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martedì 20 marzo 2018

Gran Loggia 2018. Conferenza Massoneria in Europa. Il rapporto del 1945 della Masonic Service Association


Freemasonry in EuropeFreemasonry in Europe è il titolo del rapporto redatto dalla Commissione che la Masonic Service Association degli Stati Uniti inviò in Europa il 12 agosto del 1945 per accertare, alla fine della seconda guerra mondiale, mancava solo la resa del Giappone, le condizioni e le esigenze delle Gran Logge massoniche e dei loro singoli esponenti nei paesi occupati. È un documento inedito di portata storica che non solo definisce le dinamiche che innescarono, e portarono a tragica conclusione, le persecuzioni ai danni della Massoneria in gran parte dell’Europa, ma porta a individuare la volontà dell’Asse di sopprimere la Libera Muratoria perché un “ostacolo”, espressione del pluralismo democratico che fu liquidato dalle dittature con mezzi e conseguenze estremi.
Il rapporto è ora pubblicato da Mimesis, in italiano e con l’anastatica inglese, con il titolo Massoneria in Europa e sarà oggetto di discussione in una conferenza che si terrà, a cura del Servizio Biblioteca, la mattina della prima giornata di lavori della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia “Liberi di Conoscere” che aprirà i battenti al Palacongressi di Rimini venerdì 6 aprile e si svolgerà fino alla domenica successiva. La conferenza – ingresso libero, ore 11 – sarà tenuta dallo storico Santi Fedele, che ricopre anche il ruolo di Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente, e dal sociologo Mauro Valeri, entrambi autori di un saggio all’interno della nuova pubblicazione che si apre con la prefazione del Gran Maestro Stefano Bisi.
“Tenere fra le mani e leggere questo rapporto – scrive il Gran Maestro – prodotto nel novembre del 1945 dalla Commissione americana incaricata dal presidente e fratello massone Harry Truman di esaminare la situazione delle Obbedienze europee alla fine della seconda guerra mondiale, fa davvero un certo effetto, anche alla luce di quanto sta accadendo ai giorni nostri nei confronti della Libera Muratoria aggredita in Italia da fermenti e movimenti populisti che vogliono discriminarla e da soggetti politici che vogliono ritirare fuori dal cassetto vergognose leggi fasciste che richiamano alla mente un periodo nero per la democrazia e per la libertà”. “Pensare che nel 1925 – si legge ancora nella prefazione – proprio dall’Italia partì l’assalto alla Massoneria che venne bandita, le cui sedi furono devastate dalle squadracce e passò quella infame legge anti-Massoneria che solo Gramsci capì intuendo l’iniziale pericolo dell’escalation che avrebbe posto fine a tutte le associazioni e annullato le libertà democratiche, deve soltanto fare riflettere i più attenti osservatori”.
Freemasonry in Europe
Harry S. Truman, 33º presidente degli Stati Uniti d’America (al centro).
Il Presidente degli Stati Uniti Harry S.Truman, già Gran Maestro del Missouri, capì la drammaticità della situazione e si fece artefice della missione in Europa per capire che cosa era realmente successo nel vecchio continente. Quattro alti dignitari delle Grandi Logge del Missouri, di New York, del Michigan e del Montana ebbero così l’incarico di raccogliere informazioni di prima mano da presentare alle Grandi Logge americane che avrebbero poi stabilito in base ai fatti – e non sul sentito dire – eventuali piani di soccorso per le logge colpite, aiuti che poi gli stessi osservatori rilevarono necessario estendere – tramite le Massonerie locali – a tutti indistintamente. Lo scenario di distruzione che si presentò ai loro occhi fu agghiacciante. La delegazione visitò la quasi totalità degli stati europei liberati dalle forze angloamericane: Svezia, Finlandia, Danimarca, Francia, Norvegia, Grecia, Cecoslovacchia, Germania, Italia, Olanda, Belgio e Austria. Interessante il confronto delle esperienze nei vari territori dei quali la Commissione apprezza particolarmente l’Italia per il comportamento tenuto dal Grande Oriente e dai suoi esponenti in difesa non solo della Massoneria ma delle libertà di tutti. Freemasonry in Europeè un’indagine approfondita sulle condizioni della Libera Muratoria di questi paesi, sulle sue esigenze immediate, sul potenziale di ripresa e sull’esistenza di un piano dell’Asse ben congeniato, come abbiamo detto, per distruggerla come baluardo della difesa della democrazia.
Freemasonry in Europe
Caserta 1943. Militari statunitensi recuperano i labari delle logge interrati nel 1925 dopo lo scioglimento della Massoneria Italiana
“L’Asse era decisamente anti-massonica”, si legge nel rapporto. Si iniziò, dapprima, con campagne stampa denigratorie ben orchestrate per poi arrivare alla devastazione delle logge e allo scioglimento coatto di tutte le organizzazioni massoniche e paramassoniche. I Gran Maestri e gli Alti Dignitari delle varie Comunioni massoniche furono arrestati e in alcuni casi trovarono la morte anche nei lager (pensiamo, tra i tanti, al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Domizio Torrigiani che patì il confino dove si ammalò gravemente fino alla morte oppure al Gran Maestro olandese H. van Tongeren che perse la vita nel campo di concentramento di Buchenwald); gli elenchi sequestrati e i nomi dei massoni pubblicati; beni mobili e immobili confiscati; archivi e biblioteche saccheggiati e i materiali requisiti utilizzati per l’allestimento di mostre infamanti sulla Massoneria o per altre produzioni diffamatorie. In Francia ebbe successo l’esposizione al Petit Palais di Parigi nel 1940, così come il film Forces occultes (Forze Occulte) realizzato nel 1943 sotto il governo di Vichy, durante l’occupazione nazista. Prodotto per fini propagandistici in chiave antimassonica e antigiudaica, il film uscì dai confini nazionali e ancora oggi trova estimatori, purtroppo anche in Italia.
Significative le parole di un esponente della Massoneria danese rivolte ai delegati e pubblicate alla fine del rapporto Freemasonry in Europe: “Siamo stati felicissimi di vedervi in Danimarca. Per noi siete stati il primo segnale giunto dal mondo esterno, un mondo dal quale eravamo rimasti isolati per cinque lunghi anni. In quegli anni ci era vietato parlare inglese o francese. Alla radio vigeva la censura persino sulla musica inglese o francese. Sono certo che capirete la felicità che proviamo a essere liberi e con il diritto di dire ciò che vogliamo senza il timore assillante di un arresto. Ora possiamo di nuovo sperare in un mondo di pace, di serenità e di fratellanza per tutta l’umanità”.
I relatori dell’Incontro
Santi Fedele è professore ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Messina e nel Grande Oriente d’Italia ricopre la carica di Gran Maestro Aggiunto. I suoi interessi di ricerca si sono prevalentemente indirizzati allo studio dei partiti e dei movimenti politici del Novecento italiano con particolare riferimento ai filoni della democrazia laica e repubblicana e del socialismo libertario. Tra i suoi lavori sull’istituzione massonica: La Massoneria italiana nell’esilio e nella clandestinità 1927-1939 (2005), Alessandro Tedeschi Gran Maestro dell’esilio (2008), La Massoneria italiana tra Otto e Novecento (2011). Mauro Valeri, sociologo e psicoterapeuta, ha diretto l’Osservatorio sulla xenofobia dal 1992 al 1996, e dal 2005 è responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Ha insegnato diversi anni Sociologia delle Relazioni Etniche all’Università “La Sapienza” di Roma. Ha pubblicato tra l’altro: Black Italians. Atleti neri in maglia azzurra (2006); Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico (2008); Negro, Ebreo, Comunista. Alessandro Sinigaglia, venti anni in lotta contro il fascismo (2010); Mario Balotelli. Vincitore nel pallone (2014); Il generale nero. Domenico Mondelli: bersagliere, aviatore e ardito (2015), A testa alta verso l’Oriente eterno. Liberi Muratori nella Resistenza romana (2017).

