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venerdì 30 giugno 2017

La storia della Filosofia contro l'opinionismo spicciolo e la cultura da social




«Come non soccombere alla stupidità contemporanea, minati dal dubbio di poter avere ragione soli contro tutti, se non ci sapessimo appoggiati da tutti i grandi spiriti e da tutte le grandi intelligenze? La nostra resistenza quindi, nella sua apparente presunzione, non è altro che l’umile osservanza di ciò che i più nobili ordinarono e il nostro rifiuto serve per mantenere, nel mezzo dell’anarchia, la coscienza palpitante e viva di una più alta verità umana»
Nicolás Gómez Dávila, Notas

Salvare il mondo dalla rovina





«L’educazione è il momento che decide se noi amiamo abbastanza il mondo da assumercene la responsabilità e salvarlo così dalla rovina, che è inevitabile senza il rinnovamento, senza l’arrivo dei giovani. Nell’educazione si decide anche se noi amiamo tanto i nostri figli da non estrometterli dal nostro mondo lasciandoli in balia di se stessi, se li amiamo tanto da non strappargli di mano la loro occasione d’intraprendere qualcosa di nuovo, qualcosa d’imprevedibile per noi: e prepararli invece al compito di rinnovare un mondo che sarà comune a tutti.».
Hannah Arendt, 'La crisi dell’istruzione', in Tra passato e futuro.

Il Gran Maestro Stefano Bisi: “E’ il gesto del sindaco di Messina Accorinti a non essere accoglibile. Una discriminazione grave nei confronti della Libera Muratoria”



E’ Il gesto del sindaco di Messina Accorinti a non essere accoglibile in una Società civile e democratica. Bisogna avere rispetto di tutti i cittadini, non alzare steccati ideologici o addirittura dare delle patenti di mafiosita’ a Istituzioni che hanno solidi principi e valori e che     hanno contribuito e contribuiscono all’elevazione dell’Uomo.
L’atto del rappresentante dei messinesi  e’ ignobile e grave e viola innanzitutto i principi etici ancor prima eventualmente di quelli costituzionali e giuridici.
Si tratta di una decisione arbitraria e palesemente discriminatoria che genera  immotivato odio nei confronti dei liberi muratori fatti passare – usando un eufemismo – per “donatori non graditi” e che e’ contrario ad ogni principio di uguaglianza e di tolleranza delle altrui visioni e della Libertà di pensiero e di associazione di cui anche il Grande Oriente d’Italia fa parte a pieno titolo.
La persona che rappresenta la nobile città di Messina non e’ la prima volta che senza alcun motivo e con spregiudicato pregiudizio si lancia contro la Massoneria cercando di lederne l’immagine. Ma stavolta si e’ superato ogni limite.
Proprio in questi giorni due insigni magistrati come Il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti e il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri sono intervenuti in modo chiaro per sgombrare il campo da teoremi, sospetti ed illazioni. E, proprio il dottor Gratteri ha parlato di Massoneria deviata e non di Istituzioni ufficiali e storiche come il Grande Oriente d’Italia.
Il sindaco di Messina può decidere di ricevere i fondi per la processione della Vara che vuole e da chi vuole ma non può chiedere certificazioni ed escludere associazioni se il loro legale rappresentante e’ un membro della Massoneria. La nostra Arte, la nostra Opera non e’ quella di fare politica contrariamente al signor Accorinti. Ci sarebbe poi tanto da dire su una frase del sindaco che e’ tutto un programma: “Questo di tenere lontano dalla Cosa Pubblica la Massoneria era nel nostro programma e lo abbiamo realizzato”.
Forse, e lo dicono non solo i fratelli messinesi, al contrario degli spot sarebbe bello sapere quali altri punti del programma sono stati realizzati per rilanciare questa meravigliosa Città.
Al signor Accorinti, che tra l’altro e’ fra i seguaci del Dalai Lama e che dovrebbe avere maturato una spiritualità alta e il senso dell’Unione e non della Divisione, guardiamo con compassionevole tolleranza, virtù che noi pratichiamo con umiltà sin dall’inizio del nostro percorso massonico. E che per altri, Accorinti compreso, e’ ancora una conquista molto, molto lontana.
Rinnoviamo la nostra disponibilita’ a un pubblico confronto.

Il Gran Maestro
Stefano Bisi

giovedì 29 giugno 2017

E’ online il numero di Erasmo di giugno 2017



E’ online il numero di Erasmo di giugno 2017. “Profumo di libertà” il titolo, dedicato alle celebrazioni dei 300 anni di Massoneria, organizzate al Vascello il 24 giugno. In apertura è riportata l’allocuzione pronunciata in questa speciale occazione dal Gran Maestro Stefano Bisi. Seguono un ampio servizio sul dibattito “Per una cultura della libertà, che ha dato via alla serata, e alcuni articoli sulle varie iniziative messe in campo dal Grande Oriente in tutt’Italia per festeggiare questo storico anniversario. Spazio anche all’agenda del Solstizio e ad eventi di attualità, come il convegno organizzato a Milano sul Fine Vita. Sul fronte della solidarietà, focus sugli Asili Notturni di Torino. Tantissime le notizie come sempre dagli Orienti. Chiudono il numero un articolo su “Gli Illuminati tra Germania e Italia” e una riflessione a firma del professore Giovanni Greco dal titolo “Fratelli d’Europa unitevi!”.

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La Rete


di Paolo Callari



«Così come una rete è costituita da una serie di legami, così ogni cosa in questo mondo è collegata da una serie di legami. Se qualcuno pensa che la maglia di una rete sia una cosa indipendente ed isolata, si sbaglia. Si chiama rete perché è costituita da una serie di maglie interconnesse, e ciascuna maglia ha il suo posto e la sua responsabilità in relazione alle altre maglie».
Siddhārtha Gautama



