lunedì 29 febbraio 2016

La Massoneria si riunisce a Loano, intervista a Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia / Savona News


La massoneria ligure di è data appuntamento oggi a Loano per le celebrazioni del 160esimo anniversario di fondazione della Loggia Trionfo Ligure di Genova. Qui abbiamo avuto modo di intervistare la massima autorità del Gran Oriente d’Italia: Stefano Bisi che ai nostri microfoni ha svelato alcune curiosità e risposto ad alcune domande sul mondo della massoneria oggi. Partendo da una domanda semplice, ma non scontata, cosa sia la massoneria viene dettagliatamente spiegato anche solo avvicinandosi al sito internet dedicato www.grandeoriente.it dove si precisa che “La Massoneria del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani è un Ordine iniziatico i cui membri operano per l’elevazione morale e spirituale dell’uomo e dell’umana famiglia”.
Ma in provincia di Savona ci sono logge massoniche del Gran Oriente? Quante e quali?
Ebbene sì e sono nove le logge massoniche in provincia di Savona:
96
Sabazia
Savona
560CheopeSavona
762Luigi PirandelloAlbenga (SV)
829XX SettembreSavona
831Giuseppe MazziniAlbenga (SV)
982CanalicumCairo Montenotte (SV)
1029LigusticaSavona
1203George WashingtonCisano sul Neva (SV)
1215PriamarVarazze (SV)
Ma quanti sono gli iscritti e quale la diffusione delle logge massoniche?
Spiega Bisi “Il numero degli iscritti al Gran Oriente d’Italia sta crescendo ed oggi stiamo per raggiungere i 23mila fratelli divisi in 850 logge sparse sul territorio nazionale. Il 5 marzo sarà innalzata un’altra loggia in una provincia nella quale la massoneria non c’era da 30 anni a Matera”.
Non tutti sanno, però, che non esiste un solo ordine massonico, recentemente, in particolare, si è parlato di un incontro tra i vertici del Gran Oriente d’Italia e la Gran Loggia Regolare d’Italia (errata corrige: l’incontro del Grande Oriente è avvenuto con la Gran Loggia d’Italia, fonte GoiStampaavvenuto a Sanremo, la prima volta che le due Comunioni hanno ripreso ad interloquire dopo la scissione del 1908-
Come può essere interpretato questo dialogo anche se recentemente il professor Di Bernardo ha affermato che la massoneria è quasi un comitato d’affari dove si entra per convenienza? “Ognuno può dire quello che vuole – afferma Bisi in replica a Di Bernardo – non è prevista alcuna unificazione tra le obbedienze massoniche e il Gran Oriente d’Italia non è quello dipinto da chi nel 1993 si dette alla fuga, ma è una comunione di fratelli che lavorano ritualmente nel tempio e da fratelli che sono impegnati in iniziative anche benefiche”
In Italia perché la massoneria spesso è sotto attacco? “Il pregiudizio è duro a morire, in Italia, in particolare c’è stata la breccia di Porta Pia e una scomunica, ma recentemente un importante cardinale Ravasi ha detto che nel variegato mondo della massoneria ci sono anche valori condivisibili come la solidarietà la tutela dei diritti umani e la lotta al materialismo”.
Aumenta il numero di massoni, ma non è a repentaglio la “qualità” delle persone che si avvicinano a questo mondo? “Nessuno può dire se i massoni sono pochi o molti, sono quelli che sono e al di fuori delle logge credo ci siano tanti potenziali massoni perché massoni si nasce anche se si può non diventarlo nel senso che se non incontri nella tua strada un fratello libero muratore può darsi  che tu non compia mai quel passo per entrare nel tempio”
Allora quali sono le caratteristiche per diventare massone? “Noi vogliamo essere un’elite, ma un’elite di sensibilità prima di tutto. Non può essere massone ad esempio chi di fronte al dramma dei rifugiati che arrivano sulle nostre coste rimane insensibile. Il massone non può ributtare in mare chi giunge a bordo di barconi sulle nostre coste perché quel mare è stato per troppi bambini e per troppi uomini la culla e la tomba al tempo stesso”.
Nell’immaginario collettivo spesso si pensa che chi si avvicina alla massoneria lo fa per perseguire propri interessi, è così? Che tipo di controllo si opera a tal proposito? “Prima di essere iniziati nel Gran Oriente d’Italia c’è un percorso che può essere molto lungo che si chiama tegola tura con fratelli che incontrano il bussante e ci parlano cercando di capire se le sue intenzioni sono realmente quelle di una crescita spirituale e personale. Se chi entra spera di trovare i benefici materiali capirà ben presto di aver bussato alla porta sbagliata”
La massoneria ha molti aspetti anche negativi nell’immaginario collettivo, vogliamo sfatarne qualcuno? “Che mangiamo i bambini forse questo è già stato superato nel corso del tempo. Molti ritengono che non c’è bisogno della massoneria nel terzo millennio, non ha senso per alcuni pensare ceh ci sono degli uomini assolutamente normali che la sera si trovano in un tempio indossano un grembiule dei guanti, invece c’è bisogno della libera muratoria nel terzo millennio perché c’è bisogno di fratellanza uguaglianza e tenere alta la fiammella della laicità che in una sola parola vuol dire rispettare il pensiero degli altri e non ritenerci infallibili senza pensare che il nostro pensiero è quello giusto. Siamo uomini in ricerca”.
Come vede l’Italia oggi il Gran Maestro Stefano Bisi? “L’Italia oggi ha bisogno di dialogo e riflessione si parla poco e si urla molto non ho la ricetta per salvare l’economia del paese o altri aspetti, ma dico parliamo e con il dialogo possiamo affrontare diversi aspetti”. (L’intervista pubblicata da Savona News il 28 febbraio 2016)
Video di Savona News
Massoni si nasce ma non è detto che si compia il passo di entrare nel tempio 
Massoneria élite? Il Grande Oriente d’Italia vuole essere élite di sensibilità 
Bussa a porta sbagliata chi cerca benefici materiali nel Grande Oriente d’Italia
Perché Libera Muratoria nel terzo millennio: c’è bisogno di fratellanza, uguaglianza, di tenere alta la fiammella della laicità che significa rispettare il pensiero degli altri

