio Giacomo Treves, ha fatto  parte del Comitato Scientifico ed del Comitato Direttivo della rivista Hiram. Insignito dell’Ordine della Giordano Bruno, classe Minerva, ha scritto numerosi saggi massonici come  Il Segno del Compasso, La leggenda dei Tordi Ubriachi, Massoneria e Giustizia.

Le libertà decadenti. Al convegno della Fondazione Einaudi è intervenuto il Gran Maestro



Dal diritto all’informazione, sempre più minacciato dai nuovi media e dalle fake news della rete, al diritto alla privacy, messo a rischio da un’inquietante invasione tecnologica e robotica della  sfera individuale, al diritto di associazione, rivendicato e difeso in questi mesi dal Grande Oriente d’Italia nella vicenda che lo ha visto confrontarsi con la Commissione Parlamentare Antimafia: sono stati questi i temi al centro del convegno, organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi, dal titolo  “Le libertà decadenti” che si è tenuto oggi 27 aprile nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati e al quale sono intervenuti Corrado Ocone della Fondazione Einaudi, Francesco Pizzetti Capo di Gabinetto del Ministeri Affari Regionali e già garante della Privacy, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, e che è stato introdotto da Andrea Pruiti Ciarello consigliere Cda della Fondazione Einaudi.
Ha portato i saluti  dello storico ente intitolato all’economista e secondo Presidente della nostra Repubblica  il presidente della Fondazione, l’avvocato Giuseppe Benedetto, che ha rievocato il pensiero di Einaudi e la sua lungimiranza politica, auspicando successo per le battaglie che da qualche secolo i liberali portano avanti nel nome dell’etica della responsabilità. “Spero da cittadino di questo paese – ha sottolineato Benedetto, riferendosi al caso che ha coinvolto il Grande Oriente – che le istituzioni capiscano cosa vuol dire privacy e cosa vuol dire tutela e rispetto della persona”, due cardine della battaglia che da qualche secolo i liberali portano avanti.  Nel suo intervento Andrea Pruiti Ciarello si è soffermato in particolare sul grande rischio alle libertà conquistate dall’Europa rappresentato da demagogia e populismi, che sono frutto di oscurantismo e di ignoranza. Pruiti Ciariello ha anche illustrato la genesi degli articoli 18 (libertà di associazione) e 21 (libertà di stampa) della nostra Costituzione e degli intenti dei padri dell’Italia libera e democratica e sottolineato come oggi quei sacrosanti principi, fondamenti della nostra società libera, siano fortemente minacciati. “Servono – ha rimarcato con forza – strumenti giuridici innovativi” per far fronte alla deriva che mette seriamente a rischio alcune nostre libertà fondamentali.
Poi è toccato all’ex Garante della privacy Pizzetti misurare la febbre delle nostre libertà. Pizzetti ha rammentato che la disinformazione non è un fenomeno nuovo, ma  che sicuramente viene oggi enfatizzato dalla rete e che sono da ripensare  e ridefinire gli strumenti a garanzia della libertà di informazione e manifestazione del pensiero, come anche quelli a tutela della privacy e della libertà di associazione, libertà che ha sempre dovuto fare i conti con il concetto di segretezza. “Nel nostro ordinamento – ha rammentato Pizzetti – l’Autorità Giudiziaria non incontra limiti, nel rispetto della legge, quando si tratta di perseguire un reato”. Ed è proprio qui il punto: deve esserci un reato da contestare e un individuo al quale contestarlo. Non sono ammesse generalizzazioni, che è quello che invece ha fatto, come poi ha evidenziato, prendendo la parola, il Gran Maestro Bisi, la Commissione Antimafia. “La Commissione Antimafia – ha detto il Gran Maestro – agisce con i poteri e i limiti dell’Autorità Giudiziaria, ma non sono previsti strumenti ai quali ricorrere come si può invece fare nei confronti di un pubblico ministero”. Un limite che Bisi ha definito “aberrante”. “I provvedimenti di questo organismo parlamentare non sono impugnabili e il cittadino non ha nessuna possibilità di appellarsi”. Come è successo al Grande Oriente, che non ha potuto rivolgersi al tribunale della libertà contro l’iniziativa della Commissione Antimafia di sequestrare i propri elenchi senza che alcun reato specifico gli fosse contestato in quanto libera associazione.”Occorre una riflessione – ha sottolineato il Gran Maestro – sui poteri dell’Antimafia, che svolgendo attività giudiziaria può interferire e interferisce e può anche danneggiare con l’attività dell’autorità giudiziaria”. “Riflettiamo su questo”, è stato l’invito rivolto da Bisi, che ha espresso apprezzamento per il modo in cui il Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha oggi ricordato nel giorno dell’ottantesimo anniversario della morte Antonio Gramsci e il suo intervento, l’unico e coraggioso, contro la legge con la quale il Fascismo nel novembre del 1925 mise al bando la Massoneria. Una legge, che è molto simile, ha sottolineato il Gran Maestro al pdl presentato oggi da un membro della Commissione Antimafia, una legge che oggi impedirebbe a Enrico Fermi, che era un massone, in quanto massone di insegnare in una università. Ha concluso l’incontro Corrado Ocone, che ha tratteggiato da un punto di vista storico filosofico il pensiero liberale sottolineandone la drammatica dialettica con i totalitarismi contro i quali ha fatto appello  a riscoprire tutta la forza dirompente dello spirito critico e dell’intelligenza libera.