giovedì 4 gennaio 2018

La replica del Grande Oriente d'Italia all’Antimafia: “I nostri elenchi sono trasparenti…In Italia qualcuno vuole riportare indietro le lancette della storia”


“Siamo seriamente preoccupati. In Italia qualcuno vuole riportare indietro le lancette della storia reintroducendo di fatto leggi fasciste e illiberali soprattutto contro i massoni. Come denuncio’  allora Antonio  Gramsci,  puo’ essere l’inizio di un pericoloso ritorno al passato. È in grave pericolo innanzitutto la Democrazia e il libero pensiero”.  Lo ha detto il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi replicando alle affermazioni del presidente dell’Antimafia Rosy Bindi che ieri ha presentato la relazione sulle infiltrazioni di cosa nostra e della ‘ndrangheta nella massoneria in Sicilia e Calabria.
“C’è in particolare un passaggio della relazione che fa tremare le vene ed i polsi per la sua virulenza e pericolosità. Si dice: “Non si vuole di certo auspicare il ripristino delle disposizioni fasciste sopra riportate, seppure, non va dimenticato che, accanto a coloro che perseguivano evidenti volontà illiberali, insigni giuristi apprezzavano tali normative che, per l’eterogenesi dei fini tipica delle leggi, garantivano comunque un sistema di conoscenza e di trasparenza”.
“Quando si vogliono riesumare delle leggi che saranno pur commentate positivamente da insigni giuristi, come scrive la Commissione, ma hanno prodotto un regime repressivo violando ogni libertà – afferma Bisi – credo che si dimentichi il sangue versato da tanti cittadini e si faccia anche un’opera di negazionismo di un brutto passato. Come si fa ad avallare certe norme oggi come fanno i membri dell’Antimafia e dire che garantivano un sistema di conoscenza e trasparenza? Mi sembra forse di capire che il fine vero della Commissione era ed e’ quello di mettere all’indice la Massoneria e i suoi iscritti attraverso la violenza di una legge che la ingessi e la ingabbi. La trasparenza è tipica dei regimi totalitari diceva anche Stefano Rodota’”.
 Sulla vicenda delle infiltrazioni mafiose e sulla presenza di condannati ex 416 bis nelle Logge il Gran Maestro Bisi puntualizza: “Prendiamo atto dei risultati contenuti nella relazione e ribadiamo che oggi come allora siamo disposti a collaborare per l’accertamento della verità e che ci siamo opposti al sequestro di tutti gli elenchi perche’ cosi’ si criminalizza un’intera associazione. Respingiamo al mittente invece qualsiasi cattivo pensiero riguardo al nostro archivio cartaceo e digitale. I nostri elenchi sono di una trasparenza assoluta ed e’ un’offesa gravissima  pensare che la nostra gestione degli stessi non sia chiara o che ci siano magari zone occulte. Quanto ai presunti condannati per mafia sarebbe opportuno indicare oltre le persone fisiche il periodo temporale in cui sono o non sono stati iscritti alla nostra Obbedienza o alle altre. Noi i controlli li abbiamo sempre fatti con rigore e continueremo a farli con altrettanta severità ma i nostri organi ispettivi non hanno funzioni di polizia giudiziaria ne’ possono agire come  se lo fossero”.
In merito a tutta la vicenda che ha portato al sequestro degli elenchi e’ fuorviante sostenere la tesi della mancata collaborazione in quanto il Gran Maestro Bisi, sin dal primo istante in cui la presidente Bindi manifesto’ l’intenzione della Commissione a indagare, ha chiesto di essere audito dalla Commissione presentandosi per ben due volte dinanzi ai membri della stessa. Il Gran Maestro non ha mai rifiutato il confronto ed ha chiesto più volte che gli venissero fatti gli eventuali nomi dei presunti soggetti accostabili a ramificazioni malavitose. “Non ho mai negato la mia collaborazione e quanto viene scritto nei miei confronti e’ del tutto opinabile ed arbitrario. Ricordo poi ai membri della Commissione che nella vicenda di Castelvetrano i due fratelli del Goi presenti nel consiglio comunale non erano e non sono “impresentabili” come ha stabilito in una recente ordinanza il tribunale di Marsala riabilitandone l’immagine”.
Riguardo inoltre al riferimento riguardante l’ex Gran Maestro Di Bernardo che ha parlato delle  infiltrazioni mafiose nelle Logge calabresi del Goi, il suo ricordo a scoppio ritardato lascia basiti ed è anzi molto singolare che la Commissione Antimafia abbia preso per buone le dichiarazioni di un personaggio – fra l’altro a suo tempo “fratello coperto” come da sua esplicita richiesta scritta – che irresponsabilmente per l’istituzione di cui era il massimo rappresentante, non ha mai edotto l’allora Giunta del Grande Oriente d’Italia della gravità delle notizie in suo esclusivo possesso. Per queste sue tardive affermazioni il Goi intende intraprendere nei suoi confronti inziative giudiziarie”.
Il Grande Oriente d’Italia e’ pronto a difendere il suo sacrosanto diritto all’esistenza e alla riservatezza dei suoi iscritti nel pieno rispetto della legge e della Costituzione italiana di cui ricorre tra qualche giorno l’entrata in vigore. “Pensare di addossare i mali della politica ed i problemi della Nazione alla Massoneria esibendo una eventuale legge liberticida e’ profondamente antidemocratico. Non solo questo, eventualmente cos’altro si potrà richiedere poi ai liberi muratori? Di presentare ogni mese il certificato di buona condotta? Di fare solo lavori esterni alla Pubblica Amministrazione? Si vieterà loro di concorrere a posti pubblici? O di fare politica? Saranno messi in settori particolari e ben delimitati persino allo stadio? Pensiamo che questo modo di agire e di procedere non porti nulla di buono e sia la preoccupante spia di una
situazione generale ormai sfuggita di mano e nella quale al di là dei pregiudizi e dei teoremi da dimostrare i massoni sono rimasti fra i pochi soggetti istituzionali capaci di difendere antichi valori e quella libertà che qualcuno vuole duramente e pericolosamente reprimere”.
Il Gran Maestro Bisi ricorda l’esperienza del Ventennio. Per prima si colpi’ la Massoneria e poi finirono le liberta’ di tutti.