Celebrati nel savonese i 160 anni della storica Loggia Trionfo Ligure di Genova


Labaro della Loggia Trionfo Ligure di Genova
Celebrazioni nel savonese per il 160esimo anniversario della fondazione della Loggia Trionfo Ligure (90) di Genova. All’evento che si è tenuto al Loano2 Village Residence il 28 febbraio ha partecipato il Gran Maestro Stefano Bisi.
Si sono svolte nell’ambito dell’annuale tornata regionale ligure le celebrazioni per i 160 anni della Rispettabile Loggia Madre Capitolare “Trionfo Ligure” (90) di Genova che si installò ufficialmente il 21 giugno 1856. L’evento si  è tenuto domenica 28 febbraio a Loano, in provincia di Savona, presso il Loano2 Village Residence. I lavori hanno avuto carattere rituale e si sono svolti in grado di apprendista.
Il Collegio dei Maestri Venerabili della Liguria per ricordare la storica loggia del Grande Oriente d’Italia, l’unica ad avere sempre lavorato dalla data della sua fondazione ad oggi, escluso il periodo fascista, ha designato la stessa “Trionfo Ligure” a condurre i lavori ai quali ha partecipato l Gran Maestro Stefano Bisi.
“È un grande onore e allo stesso tempo una grande responsabilità – ha detto il neo maestro venerabile Paolo Lanza  – celebrare il rito della tornata di tutte le logge della regione in memoria della “Trionfo Ligure” che, con la presenza del Gran Maestro, assume rilievo nazionale”.  Nel corso della tornata sono stati ricordati i Fratelli che nel maggio di 160 anni fa fondarono la loggia. “Alcuni di loro – ha spiegato Lanza- erano capitani marittimi e nel tempo i componenti furono espressione della gente di mare, caratterizzando la storia massonica di questa terra perché nel mare si aprono le frontiere alla libertà e alla fraternità”.
“Ritengo che il passato della Trionfo Ligure – ha aggiunto – sia patrimonio del Grande Oriente d’Italia. A proposito cito la lettera del 10 febbraio 1905 che Adriano Lemmi, già Gran Maestro e all’epoca Sovrano Gran Commendatore, indirizzò alla loggia per il cinquantenario, anticipato di un anno per festeggiare con i cento anni della nascita di Mazzini. In un passaggio si legge: «che l’antica benemerita Madre Loggia Capitolare Trionfo Ligure sia fulcro e centro di rinnovata vita e salda e sincera ed intima concordia fraterna tra tutte le Officine e tutti i Fratelli della vostra Città»”.
Tanti i massoni illustri che hanno onorato questa loggia della loro appartenenza, pare certo anche il Generale Nino Bixio, e l’augurio oggi si rinnova perché i 160 anni della “Trionfo Ligure” confermano che l’intima essenza della Massoneria, come sosteneva il massone Goethe, si alimenta di inesauribile fraternità.

Loggia “Bovio” di Acri, una giornata dedicata alle donazioni di sangue


Foto di gruppo per la Loggia Bovio di Acri
Foto di gruppo per la Loggia Bovio di Acri
La loggia “Bovio” (1245) di  Acri ha voluto dedicare una giornata alle donazioni di sangue, in risposta alla sempre più scarsa disponibilità di sacche nei centri trasfusionali. Un’iniziativa, tra le molte messe in campo dall’officina calabrese, che ha anche come obiettivo quello di sensibilizzare i fratelli a questa drammatica emergenza. In tanti hanno partecipato e il maestro venerabile Emanuele Le Pera ha ringraziato tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa annunciando che non resterà  isolata, ma diventerà un appuntamento fisso che si ripeterà ogni sei mesi.

Alchimia ed ermetismo, la Porta Magica di Roma. Incontro a Casa Nathan (video di Radio Radicale)


indexLa Porta Magica di Roma è la sola testimonianza plastica e architettonica dell’intera storia dell’alchimia occidentale. Un monumento di eccezionale rilevanza, unico nel suo genere per il complesso messaggio simbolico che la caratterizza, per il fascino che trasmette la sua vicenda, per l’originale personalità del suo ideatore, il marchese Massimiliano Palombara di Pietraforte che la fece erigere nel 1680 nella sua residenza nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino nella posizione quasi corrispondente all’odierna piazza Vittorio, dove poi è stata collocata. Con il nuovo saggio “La Porta Magica di Roma simbolo dell’alchimia occidentale” Mino Gabriele, docente all’Università di Udine, riprende una ricerca iniziata anni fa approfondendo, grazie a nuove scoperte e riflessioni, l’analisi sul monumento, sulla sua genesi e sui significati, come sulla personalità del Marchese. L’uno e l’altra ne emergono in nuova luce, in un quadro culturale e dottrinario di ampio respiro che ha come perno l’ermetismo e l’alchimia della Roma seicentesca, dove non mancavano presenze rosacrociane.
Il libro, pubblicato dall’editore Olschki, è stato presentato, su iniziativa del Servizio Biblioteca, il 27 febbraio, a Casa Nathan, Centro polifunzionale del Grande Oriente d’Italia (Piazzale delle Medaglie d’Oro 45). All’evento sono intervenuti, accanto al professor Gabriele, Federico Barbierato (Università di Verona) e Alessandro Orlandi (Editore e saggista). Il consigliere dell’Ordine Fabrizio Celani ha dato il benvenuto ai presenti a nome del Gran Maestro Stefano Bisi assente per concomitanti impegni istituzionali.
Il video di Radio Radicale