giovedì 27 aprile 2017

Ad Arezzo nuovo convegno nella casa massonica. Il 13 maggio si parla di crisi



Ad Arezzo la Loggia Benedetto Cairoli (119), in collaborazione con la Biblioteca delle logge cittadine, organizza per il 13 maggio (ore 17:15) un incontro pubblico nella casa massonica di Via Pescioni. La sede, luogo di riunione delle logge aretine, non è nuova ad appuntamenti aperti alla cittadinanza con iniziative che hanno affinità con la materia liberomuratoria e che spaziano dai tradizionali convegni culturali, a concerti classici fino alla proiezione di pellicole cinematografiche di successo. Anche l’incontro del 13 maggio si svolgerà in quest’ottica affrontando il tema “Fra verità e teorie del complotto. Percezione di una crisi ancora irrisolta”. Attraverso una rigorosa analisi scientifica della crisi economica dei nostri tempi si osserveranno i suoi effetti preoccupanti in fasce sempre più ampie della popolazione con ricadute significative sul piano educativo, culturale, sociale e antropologico. Quanto siamo pronti a capire il fenomeno nell’esatta portata? Qual è il ruolo dell’informazione globalizzata? Come può l’uomo collettivo affrontare quella che appare una svolta epocale? E tante altre domande a cui rispondere.
Porteranno contributi al convegno: Giorgio Bellucci, studioso di tematiche economiche; Laura Occhini, docente di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia del Lavoro all’Università di Siena; Francesco Simonetti, ricercatore presso IseS Lab. Introduce e modera Roberto Severi.

Gramsci in una mostra a Montecitorio. La presidente Boldrini ricorda l’intervento parlamentare del 1924 sulla Massoneria




Antonio Gramsci

La presidente della Camera Laura Bodrini ha inaugurato il 27 aprile a Montecitorio la mostra “Gramsci, i Quaderni e i libri del carcere” realizzata in collaborazione con la Fondazione Gramsci per celebrare l’ottantesimo anniversario della morte di Antonio Gramsci. Presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La mostra rimarrà aperta fino al 7 giugno.

Nel ritratto di Gramsci tracciato dalla presidente, il ricordo dell’unico discorso parlamentare tenuto dal leader politico il 16 maggio del 1924 durante la discussione della legge voluta da Mussolini per mettere fuori legge la Massoneria e qualsiasi manifestazione di libertà.

“Esattamente ottant’anni fa, all’alba del 27 aprile del 1937 – ha detto la presidente della Camera – moriva Antonio Gramsci. Era ricoverato nella clinica Quisisana di Roma, dopo aver trascorso gli ultimi anni in carcere. Il carcere aveva minato irrimediabilmente un fisico già colpito dalla malattia fin dai suoi primi anni di vita. La Camera dei deputati, che lo ebbe tra i suoi membri, tra il 1924 e il 1926, l’anno in cui venne arrestato, rende a lui omaggio con questo momento di riflessione e con una mostra che inauguriamo oggi, promossa dalla Fondazione Gramsci, che ringrazio anche per aver deciso di realizzarla qui, a Palazzo Montecitorio. Per la prima volta sarà possibile vedere, e sfogliare integralmente, grazie alla versione digitale, i 33 quaderni del carcere. E poi una selezione di 100 titoli dei libri e delle riviste che Gramsci leggeva durante la detenzione”. “Una mostra così importante ha un indubbio valore storico. E spero – ha proseguito Laura Boldrini – che tante persone vengano a visitarla. Ma ha anche un significato politico. Qual è questo significato? Come è noto, al momento del processo, che si celebrò nel 1928, e che si concluse con la condanna a vent’anni, il pubblico ministero terminò la sua requisitoria con parole, rivolte a Gramsci, che sarebbero restate famose: “Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare”. Ecco, l’esposizione che inauguriamo oggi mostra concretamente che il regime fascista fallì nel suo obiettivo, perché quel cervello non smise affatto di funzionare. Si alimentò ancora di una vasta produzione letteraria e scientifica e produsse, con i Quaderni, una delle pietre miliari della cultura italiana ed europea. Tolsero a Gramsci la libertà. Gli tolsero ancora la salute e infine la vita. Privarono la sua parte politica di un dirigente colto e stimato. Ma non riuscirono a compromettere le sue facoltà intellettuali e la sua sete di conoscenza. L’intelligenza di Gramsci ebbe dunque la meglio sulla violenza del regime. Fu deputato, come ho detto, per poco tempo.  *Intervenne una sola volta nell’Aula di Montecitorio, il 16 maggio del 1925, durante la discussione di un disegno di legge contro le società segrete e in particolare, così lo presentava il Governo Mussolini, contro la massoneria”.
“Invito, chi non l’abbia ancora fatto, a leggere il resoconto di quella seduta e dell’intervento di Gramsci. Un intervento nel quale denunciava il vero intento di quel disegno di legge che non era tanto volto a colpire la massoneria, quanto le organizzazioni dell’opposizione antifascista. Vale la pena leggere quel discorso, non soltanto perché vi si ritrova il tratto razionale, lucido e profondo del suo modo di argomentare, ma anche perché racconta di come il regime fascista aveva ridotto il confronto parlamentare. Gramsci – prosegue la presidente – fu interrotto dai deputati fascisti almeno 30 volte, di cui diciotto dallo stesso Mussolini. Quasi sempre frasi provocatorie e minacciose. Si trattava d’altronde di quel Benito Mussolini che pochi mesi prima, il 3 gennaio del 1925, nell’Aula della Camera, aveva dichiarato di assumersi “la responsabilità politica, morale, storica” del delitto Matteotti”. “Il delitto Matteotti provocò la protesta dei deputati aventiniani che, come ricorda la targa che è qui alle mie spalle, si riunirono in questa sala nell’estate del 1924. Ma Gramsci e i comunisti, ritenendo inefficace la scelta aventiniana, nel novembre di quello stesso anno decisero di riprendere posto tra i banchi del Parlamento e di proseguire da lì la loro opposizione al regime. Antonio Gramsci, socialista e poi tra i fondatori del Partito Comunista, di cui divenne segretario nel 1926, fu un marxista originale, mai dogmatico, mai prigioniero di schemi precostituiti. Come dimostra la lettura dei Quaderni, nonostante fosse recluso materialmente tra le quattro mura del carcere, la sua mente indagava libera sulla storia italiana, sul ruolo degli intellettuali, sulla questione meridionale, sulla natura del partito politico, sui grandi autori della letteratura, del teatro, del pensiero filosofico. Il carattere libero della sua ricerca ha influenzato la vita politica dell’Italia repubblicana ed ha contribuito alla diffusione della sua opera in tutto il mondo. Ancora oggi Gramsci è tra gli autori più studiati in molti Paesi. E’ anche per questo che il prestigio di Antonio Gramsci va ben oltre la parte politica che più si è riconosciuta nel suo pensiero e nella sua azione. Il 28 aprile del 1947, l’Assemblea Costituente commemorò Gramsci a dieci anni dalla morte e decise di collocare in sua memoria un busto che ancora oggi ne ricorda la figura. Intervennero rappresentanti di diversi gruppi politici, anche dei più distanti dalle sue idee. A nome della Democrazia Cristiana intervenne Giovanni Gronchi, che pochi anni dopo fu eletto Presidente della Repubblica. Disse Gronchi: “Per noi, ogni combattente per un ideale di libertà e di giustizia è degno di omaggio, al di sopra di ogni dissenso. Ma quando un combattente ha la statura morale e intellettuale di Gramsci. raggiunge un’altezza che può per noi rappresentare la incarnazione di quel principio di devozione alla propria fede, che è a fondamento del nostro pensiero e delle nostre idealità”. Ho citato questa frase del discorso di Gronchi per ribadire che oggi, a ottant’anni dalla sua morte, tutti gli italiani, pur nella diversità delle opinioni, possono riconoscersi nel ricordo di Antonio Gramsci. Un uomo che ha seguito fino all’estremo sacrifico un ideale di giustizia e di libertà e a cui l’Italia deve molto”, ha concluso Laura Boldrini. (ANSA)