giovedì 14 settembre 2017

Sardegna. Consegnate al Presidente del Consiglio Regionale Gianfranco Ganau copie del libro “Gramsci e la Massoneria”



Un incontro cordiale e costruttivo quello del 14 settembre  tra il Presidente del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Sardegna e l’On. Presidente del Consiglio Regionale dott. Gianfranco Ganau, avvenuto nell’Ufficio di Presidenza di via Roma a Cagliari. Nel portare i saluti della Circoscrizione Massonica e delle Autorità del Grande Oriente d’Italia, durante l’incontro è stata portata all’attenzione del massimo esponente dell’Assemblea Sarda alcuni grandi temi che, in questo particolare momento storico, confrontano l’umanità. “In tal senso – ha precisato il Presidente Giancarlo Caddeo – cogliendo l’invito del Gran Maestro Stefano Bisi, ho evidenziato il contributo e la caratterizzazione della Massoneria, quale associazione di uomini liberi dediti al bene ed al progresso dell’umanità”. Al centro del colloquio, in un clima di grande cordialità e costruttivo, sono stati consegnati al Presidente sessanta copie dell’opuscolo “Gramsci e la Massoneria”, contenente l’intervento del leader comunista nel dibattito alla Camera sulla legge contro la Massoneria, perché vengano distribuite a tutti gli Onorevoli Consiglieri Regionali della “Sardegna”. L’auspicio è che anche da questa lettura sia permesso di conoscere vieppiù e di approfondire il pensiero della Massoneria che così si pone, aperta al mondo e disponibile ad un serio confronto etico-culturale, con tutti gli uomini di buona volontà, che hanno a cuore l’uomo ed il suo benessere, oggi e domani. Una copia dell’opuscolo verrà parimenti consegnata ai Maestri Venerabili al primo Collegio utile”.

venerdì 8 settembre 2017

Vascello Letterario. Nuovi incontri con gli autori il 19 settembre


La rassegna Vascello Letterario avrà anche quest’anno un posto d’onore nel programma delle celebrazioni del Grande Oriente d’Italia per la ricorrenza dell’Equinozio di Autunno e dello storico anniversario del XX Settembre. Nei cinque giorni di attività dal 16 al 20 settembre, l’evento si colloca proprio a ridosso della data storica della Breccia di Porta Pia, con appuntamento il 19 settembre, alle ore 18, nella sede istituzionale del Grande Oriente al Vascello (Via di San Pancrazio 8, Roma). La partecipazione è aperta a tutti. I libri, con i loro autori, saranno i protagonisti dell’incontro in una carrellata di titoli che presenta temi e generi diversi. L’evento si svolge in collaborazione con il Servizio Biblioteca. Ecco i libri in rassegna:


