Pescara 16 ottobre 2008 (Primadanoi.it)
Ieri Pescara ha festeggiato l'installazione di una nuova loggia massonica. La 14° del Grande Oriente in Abruzzo. Per l'occasione è arrivato da Ravenna, città dove vive e lavora, Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente.
«Noi siamo la massoneria ufficiale, quella storica, quella coerente ai principi, quella regolare, riconosciuta in tutto il mondo». Imponente, barba bianca. Sguardo carismatico, parlata romagnola. Divertente e divertito ma anche serioso. Il Gran Maestro Raffi, 64 anni che non dimostra, è convinto che questa sia la primavera della Massoneria. Mai tanti come adesso, mai così uniti, mai così forti. Ed è anche convinto, lo dice citando Neruda, che non si può tornare indietro perché se puoi recidere un fiore non puoi cancellare la primavera. La nuova loggia abruzzese (Antonio De Curtis), inaugurata ieri sera con una gran festa tra i fratelli muratori secondo Raffi è la dimostrazione di una «esigenza culturale in costante crescita». Ci sono «sempre più giovani», e dietro la voglia di «incontrarsi, discutere, parlare».
Raffi che non ha mai incontrato Licio Gelli e che prende le sue critiche come medaglia al valore, è anche convinto che «oggi più che mai ci sia bisogno della Massoneria» e secondo lui la "diffidenza" dietro questo mondo avvolto da un mistero pluricentenario non è altro che «pigrizia mentale». Ma anche la massoneria avrebbe le sue colpe: prima quella di non aver capito «l'importanza della comunicazione. Oggi chi non sa comunicare è morto». Ma il Grande Oriente si è saputo adeguare ai tempi: «oggi abbiamo un sito internet, abbiamo aperto il nostro archivio ai grandi storici, ci sono riunioni aperte a tutti». Ci sono, come dice lui, «momenti pubblici e momenti privati: anche la camera di consiglio di un tribunale è riservata, poi la sentenza diventa pubblica».
La Massoneria italiana, intesa come Goi, oggi si è aperta anche alla stampa, nonostante il suo Gran Maestro Raffi non ami particolarmente le interviste: «finisce che mi ripeto sempre» ma alla fine cede sempre alle domande per non essere scortese: «mi dico sempre che devo imparare a dire dei no. La Massoneria silente, quella di un tempo, impegnava poca fatica», dice.
Adesso lui si definisce un apprendista stregone, «il Goi si è aperto al mondo e gli incontri si sono centuplicati».
Ieri Pescara ha festeggiato l'installazione di una nuova loggia massonica. La 14° del Grande Oriente in Abruzzo. Per l'occasione è arrivato da Ravenna, città dove vive e lavora, Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente.
«Noi siamo la massoneria ufficiale, quella storica, quella coerente ai principi, quella regolare, riconosciuta in tutto il mondo». Imponente, barba bianca. Sguardo carismatico, parlata romagnola. Divertente e divertito ma anche serioso. Il Gran Maestro Raffi, 64 anni che non dimostra, è convinto che questa sia la primavera della Massoneria. Mai tanti come adesso, mai così uniti, mai così forti. Ed è anche convinto, lo dice citando Neruda, che non si può tornare indietro perché se puoi recidere un fiore non puoi cancellare la primavera. La nuova loggia abruzzese (Antonio De Curtis), inaugurata ieri sera con una gran festa tra i fratelli muratori secondo Raffi è la dimostrazione di una «esigenza culturale in costante crescita». Ci sono «sempre più giovani», e dietro la voglia di «incontrarsi, discutere, parlare».
Raffi che non ha mai incontrato Licio Gelli e che prende le sue critiche come medaglia al valore, è anche convinto che «oggi più che mai ci sia bisogno della Massoneria» e secondo lui la "diffidenza" dietro questo mondo avvolto da un mistero pluricentenario non è altro che «pigrizia mentale». Ma anche la massoneria avrebbe le sue colpe: prima quella di non aver capito «l'importanza della comunicazione. Oggi chi non sa comunicare è morto». Ma il Grande Oriente si è saputo adeguare ai tempi: «oggi abbiamo un sito internet, abbiamo aperto il nostro archivio ai grandi storici, ci sono riunioni aperte a tutti». Ci sono, come dice lui, «momenti pubblici e momenti privati: anche la camera di consiglio di un tribunale è riservata, poi la sentenza diventa pubblica».
La Massoneria italiana, intesa come Goi, oggi si è aperta anche alla stampa, nonostante il suo Gran Maestro Raffi non ami particolarmente le interviste: «finisce che mi ripeto sempre» ma alla fine cede sempre alle domande per non essere scortese: «mi dico sempre che devo imparare a dire dei no. La Massoneria silente, quella di un tempo, impegnava poca fatica», dice.