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Gramsci e la Massoneria. Era il 16 maggio 1925





Massoneria e comunicazione


Perché sia una Loggia oppure una collina e non una setta: addendi somma per la loro differenza e non un “campo di rieducazione maoista”...

di Paolo Callari



La Scuola di Palo Alto, nelle persone di Gregory Bateson, Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson ed altri, negli anni Sessanta fissò tutta una serie di nozioni teoriche elaborate a partire dalla sperimentazione sul campo e definì la funzione pragmatica della comunicazione, vale a dire la capacità di provocare degli eventi nei contesti di vita attraverso l’esperienza comunicativa, intesa sia nella sua forma verbale che in quella non-verbale.
Facendo riferimento al concetto di retroazione sviluppato dalla teoria della cibernetica, si può affermare che, all’interno di un qualsiasi sistema interpersonale (come una coppia, una famiglia, un gruppo di lavoro, una diade terapeuta-paziente), ogni persona influenza le altre con il proprio comportamento ed è parimenti influenzata dal comportamento altrui. La stabilità e il cambiamento inerenti al sistema sono determinati da tali circuiti di retroazione: l’informazione in ingresso può venire così amplificata (è il caso della retroazione positiva) e provocare un cambiamento nel sistema, oppure può venire neutralizzata (e allora si parla di retroazione negativa) e mantenere la stabilità dello stesso.

1. È impossibile non comunicare
Qualsiasi comportamento, in situazione di interazione tra persone, è ipso facto una forma di comunicazione. Di conseguenza, quale che sia l’atteggiamento assunto da un qualsivoglia individuo (poiché non esiste un non- comportamento), questo diventa immediatamente portatore di significato per gli altri: ha dunque valore di messaggio. La comunicazione quindi può essere anche involontaria, non intenzionale, non conscia ed inefficace.
Anche i silenzi, l’indifferenza, la passività e l’inattività sono forme di comunicazione al pari delle altre, poiché portano con sé un significato e soprattutto un messaggio al quale gli altri partecipanti all’interazione non possono non rispondere.