Gran Loggia 2016. Un radiodramma racconterà la morte di Achille Ballori


Achille Ballori
Achille Ballori
“Grave fatto di sangue ieri sera 31 ottobre 1917 nella sede del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani in Via della Dogana Vecchia, Roma. Un individuo tal Lorenzo D’Ambrosio ha ucciso con quattro colpi di revolver il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Achille Ballori. Il motivo dell’orrendo delitto è sconosciuto. Ma chi è la vittima?” Inizia così l’adattamento radiofonico del dramma “Il delitto di Palazzo Giustiniani” proposto dal Grande Oriente d’Italia  nel programma pubblico della Gran Loggia, che racconta la storia vera dell’assassinio di Achille Ballori avvenuto nel 1917 nella sede nazionale della Massoneria a Palazzo Giustiniani. Ballori, già Gran Maestro Aggiunto, era all’epoca Sovrano Gran Commendatore ed era candidato unico all’elezione a Gran Maestro come successore di Ettore Ferrari. L’opera, a sette voci, tratta dal testo di Enzo Antonio Cicchino, per la regia di Andrea Giuliano è una delle tante iniziative proposte dal Servizio Biblioteca per l’appuntamento di Rimini. Sarà possibile ascoltarla semplicemente avvicinandosi ad una vecchia radio, entro la quale verrà collocata una sofisticata apparecchiatura elettronica.Gli attori hanno devoluto il loro compenso a sostegno dell’iniziativa del Grande Oriente volta a riottenere un proprio spazio da adibire a Museo nella sede storica di Palazzo Giustiniani, acquistata nel 1911 ed espropriata dal governo fascista.
Scheda del Radiodramma
Ballori era un personaggio noto nella capitale – fu direttore degli Ospedali Riuniti, consigliere comunale, vicesindaco e assessore nella giunta Nathan – e i giornali si occuparono molto del suo omicidio. Il radio dramma, trasmesso ripetutamente al Palacongressi nei tre giorni, racconterà quei fatti e il delirio dell’omicida, Lorenzo D’Ambrosio, che dichiarò agli inquirenti: “debbo dichiarare che non avevo ragione alcuna di speciale antipatia per il Ballori, persona di ottimo cuore e di grande onestà. La mia intenzione era di colpire la Massoneria nelle sue personalità più rappresentative: avevo idea di uccidere, oltre il povero Ballori, anche Ettore Ferrari ed Ernesto Nathan”. E ancora: “la Massoneria mi perseguitava da molti anni. Inoltre tempo fa una mia sorella che era in America mori asfissiata ed è chiaro che l’ha fatta morire la Massoneria”. Della vicenda si interessò anche il criminologo Enrico Ferri: “D’Ambrosio è evidentemente un allucinato […] la sua forma di follia mi sembra essere la paranoia o il delirio di persecuzione”. Il 29 aprile 1918, D’Ambrosio venne prosciolto perché ritenuto “totalmente infermo di mente” e quindi rinchiuso per sempre in manicomio. Sette le voci del radio dramma tratto dal testo di Enzo Antonio Cicchino. La regia è di Andrea Giuliano. Iniziativa a cura del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia.

“I doveri dell’uomo. I diritti del mondo”. Il tema al centro della Gran Loggia 2016


logo Gran Loggia“I doveri dell’uomo. I diritti del mondo”. Il Gran Maestro Stefano Bisi illustra il tema che sarà al centro della Gran Loggia 2016 che si terrà al Palacongressi di Rimini dal primo al tre aprile. 
L’Uomo ha diritto a tanti diritti ma ha anche l’immensa, ineludibile, universale responsabilità di garantire e applicare altrettanti necessari e inderogabili doveri verso gli altri esseri umani e verso la madre Terra. Sono in gioco i Futuri del Mondo, l’ecosistema, la stessa vita in tutte le
sue forme sul pianeta. Il XX secolo è stata la culla dei diritti umani con la Dichiarazione del 1948, e dopo l’ultimo conflitto mondiale le costituzioni delle nazioni democratiche hanno codificato tanti diritti. Ma in parecchie zone del Globo essi non sono ancora in parte o del tutto garantiti. Tanti uomini, tante donne, tanti bambini sono ancora sotto il giogo del potere della ricchezza. Sono sfruttati, torturati, uccisi e non hanno ancora ottenuto quelle garanzie che l’Occidente e la cultura illuministica hanno apportato a beneficio dell’Umanità. In Africa come nelle favelas brasiliane come altrove nel mondo, la povertà, il diritto a una vita degna, a condizioni che non riducano l’Uomo a livelli quasi animaleschi, è una triste costante della vita quotidiana. E anche in Europa e nella nostra Italia le spire della crisi hanno fatto emergere
la drammatica faglia della precarietà e dell’emarginazione. Ai nuovi poveri si aggiungono le bibliche ondate di rifugiati
in cerca di diritti e di un futuro migliore. Ma oltre al rafforzamento e all’ampliamento dei diritti per tutti gli uomini, la nostra saggezza deve indirizzarsi più che mai verso la salvaguardia della nostra madre Terra che ci nutre e permette a tante specie di animarla. Le risorse non
sono infinite e tutti noi abbiamo il dovere di garantire la ri-generazione delle bio-capacità. In una commovente lettera il capo indiano Capriolo
Zoppo nel 1854 al Presidente degli Stati Uniti Franklin Pirce, scrisse queste significative parole: “Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi sappiamo. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia.Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della  terra. Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso”. È l’Uomo ad appartenere alla Terra. Il suo più grande dovere è rispettare la natura di Gaia come facevano gli antichi padri. La grande sfida umana del XXI secolo è questa. I Futuri del Mondo dipendono da tutti noi.
Il Gran Maestro
Stefano Bisilogo
ALLEGATI

Feriae Latinae, incontro a Velletri il 12 marzo dedicato ai “misteri” nel Sacro Lazio