Adesso lui si definisce un apprendista stregone, «il Goi si è aperto al mondo e gli incontri si sono centuplicati».
MASSONERIA E POLITICA
Per Raffi la massoneria è pluralista «all'interno e all'esterno. Non detta una linea politica, è una scuola di formazione, è un laboratorio. Questo vuol dire che il fratello che non viene censito con un suo credo se è progressista rimarrà progressista, se è conservatore rimarrà conservatore. Nessuno gli chiederà travasi ma solo di testimoniare dei valori e di essere coerente ai principi che professa: eguaglianza, libertà, fratellanza ma soprattutto tolleranza». Alla base c'è la politica del dialogo e se si riuscisse a capire che «la scoperta dell'errore è una conquista per l'individuo ma non la sconfitta sarebbe un bene». E lo stesso vale per la Religione:«la massoneria non ha mai inteso costituirsi in chiesa o esprimere una religione. Qualcuno potrebbe obbiettare che l'essere credente è uno dei principi per essere massone. Ma in realtà siamo profondamente laici: la laicità è il principio regolatore della convivenza».
IL MASSONE = UOMO DEL DUBBIO
Se dovesse fare un identikit di un Massone? Raffi risponde in una manciata di secondi: «è l'uomo del dubbio. Questo non vuol dire una posizione di indifferenza, significa che ci sono uomini che non negano la verità ma la ricercano. Un massone non ha l'arroganza di sapere. In questa visione si è portati a pensare che in ogni uomo c'è uno spezzone di verità e ci si debba confrontare con gli altri».
Per Raffi la massoneria è pluralista «all'interno e all'esterno. Non detta una linea politica, è una scuola di formazione, è un laboratorio. Questo vuol dire che il fratello che non viene censito con un suo credo se è progressista rimarrà progressista, se è conservatore rimarrà conservatore. Nessuno gli chiederà travasi ma solo di testimoniare dei valori e di essere coerente ai principi che professa: eguaglianza, libertà, fratellanza ma soprattutto tolleranza». Alla base c'è la politica del dialogo e se si riuscisse a capire che «la scoperta dell'errore è una conquista per l'individuo ma non la sconfitta sarebbe un bene». E lo stesso vale per la Religione:«la massoneria non ha mai inteso costituirsi in chiesa o esprimere una religione. Qualcuno potrebbe obbiettare che l'essere credente è uno dei principi per essere massone. Ma in realtà siamo profondamente laici: la laicità è il principio regolatore della convivenza».
IL MASSONE = UOMO DEL DUBBIO
Se dovesse fare un identikit di un Massone? Raffi risponde in una manciata di secondi: «è l'uomo del dubbio. Questo non vuol dire una posizione di indifferenza, significa che ci sono uomini che non negano la verità ma la ricercano. Un massone non ha l'arroganza di sapere. In questa visione si è portati a pensare che in ogni uomo c'è uno spezzone di verità e ci si debba confrontare con gli altri».
MASSONE E POTERE
Quanti massoni ci sono al potere oggi in Italia, domando a Raffi. Si fa quasi brusco: «E' un problema che non mi interessa. Direi che se uno cerca le vie del potere bussa altrove, come ha dimostrato Tangentopoli. Se ho fatto un censimento nel corso del mio mandato è stato quello alla ricerca di intelligenza. Spesso hai il presenzialista che mira a fare carriera che se non lo sai stanare non sai nemmeno che esiste». Ad un certo punto, però il Goi fece una scoperta e Raffi la rivela:«abbiamo scoperto che c'erano più di 50 deputati massoni in sede costituente. Questo non voleva dire che ci fosse un capobanda che dava ordini. Vivevano sparpagliati, vivevano il loro credo individuale …però se vai a vedere in concreto, il padre della Costituzione, Meuccio Ruini, era un massone». Ma quanti si avvicinano alla Massoneria perché credono sia un modo più facile per arrivare al potere? «In quel caso hanno sbagliato porta e dovrebbero andare a bussare altrove. Anche l'ultimo dei partiti dovrebbe garantire quello che non può garantire: chi ha merito va avanti, chi non ha merito non va da nessuna parte».
Quanti massoni ci sono al potere oggi in Italia, domando a Raffi. Si fa quasi brusco: «E' un problema che non mi interessa. Direi che se uno cerca le vie del potere bussa altrove, come ha dimostrato Tangentopoli. Se ho fatto un censimento nel corso del mio mandato è stato quello alla ricerca di intelligenza. Spesso hai il presenzialista che mira a fare carriera che se non lo sai stanare non sai nemmeno che esiste». Ad un certo punto, però il Goi fece una scoperta e Raffi la rivela:«abbiamo scoperto che c'erano più di 50 deputati massoni in sede costituente. Questo non voleva dire che ci fosse un capobanda che dava ordini. Vivevano sparpagliati, vivevano il loro credo individuale …però se vai a vedere in concreto, il padre della Costituzione, Meuccio Ruini, era un massone». Ma quanti si avvicinano alla Massoneria perché credono sia un modo più facile per arrivare al potere? «In quel caso hanno sbagliato porta e dovrebbero andare a bussare altrove. Anche l'ultimo dei partiti dovrebbe garantire quello che non può garantire: chi ha merito va avanti, chi non ha merito non va da nessuna parte».