2. I livelli comunicativi di contenuto e relazione
Ogni comunicazione comporta di fatto un aspetto di metacomunicazione che determina la rela-zione tra i comunicanti. Ad esempio, un individuo che proferisce un ordine esprime, oltre al contenuto (la volontà che l’ascoltatore compia una determinata azione), anche la relazione che intercorre tra chi comunica e chi è oggetto della Comunicazione, nel superiore/subordinato
L’aspetto di relazione di una comunicazione è definito dai termini in cui si presenta la comunicazione stessa, dal non-verbale che ad essa si accompagna e dal contesto in cui questa si svolge. Perché l’aspetto di relazione della comunicazione umana è così importante? Perché, con la definizione della relazione tra i due comunicanti, questi definiscono implicitamente sé stessi.
Una delle funzioni della comunicazione consiste nel fornire ai comunicanti una conferma o un rifiuto del proprio Sé. Attraverso la metacomunicazione si sviluppa la consapevolezza del Sé, la coscienza degli individui coinvolti nell’interazione. È essenziale che ognuno dei comunicanti sia consapevole del punto di vista dell’altro e del fatto che anche quest’ultimo possieda questa consapevolezza (concetto di percezione interpersonale); la mancanza di coscienza della percezione interpersonale è definita impenetrabilità da Lee.

3. La punteggiatura della sequenza di eventi
La natura di una relazione dipende anche dalla punteggiatura delle sequenze di scambi comunica-tivi tra i comunicanti. Questa tende a differenziare la relazione tra gli individui coinvolti nell’interazione e a definire i loro rispettivi ruoli: essi punteggeranno gli scambi in maniera che questi risultino organizzati entro modelli di interazione più o meno convenzionali.

4. Comunicazione numerica e analogica
Il quarto assioma attribuisce agli esseri umani la capacità di comunicare sia tramite un modulo comunicativo digitale (o numerico) sia con un modulo analogico. In altre parole se, come ricordiamo, ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione, il primo sarà trasmesso essenzialmente con caso particolare quella di un modulo digitale e il analogico.
Quando gli esseri umani comunicano per immagini la comunicazione è analogica; questa comprende tutta la comunicazione non-verbale. Quando comunicano usando le parole, la comunicazione segue il modulo digitale. Questo perché le parole sono segni arbitrari e privi di una correlazione con la cosa che rappresentano, ma permettono una manipolazione secondo le regole della sintassi logica che li organizza.

5. L’interazione complementare e simmetrica
Quest’ultimo assioma si riferisce ad una classificazione della natura delle relazioni che le suddivide in relazioni basate sull’uguaglianza oppure sulla differenza. Nel primo caso si parla di relazioni simmetriche, in cui entrambi i partecipanti tendono a rispecchiare il comportamento dell’altro (ad es. nel caso della diade dirigente-dirigente, o dipendente-
secondo attraverso un modulo dipendente); nel secondo si parla di relazioni complementari, in cui il comportamento di uno dei comunicanti completa quello dell’altro (ad es. dirigente-dipendente).
Nella relazione complementare uno dei due comunicanti assume la posizione one-up (superiore) e l’altro quella one-down (inferiore); i diversi comportamenti dei partecipanti si richiamano e si rinforzano a vicenda, dando vita ad una relazione di interdipendenza in cui i rispettivi ruoli one-up e one-down sono stati accettati da entrambi (ad es. le relazioni madre-figlio, medico-paziente, istruttore-allievo, insegnante-studente). Va da sé, comunque, che “i modelli di relazione simmetrica e complementare si possono stabilizzare a vicenda” e che “i cambiamenti da un modello all’altro sono importanti meccanismi omeostatici”. È fondamentale avere chiaro il concetto che le relazioni simmetriche e quelle complementari non devono assolutamente essere equiparate a “buona” e “cattiva”, né le posizioni one-up e one-down vanno accostate ad epiteti quali “forte” e “debole”; si tratta solo di una suddivisione che ci permette di classificare ogni interazione comunicativa in uno dei due gruppi.

Storia del Rito di York


di Giuseppe Di Domenica

The Grand Royal Arch Chapter of Texas

Siamo a 300 anni dalla fatidica data di fondazione della Massoneria moderna, ma un capitolo storico resta sempre in un lato poco illuminato, quello della città di York. Una città estremamente antica nel 79 ai Tempi di Agricola durante la dominazione Romana viene costruito il primo Tempio in pietra; si narra della partecipazione del Vescovo di York al concilio di Arles nel 314; sempre qui viene individuato Athelestan il re considerato il capostipite dei muratori in Inghilterra. E nell'anno 765 un grande letterato Alcuino di York (allievo del celeberrimo Venerabile Beda, benedettino estensore di una accurata descrizione del Tempio di Re Salomone ...) venne investito dal Vescovo della responsabilità di sorvegliare e presiedere alla costruzione di una nuova chiesa, con l'aiuto di un altro religioso esperto di costruzioni, Eanbaldo. Alcuino verrà poi chiamato da Carlo Magno per divenire il creatore di quella rete di insegnamento che sarà il moderno sistema che include anche i laici e non solo i religiosi. Ma torniamo a noi, testi numerosi esistono sulla moratoria di Scozia, Irlanda, Francia ed Inghilterra, ma scarsa nelle provincie del nord. Eppure nel 1705 l'assemblea generale di York vedeva numerose Logge riunite mentre assai rade nel numero fossero quelle presenti nel sud. Il 1717 vide la nascita di una fortunatissima combinazione, che con una guida illuminata e brillante pose le basi, da una parte di uno sviluppo travolgente del Craft e dall'altra scontri sempre più accessi dal punto di vista Rituale. Non dimentichiamo comunque l'alto onore di essere considerati membro dell'antica Muratoria di York.
(continua)

mercoledì 26 aprile 2017

La Conoscenza secondo Schlick


Moritz Schlick

« Per conoscere si richiede soltanto che di due fenomeni, in precedenza separati, l'uno sia ricondotto all'altro. Non occorre quindi (come sovente si ritiene) che ciò che deve servire di spiegazione sia meglio noto di ciò che deve essere spiegato, né quindi occorre pensare che l'uomo abbia ottenuto conoscenza solo laddove sia stato ri-trovato, per così dire, il familiare nel non-familiare».