Internet costituisce un luogo nuovo, non fisico, che rappresenta un’opportunità unica nella storia umana soprattutto per chi abita i luoghi al margine, i Sud del mondo, intendendo per Sud una condizione in cui si ha l’isolamento o si è semplicemente una minoranza rispetto a qualcuno. Il sapere non è più relegato, nei centri di cultura, in luoghi felici, nei “Nord progrediti”. La competenza che ognuno noi può raggiungere è disgiunta dalla propria posizione geografica. Chiunque nel mondo, purché abbia la capacità e la possibilità di collegarsi al web, con un solo click, può ottenere nozioni ed informazioni. L’apprendimento è alla portata di chiunque, dovunque ed in maniera paritaria; anche le lingue, grazie ai traduttori in rete, non rappresentano più un limite invalicabile. Non si tratta di solo di cultura alta ed accademica, e tralascio l’arricchimento delle relazioni interpersonali di cui molti si sono giovati grazie alle chat-line, considererei per esempio la varietà di forum presenti in rete utili anche a risolvere anche aspetti spicci della vita quotidiana, come sostituire il rubinetto di casa.
Per accedere alle conoscenze o, usando un termine più roboante alla cultura, non è più necessario spostarsi e coprire una distanza fisica. Si naviga.
Per accedere alle conoscenze o, usando un termine più roboante alla cultura, non è più necessario spostarsi e coprire una distanza fisica. Si naviga con potenzialità ed opportunità di studio notevolmente maggiori di quanto non avvenga nel mondo fisico e reale, in cui l’apprendimento è, infondo, un trasferimento di qualcosa in un definito momento ed in un preciso luogo geografico, basti pensare a com’è avvenuta la nostra formazione: genitori, nonni, zii, maestri, amici, professori, libri, biblioteche, musei, monumenti, film e commedie. Il premio Nobel per l’economia, l’indiano Amartya Sen ha detto: «Un uomo è quello che le circostanze gli consentono di essere. Le circostanze del web sono uguali per tutti quelle territoriali, no !». Il web è a-territoriale. La distanza sul web è zero, il tempo è un tempo unico e indefinito, che è un “non-tempo”, perché permanente. Nella rete siamo tutti su una stessa latitudine e su un parallelo indefinito, non si è più meridionali o settentrionali, e permettetemi la sintesi estrema: si è un poco più uguali.

mercoledì 28 giugno 2017

A Viterbo Festa della Luce con il Gran Maestro



La sera del 14 giugno, nella suggestiva cornice del Parco dei Cimini, sotto la volta stellata del cielo di Viterbo, si è svolta la seconda Festa della Luce organizzata dalla loggia viterbese Labor ad Veritatem (1136). Alla cerimonia ha preso parte il Gran Maestro Stefano Bisi. Erano presenti 75 Fratelli provenienti da 15 Logge diverse, il Consigliere dell’Ordine in Giunta Fabrizio Celani e il Presidente del Collegio Circoscrizionale del Lazio Carlo Ricotti. I lavori rituali, caratterizzati da una profonda armonia, si sono svolti sotto il maglietto del maestro venerabile della Labor ad Veritatem, Cristiano Minniti.
Intenso e significativo l’intervento del Gran Maestro che ha rimarcato il momento delicato che sta vivendo la Libera Muratoria, messa sotto attacco e vittima ancora di gravi pregiudizi. Il Gran Maestro ha evidenziato che è proprio in questo momento storico che la Massoneria del Grande Oriente d’Italia, espressione storica dei valori universali di fratellanza, uguaglianza, tolleranza e solidarietà, non deve vacillare, bensì rinsaldarsi e avanzare compatta, presentandosi, come accade da secoli, quale espressione di libertà, e continuando ad aprirsi alla società civile con più determinazione, per consentire la diffusione delle idee e dei principi votati al bene comune di cui la società ha bisogno.


Roma. Al Mausoleo Ossario l’omaggio a Goffredo Mameli



Anche quest’anno la Loggia Goffredo Mameli (169) di Roma renderà omaggio al giovane eroe del Risorgimento di cui porta il nome. La commemorazione è in programma il 6 luglio, alle ore 18:30, presso il Mausoleo dei Caduti del Risorgimento che si erge sul colle romano del Gianicolo sulla Via Garibaldi. Il monumento celebra le battaglie più significative per la liberazione di Roma (1849 Vascello, San Pancrazio, Palestrina, Velletri, Monti Parioli, Villa Spada; 1862 Aspromonte; 1867 Monterotondo, Mentana, Villa Glori, Casa Ajani; 1870 Porta Pia, San Pancrazio) e custodisce le spoglie dei loro caduti tra cui quelle di Goffredo Mameli. Il giovane poeta genovese, autore dell’inno d’Italia, fu ferito a morte proprio sul Gianicolo nel 1849, a soli 22 anni, nell’ultima strenue difesa della Repubblica Roma. Il Vascello, ora sede nazionale del Grande Oriente d’Italia, fu avamposto garibaldino, eroico scenario di quegli eventi.
L’invito alle celebrazioni è esteso alle logge del Grande Oriente d’Italia, in particolare a quelle capitoline, e a quanti amano il proprio paese.

Il Mausoleo sul Gianicolo per i patrioti del Risorgimento


Mausoleo Ossario Garibaldino al Gianicolo

Il Mausoleo Ossario Garibaldino sorge sul Gianicolo nella località detta Colle del Pino, dove tra il 30 aprile e i primi giorni del luglio 1849, guidata da Giuseppe Garibaldi, si svolse l’ultima strenua difesa della Repubblica Romana proclamata il 9 febbraio dello stesso anno. Progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci (1895-1970) e solennemente inaugurato il 3 novembre del 1941, dopo due anni di lavori, il Mausoleo accoglie i resti dei caduti nelle battaglie per Roma Capitale dal 1849 al 1870.
L’esigenza di ricordare degnamente i caduti per Roma fu posta con forza all’indomani della presa di Porta Pia. Nel 1878-79 lo stesso Garibaldi e il figlio Menotti furono tra i promotori della legge che riconobbe nel Gianicolo il luogo dove raccogliere i resti dei patrioti. Fu quindi realizzato il primo sepolcreto sulla base di minuziose ricognizioni effettuate per individuare le salme, alcune delle quali erano tumulate al Campo Verano, mentre quelle del 1870 erano ancora sepolte sui luoghi delle battaglie presso le Mura. L’idea di realizzare un Mausoleo fu ripresa negli anni Trenta del ‘900 da Ezio Garibaldi, figlio di Ricciotti, allora presidente della Società dei Reduci Patrie Battaglie, intitolata all’eroico nonno, e proposta al Governo, che la fece propria sostenendone i costi. La progettazione del monumento fu affidata dalla Società al socio Jacobucci, mentre la realizzazione fu curata dagli Uffici Tecnici del Governatorato.
Al centro di un’area recintata, un austero quadriportico in travertino, costituito da tre archi a tutto sesto su ogni lato, e in posizione elevata su una gradinata, racchiude il nucleo centrale del monumento: un’ara ricavata da un unico blocco di granito rosso di Baveno, arricchito da figurazioni allegoriche ispirate all’antichità romana, tra cui la lupa, l’aquila imperiale, scudi e gladi. Questi motivi si ripetono in tutto l’apparato decorativo del Mausoleo.
In corrispondenza degli angoli del quadriportico, quattro piedistalli in travertino sorreggono altrettanti bracieri bronzei decorati con teste di lupa, che ancora oggi vengono accesi nel corso delle ricorrenze ufficiali. Sui piedistalli sono ricordate le battaglie più significative per la liberazione di Roma: 1849 Vascello, San Pancrazio, Palestrina, Velletri, Monti Parioli, Villa Spada; 1862 Aspromonte; 1867 Monterotondo, Mentana, Villa Glori, Casa Ajani; 1870 Porta Pia, San Pancrazio.

