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lunedì 9 ottobre 2017

Bologna, Rito scozzese antico ed accettato: Premio studio sul IX centenario dell’Università e il processo di internazionalizzazione dell’Accademia italiana






(AGENPARL) – Bologna, 09 ott 2017 – Il Rito Scozzese Antico e Accettato che ho l’onore di rappresentare costituisce una parte importante nella storia e nello sviluppo della Libera Muratoria e affonda le sue radici negli ordini della cavalleria occidentale. Lo dichiara il Sovrano Gran Commendatore del Rito scozzese antico ed accettato, Leo Taroni, in una nota.
La sua prima apparizione in una forma organizzata risale al 1733 e da allora cominciò la sua ascesa in parallelo con la nascita delle Grandi Logge fino alla costituzione dei Supremi Consigli nelle rispettive giurisdizioni nazionali. Il Supremo Consiglio d’Italia, terzo dopo gli Stati Uniti e la Francia, fu fondato a Milano nel 1805.
Il Rito Scozzese oltre ad offrire ai suoi adepti un processo di perfezionamento articolato in gradi ai quali possono essere elevati secondo la loro maturità e i loro meriti, e quindi attraverso una ricerca fondata sullo studio e sulla riflessione dei rispettivi rituali, persegue quegli scopi che derivano proprio dallo spirito della cavalleria antica come la pratica della rettitudine, il culto della verità, della giustizia e della libertà, in un’ azione che deve sempre essere caratterizzata dalla tolleranza e dalla saggezza.
Al primo posto sta la difesa dei più deboli contro le prevaricazioni e le ingiustizie dei più forti e ne consegue un’opera costante per l’affermazione dei diritti delle donne e degli uomini.
Non è, quindi, un caso che dalla stesura dell’Atto di indipendenza degli Stati Uniti fino alla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, sia stata costante la presenza e l’impulso di importanti personalità della Liberia muratoria e del Rito scozzese in particolare.
Si è trattato di una grande operazione umanitaria e culturale nello stesso tempo.
Infatti, L’art 26 della Dichiarazione universale nell’affermare che ogni individuo ha diritto all’istruzione, precisa che la stessa «deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni e i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace».
Da ciò il nostro grande interesse per la cultura e per le istituzioni che la promuovono, al vertice delle quali stanno le Università, punti di riferimento, ma anche centri formativi di altissimo valore per i nostri giovani e, come è stato detto, «strumenti essenziali per lo sviluppo ed il consolidamento di società democratiche stabili e pacifiche».
Il concetto di pace e di pacifismo dovette essere rivisto con la fine della guerra fredda.
Non furono più le divergenze fra potenze grandi e piccole a giocare un ruolo determinante per la pace o per la guerra, che non potevano più essere in alcun modo tenute sotto controllo dai governi, come avveniva un tempo.
Oggi, almeno la metà dei conflitti in atto hanno origini etniche e quindi è necessario, per potere influire sulle cause, agire avendo sempre ben presente, come ricordava a suo tempo il presidente della Commissione europea, Jacque Delors, che se l’uomo è dotato dell’istinto della sopravvivenza, non possiede certo quello della convivenza. Vivere con gli altri è una conquista culturale e dunque la capacità di vivere insieme e quindi la pace riposano su una grande operazione culturale.
Per questo motivo il primo punto chiave di ogni nostro progetto riguarda proprio il rapporto pace – educazione, una educazione che non sia limitata all’età scolare, ma che consenta a tutti, nelle diverse condizioni socio economiche, di poter sviluppare per tutta la vita, o riprendere in qualsiasi momento, il loro processo educativo e formativo.
Secondo punto è l’affermazione della parità delle culture e dunque della importanza di tutte le radici culturali e il diritto per tutti di dedicarsi con particolare attenzione e amore alla loro ricerca.
Per radici culturali si intende concretamente il patrimonio costituito dalla lingua, dall’arte, dalle tradizioni, dai culti, dai riti e da tutte le altre possibili espressioni di un popolo sia materiali che immateriali.

Ma l’uomo che da una parte viene esortato ad esaltare le sue radici, deve nel contempo, con evidente contraddizione, diventare a pieno titolo cittadino del mondo. Naturalmente conciliare queste due esigenze non è certamente facile, ed è questa la sfida del terzo millennio soprattutto per i giovani: tenere assieme il rispetto di radici e tradizioni con la necessità di essere protagonisti del mondo moderno come soggetti con pieno diritto al libero accesso al progresso della scienza e della tecnologia.