I “misteri” nel Sacro Lazio tra l’Antico ed oggi” è il tema dell’incontro della VII edizione delle Feriae Latinae che si terrà sabato 12 marzo a Velletri (vedi Allegato). L’evento, organizzato dalla loggia “Costantino Nigra” (706) si inserisce nell’ambito dei tradizionali appuntamenti che la Massoneria locale dedica da oltre due lustri al territorio e alla sua memoria storica. Un territorio quello dei Castelli Romani che è stato teatro
delle più antiche tradizioni sacrali del Lazio. Tutti i popoli federati di questa regione si recavano annualmente in processione verso il Monte Cavo, sede del Santuario di Giove Laziale. Il pasto comune che si consumava alla fine dei rituali simboleggiava e rinsaldava, allora come ora, i vincoli sacri che legavano le gentes diverse del Sacro Lazio antico. I culti del “mistero” ebbero gran successo nel mondo antico. Erano
caratterizzati dalla riservatezza dei rituali e del messaggio che trasmettevano agli iniziati. Attraverso vari gradi i livelli di conoscenza e
di consapevolezza si accrescevano. In un’epoca, quale quella odierna, caratterizzata dalla pubblicità e dalla comunicazione d’ogni cosa, è
ancora attuale la lezione dei “misteri”? Cercheranno di rispondere a questi interrogativi Giancarlo Rinaldi, storico delle religioni, Claudio Saporetti, archeologo orientalista, Federico Fuscà, avvocato. La conferenza è aperta a tutti e si terrà alle ore 19,00 presso il Ristorante Benito al bosco a Velletri (Roma) in via Morice 96.
ALLEGATI

Collegio Marche. Presentati ad Ancona risultati della ricerca sull’Alzheimer


fabrizio-illuminatiANCONA – Sono stati presentati (mercoledì 24 febbraio) presso l’Aula del rettorato dell’Università Politecnica delle Marche i risultati dell’unità di ricerca sull’Alzheimer, condotta dal professor Antonio Domenico Procopio della Facoltà di Medicina in collaborazione con l’Inrca, finanziata maggior parte dal Collegio circoscrizionale delle Marche del Grande Oriente d’Italia con sessantamila euro (€ 60.000) erogati in parte con L’Associazione “Non ti scordar di me”, da cui ha preso il titolo il convegno, emanazione della circoscrizione massonica marchigiana per la gestione delle attività sociali.
“Capire il meccanismo molecolare della patologia è il primo passo – afferma Procopio aprendo i lavori – nella direzione di offrire delle terapie e delle tecniche di diagnosi precoce. I numeri e le informazioni prodotti da questa ricerca rappresentano un significativo passo in avanti  ”.
Marco Rocchi, dell’Università di Urbino, precisa che le demenze in Italia, stando alle statistiche del 2013, riguardano oltre 1,2 milioni di persone, ma due aspetti ulteriori sono preoccupanti: il primo è che i dati sottostimano il fenomeno (si pensa che solo il 40% delle demenze venga diagnosticato nell’anziano); il secondo è che il trend mostra una crescita preoccupante: nel 2050, coi tassi di incidenza attuali, si prevede che il fenomeno sarà più che raddoppiato.
“Oltre che un medico è un’emergenza sociale – sottolinea il Magnifico Rettore del Politecnico marchigiano Sauro Longhi – ed è importante ottenere riconoscimenti per sostenere ricerche come questa e sviluppare tecnologie, magari applicazioni per smartphone, per monitorare quotidianamente la situazione clinica dei pazienti”.
Un plauso alla ricerca è stato fatto da Alessandro Marini, direttore generale Asur, e da Riccardo Mario Paoli, direttore amministrativo Inrca, che hanno confermato il forte sostegno nella comune battaglia contro l’Alzheimer.
“La massoneria è stata sempre legata alla scienza e alla medicina – sostiene Fabrizio Illuminati presidente del Collegio Marche del Grande Oriente d’Italia – con eccellenti nomi di scienziati e premi Nobel da annoverare tra le sue file, tra loro ricordiamo Eistein, Fermi e Fleming. Il contributo erogato dai massoni marchigiani intende dare un segnale importante in un momento in cui la ricerca soffre di una cronica carenza di fondi”.
Dopo il saluto della dott.ssa Maria Pallotta, presidente regionale della Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio (SIPMEL), i lavori scientifici sono entrati nel vivo con la prof.ssa Fazioli che ha presentato i numeri attuali della patologia nel mondo e le preoccupanti proiezioni per il futuro. Nella sessione dedicata agli avanzamenti nella ricerca, presieduta con la dott.ssa Akhtar, sono intervenute le dott.sse OlivieriCasoli e Graciotti con interessanti interventi dedicati al MicroRna, ai nuovi biomarcatori diagnostici e alla situazione delle cellule staminale nella terapia dell’Alzhemimer.
Nella seconda sessione dedicata agli avanzamenti nella clinica e nella gestione del paziente presieduta dal prof. Provinciali e dalla prof.ssa Albertini sono intervenuti  la dott.ssa Abbatecola sulle prospettive terapeutica dell’Alzheimer e Diabete del cervello, la dott.ssa Luzzi sugli studi clinici sperimentali e il dott. Pelliccioni sul percorso diagnostico-terapeutico Inrca.