Tomba di Goffredo Mameli

Sul retro del quadriportico, una doppia rampa di scale scende al Sacrario, chiuso da un imponente portale bronzeo. Il suggestivo ambiente è diviso in due zone: un vestibolo con piccole absidi laterali e un vano quadrato, che ha al centro un grande pilastro circolare ornato con palme e croci votive in alabastro. Il soffitto a volta ribassata è ricoperto di tessere musive in oro; marmi policromi rivestono il pavimento e le pareti, sulle quali sono disposti 36 loculi chiusi da lapidi che ricordano i nomi di oltre 1600 eroici caduti. Nei loculi sono conservati solo pochi resti (ca. 200), per lo più anonimi, rinvenuti nel corso delle varie ricognizioni. Nella parete di fondo è posto il sarcofago in porfido con le spoglie di Goffredo Mameli, il giovane poeta genovese, autore dell’inno d’Italia, ferito a morte proprio sul Gianicolo nel 1849 a soli 22 anni.
Tra i caduti ricordati si segnalano: Andrea Aguyar, più noto come il fedele “Moro di Garibaldi”; Ciceruacchio, l’eroico popolano Angelo Brunetti fucilato con due figli a Cà Tiepolo; Francesco Daverio, Enrico Dandolo, Luciano Manara, Emilio Morosini, Giacomo Venezian, Edoardo Negri e tra le donne Giuditta Tavani Arquati e Colomba Antonietti Porzi. In tutto il monumento numerose sono le iscrizioni che ricordano fatti, luoghi, pensieri e testi legati alle vicende storiche e ai personaggi che vi sono celebrati, come le due lapidi della cripta con gli Ordini del giorno del Municipio e del Triumvirato Romano (Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi, Carlo Armellini) e l’epigrafe a mosaico estrapolata dagli scritti mazziniani. (Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali)

Sennacherib e la Bibbia: il nuovo libro di Claudio Saporetti




Purtroppo la storia è ancora spesso raccontata attraverso vittorie e sconfitte, scontri e massacri, invasioni e genocidi: insomma, nei suoi aspetti peggiori. Nemmeno è sicuro quanto ci viene raccontato, perché spesso è propinato. Di solito conosciamo i fatti attraverso la voce dei vincitori, o comunque grazie ai racconti dei popoli che li hanno scritti e che hanno avuto la fortuna di farli arrivare fino a noi, aiutati da una tradizione orale che si è tramandata nei secoli. Ultimamente, tuttavia, la decifrazione di migliaia di nuovi documenti che si sono salvati perché di pietra o di terracotta indurita, ha permesso di accostare a certe narrazioni di fatti un’altra voce: quella degli avversari, con risultati sconcertanti. Di tal fatta si rivela, per esempio, la guerra tra l’assiro Sennacherib ed il giudeo Ezechia, così come quella tra il moabita Meša e l’israelita Joram: inconfutabili esempi dell’assoluta necessità del dubbio.
Questo di Claudio Saporetti è l'ultima proposta della Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno. Saporetti è stato professore ordinario di assiriologia all'Università di Pisa ed ha all'attivo una intensa produzione saggistica, per Rusconi, Sellerio, Aracne. Per Tipheret aveva già scritto «Abramo» e «Genesi» e curato la postfazione al «Poema di Ishtar» di Oswald Wirth.


24 giugno 1717-2017. Allocuzione del Gran Maestro Stefano Bisi | video



Il 24 giugno 2017 la Massoneria moderna ha spento 300 candeline. Tre secoli di vita che hanno riempito le pagine più belle di storia. Più belle perché ispirate da valori universali sempre validi, quelli di libertà, uguaglianza, fratellanza, solidarietà, tolleranza. Nella stessa data il Grande Oriente d’Italia ha festeggiato aprendo a tutti i cancelli della propria sede ed è così che massoni e non si sono ritrovati a festeggiare tutti insieme un’idea, un modo di essere, forse in controtendenza, che qualcuno, ancora, vuole cancellare. Ma sono passati 300 anni e i liberi muratori ci sono ancora. “Ci siamo ancora – ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi nella sua allocuzione – con il nostro labaro e con il nostro nome che non è cambiato. Noi ci chiamiamo sempre Grande Oriente d’Italia. Altri, quelli che vogliono colpirci, hanno dovuto cambiare nome, cognome, dna per dimostrarci chi sono, per poter esserci”.
“Noi ci siamo – ha detto ancora – anche perché siamo stati capaci, in questi secoli, di fare autocritica quando abbiamo sbagliato e bisognerebbe che anche altri capissero che è necessario fare autocritica. E noi oggi siamo qui, per ricordare le nostre solide radici che ci hanno permesso nel tempo di dar vita a rivoluzioni, che hanno travolto regimi illiberali, aiutando e favorendo il progresso tecnologico e cercando sempre e ovunque di elevare l’Uomo e migliorare l’Umanità”.
“Noi dobbiamo continuare a sognare – ha ribadito il Gran Maestro – perché un sogno diventa realtà se lo facciamo tutti insieme”

24 giugno 1717-2017, Massoneria cultura di libertà. Il dibattito | video



Con una festa che si è tenuta nei giardini del Vascello, il Grande Oriente ha celebrato il trecentesimo anniversario della Massoneria moderna, nata a Londra il 24 giugno del 1717. A dare il via alla manifestazione, un evento dal titolo “Per una cultura della libertà”, al quale hanno partecipato Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola Valdese, Arturo Diaconale, direttore del quotidiano “L’Opinione delle Libertà” e membro del Cda della Rai e Hadeel Azeez Dhaher, pittrice irachena.
Sul palco è salito anche Nicola Alemanno, sindaco di Norcia, che, dopo la Gran Loggia di Rimini, ha rinnovato la sua amicizia al Grande Oriente d’Italia, impegnato a partecipare alla rinascita della comunità della piccola cittadina cuore d’Italia e del vecchio continente. A presentare i relatori il giornalista Claudio Giomini, celebre per le sue telecronache del Palio di Siena, che ha introdotto il tema dell’incontro, sottolineando come esso oggi continui ad essere al centro del dibattito e come la libertà sia un ideale che va vivificato e continuamente difeso. Il numero di giugno di “Erasmo”, notiziario del Grande Oriente d’Italia, pubblica una cronaca dell’evento.