Poiché la pace e la cultura, come ho voluto sottolineare, sono al vertice dei nostri obiettivi non potevamo restare indifferenti al processo di internazionalizzazione avviato dal Rettore Fabio Roversi Monaco in occasione del IX centenario dell’Università di Bologna, che non solo ha destato un grande interesse, ma ha fatto pure emergere l’esigenza di scrivere la storia di questa storica vicenda promuovendo, con uno specifico premio di studio, una ricerca che ne mettesse in luce gli aspetti più significativi. Prezioso è stato l’appoggio del prof Roversi Monaco, presidente onorario dell’Osservatorio della Magna Charta Universitatum, al quale desidero esprimere la nostra riconoscenza, sia per i consigli e il sostegno fondamentale per la sua realizzazione, sia per aver voluto mettere a disposizione della ricercatrice il bagaglio indispensabile costituito dalla sua profonda conoscenza della materia e dalla fondamentale documentazione in suo possesso.
Desidero ringraziare il Rettore dell’Università di Bologna, prof. Francesco Ubertini, il Dipartimento di Storia Culture e Civiltà per il patrocinio concesso al nostro progetto, i membri della Commissione giudicatrice, prof. Francesca Sofia, prof. Stefano Cavazza e dott. Luigi Milazzi, la   prof. Ilaria Porciani per aver seguito la dott. Valentina Casini nel corso della sua ricerca.
Un grazie al prof. Roberto Balzani che ha sottolineato nel suo intervento l’importanza del ruolo svolto dall’Università di Bologna nell’internalizzazione degli studi universitari, che ha cambiato il volto delle relazioni intellettuali in Europa
Alla dott.ssa Valentina Casini, vincitrice del premio, vanno le mie più vive congratulazioni per l’approfondita ricerca che si concretizza nella presentazione di un pregevole lavoro che d’ora innanzi costituirà un punto di riferimento per la comunità internazionale degli studiosi.
Ultimo, ma non ultimo il mio grazie al prof. Morrone che ha seguito da vicino per il Rito Scozzese la realizzazione del programma di cui oggi celebriamo con grande soddisfazione il suo compimento.

sabato 30 settembre 2017

Bologna. Il IX centenario dell’Università e il processo di internazionalizzazione dell’Accademia italiana





Sabato 7 ottobre alle ore 10 presso l’aula Giorgio Prodi del Dipartimento di Storia Culture Civiltà in Piazza San Giovanni in Monte, 2- Bologna, si parlerà della Magna Charta Universitatum con la cerimonia di conferimento della borsa di studio promossa dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana, in collaborazione con il Dipartimento di Storia Culture Civiltà e del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Bologna. L’evento rientra nell’ambito del programma già da tempo deliberato dal Rito Scozzese di sostegno ad iniziative culturali. La Dott.ssa Valentina Casini vincitrice del bando ha sviluppato il tema con una ricerca sugli sviluppi contemporanei, sull’attualità e sul rilievo accademico che ancora oggi caratterizzano la Magna Charta UniversitatumLa firma della Magna Charta è stato uno dei momenti più rilevanti della storia dell’Università di Bologna e ha dato l’avvio, in occasione del IX Centenario dell’Alma Mater, al processo di internazionalizzazione. Nel 1988, nella suggestiva cornice di Piazza Maggiore si è svolta la cerimonia, voluta dal Rettore Prof. Fabio Roversi Monaco attuale Presidente Onorario dell’Osservatorio della Magna Charta, della sottoscrizione da parte di 388 Rettori provenienti da tutta Europa, e oltre, della Magna Charta Universitatum, che ha rappresentato con la Convenzione di Lisbona del 1977 e la Dichiarazione di Bologna del 1999, il pilastro di un’autentica rivoluzione culturale che ha cambiato il volto delle relazioni intellettuali nel vecchio continente. Il lavoro della Dott.ssa Casini con la prefazione del Professor Fabio Roversi Monaco, il documento della Magna Charta Universitatum e le foto della cerimonia in Piazza Maggiore è stato pubblicato dalla Bononia University Press.
Il programma della manifestazione organizzata con il Patrocinio del Dipartimento di Storia Culture Civiltàprevede gli interventi del Professor Fabio Roversi Monaco, Presidente Onorario dell’Osservatorio della Magna Charta Universitatum;  della Professoressa Francesca Sofia, Direttore del Dipartimento di Storia Cultura Civiltà, del Dott. Leo Taroni, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato, del Professor Gianfranco Morrone, Ispettore Provinciale di Bologna del Rito Scozzese Antico e Accettato; del Professor Stefano Cavazza, del Dipartimento di Scienze politiche e sociali; del Dottor Luigi Milazzi, Past Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato e della Professoressa Ilaria Porciani del Dipartimento di Storia Culture Civiltà.
Il Professor Roberto Balzani, del Dipartimento di Storia Culture Civiltà, terrà la relazione dal titolo
L’Università di Bologna fra autonomia e internazionalizzazione: la svolta di fine secolo.

martedì 27 giugno 2017

Premio di studio “Manlio Cecovini”. Vince una tesi sul mito di Trieste tra Ottocento e Novecento



