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venerdì 8 agosto 2008

I Versi d'Oro di Pitagora



Per chi aspira all'Iniziazione.


Per primo sii devoto agli dei immortali e rispetta la loro legge.
Osserva il giuramento, venera gli eroi sublimi, onora tuo padre, tua madre e i tuoi familiari.
Scegli come amico l'uomo migliore e più virtuoso.
Obbedisci ai suoi consigli e segui il suo spirito sano.
Sforzati di non allontanarti da lui neppure per la più piccola offesa.
Sii padrone di te stesso.
Non dimenticare che devi dominare le tue passioni ed essere sobrio e puro.
Non lasciarti sopraffare dalla collera.
Sii irreprensibile verso gli altri e soprattutto verso te stesso.
Abbi rispetto di te e di tutta la tua vita; le tue parole si ispirino alla giustizia più pura.
Non rivoltarti contro la sorte che ti è stata destinata dalle leggi divine, per quanto essa possa essere dura affrontala con serenità, sforzandoti di migliorarla.
Gli dei preservano il saggio da mali peggiori.
La verità e l'errore si mescolano nelle opinioni umane.
Per conservare il tuo equilibrio, evita di accettarli o ricacciarli, insieme.
Se momentaneamente trionfa l'errore, allontanalo pazientemente.
Cerca sempre di osservare ciò che hai deciso.
Non lasciarti ingannare senza riflettere dalle parole e dalle azioni del tuo prossimo.
Parla ed opera soltanto quando la tua ragione ha intrapreso il giusto cammino.
Una scelta ragionata ti eviterà di commettere sbagli.
Il parlare e l'agire senza una regola rendono l'uomo infelice.
Non avere la pretesa di fare ciò che ignori del tutto.
Al contrario approfitta di ogni occasione per istruirti ed in tal modo avrai una vita molto gradevole.
Tuttavia è indispensabile vegliare sulla buona salute del corpo.
Prendi con moderazione gli alimenti e le bevande e fai il movimento fisico necessario.
Segui un regime semplice e severo.
Non comportarti come la gente senza senno che dissipa o si fa vincere dalla malizia.
Impara a vivere nel giusto mezzo.
Una volta accorto cerca di elevare il tuo spirito e rifletti sulla buona azione che devi compiere.
Ogni notte, prima di abbandonarti al sonno, fai l'esame di coscienza, ripassando più volte le azioni realizzate durante il giorno e chiediti: "Che hai fatto? Hai compiuto il tuo dovere verso gli altri?".
Esamina successivamente ognuna delle tue azioni.
Se scopri che ti sei comportato male ammonisciti severamente e rallegrati se sei stato irreprensibile.
Medita questi consigli, amali con tutta la tua anima e sforzati di seguirli perchè ti condurranno alla virtù divina.
Rivolgiti senza sosta agli dei perchè ti aiutino a raggiungerla.
Quando avrai imparato bene questi precetti apprenderai il legame intimo che unisce dei, uomini e cose e ti renderai conto dell'unità che esiste nella natura intera.
Conoscerai la legge universale che governa il mondo e apprenderai che la materia e lo spirito sono legati fra loro.
Imparerai che gli uomini sono creatori dei propri mali. "Infelici!" Ignorano che i veri beni sono alla loro portata dentro se stessi.
Pochi sono coloro che conoscono il modo di liberarsi dei propri tormenti.
E questa la cecità degli uomini che turba la loro intelligenza.
Somiglianti a cilindri che ruotano a caso e non saranno mai liberi dagli infiniti mali che li opprimono.
Non sospettando la funesta oscurità che li accompagna, non sanno discernere ciò che è necessario e ciò che devono rifiutare senza ribellarsi.
"O Dei! liberateli dalle sofferenze o mostrate loro di quale potenza soprannaturale possono disporre. Insegnate loro la propria natura divina e fate loro scoprire la verità sacra che la natura offre".
Se riuscirai a possederle imparerai senza difficoltà le mie prescrizioni.
Allontana tutto ciò che può impedire la tua purificazione e prosegui a liberare l'anima fino al trionfo del meglio che esiste in te, ossia lo spirito.
Quando abbandonerai il tuo corpo mortale e ti solleverai nell'eden dimenticando di essere mortale sarai degno di accedere nel mondo degli dei.