Centro Studi “M. CECOVINI”



IV edizione Premio di Studio Manlio Cecovini
Si è svolta recentemente la cerimonia di consegna della quarta edizione del Premio di Studio istituito dal Centro Studi “M. Cecovini” di Trieste, con il supporto del Rito Scozzese, per ricordare la figura di Manlio Cecovini e l’ambito socioculturale e politico che ha influenzato la sua attività. Il Presidente del Centro Studi dott. Luigi Milazzi ha consegnato il Premio di 1.500 euro al dott. Davide Giardina, autore di una tesi di laurea magistrale in Lettere Classiche e Moderne intitolata “Il Mito di Trieste fra Ottocento e Novecento”. E’ seguita un’ampia presentazione del lavoro da parte dell’Autore che ha dato luogo ad un interessante dibattito.
In precedenza il Premio era stato assegnato nel 2014 alla dott.ssa Mirta Devidi per la tesi “Manlio Cecovini: Scrittore testimone del suo tempo”, nel 2015 alla dott.ssa Vanessa Maggi per la tesi “Teodoro Mayer: Giornalista e politico triestino fra Irredentismo e Grande Guerra”, nel 2016 al dott. Luca Manenti per la tesi “Massoneria ed Irredentismo. Il Circolo Garibaldi di Trieste tra Ottocento e Novecento”.
In occasione dell’annuale assemblea dei soci il Centro Studi ha recentemente provveduto al rinnovo degli Organi Sociali per il triennio 2017/19, con la conferma di Luigi Milazzi alla presidenza e di Alessandro Giadrossi alla segreteria. Dopo l’assemblea il prof. Giovanni Gregori ha tenuto un’interessante conversazione aperta al pubblico intitolata “Le prose arrabbiate di Marin e Cecovini, uomini di frontiera”.
Il Centro Studi Cecovini si è costituito a Trieste nel 2011, per iniziativa di un gruppo di promotori e con il patrocinio del Rito Scozzese Antico ed Accettato, per valorizzare la figura di Manlio Cecovini, persona dai molteplici interessi e dalla personalità poliedrica, che ha saputo lasciare una traccia di rilievo in tutti i settori a cui ha rivolto il suo impegno e le sue iniziative.
Un uomo che ha dato molto alla Massoneria, di cui è stato a lungo ai vertici e per la quale ha profuso le sue migliori energie, in tempi che sono stati anche piuttosto difficili. Ma anche un uomo che ha dato molto alla sua città, sia in ambito politico ricoprendo anche l’incarico di sindaco, sia in ambito letterario con una produzione ampia e qualificata come romanziere, sia infine con l’attiva presenza nelle attività di servizio, in particolare come membro del Rotary in cui ha militato per molti anni ricoprendovi importanti incarichi.
La realizzazione del Centro Studi è l’elemento centrale di un progetto di ampio respiro dei Fr. Scozzesi triestini che si propone, attraverso il tributo all’Uomo, la valorizzazione di alcune di quelle idee portanti in termini di libero pensiero e di impegno civile che in Cecovini hanno trovato sempre un’adeguata ed elevata declinazione.