Al via a Taranto il poliambulatorio “Il mio dottore”. Prime visite il 27 febbraio


È operativo a Taranto dal 27 febbraio il Progetto “Il mio dottore” di Abfo (Associazione Benefica Fulvio Occhinegro) e Associazione “Europa Solidale” nel nuovo poliambulatorio in via Lago di Montepulciano. Sono state effettuate le prime visite odontoiatriche gratuite a due giovani tarantini di 10 e di 16 anni che rientrano nelle 250 famiglie indigenti assistite quotidianamente dall’Abfo e che hanno usufruito della struttura polispecialistica inaugurata il 22 gennaio scorso con ambulatori di odontoiatria, oculistica, pediatria, dermatologia, otorino e medicina sociale.
A disposizione dei pazienti ci sono trenta medici specialisti, che prestano gratuitamente la loro professionalità a sostegno dei meno fortunati. Abfo provvede, tra l’altro, a selezionare le richieste di visita organizzando il calendario delle attività in base alla disponibilità dei medici volontari.
L‘Associazione “Europa Solidale” si è occupata, in particolare, dell’allestimento degli ambulatori odontoiatrici dotati di due “riuniti”, sterilizzatrice e imbustatrice che, grazie a una prima dotazione di materiale sanitario e di consumo del valore di 4.500 euro, da oggi sono in grado di prestare cure odontoiatriche. “Europa solidale” nasce da un’idea della Loggia Europa (1444) di Taranto del Grande Oriente di Italia, guidata dal maestro venerabile Pierfilippo Marcoleoni. L’associazione opera nell’ambito della Federazione Italiana di Solidarietà Massonica del Grande Oriente d’Italia, e si rivolge a tutti i cittadini, senza alcuna distinzione, nello spirito di solidarietà, uguaglianza e fraternità portato avanti dalla Libera Muratoria in tutto il mondo.
Pierfilippo Marcoleoni, che è vicepresidente di “Europa Solidale”, è molto soddisfatto per l’esordio dell’iniziativa. “Lo sguardo felice di questi due ragazzi – ha espresso il maestro venerabile della loggia tarantina  – ci ripaga degli sforzi che, come Associazione “Europa Solidale” e Abfo, abbiamo compiuto per costruire questo che, solo qualche mese addietro, sembrava un sogno irrealizzabile, ma che ora, mattone dopo mattone, è una solida realtà”.
«Proprio due anni addietro – ha spiegato Marcoleoni – abbiamo iniziato a collaborare con Abfo, un fiore all’occhiello del terzo settore tarantino, fornendo generi alimentari per contribuire ad alleviare le necessità di famiglie disagiate, derrate che sono trasportate settimanalmente presso il centro dell’associazione dove si realizza così un esempio di concreta solidarietà per tutta la città. È poi iniziato un cammino comune per costruire il nuovo poliambulatorio e ringrazio, in particolare, i nostri Luca Tagliente e Giuseppe Russo, che hanno redatto tutte le relazioni tecniche per ottenere l’autorizzazione dalla Asl, e soprattutto gli “Asili Notturni” Onlus di Torino, capofila della Federazione Italiana di Solidarietà Massonica, attiva da decenni nelle opere di solidarietà, che ci ha donato i due ‘riuniti’ odontoiatrici consentendo di fatto l’attività specialistica odontoiatrica che rappresenta una eccellenza del poliambulatorio”.
Tra le diverse attività dell’Associazione “Europa Solidale” si segnala anche il Progetto “Recupero del Cibo Cotto” che, autorizzato dall’ASL Taranto ex “Legge del Buon Samaritano”, da due anni circa vede impegnati un centinaio di volontari, tra i quali molti massoni tarantini del Grande Oriente di Italia: ogni giorno uno di loro recupera da strutture sanitarie i pasti eccedenti e non consumati, trasferendoli in tempo reale nel Centro storico di Taranto, dove vengono consegnati a famiglie indigenti.
Inaugurazione del nuovo poliambulatorio il 22 gennaio
Servizio di Telenorba

Nel nome della dea. Successo per Massimo Agostini con Mauro Cascio


Da sinistra: Mauro Cascio, Tiziano Busca, Massimo Agostini

Un grande pomeriggio di cultura a Catanzaro, nella sala del Consiglio Provinciale. In occasione della presentazione del libro di Massimo Agostini (Tipheret), alla sua seconda proposta editoriale: «Nel nome della Dea». Agostini è da anni impegnato a cercare le 'tracce' dell'Antica Religione, ai primordi della nostra civiltà, con particolare attenzione al mondo egizio. Quella del femminile nel sacro. E dire femminile di Dio ha conseguenze teoretiche e teologiche che certo non possono essere trascurate.

L'intervento di Massimo Agostini è stato introdotto da Mauro Cascio, tra i più noti esponenti in Italia di Studio Tradizionale. Il filosofo pontino ha tracciato il significato in termini 'greci' e di filosofia classica il concetto di 'femminile' in quanto polarità di una dualità e analizzato i vari aspetti culturali (cioè pertinenti ad una particolare cultura, a uno spirito, a un'epoca) in cui questa dualità viene espressa e raccontata, come premessa per una risoluzione della frattura originaria tra Creatore e creatura, cioè, mettendo a nudo la struttura concettuale del problema, senza letture religiose del mito, tra Eterno e enti temporali (e cioè divenienti e soggetti, sul piano fenomenologico, ad una fine).

Ha chiuso il dibattito, a cui ha partecipato un pubblico numeroso, attento e partecipativo, Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale - Rito di York.


Si è concluso il terzo seminario di studi rituale dello York


Terzo seminario rituale per il Rito di York, a Catanzaro dopo quello della scorsa estate a Taranto e quello di Bergamo. La formula è la stessa, affrontare lo studio filosofico e esoterico (con particolare attenzione alle influenze dell'alchimia e della qabalah sul simbolismo) dei rituali, per dimostra che lo York è la più potente 'macchina formativa' per la 'realizzazione' iniziatica.

Il Sommo Sacerdote Tiziano Busca, al centro, è l'anima e il motore dell'iniziativa

La novità di questa edizione – che si è svolta presso il Tempio grande della casa massonica - è stata la completezza della discussione, che per la prima volta ha coinvolto anche la Massoneria Criptica, presente il Gran Maestro Mario Pieraccioli, e quella Templare, presente il Gran Commendatore Giovanni Pascale.