Quarta edizione del Premio di studio istituito dal Centro Studi “Manlio Cecovini” di Trieste per ricordare una figura esemplare della città giuliana e della Massoneria italiana. Cecovini fu infatti sindaco di Trieste, nonché europarlamentare, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia e Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico Accettato che è anche sponsor del Premio.
La cerimonia di premiazione è avvenuta recentemente ed è stato Luigi Milazzi, presidente del Centro Studi “Manlio Cecovini” a consegnare il premio di 1500 euro al vincitore Davide Giardina che è autore di una tesi di laurea magistrale in Lettere Classiche e Moderne intitolata Il Mito di Trieste fra Ottocento e Novecento”. Dopo la consegna del premio Giardina ha presentato ampiamente il suo lavoro stimolando un dibattito.
Dal 2014 il Premio ha evidenziato tesi di laurea di rilievo su fatti e persone locali. Mirta Devidi è stata la prima vincitrice con “Manlio Cecovini: scrittore testimone del suo tempo”; nel 2015 è stata la volta di Vanessa Maggi con “Teodoro Mayer: giornalista e politico triestino fra Irredentismo e Grande Guerra”; lo scorso anno è stato Luca Manenti a vincere la selezione con la tesi Massoneria e Irredentismo. Il Circolo Garibaldi di Trieste tra Ottocento e Novecento”.
Il Centro Studi “Manlio Cecovini” svolge un’intesa attività culturale sotto la presidenza di Luigi Milazzi (Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia ed ex Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese) al quale è stato confermato l’incarico per il triennio 2017-2019. Segretario è stato eletto Alessandro Giadrossi. In occasione dell’assemblea per il rinnovo delle cariche il professor Giovanni Gregori ha tenuto una conversazione pubblica su Le prose arrabbiate di Marin e Cecovini, uomini di frontiera”.

Manlio Cecovini

Il Centro Studi è nato a Trieste nel 2011, con il patrocinio del Rito Scozzese Antico ed Accettato, su impulso di persone vicine a Manlio Cecovini per valorizzarne la figura: persona dai molteplici interessi e dalla personalità poliedrica ha saputo dare e lasciare traccia del suo impegno in tutti i settori delle sue molteplici attività. Combattente sul fronte greco-albanese con la “Julia”, avvocato dello Stato dal 1949 per un trentennio, fertile scrittore e saggista fino agli ultimi anni di vita, consigliere regionale e parlamentare europeo, Cecovini fu sindaco di Trieste dal 1978 al 1983. È stato un uomo che ha dato tanto anche alla Massoneria del Grande Oriente d’Italia che lo ebbe, come abbiamo detto, Gran Maestro Onorario e nel Rito Scozzese Antico e Accettato in cui raggiunse la carica più alta di Sovrano Gran Commendatore.
Il Centro Studi triestino, dopo la sistemazione provvisoria in corso Saba, ora ha sede in via Torrebianca. Qui, con spazi idonei anche per attività aperte al pubblico, ha intensificato l’impegno per il premio di studio e per la raccolta e la catalogazione di scritti e documenti di Cecovini che arricchiscono la propria biblioteca. Il programma del Centro prevde eventi culturali legati alla promozione e alla diffusione degli ideali di libertà e tolleranza. È un progetto di ampio respiro che, attraverso la valorizzazione di Cecovini, potrà anche a contribuire a presentare, nella giusta luce, alcune di quelle idee portanti, in termini di libero pensiero e di impegno civile, che in lui hanno trovato, non solo in sede locale, un’elevata declinazione.