martedì 27 giugno 2017

Il Rito Scozzese Antico ed Accettato



Il Rito Scozzese Antico ed Accettato è un sistema di Gradi Massonici che elabora, integra ed espande il contenuto dei tre Gradi cosiddetti Simbolici della Libera Muratoria Universale. 
Nel rispetto della esclusiva Giurisdizione delle Grandi Logge che amministrano i primi tre Gradi dell’iter iniziatico massonico e che sono il fondamento della Libera Muratoria, senza dei quali la Massoneria non esisterebbe, il Rito Scozzese Antico ed Accettato , sulla loro base, erige la sua sovrastruttura che si definisce Piramide Rituale e, lavorando alla Gloria del Grande Architetto dell' Universo, offre al Maestro Massone, attraverso la serie dei suoi Gradi, dal IV al XXXIII, una più profonda interpretazione dei Simboli ed una maggiore illuminazione che sprona il Massone nella ricerca della Verità. 
Il Rito Scozzese Antico ed Accettato fa propri gli scopi della Libera Muratoria Universale e, secondo un eclettismo caratteristico della Massoneria Speculativa, realizza una sintesi delle dottrine tradizionali - AlchimiaCabalaErmetismoRosacrocianesimoTemplarismo, ecc. - che propone allo studio dei suoi adepti nell’intento di stimolarne lo spirito critico in vista del maggiore affinamento della loro formazione iniziatica. 
Il perfezionamento interiore e quello dell’umana Famiglia resta l’obiettivo principale della più complessa e approfondita ricerca che, attraversando le molteplici fasi progressive dell’iter iniziatico scozzese, tende al conseguimento, nella libertà di coscienza, della consapevolezza delle più alte problematiche relative alla Vita, alla Morte, alla Società, all’Universo, al Divino.
Per dirla in breve, e con parole più semplici, lo scopo del Rito Scozzese Antico ed Accettato è quello di cercare ciò che vi è di maggior valore nel mondo, cioè di onorare la dignità di ogni persona, esaltare il lato umano delle attività quotidiane e di offrire il massimo servizio all’Umanità. 
L’azione tendenziale della pratica del Rito Scozzese Antico ed Accettato aspira a realizzare un’Umanità migliore in un mondo migliore, un’Umanità felice in un mondo più felice e un’Umanità più saggia in un mondo più saggio.
Il Rito Scozzese Antico ed Accettato è il risultato finale ed unitario di una complessa riforma che interessò vari Sistemi altograduali massonici, sviluppatisi l’uno indipendentemente dall’altro, nel corso del XVIII secolo, nell’ambito del cosiddetto Regime Scozzese. 
Tale Regime ebbe origine con l’avvento dei Maestri Scozzesi, a partire dal 1738 circa, e proseguì via via col Capitolo di Clermont (1754), con gli Imperatori d’Oriente e d’Occidente (1758) che posero in pratica una ritualità definita Rito di Perfezione o anche Rito di Heredom. 
Oggetto della riforma unificatrice in un solo Ordine, furono, oltre questi filoni, anche filoni altograduali minori e di più recente manifestazione, tra i quali il Rito Primitivo ed altri.
Il Rito Scozzese Antico ed Accettato è la ritualità che caratterizza un particolare Corpo Massonico che la adotta e la fa propria. 
Tale Corpo Massonico si chiama "Supremo Consiglio dei Sovrani Grandi Ispettori Generali del 33° ed ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato".
Il primo Supremo Consiglio, detto Madre del Mondo, fu fondato a Charleston, Carolina USA, il 31 maggio 1801 ed attualmente ha sede a Washington, D.C., USA.
Nel volgere di qualche diecina d’anni il Rito Scozzese Antico ed Accettato, sotto l’impulso del Supremo Consiglio di Charleston, si è diffuso praticamente in tutto il mondo attraverso ulteriori Supremi Consigli, organizzati in Giurisdizioni territoriali nazionali, ciascuno autonomo ed indipendente, geloso della propria sovranità.
Il Supremo Consiglio d’Italia, che oggi assume la denominazione di "Supremo Consiglio dei SS.GG.II.GG. del 33° ed Ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato della Libera Muratoria per la Giurisdizione Italiana — Grande Oriente d’Italia — Palazzo Giustiniani", come si rileva da un documento manoscritto, tramandato come "Verbale della Fondazione", detto anche "Bolla di Fondazione", fu fondato ed installato ritualmente a Milano il 16 marzo 1805 dal Conte Alexandre François Auguste de Grasse Tilly, S.G.C. del S.C. di Francia (1804), debitamente assistito da Fratelli francesi ed italiani, in forza di Patenti a lui conferite dal S.C. Madre del Mondo di Charleston, per cui il S.C. d’Italia fu una diretta emanazione di detto Corpo Rituale.
Nello stesso atto costitutivo del Supremo Consiglio d’Italia è formalmente dichiarato che esso "crea e costituisce di sua sovrana autorità una Gran Loggia Generale in Italia sotto la denominazione di Grande Oriente del Rito Scozzese Antico ed Accettato". 
Il Grande Oriente d’Italia, così fondato, venne, quindi, installato ritualmente il 20 giugno 1805 dagli stessi fondatori del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato.
Il Supremo Consiglio d’Italia, sedente a Milano, aveva Giurisdizione soltanto sui territori del Regno Italico e ne era Sovrano Gran Commendatore lo stesso Viceré, Eugenio Beauharnais.
Successivamente, sul territorio italiano non ancora unificato, videro la luce anche altri Supremi Consigli tra cui, a Napoli, un Supremo Consiglio, detto delle Due Sicilie (1809), un Supremo Consiglio di Palermo (1860) e un Supremo Consiglio di Napoli (1860). 
Dopo l’unificazione, dapprima si costituì, per fusione con quello di Milano, un Supremo Consiglio di Torino (1862) e, più tardi, col trasferimento della Capitale a Firenze, se ne costituì ancora un altro in quella città (1864). Un ulteriore Supremo Consiglio si stabilì, nel 1870, a Roma, definitiva Capitale del Regno. A seguito di numerose convenzioni, si conseguì, infine, non senza travagli, l’unificazione tra i diversi Supremi Consigli in un unico Supremo Consiglio d’Italia, che fu quello sedente in Roma.
Da uno scisma verificatosi nel 1908, nacque un secondo Supremo Consiglio, detto di "Piazza del Gesù", che dal 1912 fu riconosciuto da molti Supremi Consigli del mondo in contrapposizione con quello detto di "Palazzo Giustiniani". 
Il ventennio fascista, durante il quale ogni attività massonica in Italia fu proibita, eliminò di fatto il problema di quella atipica duplicazione tra la continuità storica e il possesso di riconoscimenti di varie Giurisdizioni. La separazione tra le Giurisdizioni del Grande Oriente d'Italia e del Supremo Consiglio fu sancita nel 1922. La Conferenza di Parigi dei Supremi Consigli del mondo, tenutasi nel 1929, sancì questo principio per tutti i Supremi Consigli.
Alla ripresa delle attività massoniche, nel 1943, dopo il fallimento dei tentativi di riunificazione, coloro che possedevano il supremo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, ricostituirono i due Supremi Consigli di "Palazzo Giustiniani" e di "Piazza del Gesù".
Tra il 1960 e il 1973, le residue incomprensioni tra i due tronconi storici della Massoneria Italiana, si ricomposero e da allora, nonostante altri conati scismatici, risalenti in particolare al 1977, falliti grazie alla lealtà dei Fratelli Scozzesi d’Italia e alla saggezza dei Supremi Consigli del resto del mondo, il Supremo Consiglio  di "Palazzo Giustiniani" rappresenta la regolarità per 54 Supremi Consigli nel mondo.

Per saperne di più consulta il Sito Ufficiale del Rito Scozzese Antico ed Accettato all'indirizzo: www.ritoscozzese.it.

Il Gran Maestro Stefano Bisi definisce un'aberrazione e un controsenso la persecuzione contro la Libera Muratoria


Premio di studio “Manlio Cecovini”. Vince una tesi sul mito di Trieste tra Ottocento e Novecento