►Gramsci e la Massoneria. L’intervento del leader comunista nel dibattito alla Camera sulla legge contro la Massoneria (Tipheret) ►Vita di Adriano Lemmi. Gli anni dell’esilio di Giuseppe Mureddu (Bagatto Libri) ►Il banchiere del Risorgimento. La storia di Enrico Cernuschi di Antonella Gazzetta (Mimesis) ►Mario Angeloni. Profilo biografico, documenti, testimonianze di Renato Traquandi (Volumnia) ►D’io di Francesco Caligiuri (Ferrari) ►Roma nascosta: dalla Roma dei Cesari a quella dei Papi e Roma Nascosta: dalla Roma Liberty a quella metropolitana (neaPolis) ►La bugia dell’alchimista. Il segreto della Porta Magica del Marchese Palombara di Jason D’Argot (La Lepre).
 Gramsci e la Massoneria. L’intervento del leader comunista nel dibattito alla Camera sulla legge contro la Massoneria (Tipheret)  A compimento di un’ininterrotta sequela di aggressioni e violenze contro uomini e sedi del Grande Oriente d’Italia, entrava in vigore il 26 novembre 1925 la legge sulla “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo stato”, immediatamente definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria”. Prevedendo infatti il licenziamento degli impiegati civili e militari dello stato o di qualunque altra pubblica amministrazione “che appartengano, anche in qualità di semplice socio, ad associazioni, enti od istituti costituiti nel regno, o fuori, od operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto o i cui soci sono comunque vincolati dal segreto”, la legge rispondeva al deliberato proposito di infliggere un colpo mortale a un’istituzione ormai da tempo saldamente attestata sul versante dell’opposizione al governo Mussolini. Una legge le cui implicazioni illiberali sfuggirono allora a molti ma non a un osservatore dell’acume del deputato comunista Antonio Gramsci, il cui intervento alla Camera il 16 maggio 1925 costituì una lucida quanto coraggiosa denuncia della deriva liberticida che, con la messa in discussione del diritto d’associazione, si veniva a innescare. Prefazione di Stefano Bisi e introduzione di Santi Fedele. Il libro è acquistabile anche on line sul sito dell’editore Tipheret.
 Vita di Adriano Lemmi. Gli anni dell’esilio di Giuseppe Mureddu (Bagatto Libri)  Adriano Lemmi (1822-1906) fu stretto collaboratore di Mazzini e Kossuth, a contatto con Fabrizi, Saffi e Bertani e, dal 1860, con Garibaldi, Cattaneo e Crispi. Fu uno dei principali animatori del Partito d’Azione e dal 1885 al 1896 Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Questo saggio, seguendo la vicenda biografica dei suoi anni giovanili, ci introduce nella fitta rete di azioni e cospirazioni non solo mazziniane e, ripercorrendone con ampia documentazione d’archivio gli eventi, vuole colmare una lacuna storiografica che ha lasciato in ombra un protagonista del Risorgimento, sia nella fase pre-unitaria sia nel ventennio successivo. Lemmi risulta coinvolto in molti degli avvenimenti cruciali della storia dell’unità d’Italia: dalla difesa della Repubblica romana al moto di Milano del febbraio 1853, fino alla spedizione di Pisacane di cui fu il principale finanziatore. Dopo la spedizione dei Mille, contemporanea al suo rientro in Italia, la sua figura fu un punto di riferimento costante e sempre più influente. Giuseppe Mureddu, laureato in scienze politiche, ha insegnato Economia e Politica economica all’Università di Roma “La Sapienza”.
 Il banchiere del Risorgimento. La storia di Enrico Cernuschi di Antonella Gazzetta (Mimesis)  Un borghese di buona famiglia e fresco di laurea in diritto, con importanti relazioni sociali: la vita di Enrico Cernuschi sembra quella di molti giovani del suo tempo, se non fosse che presto prende una piega davvero straordinaria. Si lega alla storia segreta dell’Unità d’Italia, alla fondazione di una grande banca e alla storica istituzione di assistenza milanese “Martinitt”, di cui fu forse il più grande benefattore. Dalle Cinque Giornate di Milano alla fondazione del Museo Cernuschi di Parigi, la vita straordinaria del banchiere filantropo, patriota, è un susseguirsi di colpi di scena, scalate economiche e grandi gesti di generosità per il proprio Paese e il proprio popolo. Antonella Gazzetta, laureata in Scienze e Tecniche della Comunicazione all’Università dell’Insubria di Varese dove vive e lavora. Le piacciono le storie: ma le storie quelle vere! Affascinata dallo scalpiccio dei bambini, figli di tutti e di nessuno che si sono prodigati tra innumerevoli difficoltà pur di riscattarsi dalle loro origini sociali.
 Mario Angeloni. Profilo biografico, documenti, testimonianze di Renato Traquandi (Volumnia)  Mario Angeloni (Perugia 1896 – Huesca 1936) è stato un esponente dell’antifascismo italiano. Fu anche massone. Repubblicano mazziniano, valente ufficiale, fu combattente nella prima guerra mondiale, come artigliere. Durante la ritirata di Caporetto si distinse per l’abnegazione e il coraggio con cui affrontò la situazione, salvando decine di commilitoni, che stavano ripiegando. Per quell’episodio gli fu conferita la medaglia d’argento. Si oppose al fascismo come dirigente del Partito repubblicano e nel 1924 costituì l’associazione clandestina Italia libera. Arrestato, fu inviato al confino a Lipari, poi a Ustica e infine a Ponza. Emigrato a Parigi nel 1932, conobbe i fratelli Rosselli, con i quali operò una stretta collaborazione. Prese parte alla guerra civile spagnola e insieme a Carlo Rosselli costituì la prima colonna militare di volontari italiani impegnati a fianco della Repubblica. Cadde in battaglia il 28 agosto 1936. Il libro ha la postfazione di Valdo Spini. Renato Traquandi è un fervente politico mazziniano repubblicano, con un passato di grande impegno politico iniziato nel 1956, quando in occasione della rivolta del popolo ungherese contro l’occupazione dell’Unione Sovietica partecipa alle manifestazioni studentesche di solidarietà nei confronti del popolo magiaro. Aderisce al movimento politico Unione Democratica Nuova Repubblica, fondato da Randolfo Pacciardi, che propugna una revisione costituzionale dell’Italia in senso presidenziale. Di Pacciardi, Traquandi ha scritto la biografia. Fino al 2011 ha fatto parte del Consiglio Nazionale del Pri. Ha collaborato come notista politico a Nuova repubblica e L’Italia del popolo. È autore anche di “Cento foglie di edera” e “Le strategie vaticane”.
 D’io di Francesco Caligiuri (Ferrari)  Il romanzo di Francesco Maria Caligiuri ha una doppia indicazione già dal titolo. È non solo un romanzo ma anche un excursus orientato a rompere il confine accademico tra letteratura e filosofia, attraverso riflessioni esistenziali e vuoti-domande che attendono il pieno-risposte. Con una trama ricca di riferimenti letterari e musicali in sintonia con il mood del libro, l’autore tesse un intreccio in cui nessuna cosa ha confini certi o definizioni possibili. Sul filo teso di una scrittura ironica e fluida prendono corpo la ricerca della felicità (in un mondo infelice) e la passione dell’irraggiungibile, attraverso le vicende emozionali di un insegnante di filosofia, protagonista/narratore, chiuso in un altero disagio esistenziale e di una giovane Asperger intrigante e magnetica. Una storia sorprendentemente semplice/complessa, perfettamente congegnata, che colpisce, investe e rapisce fino alla fine. Francesco Maria Caligiuri è uno scrittore calabrese innamorato di Roma, dove vive e scrive. Osserva il mondo, ne cattura i dettagli, azzerandone le distanze, per scrivere ironiche storie filosofiche. Nel 2013 il suo romanzo d’esordio “La totalità dei fatti” (Ferrari Editore) ha ricevuto consensi favorevoli dalla stampa e dai lettori.
 Roma nascosta: dalla Roma dei Cesari a quella dei Papi e Roma Nascosta: dalla Roma Roma Collezionista a quella metropolitana (NeaPolis) Le due guide rappresentano la nascita di una pubblicazione inedita: un insieme eterogeneo tra la guida turistica e la rivista d’arte. Infatti, alla classica guida turistica caratterizzata da parti descrittive e dimensione storica, sono stati aggiunti anche contenuti ispirati a quei programmi televisivi che uniscono il taglio giornalistico al fascino della scoperta. L’iniziativa è stato realizzata dall’Associazione Neapolis con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale – e della Regione Lazio, attraverso il Piano Annuale Interventi in favore dei giovani, Azione Bando delle Idee. Nella parte che riguarda Roma Risorgimentale è stata ampiamente trattata e descritta Villa Il Vascello.
 La bugia dell’alchimista. Il segreto della Porta Magica del Marchese Palombara di Jason D’Argot (La Lepre)  L’appassionata ricerca della pietra filosofale ruota intorno a una porta di pietra, che ancora oggi a Roma, in piazza Vittorio, sfida la curiosità del viandante. Due storie parallele si intrecciano in questo romanzo. La prima ha inizio nel Seicento: il marchese Massimiliano Palombara fa incidere i misteriosi simboli alchemici che ancora oggi appaiono sulla porta e incontra personaggi come la regina Cristina di Svezia e Athanasius Kircher, nel tentativo di realizzare una ricetta per l’immortalità. La seconda, quasi quattrocento anni dopo, coincide con la vicenda di Cristina, una ricercatrice che insegue quelle antiche tracce, cercando di svelarne il disegno con coraggio e determinazione. Un gioco di specchi tra passato e presente, una partita a scacchi con il destino, in bilico tra Opera alchemica e indagine psicologica, con un sorprendente ribaltamento di ruoli nel teatro del mondo. Ogni indizio sarà utile per risolvere l’enigma che il marchese, con sorriso ermetico, ha consegnato alla posterità: poiché, se la verità è indicibile, nulla è più luminoso di una bugia. La realizzazione del libro è stata resa possibile anche dalle ricerche bibliografiche di Maria Fiammetta Iovine, che di concerto con il misterioso e “alchemico” autore Jason d’Argot ha lavorato alla stesura del testo. Jason d’Argot nasce a Smirne nel 440 d.C. e realizza la Pietra Filosofale verso l’anno 507. Dedica la prima parte della sua lunghissima vita agli studi sulla palingenesi. Per oltre seicento anni fa perdere le sue tracce e non si sa nulla di lui. Nel 1210 conosce Francesco d’Assisi ed entra a far parte della comunità francescana della Verna. Nel 1423 si trasferisce a Firenze, dove dipinge alcuni notevoli capolavori, assumendo l’identità di un noto pittore rinascimentale. Scompare nuovamente per alcuni anni, poi riappare a Londra nel XVI secolo e pubblica alcuni trattati scientifici che ispirarono sia Robert Boyle che Isaac Newton. Nel 1652, durante un viaggio a Roma, conosce Massimiliano Palombara. Tra il XVII e il XIX secolo è tra gli autori del manifesto rosicruciano “Fama Fraternitatis” e fonda numerose obbedienze di ispirazione framassonica. Alla fine del XX secolo sparisce misteriosamente dopo aver fatto parte, sotto falso nome, di vari governi europei. Innumerevoli e universalmente apprezzate sono le sue opere letterarie, poi attribuite ad altri, i cui nomi l’autore ci ha vietato di rivelare.