giovedì 22 giugno 2017

IL REGNO DEL SANTO IMPERO



intervento del  P. S. G. C. Luigi Milazzi alla Festa del Rito
Carissimi Fratelli, nei Vostri rispettivi gradi e dignità,
non so per quale motivo, ma quando mi accingo ad affrontare la storia della Massoneria, mi sovviene Nicolò Machiavelli che: «La sera, rielaborando le esperienze del giorno e rivolgendosi ai propri amati classici, getta le basi per la propria opera politica, in una sorta di rituale che lo vede “spogliarsi” degli abiti mondani, per indossare quelli curiali e nobili adatti a una lettura colta».
E’ il modo in cui sento di dovermi porre di fronte ad un avvenimento storico di grande rilevanza per il futuro, ma di poco conto al momento in cui accadde. Quel 24 giugno 1717, ricorrenza di S. Giovanni il Battista, in cui quattro Logge di Liberi Muratori a Londra, si sarà trattato circa di un centinaio di fratelli, decise di riunirsi per darsi un’organizzazione centralizzata, ed eleggerne il capo, con il titolo di gran maestro, il gentiluomo Anthony Sayer.
Non si trattò di un fatto banale e le sue radici vanno ricercate nel secolo precedente con importanti connessioni con la Royal Society (Società reale per il progresso del sapere), ma anche sulla data esatta di fondazione della Gran Loggia non ci sono testimonianze dirette, sarà menzionata per la prima volta nella seconda edizione della costituzione di Anderson, nel 1738, ventun anni dopo.
Che la società dei Liberi Muratori sia cresciuta in questo periodo in numero di Logge e d’iscritti abbiamo molteplici testimonianze tanto che nel 1741 quando morì il Gran maestro, un foglio dell’epoca ricordò l’avvenimento:
«Pochi giorni fa è morto, in età di circa 70 anni, il signor Anthony Sayer, Gran Maestro della più antica e onorevole compagnia di liberi e accettati muratori del 1717. Il suo funerale è stato seguito da un gran numero di signori, della migliore qualità, dalla Shakespeare Head Tavern nella piazza di Covent Garden fino alla chiesa di Covent Garden».
In pochi anni la Massoneria crebbe di numero e di logge diffondendosi in tutta Europa. In Italia vi è la prova documentale fornita dalla bolla concessa dalla Gran Loggia inglese per la fondazione di una loggia a Firenze nel 1733, ma abbiamo notizia di una loggia “Fidelitas” a Girifalco in Calabria già nel 1723, cui seguirà la loggia di Napoli nel 1725.
Ben presto sorsero delle logge un po’ dovunque nella Penisola, senza alcuna opposizione dei Governi che giudicavano la Massoneria, una società filosofica, filantropica priva di peso politico. Soltanto in seguito alle lotte tra hannoveriani e giacobiti la politica purtroppo entrò in Massoneria. Il partito degli Hannover usò le logge italiane loro fedeli per i fini di una diplomazia segreta in danno degli Stuart. Questo avvenne in Toscana e a Roma e allora la Chiesa Cattolica prese in sospetto la Massoneria giudicandola un pericoloso strumento di propaganda anticattolica. Il Pontefice Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini, di ricca famiglia fiorentina e quindi sensibile alle vicende del Granducato, dopo che la Massoneria aveva fatto la sua apparizione a Firenze e due anni dopo arrivava a Roma con la propaganda di Tomaso Crudeli di Poppi, autore di versi anticlericali, ebbe un’impennata con la proclamazione della bolla di condanna “in eminenti” il 28 aprile 1738. Fu questo il primo di più di duecento documenti ufficiali della Chiesa di condanna diretta o indiretta che dovevano seguirsi negli anni fino alla Custodes fidei illius, con la quale Papa Leone XIII l’8 dicembre 1892 dettò una precisa e particolareggiata strategia per tutte le istituzioni ecclesiastiche nella lotta contro le logge massoniche.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti del Tevere e la Massoneria è stata sempre presente con i suoi uomini anche nei momenti più difficili della storia d’Europa quando tutto sembrava perduto, risorgendo miracolosamente a dispetto dei regimi autoritari dove si profilava uno spazio di libertà, magari per un attimo per dover subito dopo ritornare alla clandestinità. La pratica della rettitudine, il culto della verità, della giustizia e della libertà sono stati i suoi punti di riferimento. Mi sembra riduttivo restringere l’apporto culturale della Massoneria semplicemente all’ideologia del settecento o a farne l’ancella dell’illuminismo e tantomeno la culla del relativismo.
Sappiamo invece quanto sia stata importante l’affermazione della Libera Muratoria sul piano sociale e politico come centro di unione, mezzo per conciliare sincera Amicizia tra Persone che sarebbero rimaste a una perpetua distanza, come si volle indicare nei Doveri di un Libero Muratore.
Fu forte l’influenza di un grade filosofo, John Locke, e di Newton grazie anche al ruolo eminente svolto dal pastore anglicano J. T. Desaguliers, Gran Maestro e membro della Royal Society, instancabile divulgatore delle teorie newtoniane, che ne favorirà la diffusione.
La Massoneria offre agli uomini la ricchezza delle Tradizioni che dall’antichità sono state trasmesse verso di noi attraverso Medioevo e Rinascimento. Magnifici filtri che hanno selezionato e arricchito un materiale d’incommensurabile valore tramite le riflessioni di grandi pensatori di tutte le epoche. Un materiale che in Massoneria si studia e rielabora liberamente senza i limiti dell’accademia, senza vieti censori, senza pregiudizi di alcun tipo.
Siamo arrivati al dunque. Qual è la tela che dobbiamo tessere da questo 2017, Su quali punti dobbiamo impegnarci per la costruzione insieme agli uomini e alle donne di buona volontà di un futuro migliore, ben consapevoli che non sarà un’impresa facile, senza ostacoli, arresti, errori, ritorni indietro, perché non esistono imprese facili. Si va avanti e si torna indietro, ci si ferma per alcuni giri, come nell’antico esoterico gioco dell’oca.
Come ci insegnava un nostro S. G. C., Giovanni Mori, «compete ai Liberi Muratori, come uomini d’avvenire, stringere gli occhi nella tempesta per spiare nel gran processo evolutivo, il determinarsi di una risultante tra le forze in contrasto ed affrettare il superamento degli interessi individuali, di ceti, di classi, nell’ansia viva della Fratellanza Umana».
Noi non abbiamo ricette, non abbiamo programmi, sappiamo soltanto che dobbiamo osservare alcuni principi fondamentali il primo dei quali è senz’altro la tolleranza. Locke per primo ha scritto un saggio La lettera sulla tolleranza nel 1685, che ebbe molto successo e favorì la diffusione della Massoneria. Voltaire cento anni dopo, nel 1763, scrisse il Trattato sulla tolleranza in seguito alla tragica condanna a morte di un innocente, Jean Calas.
Il contributo di Locke al pensiero politico moderno è essenziale e ancor oggi si sente la sua influenza sui grandi documenti della Libertà come Il Bill of Right degli Stati Uniti, 15 dicembre 1791, che racchiude, com’è stato detto dal Presidente Roosevelt,  i principi basilari delle libertà individuali.
Conosciamo altrettanto bene la grande influenza sulla Massoneria del pensiero di Voltaire, anche se la sua adesione fu tardiva, accolto in loggia il 7 aprile 1778 dal Venerabile Jerome Lallande, astronomo famoso, direttore dell’osservatorio di Parigi, morì poco dopo il 30 di maggio.
A questo punto della nostra storia viene alla ribalta uno Scozzese, il Marchese Gilbert du Motier de La Fayette, protagonista sia della Rivoluzione americana prima, sia della Rivoluzione francese poi. Generale al comando di George Washington, vinta la guerra, ritornò in Francia e fu eletto, come rappresentante della nobiltà, agli Stati Generali del 1789; contribuì a scrivere la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino con l’aiuto dell’amico Thomas Jefferson, futuro presidente degli Stati Uniti. Infatti il progetto della prima dichiarazione venne discusso in Assemblea già dal giovedì 20 al mercoledì 26 agosto 1789, a poco più di un mese dalla presa della Bastiglia, e approvato nella redazione definitiva dal Re per essere inserito come preambolo nella Carta costituzionale del 1791.
Lafayette fu membro della Loggia Saint Jean d’Ecosse du Contrat Social, ebbe anche il 33° e fu SGC onorario del S. C. di Cerneau e dal 1830 membro del S. C. di Francia.
La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino non è quindi un episodio casuale, ma ha un passato e un futuro, tanto da diventare un testo fondamentale di riferimento per tutto il movimento liberal democratico. Gran parte del contenuto della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino è confluito a sua volta nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, adottata dalle Nazioni Unite venerdì 10 dicembre 1948.
Quel giorno secondo la leggenda del Rito Scozzese c’è stata la quarta concentrazione di quell’esercito massonico ideale composto di tutti i Gradi, dimoranti in tante tende in unico accampamento, con vere adunate che sono avvenute o avverranno ancora in tempi diversi per intraprendere delle campagne allo scopo di poter ricostruire in una Gerusalemme ideale il Tempio di Salomone.
Il primo colpo di cannone e la prima concentrazione avvennero  quando Lutero, cinquecento anni fa, il 31 ottobre 1517, affisse sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg le 95 tesi riguardanti il valore e l’efficacia delle indulgenze, dando il via alla ribellione dell’intelligenza.
La seconda coincise idealmente con l’atto d’indipendenza delle Colonie americane, 1776, con l’affermazione che ogni governo umano trae la sua autorità dal popolo e soltanto dal popolo.
Il terzo colpo di cannone e la terza concentrazione ebbero luogo in Francia nel 1789 con l’affermazione dei principi di libertà, uguaglianza e fratellanza.
Il quarto colpo di cannone e la quarta concentrazione coincisero con l’era atomica e con la conquista dello spazio, ma soprattutto con il riconoscimento dell’universalità e dell’indivisibilità dei diritti umani.
Siamo in attesa dell’ultimo segnale e della quinta concentrazione che non è stata ancora ordinata. A esso succederà il trionfo della pace senza la quale non può essere realizzato il Regno del Santo Impero, cioè il regno della Ragione, della Giustizia e della Verità.
E chi sa intendere intenda.
Giardini Naxos, 3 giugno 2017