Quarta edizione del Premio di studio istituito dal Centro Studi “Manlio Cecovini” di Trieste per ricordare una figura esemplare della città giuliana e della Massoneria italiana. Cecovini fu infatti sindaco di Trieste, nonché europarlamentare, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia e Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico Accettato che è anche sponsor del Premio.
La cerimonia di premiazione è avvenuta recentemente ed è stato Luigi Milazzi, presidente del Centro Studi “Manlio Cecovini” a consegnare il premio di 1500 euro al vincitore Davide Giardina che è autore di una tesi di laurea magistrale in Lettere Classiche e Moderne intitolata Il Mito di Trieste fra Ottocento e Novecento”. Dopo la consegna del premio Giardina ha presentato ampiamente il suo lavoro stimolando un dibattito.
Dal 2014 il Premio ha evidenziato tesi di laurea di rilievo su fatti e persone locali. Mirta Devidi è stata la prima vincitrice con “Manlio Cecovini: scrittore testimone del suo tempo”; nel 2015 è stata la volta di Vanessa Maggi con “Teodoro Mayer: giornalista e politico triestino fra Irredentismo e Grande Guerra”; lo scorso anno è stato Luca Manenti a vincere la selezione con la tesi Massoneria e Irredentismo. Il Circolo Garibaldi di Trieste tra Ottocento e Novecento”.
Il Centro Studi “Manlio Cecovini” svolge un’intesa attività culturale sotto la presidenza di Luigi Milazzi (Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia ed ex Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese) al quale è stato confermato l’incarico per il triennio 2017-2019. Segretario è stato eletto Alessandro Giadrossi. In occasione dell’assemblea per il rinnovo delle cariche il professor Giovanni Gregori ha tenuto una conversazione pubblica su Le prose arrabbiate di Marin e Cecovini, uomini di frontiera”.

Manlio Cecovini

Il Centro Studi è nato a Trieste nel 2011, con il patrocinio del Rito Scozzese Antico ed Accettato, su impulso di persone vicine a Manlio Cecovini per valorizzarne la figura: persona dai molteplici interessi e dalla personalità poliedrica ha saputo dare e lasciare traccia del suo impegno in tutti i settori delle sue molteplici attività. Combattente sul fronte greco-albanese con la “Julia”, avvocato dello Stato dal 1949 per un trentennio, fertile scrittore e saggista fino agli ultimi anni di vita, consigliere regionale e parlamentare europeo, Cecovini fu sindaco di Trieste dal 1978 al 1983. È stato un uomo che ha dato tanto anche alla Massoneria del Grande Oriente d’Italia che lo ebbe, come abbiamo detto, Gran Maestro Onorario e nel Rito Scozzese Antico e Accettato in cui raggiunse la carica più alta di Sovrano Gran Commendatore.
Il Centro Studi triestino, dopo la sistemazione provvisoria in corso Saba, ora ha sede in via Torrebianca. Qui, con spazi idonei anche per attività aperte al pubblico, ha intensificato l’impegno per il premio di studio e per la raccolta e la catalogazione di scritti e documenti di Cecovini che arricchiscono la propria biblioteca. Il programma del Centro prevde eventi culturali legati alla promozione e alla diffusione degli ideali di libertà e tolleranza. È un progetto di ampio respiro che, attraverso la valorizzazione di Cecovini, potrà anche a contribuire a presentare, nella giusta luce, alcune di quelle idee portanti, in termini di libero pensiero e di impegno civile, che in lui hanno trovato, non solo in sede locale, un’elevata declinazione.


Il Gran Maestro Stefano Bisi ribadisce con forza la trasparenza e il ruolo iniziatico della Massoneria


Festa di San Giovanni Battista alla Loggia Heredom - Venerdì 30 Giugno 2017




Nella concezione esoterica, due volte l’anno, si aprono le porte del cielo ed il Cielo entra in comunicazione con la terra. Ciò avviene in occasione del Solstizio d’estate ed in quello d’inverno, che coincidono con la celebrazione dei due santi che la Massoneria Universale ha eletto a suoi protettori: San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.

La Loggia Heredom 1224 di Cagliari, il prossimo 30 Giugno, come ogni anno, organizza una Tornata rituale per la celebrazione del San Giovanni d'Estate e ripropone il tradizionale rituale della Festa delle Rose.    

Al Solstizio d’estate – la Festa delle Rose – corrisponde alla porta aperta verso il basso, quindi al passaggio del benefico flusso energetico che consente la maturazione dei frutti della terra ed il rafforzamento di tutti gli Esseri che la popolano. La Festa delle Rose è una festa di prosperità, in cui il G.A.D.U. inonda la terra con le gemme della vita, è un richiamo al Rinnovamento: non è solo l’invito ad eliminare tutto quanto di negativo ci ha recato il passato, bensì l’esortazione a consegnare noi stessi al Principio dell’Iniziazione, a riproporre il Rito della Fenice; rinnova in noi la Luce del Crisma Massonico, ricordandoci che l’iniziato è un uomo in continuo divenire, giacché procede per acquisizioni progressive sulla via della Libertà. 

L'appuntamento è per Venerdì 30 Giugno, alle ore 20,00, presso la Casa dei Liberi Muratori di Cagliari, in Piazza Indipendenza 1. E' gradita la conferma della partecipazione a sardegna.1224@grandeoriente.org.

La tornata sotto le stelle della Loggia Paolo Sarpi n° 925 di San Vito al Tagliamento


Anche Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, fa distinzioni quando si parla di Massoneria



Dopo il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, anche il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha operato un importante distinguo a proposito delle vicende che collegano la Massoneria con intrecci fra criminalità, politica e pubblica amministrazione istruzione. Il dottor Gratteri ha parlato esplicitamente di Massoneria deviata, ovvero di tutte quelle logge non riconosciute dal Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani. Ecco uno stralcio dell’intervista del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri rilasciata a Guido Ruotolo per Notizie.tiscali.It
Dunque, lei sta cercando verifiche dell’esistenza di rapporti tra Ndrangheta, politica, pubblica amministrazione e massoneria?
«Stiamo parlando della massoneria deviata, cioè di quelle logge massoniche non riconosciute da Palazzo Giustiniani dove convivono quadri della pubblica amministrazione, professionisti, e gli esponenti della Santa, quel grado di affiliazione alla Ndrangheta che autorizza i suoi vertici anche a una doppia affiliazione, alla massoneria appunto. Ecco tracce di queste presenze ci sono. È vero che in quarant’anni o poco meno non è stato celebrato un processo con sentenza foss’anche solo di primo grado che certificasse questi rapporti. Dei fascicoli sono stati aperti in passato. Le rispondo ricordando che le indagini vanno fatte in silenzio».