martedì 5 settembre 2017

Viareggio. Il 25 agosto tradizionale appuntamento in ricordo di Roberto Mei



Anche quest’anno si rinnova il tradizionale incontro viareggino in ricordo di Roberto Mei, esponente del Grande Oriente d’Italia scomparso il 7 gennaio 2005 ma ancora ben presente nella memoria e nel cuore dei suoi concittadini e naturalmente delle logge di Viareggio, la ‘Felice Orsini’ (134) e la ‘Dante Alighieri’ (932). Mei aveva infatti oltre 50 anni di appartenenza massonica ed era molto stimato tanto da divenire nel tempo un punto di riferimento per i liberi muratori della zona. Caratterialmente equilibrato, convinto fautore di armonia e concordia, uomo del dialogo, nella quotidianità, oltre al lavoro nell’economato comunale, Roberto Mei fu segretario e reale motore, per lunghi decenni, del notissimo carnevale della città, divenendo di fatto un pilastro della comunità locale. Per tenere viva la sua memoria le due logge viareggine del Grande Oriente d’Italia hanno fissato il tradizionale incontro per il 25 agosto e sarà presente il Gran Maestro Stefano Bisi. L’appuntamento è previsto alle ore 16:30 nella erigenda Casa Massonica di Viareggio in Via Monte Sumbra 21 e sarà presentato il libro “Gramsci e la Massoneria”. Il volume, edito da Tipheret, riporta l’intervento che il leader comunista tenne alla Camera durante il dibattito sulla legge contro la Massoneria che entrò in vigore il 26 novembre 1925. Fu l’unico intervento che Gramsci tenne nella sua carriera parlamentare. La presentazione del libro sarà aperta dal presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana Francesco Borgognoni mentre le conclusioni saranno del Gran Maestro. Modera Gianmichele Galassi. È previsto un dibattito con il pubblico.
Al termine seguirà un Vino d’Onore. Alle ore 20:00 si terrà la consueta Agape Bianca presso il Ristorante del “Gran Caffè Margherita” sul Viale a Mare di Viareggio (Viale Regina Margherita 30).
Info e prenotazioni per la cena (entro lunedì 21 agosto): 339 5755625 toscana.134@grandeoriente.org oppure nivanovg@gmail.com

La scheda del libro “Gramsci e la Massoneria”

A compimento di un’ininterrotta sequela di aggressioni e violenze contro uomini e sedi del Grande Oriente d’Italia, entrava in vigore il 26 novembre 1925 la legge sulla “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo stato”, immediatamente definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria”. Prevedendo infatti il licenziamento degli impiegati civili e militari dello stato o di qualunque altra pubblica amministrazione “che appartengano, anche in qualità di semplice socio, ad associazioni, enti od istituti costituiti nel regno, o fuori, od operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto o i cui soci sono comunque vincolati dal segreto”, la legge rispondeva al deliberato proposito di infliggere un colpo mortale a un’istituzione ormai da tempo saldamente attestata sul versante dell’opposizione al governo Mussolini. Una legge le cui implicazioni illiberali sfuggirono allora a molti ma non a un osservatore dell’acume del deputato comunista Antonio Gramsci, il cui intervento alla Camera il 16 maggio 1925 costituì una lucida quanto coraggiosa denuncia della deriva liberticida che, con la messa in discussione del diritto d’associazione, si veniva a innescare. Prefazione di Stefano Bisi e introduzione di Santi Fedele.
Il libro è acquistabile anche on line sul sito dell’editore Tipheret.

lunedì 21 agosto 2017

Gramsci e la Massoneria. Appuntamento a Matera



A Palazzo Gattini sarà presentato il volume con l’unico discorso parlamentare del leader comunista. Fu tenuto contro la legge fascista che voleva abolire la Libera Muratoria

Appuntamento a Matera il 7 agosto alle 18 a Palazzo Gattini in piazza Duomo per la presentazione del libro “Gramsci e la Massoneria”. Il volume, edito da Tipheret, riporta l’intervento che il leader comunista tenne alla Camera durante il dibattito sulla legge contro la Massoneria. Era il 16 maggio del 1925 e fu l’unico da lui tenuto da parlamentare per denunciare la deriva liberticida del governo fascista. La legge, dal titolo lunghissimo, “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo stato”, entrò in vigore sei mesi dopo e subito fu definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria” sebbene il termine “massoneria” non comparisse una sola volta nel testo varato.
Il Gran Maestro Stefano Bisi sarà tra i protagonisti dell’incontro a Palazzo Gattini per parlare di oggi alla luce della nuova ondata di intolleranza nei confronti della Massoneria. Recentemente sono stati presentati alla Camera due disegni di legge che ricalcano il dettato mussoliniano di quella legge che l’Italia non avrebbe più voluto ricordare. Ed è interessante mettere a confronto i testi, di ieri e di oggi, per capire il tenore del nuovo ostracismo verso l’istituzione massonica.
Ad Antonio Gramsci, gigante del Novecento italiano ed europeo, nell’ottantesimo anniversario della morte che ricorre quest’anno, il Grande Oriente d’Italia rende il merito di avere compreso, lucidamentequale possa essere il destino di un paese che non ha a cuore i diritti e le libertà di tutti.
Il convegno a Matera è aperto a tutti.

La scheda del libro “Gramsci e la Massoneria”


Circolare n. 4 del 14 aprile 1925 del Partito Nazionale Fascista. Anticipa la discussione alla Camera della legge sulle associazioni n. 2202 del 26 novembre 1925

A compimento di un’ininterrotta sequela di aggressioni e violenze contro uomini e sedi del Grande Oriente d’Italia, entrava in vigore il 26 novembre 1925 la legge sulla “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo stato”, immediatamente definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria”. Prevedendo infatti il licenziamento degli impiegati civili e militari dello stato o di qualunque altra pubblica amministrazione “che appartengano, anche in qualità di semplice socio, ad associazioni, enti od istituti costituiti nel regno, o fuori, od operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto o i cui soci sono comunque vincolati dal segreto”, la legge rispondeva al deliberato proposito di infliggere un colpo mortale a un’istituzione ormai da tempo saldamente attestata sul versante dell’opposizione al governo Mussolini. Una legge le cui implicazioni illiberali sfuggirono allora a molti ma non a un osservatore dell’acume del deputato comunista Antonio Gramsci, il cui intervento alla Camera il 16 maggio 1925 costituì una lucida quanto coraggiosa denuncia della deriva liberticida che, con la messa in discussione del diritto d’associazione, si veniva a innescare. Prefazione di Stefano Bisi e introduzione di Santi Fedele.
Il libro è acquistabile anche on line sul sito dell’editore Tipheret.

lunedì 31 luglio 2017

Gramsci e la Massoneria. Convegno a Matera il 7 agosto



A Palazzo Gattini sarà presentato il volume con l’unico discorso parlamentare del leader comunista. Fu tenuto contro la legge fascista che voleva abolire la Libera Muratoria