martedì 16 maggio 2017

De Bortoli, Milazzi su Otto e mezzo: I liberi muratori devono essere i primi a combattere poteri occulti e il malaffare





(AGENPARL) – Roma, 12 mag 2016 – “Ieri sera a otto e mezzo, ospiti Ferruccio De Bortoli e Massimo Cacciari, si è parlato dell’ultimo libro dell’ex direttore del Corsera Poteri forti (o quasi) ed è riemerso quello stantio odore di Massoneria che De Bortoli asseriva, a suo tempo, di sentire attorno al caso della banca Etruria. Dispiace che un giornalista di grande esperienza e capacità che tutti gli riconoscono, metta assieme la Massoneria che è tutt’altra cosa con fatti che nulla la riguardano. Basterebbe soffermarci un momento sulla storia e sulle date di nascita dei personaggi coinvolti. Così come dispiace che il prof. Cacciari pur riconoscendo i grandi meriti della Massoneria italiana nella costruzione dello Stato unitario e quindi della democrazia in Italia, non ricordi i massoni italiani ed europei vittime delle dittature fasciste, ricorderò io per tutti, e sono decine di migliaia, Placido Martini, medaglia d’oro della resistenza, trucidato assieme ad altri diciotto fratelli Liberi muratori alle Fosse Ardeatine.

Per quanto riguarda i poteri occulti e il malaffare, da qualsiasi parte vengano, i primi a combatterli devono essere proprio i Liberi Muratori, così come per primi si sono battuti per troppo tempo inascoltati, anche contro la deviazione piduistica al proprio interno, proprio perché si stava configurando come una forma associativa contraria ai principi della nostra Costituzione.

Lo dichiara Luigi Milazzi, Ex Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese e Presidente del Centro Studi Manlio Cecovini, in una nota, commentando la trasmissione ‘Otto e mezzo‘ andata in onda ieri sera su La7.

lunedì 10 aprile 2017

Gran Loggia 2017. Una pioggia di libri. Gli incontri con gli autori del Servizio Biblioteca



Fronte brochure GL 2017Servizio BibliotecaLa Gran Loggia 2017 “La memoria del passato. Le radici nel futuro” ha riservato ampio spazio alla cultura con il Servizio Biblioteca che ha rinnovato  l’appuntamento degli “Incontri con gli autori” il 7 e l’8 aprile presentando undici pubblicazioni di ultima edizione che parlano di Massoneria con profili diversi. Esoterismo, ritualità, storia, letteratura, filosofia, sociologia sono gli ambiti di discussione  Ecco i volumi  presentati quest’anno al Palacongressi di Rimini.