(M. Schlick, Teoria generale della conoscenza, 1925)

Mystica Aeterna. A Latina il culto cognitivo di Rudolf Steiner



L'ingresso alla manifestazione

Mauro Cascio con Patrizia Andreoli

Le novità Tipheret

Mauro Cascio ha presentato ieri, in occasione della Giornata Mondiale del Libro, alla Fiera del Libro e delle rose, all'interno della rassegna LeggoLatina, l'ultimo libro da lui curato, «Mystica Aeterna. I rituali del culto cognitivo» di Rudolf Steiner, pubblicati per la prima volta in italiano da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno. È intervenuta Patrizia Andreoli, Fiduciaria del Gruppo Antroposofico di Latina.

Un personaggio affascinante, un filosofo come pochi, laurea su Fichte, curatore dell'Archivio di Goethe e curatore delle opere scientifiche, corteggiato come studioso dalla sorella di Nietzsche, autore di un manifesto politico-economico sottoscritto da Herman Hesse, Rudolf Steiner è stato un protagonista della cultura europea. Una Filosofia forte, che vuole comprendere la totalità del mondo, questo spiega una versalità che si è dedicata anche alla pedagogia, all'agricoltura. E alla Massoneria, perché questo volume è il risultato di un progetto di riforma a cui si dedicò per una decina di anni. Il 'culto cognitivo' sono i rituali di Loggia, l'apertura, la chiusura dei lavori, le cerimonie di iniziazione ai vari gradi, per un unico progetto: la costruzione del sapere dell'uomo. «Un passo nella conoscenza, tre nella moralità», come ha precisato la Andreoli.

Per ordini diretti all'editore: 095.7649138.

Quando l'erudizione non è pedanteria


di Cesare Marco De Lorenzi

Morris Ghezzi

Ha terminato il suo percorso terreno un Faro una Luce, un Uomo Libero e di Buoni Costumi. Morris Lorenzo Ghezzi, Fratello G.M.O. del G.O.I., già Grande Oratore, Presidente di Corte Centrale, Fratello effettivo della R.L. Missori Risorgimento n° 640 Or. di Milano e Fratello Onorario di tante R. Logge è passato all'Oriente Eterno. Molto ha fatto, molto ha seminato. Molto ha combattuto per il Libero Pensiero Massonico. Ha avuto tanti nemici dentro e fuori dall'Istituzione. Ci ha lasciato tanto del suo pensiero in azioni, suggerimenti e scritti. Chi ha avuto il piacere di conoscerlo personalmente, anche dissentendo da alcune sue posizioni, non può che onoralo per la sua retta e limpida posizione di Massone, vero e, quasi estremista, Massone a tutto campo. Dotto, ma non pedante. Erudito, ma non saccente. Maestro e umile quale deve essere ogni buon Massone che vive la propria condizione in ogni suo aspetto ed in ogni suo momento. Intransigente verso i Valori, aperto al dialogo ed al confronto, Egli Grande Maestro vicino alla posizione di Apprendista e aperto al dialogo ed al dibattito secondo i nostri Valori. Ordinario di Filosofia del pensiero Massonico, Libero, Autonomo, Vero, Tradizionale, ma Innovativo. Uomo, Massone, Studioso, Filosofo, Maestro.

Massoneria dall’Unità d’Italia a oggi. Conferenza a Savona il 6 maggio



La Sala Rossa del Comune di Savona ospita il 6 maggio (ore 15:30) una conferenza aperta a tutti che parlerà di Massoneria. Non sarà la solita rievocazione storica della presenza dell’istituzione massonica nel nostro paese ma si discuterà della percezione, da parte dell’opinione pubblica, del ruolo della Libera Muratoria dall’Unità d’Italia a oggi. Tante le domande a cui dare risposta. Come si colloca la Massoneria nella società? E nella storia contemporanea? È cambiato qualcosa in oltre centocinquant’anni? Se ne parla meglio o peggio? E perché in Italia tanto pregiudizio e generalizzazioni? Ad approfondire l’argomento saranno due esperti: lo storico Marco Novarino, dell’Università di Torino, autore di numerosi saggi sulla Massoneria, e un personaggio piuttosto noto a Savona, l’avvocato Renzo Brunetti, vicepresidente dell’Associazione Mazziniana Italiana e Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia.
Ingresso libero alla conferenza

Festa del 25 Aprile al Vascello. Il Gran Maestro Stefano Bisi: “La libertà e la democrazia, una gemma imperfetta che richiede un lavoro costante”