Appuntamento a Matera il 7 agosto alle 18 a Palazzo Gattini in piazza Duomo per la presentazione del libro “Gramsci e la Massoneria”. Il volume, edito da Tipheret, riporta l’intervento che il leader comunista tenne alla Camera durante il dibattito sulla legge contro la Massoneria. Era il 16 maggio del 1925 e fu l’unico da lui tenuto da parlamentare per denunciare la deriva liberticida del governo fascista. La legge, dal titolo lunghissimo, “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo stato”, entrò in vigore sei mesi dopo e subito fu definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria” sebbene il termine “massoneria” non comparisse una sola volta nel testo varato.
Il Gran Maestro Stefano Bisi sarà tra i protagonisti dell’incontro a Palazzo Gattini per parlare di oggi alla luce della nuova ondata di intolleranza nei confronti della Massoneria. Recentemente sono stati presentati alla Camera due disegni di legge che ricalcano il dettato mussoliniano di quella legge che l’Italia non avrebbe più voluto ricordare. Ed è interessante mettere a confronto i testi, di ieri e di oggi, per capire il tenore del nuovo ostracismo verso l’istituzione massonica.
Ad Antonio Gramsci, gigante del Novecento italiano ed europeo, nell’ottantesimo anniversario della morte che ricorre quest’anno, il Grande Oriente d’Italia rende il merito di avere compreso, lucidamentequale possa essere il destino di un paese che non ha a cuore i diritti e le libertà di tutti.
Il convegno a Matera è aperto a tutti.

La scheda del libro “Gramsci e la Massoneria”


Circolare n. 4 del 14 aprile 1925 del Partito Nazionale Fascista. Anticipa la discussione alla Camera della legge sulle associazioni n. 2202 del 26 novembre 1925

A compimento di un’ininterrotta sequela di aggressioni e violenze contro uomini e sedi del Grande Oriente d’Italia, entrava in vigore il 26 novembre 1925 la legge sulla “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo stato”, immediatamente definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria”. Prevedendo infatti il licenziamento degli impiegati civili e militari dello stato o di qualunque altra pubblica amministrazione “che appartengano, anche in qualità di semplice socio, ad associazioni, enti od istituti costituiti nel regno, o fuori, od operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto o i cui soci sono comunque vincolati dal segreto”, la legge rispondeva al deliberato proposito di infliggere un colpo mortale a un’istituzione ormai da tempo saldamente attestata sul versante dell’opposizione al governo Mussolini. Una legge le cui implicazioni illiberali sfuggirono allora a molti ma non a un osservatore dell’acume del deputato comunista Antonio Gramsci, il cui intervento alla Camera il 16 maggio 1925 costituì una lucida quanto coraggiosa denuncia della deriva liberticida che, con la messa in discussione del diritto d’associazione, si veniva a innescare. Prefazione di Stefano Bisi e introduzione di Santi Fedele.
Il libro è acquistabile anche on line sul sito dell’editore Tipheret.


Il Pd vuole bastonare i massoni ma Gramsci non è d’accordo/Il Tempo



Il primo e ultimo discorso parlamentare di Antonio Gramsci, prima che alla sua mente fosse impedita “ogni forma di pensiero” (citazione di un annedoto riferito a Mussolini) dai tribunali speciali del fascismo fu quello dedicato a difendere la Massoneria il 16 maggio del 1925…


lunedì 24 luglio 2017

Appuntamento a Matera il 7 agosto per la presentazione del libro ‘Gramsci e la Massoneria’



Appuntamento a Matera il 7 agosto alle 18 a palazzo Gattini in piazza Duomo per la presentazione “Gramsci e la Massoneria”. Il volume, edito da Tipheret, riporta l’intervento che il leader comunista tenne alla Camera durante il dibattito  sulla legge contro la Massoneria. La prefazione è del Gran Maestro Stefano Bisi, che interverrà all’incontro di Matera, e l’introduzione è del professore Santi Fedele, Gran Maestro Aggiunto e docente di storia contemporanea all’Università di Messina.
Ecco la scheda del libro
A compimento di un’ininterrotta sequela di aggressioni e violenze contro uomini e sedi del Grande Oriente d’Italia, entrava in vigore il 26 novembre 1925 la legge sulla “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo stato”, immediatamente definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria”. Prevedendo infatti il licenziamento degli impiegati civili e militari dello stato o di qualunque altra pubblica amministrazione “che appartengano, anche in qualità di semplice socio, ad associazioni, enti od istituti costituiti nel regno, o fuori, od operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto o i cui soci sono comunque vincolati dal segreto”, la legge rispondeva al deliberato proposito di infliggere un colpo mortale a un’istituzione ormai da tempo saldamente attestata sul versante dell’opposizione al governo Mussolini. Una legge le cui implicazioni illiberali sfuggirono allora a molti ma non a un osservatore dell’acume del deputato comunista Antonio Gramsci, il cui intervento alla Camera il 16 maggio 1925 costituì una lucida quanto coraggiosa denuncia della deriva liberticida che, con la messa in discussione del diritto d’associazione, si veniva a innescare. Prefazione di Stefano Bisi e introduzione di Santi Fedele.

venerdì 9 giugno 2017

Gramsci e la Massoneria




A compimento di un’ininterrotta sequela di aggressioni e violenze contro uomini e sedi del Grande Oriente d’Italia, entrava in vigore il 26 novembre 1925 la legge sulla “Regolarizzazione dell’attività delle Associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo Stato”, immediatamente definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria”. Prevedendo infatti il licenziamento degli impiegati civili e militari dello Stato o di qualunque altra pubblica amministrazione “che appartengano, anche in qualità di semplice socio, ad Associazioni, Enti od Istituti costituiti nel Regno, o fuori, od operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto o i cui soci sono comunque vincolati dal segreto”, la legge rispondeva al deliberato proposito di infliggere un colpo mortale a un’Istituzione ormai da tempo saldamente attestata sul versante dell’opposizione al Governo Mussolini.
Una legge le cui implicazioni illiberali sfuggirono allora a molti ma non ad un osservatore dell’acume del deputato comunista Antonio Gramsci, il cui intervento alla Camera il 16 maggio 1925 costituì una lucida quanto coraggiosa denuncia della deriva liberticida che, con la messa in discussione del diritto d’associazione, si veniva a innescare.

Questo nuovo titolo della Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno invita a riflettere, proprio in questi giorni in cui si parla delle discriminazioni di Bersani-Fava (il vice della Bindi) e a pochi mesi dalla 'notte della Repubblica', il sequestro degli elenchi che tanto ha indignato. 

giovedì 25 maggio 2017

E’ online il numero di Erasmo di maggio 2017



E’ online il numero di Erasmo di maggio 2017. “Insieme per la legalità” il titolo, dedicato alle celebrazioni che in memoria dei Cinque Martiri di Gerace, giustiziati per essersi ribellati alla tirannide borbonica, il Grande Oriente ha organizzato nella Locride, terra in cui la Massoneria  ha forti radici che hanno fatto fiorire sani principi e alti ideali che nulla hanno da spartire con il malaffare. Oltre 500 i fratelli che hanno preso parte alla cerimonia e ben 18 i sindaci intervenuti alla manifestazione in rappresentanza di altrettanti comuni simbolo di questo lembo
di Calabria spesso denigrato e martoriato dalla criminalità. Nella rubrica “Dal Vascello”, la lettera inviata ai fratelli dal Gran Maestro Stefano Bisi, con l’invito, nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, a onorare la memoria di Falcone e Borsellino. Poi un articolo dedicato all’appuntamento che si terrà nella sede del Grande Oriente il 24 giugno per festeggiare i 300 anni di Massoneria. E ancora la Calabria con i Premi Mallamaci e Logotera;  il ricordo di Antonio Gramsci, nell’ottantesimo anniversario della morte, e del suo coraggioso intervento in parlamento, nel 1925, contro la legge fascista che di fatto abolì la Libera Muratoria e il cui articolato viene messo a confronto con il Progetto di legge  anti-massonico presentato da Davide Mattiello lo scorso febbraio. E come sempre spazio ai tantissimi altri eventi organizzati dai vari orienti d’Italia dedicati ai grandi temi di attualità.