LA SIMBOLOGIA OLIMPICA

Statua del Barone De Coubertin al
Centennial Olimpic Park di Atlanta.
Notare i Gradini a Piramide,
simbolo che ritroviamo nel Podio Olimpico,
le Colonne, i Cinque Cerchi e le Colombe della Pace.




Le Olimpiadi di Pechino avranno inizio ufficialmente l' 8-8-2008 alle 8:08:08 (considerazioni di numerologia hanno spinto i cinesi a scegliere questa data e quest'ora, al numero 8 essi associano un significato propizio, ma non tutti sono d'accordo su questo, mentre altri fanno notare che in realtà vi sono influssi negativi nascosti dietro questi numeri).

Al di la di tutte le speculazioni politiche sul significato di queste Olimpiadi e del giusto diritto del Popolo Tibetano, così come quello di tutti i Popoli, alla Libertà, che sia la Pace e non la Guerra a trionfare, secondo l'antico spirito di Olympia.


Il Barone de Coubertin.

Il Barone Pierre de Coubertin nato come Pierre de Frédy (Parigi, 1 Gennaio 1863 - Ginevra, 2 Settembre 1937) è stato un pedagogo e storico francese ma è noto ai più come fondatore dei moderni Giochi Olimpici.
Nato a Parigi da una famiglia aristocratica de Coubertin venne ispirato da una sua visita ai college e alle università inglesi e americane, e si impegnò nel miglioramento del sistema educativo. Parte di questo miglioramento sarebbe stata affidata all'educazione sportiva, che pensava sarebbe stata una parte importante dello sviluppo personale dei giovani.
Egli concepì una competizione internazionale per promuovere l'atletica. Grazie al crescente interesse mondiale per le olimpiadi antiche, nutrito dalla recenti scoperte archeologiche di Olimpia, De Coubertin escogitò un piano per riportare in vita i Giochi Olimpici.
Per pubblicizzare il suo progetto, organizzò un congresso internazionale, il 23 Giugno 1894 alla Sorbona di Parigi, dove annunciò per la prima volta l'idea di recuperare gli antichi Giochi Olimpici. Il congresso portò all'istituzione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), del quale de Coubertin divenne segretario generale. Presidente fu nominato il greco Demetrius Vikelas. Il congresso inoltre decise che la prima Olimpiade moderna si sarebbe svolta in Grecia, ad Atene. I primi Giochi si rivelarono un successo, il che convinse de Coubertin ad assumere in prima persona la guida del CIO, succedendo allo stesso Vikelas.
Nonostante il successo iniziale, il movimento olimpico affrontò tempi duri, quando i Giochi del 1900 (nella Parigi di de Coubertin) e del 1904 (a St. Louis) vennero inghiottiti dalle fiere internazionali all'interno delle quali si svolgevano, e ricevettero poca attenzione.
Questa situazione cambiò in meglio dopo le Olimpiadi estive del 1906, e i giochi olimpici crebbero fino a diventare il più importante evento sportivo del mondo. De Coubertin mantenne la presidenza del CIO fino ai Giochi del 1924 di Parigi, che si rivelarono un grande successo rispetto al primo tentativo del 1900. Successivamente cedette la presidenza al belga Henri de Baillet-Latour e si ritirò a vita privata.
De Coubertin rimase presidente onorario del CIO fino alla sua morte, che avvenne in Svizzera, a Ginevra, nel 1937. Venne sepolto a Losanna (la sede del CIO), anche se il suo cuore è stato seppellito separatamente, in un monumento vicino alle rovine dell'antica Olimpia.

I Simboli olimpici.

I cinque cerchi.
Il simbolo più noto ed immediato del movimento olimpico sono i cinque cerchi; essi campeggiano sulla bandiera olimpica, che viene issata ad ogni edizione dei Giochi. Questi anelli intrecciati rappresentano l'unione dei cinque continenti, mentre i cinque colori ad essi associati (blu, giallo, nero, verde, rosso), più il bianco dello sfondo, sono stati scelti da Pierre de Coubertin perché utilizzati in tutte le bandiere del mondo. L'idea che ogni singolo colore rappresenti uno specifico continente è erronea; tuttavia si è ormai diffusa una comune associazione tra colori e continenti secondo questo schema: Nero - Africa, Verde - Oceania, Rosso - America, Blu - Europa, Giallo - Asia.


Il motto olimpico.
Il motto olimpico ufficiale è "Citius, Altius, Fortius", un'espressione latina che significa "più veloce, più alto, più forte". La frase fu scelta come motto dal Comitato Olimpico Internazionale sin dalla sua fondazione nel 1894, ma fu usata per la prima volta in un'Olimpiade solo nel 1924 a Parigi.