Il Grande Oriente d’Italia ha celebrato quest’anno al Vascello la ricorrenza del 25 Aprile, giornata simbolo della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, con un convegno, aperto al pubblico, che si è tenuto nella Sala Ungari della Biblioteca, dal titolo: “La resistenza delle libertà”, alla quale hanno preso parte il Gran Maestro Stefano Bisi, il Gran Maestro Aggiunto Santi Fedele, docente all’Università di Messina, il presidente della Lidu Antonio Stango . Ha introdotto i lavori Angelo di Rosa,  che ha letto il celebre inno alla libertà del grande poeta francese Paul Eluard. A moderare la tavola rotonda il giornalista Marco Frittella, popolare mezzobusto della Rai, che ha dato via all’incontro ricordando il ruolo importantissimo che la Massoneria ebbe nella  lotta contro il regime di Mussolini e nella nascita della Repubblica. Lotta alla quale presero parte tanti coraggiosi massoni che vennero perseguitati e che sacrificarono le loro vite per consegnare alle future generazioni uno stato democratico in grado di garantire libertà e diritti, sanciti in una preziosa Carta costituzionale, che molti di loro contribuirono anche a scrivere. Frittella ha citato nomi illustri di liberi muratori come Giovanni Amendola, Giovanni Becciolini, Domizio Torrigiani. “Eppure -ha detto- tutto ciò è assai poco presente nel dibattito pubblico. Il contributo della Libera Muratoria alla Resistenza e alla nascita dell’Italia è sostanzialmente misconosciuto”. Perchè questo è avvenuto? Perchè non c’è sufficiente memoria? Un interrogativo al quale ha risposto il Gran Maestro Aggiunto Santi Fedele, aggiungendo altri nomi a quelli citati da Frittella,… Bruno Pacciardi, Mario Angeloni, Francesco Fausto NItti. Nomi, ai quali vanno aggiunti 20 dei martiri delle Fosse Ardeatine,  che sono riportati nei libri di storia, ma di cui viene omesso un piccolo particolare e cioè che erano massoni, “fratelli attivi in logge del Grande Oriente in esilio”. “La Massoneria -ha detto il professor Fedeli- paga in tutt’Europa il prezzo di una persecuzione accanita, che coincide con la massima espansione dei fascismo, del nazismo e del franchismo”. La scarsa focalizzazione su ruolo che ebbe la Massoneria in questa parte di storia importante per l’Italia, secondo il Gma, va fatta risalire agli albori del Fascismo che mise al bando la Massoneria, attraverso una legge sulle associazioni varata nel nobembre del 1925, contro la quale si levò la voce di Antonio Gramsci, che non difese la Libera Muratoria, ma capì che quello era il primo passo verso l’abolizione di tutte le libertà. Ha preso poi la parola Antonio Stango, presidente della Lidu, la Lega italiana per i diritti umani, fondata nel 1919 da Ernesto Nathan, che fu sindaco di Roma, ma anche Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. “Il 25 aprile -ha detto Stango- va calato nel presente, dove le libertà sono minacciate”. Bisogna continuare a tenere alta la guardia, è stato l’invito che ha lanciato, perchè ci sono “tenebre che calano ovunque” anche ai nostri tempi, tenebre fatte di ignoranza, incuria, falsificazioni della storia, che sono i peggiori nemici del diritto e della laicità. Ha concluso il Gran Maestro Stefano Bisi, che, con orgoglio ha ricordato la storia del collare dei Gran Maestri del Grande Oriente, quel collare che indossa sempre  e che fu miracolosamente salvato da un fratello dalla furia delle squadracce fasciste che fecero irruzione a Palazzo Giustiniani, che ebbe la prontezza di nasconderlo nei pannolini del figlio neonato. Oggi come ieri la Massoneria è nel mirino. Oggi come ieri si cercano elenchi. “Ma badate bene -ha sottolineato il Gran Maestro- nella storia accade sempre che prima si toccano i liberi muratori e poi tutti gli altri”. “La libertà e la democrazia -ha aggiunto- sono una gemma imperfetta, che richiede un lavoro costante, che va fatto ogni giorno”.
Libertà  
di Paul Éluard
Su  quaderni di scolaro
Su i miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome
Su ogni pagina che ho letto
Su ogni pagina che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome
Su le immagini dorate
Su le armi dei guerrieri
Su la corona dei re
Scrivo il tuo nome
Su la giungla ed il deserto
Su i nidi su le ginestre
Su la eco dell’infanzia
Scrivo il tuo nome
Su i miracoli notturni
Sul pan bianco dei miei giorni
Le stagioni fidanzate
Scrivo il tuo nome
Su tutti i miei lembi d’azzurro
Su lo stagno sole sfatto
E sul lago luna viva
Scrivo il tuo nome
Su le piane e l’orizzonte
Su le ali degli uccelli
E il mulino delle ombre
Scrivo il tuo nome
Su ogni alito di aurora
Su le onde su le barche
Su la montagna demente
Scrivo il tuo nome
Su la schiuma delle nuvole
Su i sudori d’uragano
Su la pioggia spessa e smorta
Scrivo il tuo nome
Su le forme scintillanti
Le campane dei colori
Su la verità fisica
Scrivo il tuo nome
Su i sentieri risvegliati
Su le strade dispiegate
Su le piazze che dilagano
Scrivo il tuo nome
Sopra il lume che s’accende
Sopra il lume che si spegne
Su le mie case raccolte
Scrivo il tuo nome
Sopra il frutto schiuso in due
Dello specchio e della stanza
Sul mio letto guscio vuoto
Scrivo il tuo nome
Sul mio cane ghiotto e tenero
Su le sue orecchie dritte
Su la sua zampa maldestra
Scrivo il tuo nome
Sul decollo della soglia
Su gli oggetti familiari
Su la santa onda del fuoco
Scrivo il tuo nome
Su ogni carne consentita
Su la fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Scrivo il tuo nome
Sopra i vetri di stupore
Su le labbra attente
Tanto più su del silenzio
Scrivo il tuo nome
Sopra i miei rifugi infranti
Sopra i miei fari crollati
Su le mura del mio tedio
Scrivo il tuo nome
Su l’assenza che non chiede
Su la nuda solitudine
Su i gradini della morte
Scrivo il tuo nome
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l’immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù d’una Parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.
(traduzione di Franco Fortini)