ALLEGATI

martedì 16 maggio 2017

Grande Oriente d’Italia, Gran Maestro Bisi: la Massoneria in Sardegna ha una storia importante che va trattata con rispetto




La risposta del Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Stefano Bisi in relazione alla puntata di "Fuori Roma", il programma di Concita De Gregorio andato in onda il 15 maggio su Rai3 con un reportage su Cagliari
"La Massoneria in Sardegna ha forti radici e innegabili meriti. Si tratta di una storia molto importante che va trattata con grande rispetto e nel modo giusto e, pur considerando il diritto di cronaca e d'opinione, affermo che bisogna stare attenti a non lanciare messaggi sbagliati che possono indirizzare su un binario demagogico, sbagliato e fuorviante i fruitori del servizio pubblico Rai e innescare anche la mano di qualche folle visti i tempi cupi che viviamo e lo stato di crisi e di profondo disagio sociale che attraversa il Paese". È questa la risposta del Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Stefano Bisi in relazione alla puntata di "Fuori Roma", il programma di Concita De Gregorio andato in onda il 15 maggio su Rai3 con un reportage su Cagliari.

Nella parte finale della puntata oltre a espliciti riferimenti sui poteri forti che condizionerebbero la città si è immancabilmente fatto ricorso al solito riferimento alla Massoneria facendo vedere Palazzo Sanjust, sede delle logge cagliaritane e del Collegio dei Maestri Venerabili della Sardegna del Grande Oriente d’Italia, e facendo passare un messaggio subliminale del tutto arbitrario della Libera Muratoria attraverso le parole di uno scrittore che ha parlato di "riunioni giornaliere di uomini che arrivano come stormi di fenicotteri, vestiti di nero e pronti per la bara, alcuni con la valigetta in mano ed altri senza".

Questo tipo di riferimento che serve solo a fare da cassa di risonanza per qualsiasi trasmissione senza che ci siano episodi e fatti concreti ingenera una immagine ingiusta e fuorviante della Massoneria che opera per l'elevazione dell'Uomo e il bene dell'Umanità dall'alto di nobili principi che derivano da un'antica tradizione iniziatica.

"Quella sarda - ha continuato il Gran Maestro Bisi - è una Massoneria qualificata e solidale e gli esponenti di Cagliari sono impegnati in tante iniziative nel sociale. Sono stato nel capoluogo nell'ottobre del 2015  in occasione della cerimonia d'innalzamento delle colonne della loggia intitolata ad Armandino Corona, il Gran Maestro che ha salvato il Grande Oriente d’Italia quando le liste della P2 avevano gettato una luce negativa sull’istituzione massonica. Fu lui a riportarlo nel solco della sua migliore tradizione. Ricordo anche che Antonio Gramsci, fra i più illustri uomini di questa bellissima terra che è la Sardegna, fu il solo a contrastare Mussolini, che voleva cancellare le associazioni libere come la Massoneria, con un nobile discorso in Parlamento. Ricordo a tutti coloro che hanno strane idee in testa che il Grande Oriente d'Italia è legale e non segreto e che la casa massonica cagliaritana viene spesso aperta al pubblico ed è fra le più visitate fra quelle del Grande Oriente d’Italia che fa della trasparenza e della legalità dei baluardi insormontabili".

giovedì 27 aprile 2017

Gramsci in una mostra a Montecitorio. La presidente Boldrini ricorda l’intervento parlamentare del 1924 sulla Massoneria




Antonio Gramsci

La presidente della Camera Laura Bodrini ha inaugurato il 27 aprile a Montecitorio la mostra “Gramsci, i Quaderni e i libri del carcere” realizzata in collaborazione con la Fondazione Gramsci per celebrare l’ottantesimo anniversario della morte di Antonio Gramsci. Presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La mostra rimarrà aperta fino al 7 giugno.

Nel ritratto di Gramsci tracciato dalla presidente, il ricordo dell’unico discorso parlamentare tenuto dal leader politico il 16 maggio del 1924 durante la discussione della legge voluta da Mussolini per mettere fuori legge la Massoneria e qualsiasi manifestazione di libertà.