Il Gran Maestro Mario Pieraccioli con il suo deputy Francesco Ferrari

Erano presenti gli E.G.S. dei capitoli calabresi Domenico Billotta, Maurizio Barberio, Carlo De Giacomo, Enzo La Valva, Carmelo Carabetta, gli I.M. Antonino Simoni, Salvatore Attinà e l’E.C. della Commenda Cosimo Silvestri. Tiziano Busca, Mario Pietraccioli e Giovanni Pascale hanno installato i nuovi dignitari eletti. Al seminario erano presenti i Deputy del Gran Capitolo del Rito di York Francesco Fusca, Francesco Ferrari e Alfonso Martino.

Giovanni Pascale (con Busca e Pieraccioli)

L'insediamento delle cariche nelle Commende calabresi

Il seminario rituale vero è proprio è stato condotto da Mauro Cascio e Massimo Agostini e si è articolato in un'approfondita disamina dei significati simbolici, esoterici, filosofici dei rituali della Massoneria in generale e del Rito di York in particolare. Tanti gli spunti di riflessioni offerti per una sostanziosa istruzione.



Mauro Cascio



Massimo Agostini

venerdì 26 febbraio 2016

Fabriano. La Massoneria in città, una pagina di storia / L’Azione


Sala gremita, sabato 13 febbraio, all’Oratorio della Carità per la presentazione del volume “La Massoneria nella Provincia di Ancona” di Luca Guazzati (edito da Pixel), che ha offerto l’occasione per rendere noto che il 25 febbraio 2015 è sorta la loggia Gentile da Fabriano dopo novant’anni di assenza dell’ordine dalla città. La gemmazione della Loggia Garibaldi 140 di Ancona in quasi tutti i paesi della provincia, consegna spunti di storia locale poco noti: emergono dai simboli di squadra e compasso sparsi sulle lapidi delle più illustri tombe dei cimiteri, protagonisti e personalità di famiglie massoni­che: il marchese Colocci a lesi (principale promotore del monumento capitolino a Giordano Bruno), il famoso Pergoli di Falconara e lo storico Pietro Castagnari di Fabriano. Sono intervenuti all’incontro, patrocinato dal Collegio Circoscrizionale delle Marche del Grande Oriente d’Italia, Giancarlo Castagnari, Renzo Franciolini e Sergio Bellezza. Ha moderato i lavori Fabrizio Diurni­. nati, Presidente Circoscrizionale. L’organizzazione era a cura, tra gli altri, di Marco Russo. Interessante il capitolo del libro riservato a Fabriano, con approfondimenti sulla Massoneria a cavallo tra Ottocento e Novecento. Molti iscritti prima dell’avvento del fascismo, erano repubblicani, anarchici, mazziniani, uomini di sinistra, mentre rimane noto l’attrito con le forze clericali e il presunto assalto durante una processione del Corpus Domini nel 1911. E’ stata ricordata la monumentale tomba della famiglia Meloni, composta da liberi professionisti nella Fabriano di inizio Novecento. La Masso­neria fabrianese svolgeva un ruolo di guida in una città dove la rivoluzione industriale comportò la nascita di un proletariato del tutto nuovo. Uno dei luoghi deputati per gli incontri era la splendida farmacia Mazzolini-Giuseppucci, a cui prendevano parte liberi pensatori, intellettuali e politici. Erano iscritti, tra gli altri, Pietro Castagnari, Riccardo Grassetti, Adolfo Ricci e Pietro Serafini. Conclude Luca Guazzati nella sua introduzio­ne: “I luoghi di incontro e confronto della Massoneria sono veri e propri santuari di simboli, icone e significati esoterici, di storie ed esperienze e ricche, emozionanti per ciò che sempre hanno saputo espri­mere. Un messaggio formativo e culturale alle genera­zioni future”. (Alessandro Moscè)

Il Gran Maestro Stefano Bisi incontra i fratelli canavesani / La Sentinella del Canavese