LA TRASPARENZA DEL GRANDE ORIENTE
Le liste dei massoni, è cosa nota, sono segretissime e non vengono depositate in prefettura ma possono essere richieste in presenza di ipotesi di reato. E' anche questo uno dei misteri più intriganti delle logge. Ma Raffi su questo punto parla di «diritto alla riservatezza che riguarda tutte le associazioni. Siamo un paese che ha recepito la norma sulla privacy con 18 anni di ritardo rispetto alle direttive comunitarie. Quello che uno deve chiedere è la trasparenza della dirigenza: chi sono i responsabili sul territorio?» I nomi dei vertici, infatti non sono coperti da nessun segreto. «Negli anni 40», continua Raffi, «se uno veniva censito nelle liste sindacali poteva dire addio alla carriera e al posto di lavoro. Addirittura ci furono grandi polemiche sulle schedature della Fiat e poi si arrivò allo statuto dei lavoratori che vieta tutto questo. Il giorno che il nostro paese avrà una legge che imporrà la pubblicità per affissione degli iscritti noi ottempereremo. Perché il massone deve sbandierare il suo status se non lo vuole fare? Poi domani mi troverei delle grane io se un massone che non ha grandi capacità, mi chiede i danni perché è stato licenziato e ci mette in mezzo la storia della discriminazione perché appartenente ad una loggia…..Vero o non vero, non è un rischio che voglio correre».
LA SITUAZIONE DELL'ABRUZZO
Le liste dei massoni, è cosa nota, sono segretissime e non vengono depositate in prefettura ma possono essere richieste in presenza di ipotesi di reato. E' anche questo uno dei misteri più intriganti delle logge. Ma Raffi su questo punto parla di «diritto alla riservatezza che riguarda tutte le associazioni. Siamo un paese che ha recepito la norma sulla privacy con 18 anni di ritardo rispetto alle direttive comunitarie. Quello che uno deve chiedere è la trasparenza della dirigenza: chi sono i responsabili sul territorio?» I nomi dei vertici, infatti non sono coperti da nessun segreto. «Negli anni 40», continua Raffi, «se uno veniva censito nelle liste sindacali poteva dire addio alla carriera e al posto di lavoro. Addirittura ci furono grandi polemiche sulle schedature della Fiat e poi si arrivò allo statuto dei lavoratori che vieta tutto questo. Il giorno che il nostro paese avrà una legge che imporrà la pubblicità per affissione degli iscritti noi ottempereremo. Perché il massone deve sbandierare il suo status se non lo vuole fare? Poi domani mi troverei delle grane io se un massone che non ha grandi capacità, mi chiede i danni perché è stato licenziato e ci mette in mezzo la storia della discriminazione perché appartenente ad una loggia…..Vero o non vero, non è un rischio che voglio correre».
LA SITUAZIONE DELL'ABRUZZO
Sul terremoto giudiziario che ha travolto l'Abruzzo, invece, Raffi non si sbilancia. «So quello che ho letto dai giornali. Quando c'è una inchiesta la magistratura deve fare quello che deve fare con l'auspicio che i rappresentanti delle istituzioni dimostrino di non aver fatto determinate cose. Non tanto per loro ma perché deve credere nell'istituzione».
MASSONERIE E LA DONNA
Nel Goi è da sempre vietato l'accesso alle donne: «Questo è un problema se ne discute spesso», ammette il Gran Maestro. «La soluzione del problema va adottata nel seno del circuito della massoneria. Oggi noi siamo ancora in compagnia delle grandi religioni monoteiste che escludono la donna. Se poi devo fare una battuta dico che io sono un riformista …o potrei dire che nella galassia massonica ci sono obbedienze esclusivamente maschili, quelle esclusivamente femminili o miste. Se uno va al supermercato trova tutto quello che vuole»
Nel Goi è da sempre vietato l'accesso alle donne: «Questo è un problema se ne discute spesso», ammette il Gran Maestro. «La soluzione del problema va adottata nel seno del circuito della massoneria. Oggi noi siamo ancora in compagnia delle grandi religioni monoteiste che escludono la donna. Se poi devo fare una battuta dico che io sono un riformista …o potrei dire che nella galassia massonica ci sono obbedienze esclusivamente maschili, quelle esclusivamente femminili o miste. Se uno va al supermercato trova tutto quello che vuole»