lunedì 24 aprile 2017

Tiziano Busca: «La Parola non è perduta»


di Tiziano Busca

Tiziano Busca qualche giorno fa a Vienna

Ho salutato Morris Ghezzi all'obitorio del San Raffaele, insieme a Davide Bertola. Un viso sereno quasi ieratico di chi ha colto e vissuto il senso della Via della Scoperta, della Sapienza, del Libero Pensiero.
Morris vecchio compagno del Rito di York ci testimonia, anche dopo la scomparsa, che il percorso della Verità è diverso dalla terribile "vulgata" che viene detta in tante occasioni: Hiram è stato ucciso dai compagni desiderosi di possedere la parola. Noi sappiamo che non è vero... anzi Hiram muore e consegna ad Adoniram il triangolo ma la parola è salva e non è perduta. Questo è il fascino della vera tradizione iniziativa che noi maestri dell'Arco Reale dobbiamo testimoniare in ogni momento nelle officine durante i lavori. Ritorniamo al mondo che ci è proprio quello della luce, quello dei Maestri. Anche nel nome di Morris Ghezzi.


Scomparsa Morris Ghezzi, il cordoglio di Tiziano Busca e del Rito di York




«Se ne è andato un pezzo di cuore, reale, un affetto sincero. Se ne è andato, con tutte le sue cose umane, le sole che se ne possono andare: il respiro, il sorriso, il cammino. Un grande pensiero, soprattutto. Che è nozione e condivisione, come solo lui, o quasi, sapeva fare. Un compagno di avventura e di stupori da raccontare. Ne abbiamo avute di storie, ne abbiamo avuti di incontri, anche conferenze. Tutte iniziative che venivano da un’esigenza in comune: dare vita alla nostra passione di sempre, farla muovere. Doveva essere questo il senso del Golem degli ebrei. Dare un corpo alle tue idee e vederle crescere come farebbe un bambino.
Come al solito si può dire: ciao Morris. Ci mancherai. Ci mancherà il tuo abbraccio affettuoso, ci mancherà il tuo dire, i tuoi libri. Anche l’amicizia è testimonianza. Come la cultura. E la Cultura ci consente oggi di dire: se ne è andato il corpo di Morris Ghezzi. Il suo spirito è ancora qui. A cantarci l’anima col suo profumo».
Sono le parole di Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale - Rito di York in Italia alla notizia della scomparsa del prof. Morris Ghezzi,  ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Milano, saggista, già Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia e Gran Maestro Onorario. Membro del Rito di York, era stato recentemente insignito, a Bergamo, dell'onorificenza dell'Ordine del Tempio.

Labari a lutto nel Grande Oriente d’Italia per il passaggio all’Oriente Eterno del Gran Maestro Onorario Morris Ghezzi



Il Grande Oriente d’Italia abbruna i labari in segno di lutto per il passaggio all’Oriente Eterno del fratello Morris Ghezzi, Gran Maestro onorario della nostra Obbedienza, spentosi sabato a Milano all’età di 66 anni.
“Si tratta di una grandissima perdita per la nostra Istituzione, per la Libera Muratoria Universale e per tutti coloro che ne hanno potuto apprezzare le grandi qualità umane” ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi. Professore ordinario di Sociologia e Filosofia del Diritto alla Statale di Milano, autore di numerosi libri, Ghezzi era stato Oratore del Grande Oriente d’Italia.
Ai familiari, in questo triste momento, vanno le condoglianze del Gran Maestro, dei membri della Giunta e di tutti i fratelli stretti in catena d’unione nel ricordo indelebile dell’opera svolta dal carissimo Morris.
Nato a Milano l’11 aprile 1951, Ghezzi è stato professore ordinario di Filosofia e Sociologia del Diritto presso l’Università degli Studi di Milano e ha insegnato Sociologia del Diritto, Sociologia del Lavoro, Sociologia della Devianza, Teoria Generale del Diritto e Diritto Pubblico presso altre Università italiane e straniere. Avvocato del  Foro di Milano, è stato responsabile scientifico di un noto studio associato milanese e Presidente del Collegio dei Probiviri dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa. Consigliere della Società Umanitaria di Milano, ha presieduto la  Lega Internazionale dei Diritti dell’Uomo (Lidu.). E’ stato Presidente e Consigliere di numerosi istituti e società di ricerca demoscopica e sociale, consigliere della Bipiemme Gestioni Sgr,  vice Presidente della DiKe Aedifica, società per la cartolarizzazione dei beni immobiliari del Ministero della Giustizia, e Componente della Commissione presso il Ministero della Giustizia per la riforma del Codice di Procedura Civile, nonché consulente all’immagine della Sogei. Autore di numerose pubblicazioni nazionali ed internazionali in materia giuridica e sociologica, ha scritto per la rivista Sociologia del Diritto.  Socio fondatore del Rotary Club Milano Porta Venezia, è stato anche Presidente, vice Presidente, componente del direttivo e delle commissioni ed è stato insignito della Paul Herris Fellow a quattro zaffiri.  Di altissimo profilo anche il suo curriculum massonico. Ghezzi è stato iniziato presso la Missori – Risorgimento n. 640 di Milano, dove ha ricoperto le funzioni le funzioni di 1° e di 2° Sorvegliante, di Segretario, di Oratore e di Maestro Venerabile.
Componente della Commissione Cultura del Collegio Circoscrizionale della Regione Lombardia, nel quinquennio 1993 –1998 è stato nominato Grande Rappresentante della Gran Loggia del Parà (Brasile) e nel quinquennio 1999 – 2004 Grande Rappresentante della Gran Loggia di Colombia – Bogotà, città presso la quale ha anche svolto un incarico d’insegnamento. Successivamente è stato eletto Presidente della Corte Centrale e nel 2004 Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia e poi Grande Oratore nella giunta 2009-2014. Già Presidente della Giuria del Premio GiacomoTreves, ha fatto  parte del Comitato Scientifico ed del Comitato Direttivo della rivista Hiram. Insignito dell’Ordine della Giordano Bruno, classe Minerva, ha scritto numerosi saggi massonici come  Il Segno del Compasso, La leggenda dei Tordi Ubriachi, Massoneria e Giustizia.