Stefano Bisi, 58 anni, di Siena, eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia nell’aprile del 2014, giornalista, è in visita ai fratelli canavesani nel tempio delle logge di Ivrea Costantino Nigra e Ezio Villani. Ad accoglierlo ci sono anche i massoni di San Giorgio della loggia Piero Martinetti, quelli della Mont Blanc di Saint Vincent e dell’Augusta Pretoria di Aosta.
Bisi, cosa è la massoneria? «Cito Mario Calvino, padre di Italo Calvino, che definì la massoneria come una società di persone che cercano di fare del bene e che tutelano il libero pensiero. Una definizione che ritengo ancora attuale».
Come si fa a fare del bene e a tutelare il libero pensiero chiusi nei templi delle logge? «Noi quando siamo nei templi, con i grembiuli e i guanti che fanno parte dei nostri rituali, diciamo che vogliamo costruire il tempio interiore e lavoriamo al bene dell`umanità. Costruire il tempio interiore vuole dire crescere individualmente, migliorarsi nel senso di rispettare le idee dell`altro. Nei nostri templi si parla uno alla volta sul tema stabilito. Uno parla e gli altri ascoltano, in silenzio».
Cos’è la fratellanza massonica? «Quando parliamo di fratellanza intendo dire che i liberi muratori non possono buttare in mare coloro che arrivano sulle nostre coste per cercare la felicità. Noi non possiamo consentire che per tanti bambini il Mediterraneo sia culla e bara. Una delle prime cose che feci quando sono stato eletto è stata quella di attribuire l’onorificenza Galilei – che viene data ai non massoni – al sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, proprio per quello che aveva fatto quando pochi parlavano di profughi. Fare del bene vuole dire costruire in tutta Italia, come stiamo facendo, una rete di solidarietà. In Piemonte esistono da anni gli asili notturni di Torino, un’esperienza importante; a Taranto, Arezzo, Ancona ci sono ad esempio dei dentisti che forniscono cure odontoiatriche gratuite a chi non può permetterselo».
Lei ha detto che massoni si nasce ma non lo si diventa se non si incontra qualcuno che, dopo un periodo di osservazione, ti fa presentare domanda di ingresso. Come si diventa massone? «Massoni si nasce perché c’è nel dna un senso di libertà, di laicità, che vuole dire non aver pregiudizi nei confronti di un altro. Il massone, diceva un nostro fratello, Bent Parodi, è colui che di fronte a un tramonto si emoziona. Un uomo si può emozionare di fronte a un tramonto, ma non è detto che dopo diventi massone, che entri nella nostra comunità, se non incontra nella sua vita che lo aiuta in questo percorso di miglioramento».
Di cosa si discute in una loggia massonica? «Intanto in una loggia non si discute. Ognuno esprime il proprio parere e il proprio parere è un mattoncino per la costruzione del tempio. In loggia non si dice io sono d`accordo o non sono d’accordo con te. Sull’interpretazione dei simboli ci possono essere opinioni diverse, ma alla fine siccome nessuno dei fratelli può ritenersi depositario della verità ognuno porterà un piccola verità. Io dico che due fratelli, ma anche due persone non massoni, non devono pensare di essere depositari della verità assoluta, ma possono pensare di avere ragione al 90% e lasciare all`interlocutore il 10% di ragione. Se
l’altro farà la stessa cosa, i due 10% ci faranno stare insieme sotto lo stesso tetto, la stessa comunità».
Perché le donne restano fuori dal tempio in una sorta di discriminazione molto difficile da sostenere oggi? «Nel Goi non ci sono le donne per due motivi: discendiamo dai costruttori di cattedrali medievali dove le donne non c’erano; abbiamo relazioni con 190 comunioni massoniche estere, dove non sono presenti donne. La questione è internazionale. Aggiungo che in Italia ci sono delle obbedienze miste o femminili a noi collegate. Nel Goi ci sono le stelle d’oriente che sono le familiari dei fratelli massoni».
Lei ha intenzione di porre il tema e di rompere questa tradizione? «Il tema è stato posto, ma penso che anche in futuro nel Goi ci saranno solo uomini. D’altra parte, credo che ogni associazione sia libera di darsi, in autonomia, le regole che ritiene più consone».
Rapporto tra massoneria e chiesa cattolica. La prima scomunica risale al 1738 ad opera di Clemente XII. Oggi la scomunica è caduta, ma l’iscrizione alle obbedienze è punita con l’esclusione dai sacramenti. Spera in un nuovo approccio da parte di Papa Francesco? «Il cardinale Ravasi ha scritto sul Sole 24 ore rivolgendosi a noi come fratelli. Ha sottolineato come al di là della diversa identità, non mancano con i liberi muratori i valori comuni: comunitarismo, beneficenza, lotta al materialismo. Questo segno di attenzione da parte del cardinal Ravasi mi fa piacere. Io capisco le ragioni storiche, l’anticlericalsmo, il clericalismo, ma voglio guardare avanti. Sarebbe bello che il capo della massoneria e il Papa si incontrassero oggi a Porta Pia. Quella breccia è per unire non per dividere».
Qual è oggi la linea di discrimine che vi permette di asserire, agli occhi dell`opinione pubblica: “Noi siamo diversi”, diversi dal modello Gelli? «Quella è una pagina che il Goi ha definitivamente chiuso. Casi di logge di quel tipo che non erano regolari, che non si riunivano nei templi, non sono ripetibili».
Perché oggi non dovremmo temere che all’interno del Goi ci sia una loggia simile alla P2? «Perché c’è un sistema di controlli interni dove le logge che non si riuniscono secondo i nostri rituali e i nostri regolamenti vengono chiuse. In gergo si dice che le colonne vengono abbattute. Però bisogna dire che in Italia oltre al Goi esistono altre massonerie significative, ma anche tantissimi gruppi massonici che sono incontrollabili e sui quali io non posso dire nulla perché neanche li conosco».
Eppure continuiamo a leggere di P3, P4. Come è possibile? «Per quanto riguarda quelle inchieste, gli indagati o imputati che siano non sono massoni. Se 10, 15 o 20 persone si ritrovano per fini leciti o illeciti perché definirli massoni? Quelle sono delle lobby ma non certo delle logge massoniche. Su di noi oggi insistono troppi luoghi comuni che non meritiamo».
Pochi mesi fa l’ex direttore del Corriere della Sera ha parlato, riferendosi al patto del Nazareno, di uno stantio odore di massoneria. Un attacco a Renzi che, dicono, ha potenti amici massoni? «Non mi risulta che Renzi sia massone, e neanche Verdini. E poi la massoneria con i palazzi del potere non c`entra». (Vincenzo Iorio)

Una passeggiata nei luoghi del Romanico


di Valentina Marelli






Dopo aver dedicato una parte di questa rubrica alle Cattedrali Gotiche francesi, in particolare a quell’insieme di Cattedrali denominate “Della Costellazione della Vergine”; ci è sembrato corretto iniziare un altro filone a cui diamo una sua collocazione geografica in una regione italiana dalle molteplici qualità: Le Marche.

Potremmo chiamare questo filone i “luoghi del Romanico”, in quanto nelle Marche è presente un’alta concentrazione di Abbazie, Chiese e Luoghi di culto proprio in questo stile architettonico che per certi versi è stato il precursore del Gotico. Tutte le chiese e/o abbazie che andremo a visitare hanno delle caratteristiche comuni tra loro, quindi cominceremo con una introduzione tanto così per capire quali sono le caratteristiche peculiari di questo stile costruttivo in modo poi da concentraci di volta in volta su ogni singolo edificio dando rilievo maggiormente alle sue specifiche qualità.