“Esattamente ottant’anni fa, all’alba del 27 aprile del 1937 – ha detto la presidente della Camera – moriva Antonio Gramsci. Era ricoverato nella clinica Quisisana di Roma, dopo aver trascorso gli ultimi anni in carcere. Il carcere aveva minato irrimediabilmente un fisico già colpito dalla malattia fin dai suoi primi anni di vita. La Camera dei deputati, che lo ebbe tra i suoi membri, tra il 1924 e il 1926, l’anno in cui venne arrestato, rende a lui omaggio con questo momento di riflessione e con una mostra che inauguriamo oggi, promossa dalla Fondazione Gramsci, che ringrazio anche per aver deciso di realizzarla qui, a Palazzo Montecitorio. Per la prima volta sarà possibile vedere, e sfogliare integralmente, grazie alla versione digitale, i 33 quaderni del carcere. E poi una selezione di 100 titoli dei libri e delle riviste che Gramsci leggeva durante la detenzione”. “Una mostra così importante ha un indubbio valore storico. E spero – ha proseguito Laura Boldrini – che tante persone vengano a visitarla. Ma ha anche un significato politico. Qual è questo significato? Come è noto, al momento del processo, che si celebrò nel 1928, e che si concluse con la condanna a vent’anni, il pubblico ministero terminò la sua requisitoria con parole, rivolte a Gramsci, che sarebbero restate famose: “Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare”. Ecco, l’esposizione che inauguriamo oggi mostra concretamente che il regime fascista fallì nel suo obiettivo, perché quel cervello non smise affatto di funzionare. Si alimentò ancora di una vasta produzione letteraria e scientifica e produsse, con i Quaderni, una delle pietre miliari della cultura italiana ed europea. Tolsero a Gramsci la libertà. Gli tolsero ancora la salute e infine la vita. Privarono la sua parte politica di un dirigente colto e stimato. Ma non riuscirono a compromettere le sue facoltà intellettuali e la sua sete di conoscenza. L’intelligenza di Gramsci ebbe dunque la meglio sulla violenza del regime. Fu deputato, come ho detto, per poco tempo.  *Intervenne una sola volta nell’Aula di Montecitorio, il 16 maggio del 1925, durante la discussione di un disegno di legge contro le società segrete e in particolare, così lo presentava il Governo Mussolini, contro la massoneria”.
“Invito, chi non l’abbia ancora fatto, a leggere il resoconto di quella seduta e dell’intervento di Gramsci. Un intervento nel quale denunciava il vero intento di quel disegno di legge che non era tanto volto a colpire la massoneria, quanto le organizzazioni dell’opposizione antifascista. Vale la pena leggere quel discorso, non soltanto perché vi si ritrova il tratto razionale, lucido e profondo del suo modo di argomentare, ma anche perché racconta di come il regime fascista aveva ridotto il confronto parlamentare. Gramsci – prosegue la presidente – fu interrotto dai deputati fascisti almeno 30 volte, di cui diciotto dallo stesso Mussolini. Quasi sempre frasi provocatorie e minacciose. Si trattava d’altronde di quel Benito Mussolini che pochi mesi prima, il 3 gennaio del 1925, nell’Aula della Camera, aveva dichiarato di assumersi “la responsabilità politica, morale, storica” del delitto Matteotti”. “Il delitto Matteotti provocò la protesta dei deputati aventiniani che, come ricorda la targa che è qui alle mie spalle, si riunirono in questa sala nell’estate del 1924. Ma Gramsci e i comunisti, ritenendo inefficace la scelta aventiniana, nel novembre di quello stesso anno decisero di riprendere posto tra i banchi del Parlamento e di proseguire da lì la loro opposizione al regime. Antonio Gramsci, socialista e poi tra i fondatori del Partito Comunista, di cui divenne segretario nel 1926, fu un marxista originale, mai dogmatico, mai prigioniero di schemi precostituiti. Come dimostra la lettura dei Quaderni, nonostante fosse recluso materialmente tra le quattro mura del carcere, la sua mente indagava libera sulla storia italiana, sul ruolo degli intellettuali, sulla questione meridionale, sulla natura del partito politico, sui grandi autori della letteratura, del teatro, del pensiero filosofico. Il carattere libero della sua ricerca ha influenzato la vita politica dell’Italia repubblicana ed ha contribuito alla diffusione della sua opera in tutto il mondo. Ancora oggi Gramsci è tra gli autori più studiati in molti Paesi. E’ anche per questo che il prestigio di Antonio Gramsci va ben oltre la parte politica che più si è riconosciuta nel suo pensiero e nella sua azione. Il 28 aprile del 1947, l’Assemblea Costituente commemorò Gramsci a dieci anni dalla morte e decise di collocare in sua memoria un busto che ancora oggi ne ricorda la figura. Intervennero rappresentanti di diversi gruppi politici, anche dei più distanti dalle sue idee. A nome della Democrazia Cristiana intervenne Giovanni Gronchi, che pochi anni dopo fu eletto Presidente della Repubblica. Disse Gronchi: “Per noi, ogni combattente per un ideale di libertà e di giustizia è degno di omaggio, al di sopra di ogni dissenso. Ma quando un combattente ha la statura morale e intellettuale di Gramsci. raggiunge un’altezza che può per noi rappresentare la incarnazione di quel principio di devozione alla propria fede, che è a fondamento del nostro pensiero e delle nostre idealità”. Ho citato questa frase del discorso di Gronchi per ribadire che oggi, a ottant’anni dalla sua morte, tutti gli italiani, pur nella diversità delle opinioni, possono riconoscersi nel ricordo di Antonio Gramsci. Un uomo che ha seguito fino all’estremo sacrifico un ideale di giustizia e di libertà e a cui l’Italia deve molto”, ha concluso Laura Boldrini. (ANSA)

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Gramsci e la Massoneria. Era il 16 maggio 1925





lunedì 10 aprile 2017

Gramsci, Mussolini. Due modi di guardare la Massoneria. Il radio dramma del Servizio Biblioteca | video



“1925-1945, Partito comunista, Partito fascista. Gramsci, Mussolini. Due modi di guardare la Massoneria e di interpretarla” è il titolo del radio dramma di quest’anno del Servizio Biblioteca che è stato presentato il primo giorno di lavori, venerdì 7 aprile alle ore 10,30, della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia in programma al Palacongressi di Rimini fino al 9 aprile. Titolo generale della manifestazione: “La memoria del passato, le radici nel futuro” che celebra i 300 anni della Massoneria moderna.


giovedì 6 aprile 2017

Massoneria, Grande Oriente d’Italia: Al via domani la Gran Loggia di Rimini | Agenparl



“Con il trinomio Libertà-Uguaglianza-Fratellanza – spiega il Gran Maestro Bisi presentando l’evento riminese – la Massoneria continua ad appassionare, dopo tre secoli, uomini diversi in tutto il mondo sostenendo quei valori imperituri che si condensano nella libertà, nel dialogo, nella tolleranza, nella solidarietà verso i più fragili, nella non violenza, nel rispetto della dignità di ognuno. Principi basici per la convivenza civile che vediamo ancora oggi minacciati, anche nei sistemi democratici più avanzati, dall’imbarbarimento della società attuale”. “Senza la difesa della cultura della libertà – ha aggiunto il Gran Maestro – non c’è futuro e il grande rischio è quello di ricadere nell’abisso dell’oscurantismo, in una nuova tremenda notte per l’Umanità”.
La dignità dell’uomo e la difesa delle libertà e dei diritti saranno perciò al centro del programma della tre giorni di Rimini ripercorrendo la storia della Massoneria universale e il suo contributo di uomini e di idee in un excursus tutto proiettato al futuro. Dibattiti, mostre, libri, arte, musica, teatro targati Grande Oriente d’Italia saranno ancora a disposizione del grande pubblico. Gli eventi culturali, rigorosamente aperte a tutti, affiancheranno i lavori interni dei delegati delle logge del Grande Oriente d’Italia.

Venerdì 7 aprile

Inaugurazione delle mostre, radio dramma, un convegno, cinque incontri con gli autori, l’apertura pubblica del tempio, due concerti. Il primo giorno di attività si apre alle ore 9,30 con l’inaugurazione, da parte del Gran Maestro Bisi, di quattro mostre: “1717-2017:Tre secoli di Libera Muratoria per un mondo nuovo” e “La società mondiale dei Liberi Muratori”, entrambe a cura del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia; “300 di Luce. Massoni celebri protagonisti del Novecento”, curata da Andrea Speziali; “Opera massonica. 1717-2017. L’Arte Reale dei Liberi Muratori”, allestita dall’Associazione Italiana di Filatelia Massonica (Aifm-Goi). Subito dopo, nella Sala del Castello Uno, dalle ore 10,30, la presentazione del radio dramma “Gramsci, Mussolini. Due modi di guardare la Massoneria e interpretarla e di seguito il convegno “Una fiamma per la libertà” con la partecipazione di Paolo Chiocci, direttore del quotidiano “Il Tempo”, del senatore Riccardo Mazzoni e di Antonio Stango, presidente della Lidu, la storica Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo nata su impulso di Ernesto Nathan, indimenticato sindaco di Roma e Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia…. continua su Agenparl 6 aprile 2017 Massoneria, Grande Oriente d’Italia: Al via domani la Gran Loggia di Rimini | Agenparl