Massoneria: Bisi (Goi), parole Roberti sono per noi speranza | Ansa



(ANSA) – ROMA, 26 GIU – “Quando si analizzano le cose con grande equilibrio, senso del dovere e facendo i necessari distinguo, allora si può ben dire che si è sulla strada giusta per capire il vero e prezioso ruolo della Massoneria all’interno della Società. Le parole del procuratore nazionale Antimafia, dottor Franco Roberti, che nell’intervista su Skytg24 alla giornalista Maria Latella, ha opportunamente fatto chiarezza separando la Libera Muratoria ufficiale e regolare, di cui il Grande Oriente d’Italia rappresenta da oltre 200 anni la più antica Obbedienza nel Paese, da quella occulta e deviata legata a commistioni con la criminalità, sono importanti e costituiscono per noi massoni una salvaguardia ed una speranza”. Lo afferma il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (Goi), Stefano Bisi, commentando le parole del procuratore Roberti ieri a Sky. “Spesso nell’ambito di inchieste giudiziarie e di notizie pubblicate dai media – afferma Bisi – si parla genericamente di Massoneria, facendo di tutta l’erba un fascio, con conseguenze negative per l’onorabilità dei fratelli che fanno parte del Grande Oriente d’Italia. Speriamo che anche altri soggetti comprendano la complessità del fenomeno Massoneria, dove non esiste un copyright, e che la nostra Comunione venga tutelata e preservata da arbitrarie e lesive generalizzazioni. Noi ribadiamo con forza la nostra trasparenza, e l’alto ruolo iniziatico della nostra missione che ci vede portatori di principi e valori sani che elevando l’Uomo combattono le mafie”.(ANSA).


Sabato a Roma, alla presenza del Gran Maestro Stefano Bisi, si è tenuto il IX Emulation Day. Nel 2018 sarà a Milano




Sabato 24 Giugno, nel giorno di San Giovanni Battista e nella ricorrenza del 300° anniversario della Libera Muratoria moderna, presso Casa Nathan a Roma, si è tenuto il IX Emulation Day, la tradizionale Riunione annuale delle “Emulation Lodge” italiane, a cui ha partecipato l'Illustrissimo e Venerabilissimo Gran Maestro Fr. Stefano Bisi. 

A far gli onori di casa è stata la Loggia Jerusalem n° 1199 di Roma, organizzatrice del riuscitissimo evento che, oramai, è divenuto una tradizione consolidata tra le Logge Emulation del Grande Oriente d'Italia. Quest’anno a Roma, negli anni passati a Torino, Bari, Palermo, Pavia, Cagliari, Firenze, Venezia, Compiano.

Erano presenti nel Tempio maggiore di Casa Nathan circa 200 Fratelli, in rappresentanza di 65 Logge provenienti da ogni parte d'Italia.

Tra i presenti anche il Grande Oratore Claudio Bonvecchio, i Gran Tesorieri Aggiunti Giuseppe Trumbatore ed Enzo Liaci, il Consigliere dell'Ordine in Giunta Fabrizio Celani, il Gran Consigliere Federico Donati, il Gran Copritore Esterno Daniele Vanni, il Giudice della Corte Centrale Daniele Vanni, il Gran Rappresentante dello Stato della California Tiziano Busca, l'Ex Presidente della Corte Centrale Carlo Petrone, numerosi Consiglieri dell'Ordine, i Presidenti dei Collegi Circoscrizionali del Piemonte Valle d'Aosta Renato Lavarini, del Veneto Giampiero Metidoro, della Toscana Francesco Borgognoni, del Lazio Carlo Ricotti e della Sicilia Antonino Recca, accompagnati da numerosi Dignitari dei diversi Collegi.

Il X Emulation Day si terrà nel 2018 a Milano, organizzato dalla Loggia San Giovanni 1246, mentre l'edizione del 2019 sarà organizzata dalla Loggia Ariel 1252 a Pescara.    

Durante la Tornata Rituale, oltre all'allocuzione dell'Ill.mo e Ven.mo Gran Maestro, si è tenuta la Cerimonia di conferimento del rango di Fratello Onorario della Loggia Jerusalem a diversi Fratelli e la Cerimonia di Gemellaggio tra le Logge Jerusalem 1199 di Roma, la Loggia Gaetano De Rose 1391 di Cosenza e la Loggia Niccolò Piccinni 1394 di Bari.

Al termine della Tornata Rituale i Fratelli si sono recati alla Villa Il Vascello, sede nazionale del Grande Oriente d'Italia, per partecipare ai festeggiamenti per i 300 anni della Libera Muratoria. 

Il procuratore nazionale Antimafia: «Bisogna distinguere tra Massoneria ufficiale e deviata». Il Procuratore di Catanzaro: «Le generalizzazioni sono una pessima strada da seguire»


Il procuratore di Catanzaro Gratteri

Il procuratore nazionale Antimafia,  Franco Roberti, ospite il 25 giugno del programma di approfondimento condotto dalla giornalista Maria Latella su Skytg24 ha parlato nel corso di una lunga intervista anche della Massoneria operando una importante distinzione fra la Massoneria ufficiale e quella occulta o deviata. E anche il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri
al riferimento tra gli intrecci tra Massoneria e Ndrangheta precisa: «Le generalizzazioni sono una pessima strada da seguire». E quando il cronista incalza sull’esistenza dei rapporti, Gratteri è ancora più chiaro: «Stiamo parlando della massoneria deviata, cioè di quelle logge massoniche non riconosciute da Palazzo Giustiniani».
Parole che dovrebbero fare riflettere i vari Rosy Bindi, Giarrusso, Fava, Turrano...

Storia del Rito di York / 6


di Giuseppe Di Domenica



Ritorniamo con un po’ di storia; Carlo II come già il padre non era un democratico ma sicuramente un grande amante di arte e cultura, era protettore di grandi artisti tra i quali Antoon van Dyck, e fu un munifico patrono delle arti e delle scienze: aiutò la fondazione dell'Osservatorio Reale di Greenwich e della Royal Society, i cui primi membri furono, tra gli altri, Robert Hooke, Robert Boyle e Isaac Newton.  E guarda caso troviamo tra gli artisti favoriti e protetti da Carlo Christopher Wren, il celebre architetto che progettò gran parte degli edifici religiosi e pubblici costruiti subito dopo la devastazione causata dal Grande incendio di Londra (dopo la peste di Londra). Carlo, nel 1683, fu il primo sovrano inglese a permettere che a teatro i ruoli femminili fossero interpretati da donne e non da uomini travestiti, come accadeva sino ad allora, in questo dimostrando una grande apertura di intelletto, e ovviamente di grande attrazione per i muratori speculativi dell’epoca, e che dire del titolo di Royal Art assegnata ai nostri antichi fratelli ?. Aveva assistito alla morte del padre Carlo I decapitato,  prima violazione del Diritto Divino dei reali in favore della nuova sovranità popolare che troverà il proprio culmine nella rivoluzione francese e nel travolgimento dell’idea monarchica di governo.

