“C’è bisogno di noi, della Libera Muratoria, di un’organizzazione di uomini che cercano di fare del bene all’umanità, migliorando in primo luogo se stessi, con un metodo semplice, che è anche quello dell’ascolto. E lo conferma il successo di tanti eventi organizzati in tutt’Italia dal Grande Oriente “. Lo ha sottolineato il Gran Maestro Stefano Bisi, concludendo l’incontro che si è tenuto a Civitavecchia il 17 novembre dedicato ai 300 anni di Massoneria e organizzato dalla loggia Centumcellae Pensiero e Azione 1264. “C’è bisogno di uomini che tutelino il libero pensiero nonostante gli attacchi di queste ultime ore”, ha aggiunto il Gran Maestro facendo riferimento alle voci circolate sulla presunta presenza di mafiosi all’interno degli elenchi massonici. “Voci, che sono cosa ben diversa dai fatti”, ha tenuto a sottolineare il Gran Maestro ricordando il caso di Castelvetrano, il comune siciliano, noto per aver nato i dato i natali al boss Francesco Messina Denaro, e sciolto per infiltrazioni mafiose. “Per mesi due nostri fratelli, vicesindaco e assessore, sono stati demonizzati e insieme ad altri dichiarati impresentabili, cioè non eleggibili. Ma Mimmo Signorello e Giuseppe Rizzo hanno presentato ricorso. E proprio due giorni fa il Tribunale di Marsala ha detto che nel rapporto del prefetto si fanno mere supposizioni e che appartenere alla Massoneria non è reato e non significa neppure essere mafioso”. “Ma mi chiedo -ha aggiunto Bisi- chi risarcirà questi due fratelli. Ne ho conosciuto uno a Scalea -ha raccontato- che una notte di ottobre del 1992 fu svegliato dai carabinieri, che avevano un mandato di perquisizione firmato dal Procuratore Agostino Cordova. Una vita devastata, come quella di molti altri liberi muratori, per i quali il tempo non è stato certo galantuomo, come si dice che sia. Quanto hanno dovuto aspettare per riavere le loro carte, i loro documenti? Molti nel frattempo sono morti. E allora dico che ci vorrebbe più cautela quando si emettono giudizi, si fanno affermazioni. Per mesi, per settimane -ha osservato il Gran Maestro- si è detto che la Massoneria aveva avuto un ruolo importante nella vicenda Mps. Ieri il pm che ha condotto le indagini ha smentito tutto, ha detto che i massoni non c’entrano niente. Eppure per mesi e settimane a questo argomento sono state dedicate trasmissioni televisive, grandi titoli sui giornali. Ma noi a tutto questo dobbiamo reagire e reagiamo con la nostra forza, reagiamo stando assieme, continuando a portare avanti i nostri lavori rituali, a organizzare le nostre iniziative”. Quanto alla segretezza, alla riservatezza “che ci attribuiscono sono parole che non si addicono al Grande Oriente d’Italia. Le nostre finalità sono pubbliche, i vertici sono noti e la riservatezza delle nostre riunioni non è diversa da quella che caratterizza le riunioni dei membri di una qualsiasi altra associazione. Le nostre logge sono riservate quanto i circoli Arci”, ha aggiunto Bisi. “Il tempio -ha concluso- è a un passo nella via, noi siamo uomini del nostro tempo. Siamo preesenti nel mondo e dobbiamo esserlo”. Al centro dell’incontro, al quale è intervenuto anche Carlo Ricotti, presidente del Collegio Circoscrizionale del Lazio, anche i temi affrontati nel libro Massoneria a Civitavecchiaed di Enrico Ciancarini, presidente della Società storica civitavecchiese.