Venerdi 7 aprile Biblioteca del Vascello, Sala del Castello Due

jouvence-Gasparetti-apprendista.inddore 14:20 • L’apprendista libero muratore di Daniele Gasparetti (Jouvence)Presenta il Grande Oratore Claudio Bonvecchio.
Dopo la pubblicazione, nella stessa collana, dell’opuscolo Il BussanteL’apprendista si propone come un utile strumento sia per chi intende proseguire un percorso di conoscenza e di pratica nella ritualità massonica e sia per chi, “da esterno”, desidera saperne qualcosa di più, in maniera oggettiva e rivolgendosi a una fonte autorevole quale il Grande Oriente d’Italia stesso. “L’Apprendista si avvia su di un cammino arduo e scomodo verso quella misteriosa esperienza rappresentata dall’incontro con il Sacro. Un incontro – si badi bene – che non si manifesta con eventi miracolistici o con esperienze Trompe l’oeil, ma con un lento lavoro di scavo nella propria interiorità” (dalla prefazione di Claudio Bonvecchio). L’autore. Daniele Gasparetti ha studiato fin da giovanissimo le religioni e le sette cristiane, ampliando poi i propri interessi alla filosofia e ai misteri dell’anima. Massone membro del Grande Oriente d’Italia, è scrittore e vignettista per passione.

Campagnoli-GalassiOre 15:20 • Massoneria e politica. Toscani, deputati e liberi muratori. La deputazione toscana in età liberale (1861-1926) di Monica Campagnoli e Gianmichele Galassi (Istituto Lino Salvini). Presentano Giovanni Greco, Francesco Borgognoni e Gianmichele Galassi.
In forza del legame tutt’altro che casuale tra Massoneria e Risorgimento, all’indomani dell’Unità d’Italia, un numero importante di massoni di alto profilo occupa gli spazi offerti dalle nuove istituzioni nazionali e i vertici della macchina politico-amministrativa a livello locale. Nel secondo Ottocento non viene meno la componente ideale che aveva segnato la vita dell’Ordine nel suo primo secolo di vita, come dimostrano l’ampio intervento nelle lotte risorgimentali di uomini affiliati o vicini alla Massoneria, il contributo portato all’allargamento delle basi democratiche dello stato ed alla costruzione di politiche sociali rivolte alle fasce sociali più bisognose e dei lavoratori. Gli obiettivi del volume sono di verificare se si sia configurato nel Parlamento dell’Italia Liberale un partito della Massoneria e se questo sia stato il partito della borghesia. Per compiere le verifiche necessarie è stato utilizzato uno strumento inedito, raccogliendo in un archivio digitale tutte le votazioni per appello nominale svolte in Parlamento in età liberale (1861-1926).  Il voto espresso nominalmente consente di osservare il comportamento politico del singolo per confrontarlo con quello di altri affiliati e deputati in modo da comprendere quando e quanto valesse l’appartenenza alla Massoneria in età liberale. L’indagine ha riguardato nello specifico deputati e massoni eletti nei collegi toscani. La scelta della Toscana come osservatorio privilegiato non è casuale. Dal punto di vista massonico è una delle regioni che fin dall’età liberale conta il maggior numero di Logge ed iscritti al Grande Oriente d’Italia. Oltre a fornire un certo numero di Gran Maestri e una parte consistente di quella classe dirigente che partecipò alla costruzione dell’identità nazionale. Dal punto di vista politico è una regione che offre un vivace laboratorio politico e un tessuto associativo assai ricco. Gli autori. Monica Campagnoli pubblicista, ha conseguito il Master European Political Systems and European Political Cultures e il Dottorato di ricerca in Storia e Informatica presso l’Università di Bologna. Collabora con l’Università di Bologna. In passato è stata Assegnista di ricerca, editor e Responsabile segreteria di redazione per Contemporanea, Rivista di Storia dell’800 e del ‘900 (edita dalla Casa Editrice Il Mulino). Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca promossi dall’Istituto Sturzo di Roma. Gianmichele Galassi, giornalista, dal 2009 Editor in chief (direttore scientifico ed editoriale) del Journal of the Siena Academy of Sciences, rivista scientifica dell’omonima Accademia delle Scienze di Siena pubblicata ininterrottamente dal 1761. Ha pubblicato varie edizioni di Apprendista Libero Muratore (2103/2015), Compagno Libero Muratore (2014/2015) e di Maestro Libero Muratore (2015) con Secreta Edizioni.
mariano-bianca-la-massoneria-femminile-nel-mondoOre 15:50 • La Massoneria femminile nel mondo. Dalle Logge d’adozione alle Grandi Logge Femminile di Mariano Bianca (Atanor). Presenta l’autore.
L’ammissione delle donne in Massoneria fu una questione che si pose sin dalla fondazione della Massoneria speculativa nel 1717 con la costituzione della Gran Loggia Unita d’Inghilterra che, perseguendo le regole della Massoneria operativa, non ammise né ammette sino a oggi l’iniziazione femminile. Il processo che portò all’ammissione delle donne in Massoneria fu molto lungo e spesso ostacolato dalle Massonerie maschili e solo nel XX secolo iniziarono a formarsi Grandi Logge interamente femminili. In questo saggio è presentato un resoconto dello stato attuale della Massoneria femminile nel mondo partendo dall’ingresso di alcune donne nelle logge maschili nel XVIII secolo, dalla formazione delle Logge d’Adozione (XVIII e XIX sec.) sino alla costituzione delle massonerie miste o co-massonerie e delle massonerie interamente femminili. L’autore. Mariano Bianca, già professore Ordinario di Filosofia Teoretica all’Università di Siena, si occupa di filosofia della mente, etica, epistemologia, metafisica e ontologia. Laureato in Filosofia e Logica matematica, ha soggiornato alcuni anni negli Stati Uniti dove ha svolto ricerca in Intelligenza artificiale e simulazione biologica e ha conseguito il Master of Sciences in Computer and Communication Sciences presso l’University of Michigan. Ha pubblicato molti saggi tra cui: Fondamenti di etica e bioetica (2000), Rappresentazioni Mentali e conoscenza (2005), Richiedere e pregare (2006), La mente immaginale (2009), Etica, eugenica e futuro della specie umana (2011), La propria mente e il sé (2014). Ha pubblicato molti articoli di massoneria ed esoterismo e nella casa editrice Atanòr ha pubblicato i saggi L’oltre e l’invisibile-meditazioni iniziatiche (2002) e Le colonne del tempio (2014).