E è proprio in questo punto che troviamo numerose lacunosità nella storiografia ortodossa della muratoria inglese che onestamente vela ma non nasconde i fatti storici.

È un momento di passaggio fra il regno di un Re amante del bello e protettore dei freemasons, fondatore della Compagnia delle Indie e cugino del Re di Francia, ma in grave odore di cattolicesimo, che passa la Corona al fratello Giacomo II già Duca di York (guarda il caso !), che dovrà per ragioni di stato dare la figlia in sposa al vecchio nemico Guglielmo d’Orange che sarà successore nel regno. Feroce è infatti l’opposizione a tutto quanto sia in prossimità del cattolicesimo romano, e sul Trono dei tre regni potrà sedersi solamente un protestante di sicura fede.

Non resta a questo punto che fuggire dal cugino Luigi XIV Re di Francia che accoglie lo Stuart con il suo seguito, fra cui un reggimento che la leggenda (per la storiografia britannica) vuole dia alla luce la prima Loggia massonica inglese fondata in Francia in quel lontano 1688. Parliamo del mitico Royal Irish Regiment (cattolico) denominato anche Garde Irlandaise  al comando del duca William Dorrington e della R.L. "La Parfaite Égalité" di  Saint-Germain-en-Laye

Gli storici ortodossi inglesi affermano con documenti alla mano che la prima Loggia muratoria (protestante) sia in realtà la "Amitié et Fraternité", fondata nel 1721 a Parigi anche se altri documenti storici attestano con sicurezza che irlandesi cattolici ed esiliati jacobiti si riunissero in una Loggia al  "Louis d'Argent", sempre in rue des Boucheries  ben prima del 1723 quando ottenne una regolare bolla dalla Gran Loggia di Londra con il titolo "Saint Thomas", e che guarda caso si riuniva sempre al "Louis d'Argent", in rue des Boucheries.

1738 la Bolla Papale di scomunica, in quella data oramai tutte le forme rituali si vanno velocemente scristianizzando, il grado di Maestro sorge sulla tomba di Hiram (in forte odore di occultismo) e Noè primo ispiratore è caduto nel dimenticatoio (lo ritroveremo nell’Arco Marinaro), il Papa scrive « ... Noi pertanto, meditando sui gravissimi danni che per lo più tali Società o Conventicole recano non solo alla tranquillità della temporale Repubblica, ma anche alla salute spirituale delle anime, ……. affinché, cioè, non corrompa i cuori dei semplici né ferisca occultamente gl'innocenti; allo scopo di chiudere la strada che, se aperta, potrebbe impunemente consentire dei delitti; per altri giusti e razionali motivi a Noi noti, ………… decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate. ... », oramai la rottura è sancita definitivamente.

Concludendo questo scorcio di anni dal 1685 al 1720 ovvero 35 anni, in una serie di suggestive ipotesi; re inglesi in odore di cattolicesimo sono i protettori dei freemasons che sappiamo essere operativi/speculativi, York è realista nelle prime fasi della guerra civile e le prime “logge degli Inglesi” sparse in tutta Europa sono pieni di giacobiti.  La Gran Loggia di Londra (anglicani e protestanti orangisti) del 1717 si proclama senza clamori nuova entità muratoria, ma ben sapendo di avere profonde radicazioni nella eretica muratoria  del nord fatta da scozzesi calvinisti e masnade di irlandesi cattolici e re in odore di cattolicesimo. Dove si praticano gli eretici rituali del Marchio e dell’Arco emendati invece dalla muratoria di Londra; il Papa condanna i liberi muratori cattolici in maniera irrevocabile e quindi di fatto li fa decadere rispetto alla controparte protestante che invece li accetta senza alcun problema. Ed a questo punto come la mettiamo fra le due forme rituali principali? La protestante accettata sintetica forma della Gran Loggia di Londra, o la ridondante Tradizione dei rigettati muratori del Nord (scozzesi/York), la Corona provvederà ad unire queste due anime nella Unione del 1800.

Follie, visioni prive di fondamento ? Forse, ma troviamo delle pietre d’inciampo  assai significative.

La prima in un discorso fatta dal Fr. George W. Speth uno dei fondatori della Loggia di Ricerca " Quatuor Coronati Lodge, No. 2076, - London advises the students to "put no trust whatever in accounts connecting the Stuarts with Freemasonry. We have it in the Young Pretender's own written and verbal statements that they are absolutely baseless, pure inventions.-

L’altra, nella già citata risposta, che il Gran Segretario Spencer nel 1767 rende ad un Fr. a Francoforte, dove stigmatizza l’Arco come “una invenzione seduttiva e deviante”, peccato che lo stesso Spencer l’anno prima fosse stato esaltato come muratore dell’ Arco!

La damnatio memoriae dei latini...

lunedì 26 giugno 2017

La via della Conoscenza. Massimo Agostini, Mauro Cascio, Domenico Fragata: «Tre secoli di sapienzialità massonica»




La via della Conoscenza. Un momento di confronto tra gli studiosi più rappresentativi della Massoneria e delle sue tante eredità sapienziali. Si è svolto nel comasco ieri. Hanno partecipato, ospite di Alberto Iasi che ha moderato l'incontro, Douglas Swannie, che si è soffermato sulle origini del Rito Scozzese Antico e Accettato, Michele Leone, che ha tentato una definizione condivisa di 'società iniziatica', Massimo Agostini che ha presentato il sistema dei gradi del Rito di York, il più antico e diffuso sistema altograduale del mondo. Michele Fragata ha parlato delle influenze cabalistiche, anche a partire dalle parole di passo della Massoneria simbolica, Mauro Cascio di quelle alchemiche, anche sulla scorta di alcuni libri recentemente pubblicati da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno, tra cui quello del barone Tschoudy che per la prima volta propone al pubblico italiano i suoi rituali alchemici. Si è parlato anche della Mystica Aeterna di Steiner, un evento anche editoriale dei mesi scorsi sempre per Tipheret che tanto successo ha avuto anche in libreria. Hermeticus ha chiuso i lavori con una lunga chiacchierata sullo Gnosticismo e ribadendo la necessità, per la Massoneria, di essere 'operativa'.