L'inno olimpico.
L'Inno olimpico è un brano musicale composto da Spyros Samaras, con parole tratte da un poema dello scrittore e poeta greco Kostis Palamas. Venne eseguito per la prima volta in occasione della cerimonia di apertura della prima edizione dei Giochi Olimpici di Atene 1896, ma venne dichiarato inno olimpico ufficiale dal CIO solo nel 1958 e reintrodotto a partire dall'edizione di Tokyo 1964.


La fiamma olimpica.
La fiamma olimpica viene accesa ad Olimpia, Grecia, secondo un rituale ispirato all'antichità, dove i raggi del sole vengono usati per accendere il fuoco. Tradizionalmente, la torcia con la fiamma olimpica viene portata da una staffetta di tedofori fino alla città che ospita i Giochi, dove viene impiegata per accendere il braciere olimpico durante la cerimonia di apertura. Spesso, tuttavia, il trasporto della fiamma avviene per via aerea fino al paese ospitante, specie se esso è particolarmente distante dalla Grecia. La fiamma olimpica arde nel braciere per tutta la durata dell'Olimpiade, e viene spenta nel corso della cerimonia di chiusura. La prima staffetta della fiamma olimpica fu realizzata in occasione della X Olimpiade (Berlino 1936). Ogni edizione ha una propria torcia che viene passata di mano in mano dai tedofori nella staffetta e un proprio braciere, di solito progettati con design innovativi, spesso da designer famosi.

mercoledì 6 agosto 2008

ARTISTA MASSONE, WOLFGANG AMADEUS MOZART PROTAGONISTA DI CENTO CITTA' IN MUSICA CON L'ORCHESTRA SINFONICA REGIONALE DEL MOLISE


Si è esibita nella esecuzione de "Il Flauto Magico" di Wolfgang Amadeus Mozart l'Orchestra Sinfonica Regionale del Molise, nell'ambito del Festival Cento Città in Musica, realizzato in collaborazione con il Ministero Italiano per i Beni e le Attività Culturali, sotto l'alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.


La direzione del maestro Michele Gennarelli ha portato l'esecuzione a livelli di indiscusso perfezionismo, riscuotendo successo unanime di pubblico e di critica. Il borgo medievale di Pratica di Mare ha echeggiato delle note della partitura k620, il cui titolo originale, su libretto di Emanuel Schikaneder, è die Zauberflöte. Opera massonica per antonomasia, di un artista universalmente riconosciuto come appartenente alla Massoneria, Il Flauto Magico fu rappresentato per la prima volta al Theater auf der Wieden il 30 settembre 1791.


Prima che l'anno volgesse alla fine, il fanciullo prodigio annoverato tra i geni della musica, spirava a soli 35 anni. Divisa in due atti, ma in realtà ordinata secondo il numero 3, numero sacro alla Massoneria, l'opera Il Flauto Magico si fonda sul simbolismo piramidale tipicamente massonico: l'ascesa dall'Oscurità, fino alla fusione degli archetipi, il maschile e il femminile, la Luce e la Tenebra, conscio e inconscio nel principio di Amore. Di una sensualità pregnante, che avvolge l'ascoltatore fin dalle prime note, indica la nemesi del sublime, in una ascensione sacrificale che rigenera nel Fuoco.

Sapiente la conduzione del maestro Gennarelli, che ha saputo raccogliere il messaggio spirituale del testamento artistico di Mozart, recuperando emozioni al limitare del sogno, molto apprezzate dal pubblico, nella splendida e suggestiva cornice della manifestazione. L'Orchestra regionale, diretta dal M°Michele Gennarelli, si esibirà anche il prossimo 5 agosto a Civitavecchia e l'8 agosto a Valmontone, per poi giungere in Molise con i due appuntamenti previsti all'interno del Festival "Il Molise all'Opera" il 9 agosto ad Agnone ed il 10 agosto a Campobasso con la partecipazione straordinaria della voce recitante di Moni Ovadia. Interessante la proposizione dell'Orchestra Sinfonica Regionale del Molise, nell'ambito del Festival Cento Città in Musica, dell'opera di un genio che, fra l'altro, parlava fluentemente l'italiano.

di Mina Cappussi.