Pinocchio-Rocchi
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ore 16:20 • Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi (Tipheret). Massonicamente commentato da Marco Rocchi .
Pinocchio è una favola, certamente la più celebre della letteratura italiana. Scritta dal carbonaro, e quasi certamente massone, Carlo Lorenzini (in arte Collodi) ha rappresentato – assieme a Cuore di De Amicis, altro Massone – un vero e proprio strumento pedagogico per intere generazioni di italiani. Una pedagogia massonica, si badi bene, tesa a fare dei buoni cittadini, con un’etica laica. Pinocchio è una favola pregna di simbolismi, in cui viene narrata l’iniziazione di un burattino che diventa Uomo. Morte e rinascita, insomma, con tanto di regressus ad uterum nel ventre del pescecane. Marco Rocchi, laureato in Scienze Biologiche e in Filosofia, è professore di Statistica Medica all’Università di Urbino. Iniziato in Massoneria presso la Loggia Antonio Jorio il 22 ottobre 2007 (di cui è stato in seguito anche Maestro Venerabile), sulle tradizioni esoteriche e massoniche ha pubblicato diversi articoli e qualche monografia, tra cui Santinelli, Newton e l’alchimia: un triangolo di luce (Argalìa 2010) e Rinato nella pietra: psicologia e antropologia della iniziazione massonica (Tipheret 2014). Sta attualmente lavorando a diversi progetti editoriali, tra cui un saggio su Newton alchimista, un saggio (insieme ad Antonio Cecere) sulla Teofilantropia (un culto rivoluzionario francese scritto da un massone) e ha in progetto un volume su “Massoneria e anarchia”.
Sabato 8 aprile Biblioteca del Vascello, Sala del Castello Due

libroOre 14:30 • Simbolica dei gradi filosofici. Rito Scozzese Antico e Accettatodi Irène Mainguy (Mediterranee). Presenta il Past Sovrano Gran Commendatore Luigi Milazzi, partecipa il Sovrano Gran Commendatore Leo Taroni.
Irène Mainguy analizza in tutti gli aspetti i gradi filosofici del Rito Scozzese Antico ed Accettato. Come nelle sue opere precedenti, l’autrice fa riferimento a numerosi documenti, rituali e fonti molto antiche. Dal 19esimo grado, Gran Pontefice, fino al 30esimo, Cavaliere Kadosch, si delinea un nuovo e appassionante ciclo di dodici gradi filosofici che permettono di approfondire l’etica cavalleresca e templare, con frequenti rimandi alle tradizioni antiche o scomparse, nonché all’Ermetismo. Il Cavaliere pellegrino si trasforma in Cavaliere filosofo. Non è un Cavaliere errante, ma un Cavaliere in cerca di saggezza. Guidato con discernimento e lucidità dalla ragione e dall’intelligenza del cuore, il Cavaliere di inizio XXI secolo opera ormai nello spirito dei costruttori degli edifici sacri, pronto, se necessario, a lottare contro qualsiasi forma di oppressione e ingiustizia. I numerosi viaggi che intraprende, particolarmente ricchi di esperienze e insegnamenti, corrispondono a un combattimento contro se stesso per elevarsi verso l’Unità, la Verità, la Luce e la Saggezza. In questa nuova opera l’Autrice propone numerosi percorsi di riflessione per approfondire l’ideale di universalità perseguito dal Cavaliere Kadosch. L’autrice. Irène Mainguy è autrice di diverse opere di riferimento sul simbolismo. È bibliotecaria-documentalista, diplomata di Stato e responsabile della Biblioteca massonica del Grande Oriente di Francia a Parigi. Inoltre, è vicepresidente della Società di Studi e Ricerche sullo Scozzesismo (Sfere) nonché segretaria dell’Istituto di Studio e Ricerca Massonica (Iderm). Le Edizioni Mediterranee hanno pubblicato i suoi volumi: Simbolica massonica del terzo millennioSimbolica dei Gradi di perfezione e degli ordini di saggezzaSimbolica dei capitoli nella massoneriaSimbolica degli utensili e glorificazione del mestiereLe iniziazioni e l’iniziazione massonica e la trilogia La massoneria spiegata ai suoi iniziati (L’apprendista, Il compagno, Il maestro).

