Nel campo di concentramento di Esterwegen transitano per lo più oppositori del regime nazista in attesa di trasferimento definitivo verso campi di sterminio.
Sono tutti gestiti dal Decreto “Notte e Nebbia”: non si dovrà conoscere più nulla del loro destino, nemmeno i loro familiari.
Nella Baracca n° 6 si trovano in numero sufficiente per fondare una loggia massonica, cui è dato il nome Liberté Chérie, desunto dai versi del canto di lavoro dei prigionieri. Un’incredibile esperienza di spirito massonico, che per quei Fratelli costituì una coerente iniziativa con il dovere di essere Massoni. Alcuni detenuti superstiti, testimoni di quella vicenda, varcheranno la porta di Templi Massonici dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Oltre ai documenti storici sulla Loggia Liberté Chérie, è presentata la testimonianza del belga Franz Bridoux (1924-2017): un dovere verso quella loggia che è un simbolo di libertà e di sfida a ogni dittatura, che si riverbera nel nostro presente XXI secolo, dove esistono altre Esterwegen nel mondo, la cui presenza non ci consente di abbassare la guardia mai, perché il messaggio che ci è trasmesso è che la Massoneria è azione concreta, malgrado le privazioni e le sofferenze.
Franz Bridoux è l’ultimo sopravvissuto massone della Loggia Liberté Cherie che ci ha lasciato, all’età di 93 anni, il 14 gennaio 2017. Entra nell’Armata dei Partigiani nel luglio del 1943; viene arrestato il 3 agosto in un rastrellamento della polizia tedesca. Il 15 novembre 1943 arriva al campo di concentramento di Esterwegen. L’anno dopo viene trasferito a Ichtershausen da dove riesce a fuggire il 12 aprile 1945, tre giorni prima della liberazione da parte delle truppe americane.
IL LIBRO | AA. VV., Liberté chérie. Una loggia massonica nel campo di concentramento di Esterwegen (1943-1944), trad. di Carlo Masini, presentazione di Stefano Bisi, BastogiLibri, 2016, 170 p., brossura. I diritti d’autore sono devoluti agli Asili Notturni di Torino.