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martedì 5 agosto 2008

Il testamento biologico




Il tema del testamento biologico è sempre più frequentemente oggetto di prese di posizione e di dibattiti sui mezzi di comunicazione. Casi come quello di Welby, Nuvoli o più recentemente, di Eluana Englaro attirano periodicamente l'attenzione della stampa rendendo di attualità anche per il grande pubblico un argomento estremamente complesso per i suoi risvolti umani ma anche per le importanti implicazioni di ordine etico, giuridico, psicologico, antropologico, sociologico e filosofico.
Come nello stile di questo sito vogliamo limitarci a cercare di fornire gli strumenti attraverso i quali ognuno possa farsi una propria opinione dei vari aspetti di questo complesso tema.
Che cos’è il testamento biologico
Da molti anni ormai è unanimemente accettato che la salute è un diritto fondamentale e che in mancanza di un consenso dell’interessato qualsiasi cura o terapia deve ritenersi priva di legittimità. Ognuno di noi è quindi libero di accettare o rifiutare il programma terapeutico che un medico ci offre per tutelare la nostra salute. E’ il cosiddetto principio di autodeterminazione, sancito dall’art. 32 della Costituzione, sul quale si basa il concetto del “consenso informato” che rappresenta il diritto del paziente di scegliere, accettare o anche rifiutare le cure ed i trattamenti che gli vengono proposti: ognuno ha il diritto di esprimere il proprio consenso (o dissenso) ad un trattamento in tutta libertà, naturalmente dopo essere stato compiutamente informato e reso consapevole dei benefici che potrà ottenere e dei rischi che corre.
Naturalmente la possibilità di esprimere tale consenso presuppone la “capacità” di poter prendere quella decisione; rimangono quindi esclusi da questo diritto tutti coloro che, a vario titolo, non sono in grado di “intendere e volere”. Chi è in coma o in uno stato vegetativo permanente, infatti, ma anche semplicemente chi è affetto da gravi malattie che menomano la capacità di esprimere la propria volontà non può certamente comprendere le informazioni che gli vengono fornite e, meno che mai, esprimere un consenso o un dissenso. Il venir meno della integrità intellettiva rende quindi inefficace il principio di autodeterminazione, o almeno rende impossibile rispettare il diritto che ne deriva.
Il testamento biologico altro non è che un documento con il quale ognuno può indicare, in un momento in cui è in grado di prendere una decisione consapevole, che cosa ritiene accettabile qualora in futuro sia in una condizione di incapacità ed impossibilità ad esprimere la propria volontà. Il medico nel momento di effettuare delle scelte terapeutiche su una persona che abbia perso la capacità di decidere, avrà a disposizione delle indicazioni anticipate che possano costituire una guida, mantenendo così la possibilità di ottemperare alla volontà del paziente anche quando questi non sia più in grado di comunicarla.