martedì 5 agosto 2008

Il testamento biologico




Il tema del testamento biologico è sempre più frequentemente oggetto di prese di posizione e di dibattiti sui mezzi di comunicazione. Casi come quello di Welby, Nuvoli o più recentemente, di Eluana Englaro attirano periodicamente l'attenzione della stampa rendendo di attualità anche per il grande pubblico un argomento estremamente complesso per i suoi risvolti umani ma anche per le importanti implicazioni di ordine etico, giuridico, psicologico, antropologico, sociologico e filosofico.
Come nello stile di questo sito vogliamo limitarci a cercare di fornire gli strumenti attraverso i quali ognuno possa farsi una propria opinione dei vari aspetti di questo complesso tema.
Che cos’è il testamento biologico
Da molti anni ormai è unanimemente accettato che la salute è un diritto fondamentale e che in mancanza di un consenso dell’interessato qualsiasi cura o terapia deve ritenersi priva di legittimità. Ognuno di noi è quindi libero di accettare o rifiutare il programma terapeutico che un medico ci offre per tutelare la nostra salute. E’ il cosiddetto principio di autodeterminazione, sancito dall’art. 32 della Costituzione, sul quale si basa il concetto del “consenso informato” che rappresenta il diritto del paziente di scegliere, accettare o anche rifiutare le cure ed i trattamenti che gli vengono proposti: ognuno ha il diritto di esprimere il proprio consenso (o dissenso) ad un trattamento in tutta libertà, naturalmente dopo essere stato compiutamente informato e reso consapevole dei benefici che potrà ottenere e dei rischi che corre.
Naturalmente la possibilità di esprimere tale consenso presuppone la “capacità” di poter prendere quella decisione; rimangono quindi esclusi da questo diritto tutti coloro che, a vario titolo, non sono in grado di “intendere e volere”. Chi è in coma o in uno stato vegetativo permanente, infatti, ma anche semplicemente chi è affetto da gravi malattie che menomano la capacità di esprimere la propria volontà non può certamente comprendere le informazioni che gli vengono fornite e, meno che mai, esprimere un consenso o un dissenso. Il venir meno della integrità intellettiva rende quindi inefficace il principio di autodeterminazione, o almeno rende impossibile rispettare il diritto che ne deriva.
Il testamento biologico altro non è che un documento con il quale ognuno può indicare, in un momento in cui è in grado di prendere una decisione consapevole, che cosa ritiene accettabile qualora in futuro sia in una condizione di incapacità ed impossibilità ad esprimere la propria volontà. Il medico nel momento di effettuare delle scelte terapeutiche su una persona che abbia perso la capacità di decidere, avrà a disposizione delle indicazioni anticipate che possano costituire una guida, mantenendo così la possibilità di ottemperare alla volontà del paziente anche quando questi non sia più in grado di comunicarla.

venerdì 1 agosto 2008

Non nobis Domine, non nobis Domine, sed nomine tuo da gloriam


Non nobis Domine, non nobis Domine, sed nomine tuo da gloriam

Non nobis Domine, non nobis Domine, sed nomine tuo da gloriam


Per il sole che c'infiamma, per la pioggia che ci sferza,

Per la lotta senza macchia e con prodezza, Noi Ti lodiamo.

Per la fame che tormenta, per la sete che dissecca,

Quando ci opprime le membra la stanchezza, Ti ringraziamo.


Per il vento che ci accieca, per la sabbia che ribolle,

Per il sangue nostro sparso tra le zolle, Noi Ti lodiamo.

Per le notti insonni in armi, il silenzio e la preghiera,

Che ricolmano il cuore di gioia vera, Ti ringraziamo.


Non nobis Domine, non nobis Domine, sed nomine tuo da gloriam

Non nobis Domine, non nobis Domine, sed nomine tuo da gloriam


Per il pianto dei nemici, il galoppo lancia in resta

Nella gioia della battaglia nostra festa, Noi Ti lodiamo.

Per la fede ed il beaussant, che su cuori e torri svetta,

Per la morte salvatrice che ci aspetta, Ti ringraziamo.

E per la speranza dolce di arrivare al Tuo cospetto

Purificati e feriti sopra il petto, Noi Ti lodiamo.


Per la carità delle armi, che c'ispiri dentro al cuore

Per la maggior gloria Tua, nostro Signore, Ti ringraziamo.


Non nobis Domine, non nobis Domine, sed nomine tuo da gloriam

Non nobis Domine, non nobis Domine, sed nomine tuo da gloriam


In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.

Amen.