Cos’è il Romanico

Il romanico, per definizione, è quella fase dell'arte medievale europea sviluppatasi a partire dalla fine del X secolo all'affermazione dell'arte gotica, cioè fin verso la metà del XII secolo in Francia e i primi decenni del successivo in altri paesi europei. Il contesto storico in cui si sviluppò è molto importante perché dall'XI secolo alla prima metà del XII secolo l'Europa visse un periodo di grande modernizzazione: l'affinamento delle tecniche agricole (l'invenzione del giogo, dell'aratro con parti metalliche, chiamato "carruca", della rotazione triennale, l'uso dei mulini ad acqua e a vento, ecc.) permise di aumentare la produzione di generi alimentari, sollevando la popolazione dall'endemica scarsità di cibo e permettendo un incremento demografico; ripresero i commerci e si svilupparono i villaggi e le città quali sedi di mercati; crebbero le zone urbane e gradualmente fu possibile l'affermazione di un nuovo ceto sociale, quello "borghese" dedito alle attività manifatturiere e commerciali, intermedio tra la massa dei contadini e gli aristocratici o gli ecclesiastici.

Questo ha portato come sua naturale conseguenza un radicale cambiamento all’interno delle dinamiche socio/culturali, cambiamenti interessanti che vedono spostare l’orizzonte del Sacro all’interno delle mura di cita di Villaggi o Borghi. 
Non è più quindi l'Imperatore o il Vescovo a commissionare nuove opere edilizie, ma i signori locali, tramite cospicue donazioni che avevano una funzione di prestigio ma anche "espiatorie" del senso di colpa che veniva riscattato tramite "omaggio" in denaro o in opere d'arte verso istituzioni religiose a testimonianza della propria devozione e pentimento religioso. 

L’Uomo si riappropria in un certo senso del Sacro, non solo in termini strutturali, ma anche in termini simbolici.

Il romanico rinnovò principalmente l'architettura e la scultura monumentale, quest'ultima applicata all'architettura stessa (come decorazione di portali, capitelli, lunette, chiostri...). Il nuovo stile nacque in Francia e sorse quasi contemporaneamente nella maggior parte dell'Europa, con caratteristiche comuni, che fanno dire che si tratta della medesima arte, pur con alcune differenze specifiche per ogni regione/nazione. Le differenze regionali sono una conseguenza della necessità di adattamento locale, mentre le linee di fondo possono essere ricondotte all'omogeneità culturale dell'Europa, alla veloce diffusione delle idee tramite la maggiore mobilità di merci e persone, siano esse mercanti, eserciti in marcia o pellegrini, senza dimenticare l'elemento unificatore della religione cristiana.

Sono proprio le differenti visioni simboliche del Sacro quelle che servono ad abbellire appunto gli elementi architettonici del Romanico, il Sacro diventa elemento decorativo e si esprime appunto nei capitelli o nelle lunette e nei portali di ogni edificio, e queste differenze si evidenziano di luogo in luogo e di regione in regione, secondo un percorso di senso che aveva il compito di elevare lo spirito dell’Uomo Pellegrino. 

Senza addentraci troppo in disquisizioni squisitamente architettoniche , quello che per noi resta l’elemento più importante per comprendere l’interesse di questo stile e la sua importanza è sicuramente il fatto che in particolare cambiò anche il pubblico che fruiva delle rappresentazioni, non essendo più una ristretta élite ecclesiastica o imperiale, ma un ben più ampio bacino di persone di strati sociali e culturali diversi. Da qui nacque l’esigenza di un attenzione alla rappresentazione simbolica in un universo culturale di riferimento in cui tutto divenne simbolo.

Come scrive Maurizio Chelli nel libro Una società piena di simboli, “gli artisti del medioevo vivevano in una Società piena di simboli e anche quando rispecchiano le forme naturali lo facevano per suggerire una realtà più grande di quella rappresentata. La natura è il frutto della Creazione, espressione del Divino, come affermava Sant’Agostino nel De Doctrina Christiana. 
Questo pensiero inquadra in anticipo quella che sarà la preoccupazione di Bernardo da Chiaravalle, e cioè che le immagini fantasiose possano distogliere l’artefice da quello che è il loro intento, e altrettanto il destinatario, ma è una preoccupazione superata dal fatto che quella bellezza attinge ad una ispirazione divina”.  

Vien da se che la Natura diventa musa ispiratrice degli artisti medioevali che da essa attingono per arricchire di immagini capitelli, colonne e mura delle costruzioni romaniche, sia attraverso la scultura che attraverso la pittura con tecniche di affresco straordinarie; ma senza dimenticare che ogni elemento preso dal mondo naturale diventa nel romanico un simbolo che diviene soggetto ad una interpretazione simbolica ovviamente ma, aspetto ancora più importante,  soprattutto morale. 


Ci dice Chelli: “accade così che gli animali da cortile, gli animali selvatici, o esotici, diventano simboli positivi o negativi in base a quello che è il loro modo di comportarsi, il loro temperamento, a quelle che sono le loro abitudini, tenendo conto anche del significato che viene dato loro nel Vecchio e nel Nuovo Testamento”

Il Tempio Romanico quindi svolgeva una funzione sociale legata all’apprendimento inteso in termini nozionistiche, il cui aspetto principale era ricoperto dal corpus biblico, ma aveva anche funzione di veicolare quei valori morali che costituivano i mattoni del sistema sociale. Era la cartina al tornasole di ciò che era giusto e di ciò che invece era sbagliato. 

È quindi intuibile quale poteva essere il rapporto tra lo stile Romanico che si sviluppò in Europa e il Romanico Regionale, è lo stesso che esiste tra la lingua Italiana ed i suoi dialetti, ogni regione sviluppava la propria risposta alle esigenze del Sacro proprio in base al pubblico con cui era a contatto. 

Un esempio è sicuramente l’uso di decorazioni tratte dal mondo vegetale con le sue piante, intorno alle quali nella cultura antica erano fioriti miti straordinari, viene riscoperto e diventa simbolo di ciò che unisce la terra al cielo, l’umano al divino ma anche della “Foresta-Deserto”, luogo della condizione eremitica, delle visioni, delle apparizioni, quella foresta che nella letteratura cortese viene definita foresta felone, perché come ricorda Jacques Le Goff in termini di morale feudale è la foresta traditrice, dove sono in agguato tutte le insidie possibili.