E’ online il numero di Erasmo di aprile 2017



E’ online il numero di Erasmo di aprile 2017. In copertina il tempio della Gran Loggia, che si è tenuta a Rimini  il 7-8-9 aprile al Palacongressi, dal titolo “La Memoria del passato, le radici nel futuro”, che ha celebrato la ricorrenza dei trecento anni di Massoneria moderna. Tanti gli articoli dedicati all’evento che è stato particolarmente ricco di iniziative: dibattiti -incentrati sui temi cari alla Comunione come quello della libertà e della solidarietà-  presentazione di libri, mostre, concerti e anche un recital che ha rievocato la  vicenda giudiziaria di Enzo Tortora. Momento clou, l’allocuzione del Gran Maestro, che è stata incentrata sulla nostra storia, ma anche sul nostro futuro e il nostro presente, che ci impone più che mai l’orgoglio dell’appartenenza ad un’istituzione che da sempre lavora a migliorare l’umanità e il coraggio, soprattutto dinanzi alle minacciose ombre di un passato fatto di persecuzioni che qualcuno vorrebbe riproporre.  In apertura due notizie importanti per la Comunione: il dissequestro e il ritorno a casa dei faldoni dell’inchiesta Cordova, conclusasi con l’archiviazione nel luglio del 2000, ma  che 25 anni fa, quando cominciò, provocò una gravissima ferita all’interno dell’istituzione; e il ricorso presentato dal Grande Oriente alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo contro le iniziative della Commissione antimafia e dei suoi componenti, tra cui la perquisizione della sede del Goi il 1 marzo scorso e il sequestro degli elenchi degli iscritti nelle circoscrizioni di Calabria e Sicilia. Spazio anche alla cultura e ai tantissimi eventi organizzati dagli Orienti di tutt’Italia.

ALLEGATI

A Reggio Calabria il 6 maggio un convegno su valori e tradizioni e l’assegnazione dei premi “Logoteta” e “Mallamaci”



“Valori e Tradizioni 3.0” è il titolo del convegno pubblico in programma il 6 maggio (ore 9:30) nell’Auditorium Nicola Calipari del Consiglio Regionale di Reggio Calabria su iniziativa dell’Associazione Culturale Logoteta, emanazione dell’omonima loggia reggina del Grande Oriente d’Italia. Il convegno precederà l’assegnazione dei premi “Giuseppe Logoteta” e “Paolo Mallamaci” che l’associazione bandisce da anni a favore degli studenti delle scuole superiori di Reggio Calabria. La borsa di studio intitolata a Giuseppe Logoteta, patriota calabrese martire della rivoluzione napoletana del 1799, ha raggiunto la undicesima edizione.
Alla manifestazione, che si svolge con il patrocinio del Grande Oriente d’Italia nazionale e del Collegio Circoscrizionale della Calabria, interverrà il Gran Maestro Stefano Bisi che in apertura porterà i saluti del Grande Oriente, seguito dal presidente circoscrizionale Giuseppe Messina. “Libertà, Uguaglianza, Fraternità oggi: necessità e utopia?” è il tema che aprirà i lavori del convegno e che sarà discusso da Leo Taroni, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato, e da Pasquale Amato, docente di Storia dell’Europa Contemporanea presso l’Università degli Studi per Stranieri “Dante Alighieri”. Di seguito il professor Giuseppe Livoti, presidente dell’Associazione “Le Muse”, si soffermerà sui percorsi ideativi dei giovani artisti che hanno partecipato alle selezioni. Al termine saranno proclamati i vincitori dei due premi.
L’attenzione per la formazione culturale dei giovani è una attività primaria del Collegio Circoscrizionale della Calabria e durante il convegno il presidente circoscrizionale Messina illustrerà una nuova iniziativa volta a promuovere la diffusione nella regione dell’Ordine di DeMolay, organizzazione internazionale paramassonica per i ragazzi dai 12 e 21 anni che si ispira ai principi della cavalleria templare.
Ingresso libero al convegno
Info: 392 3838794

ALLEGATI