Gabrieleore 14:50 • Il primo giorno del mondo di Mino Gabriele (Adelphi) e Riflessioni sulla migrazione dei simboli di Goblet d’Alviella (Mimesis). Presenta Mino Gabriele.
Il libro approfondisce il tema della “migrazione dei simboli”, oggetto di studio alla fine dell’Ottocento da parte di Eugène Goblet d’Alviella, storico delle religioni e interprete della tradizione massonica, che pubblicò nel 1891 un saggio intitolato proprio La migration des symboles. Quattro storie articolano il libro di Gabriele: da un bassorilievo del II secolo che rappresenta il primo giorno del mondo, con il dio orfico Phanes al centro contornato dallo zodiaco – bassorilievo al quale si ispirarono, senza mai menzionarlo, diversi artisti cinquecenteschi – alla raffigurazione di un drago immortale le cui radici risalgono fino a un antico dramma indiano; da un raro amuleto giudaico-cristiano del XVI secolo, subito condannato dalla Chiesa, alla singolare incongruenza astrale, coniugata con la teoria dei quattro elementi, del ciclo decorativo del celebre Studiolo di Francesco I de’ Medici. Gabriele propone un cammino che non ha diluito i pensieri e le idee che hanno dato forma a quelle immagini ma ne ha anzi arricchito la trama e i concetti in spazi sempre più ampi. Fino ad oggi. L’autore. Mino Gabriele è Professore di iconografia e iconologia e di Scienza e filologia delle immagini presso L’Università di Udine. Autore e curatore di numerosi volumi e saggi tra cui: Alchimia. La tradizione in Occidente secondo le fonti manoscritte e a stampa (1986), Hypnerotomachia Poliphili (1998), Corpus iconographicum di Giordano Bruno (2001), Commentaria symbolica di Antonio Ricciardi (2005), L’arte della memoria per figure (2006), Alchimia e   iconologia (2008), L’Iconologia di Cesare Ripa (2010), Sui simulacri di Porfirio (2012), Il Libro degli Emblemi di Andrea Alciato (2015), La Porta Magica di Roma simbolo dell’alchimia occidentale (2015).
Gobletore 15 La migrazione dei simboli è l’opera principale di Goblet d’Alviella, rarissimo caso in cui il rigore scientifico metodologico si fonde con un impegno di ricerca esistenziale profonda e coinvolgente, di elevato carattere spirituale. Ancora inedita in italiano, viene presentata qui per la prima volta una sua efficacissima sintesi ad opera dello stesso autore. Goblet d’Alviella (1846-1925) è stato uno dei più importanti studiosi di scienze religiose del suo tempo e la sua proposta di una simbolica comparata resta a oggi una sfida nel campo della ricerca. Dal 1884 al 1914 insegnò Storia delle religioni all’Université Libre de Bruxelles, diventandone poi il rettore dal ’96 al ’98. Venne iniziato in Massoneria nel 1870 e ricoprì il ruolo di Gran Maestro del Grande Oriente del Belgio dal 1884 al 1887 e nel 1900 fu eletto Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato operando una revisione dei rituali. Tra le sue opere principali, ricordiamo: Introduction à l’histoire générale des religions (1887), La Migration des symboles(1891), Eleusina, de quelques problèmes relatifs aux mystères d’Éleusis (1903) e Des origines du grade de maître dans la franc-maçonnerie (1907).

Monumento ai martiri delle Fosse Ardeatine
Monumento ai martiri delle Fosse Ardeatine

ore 15:20 • A testa alta verso l’Oriente Eterno di Mauro Valeri. Presenta l’autore.
Il volume rivela pagine ignorate del contributo della Massoneria alla Resistenza. La Resistenza romana, in particolare, ha sicuramente rappresentato un esempio eclatante di quanto sia stata variegata l’adesione alla lotta contro l’occupante nazifascista. Figura predominante è sicuramente quella di Placido Martini, fondatore di un movimento politico, l’Unione Nazionale della Democrazia Italiana (Undi), al quale hanno aderito, da subito, numerosi massoni affiliati al Grande Oriente d’Italia. Molti di loro avevano già conosciuto il confino per la loro appartenenza all’istituzione massonica, mentre altri avevano comunque visto nei valori propri della Massoneria un motivo fondante per non abbassare la testa e per difendere la propria patria. Anche dopo l’8 settembre 1943, l’Undi ha scelto di dare il suo attivo contributo con diverse azioni di propaganda, di sabotaggio e di lotta anche armata. A seguito di una delazione, alla fine di gennaio 1944, l’intero gruppo dirigente dell’UNDI viene arrestato. Anche se su questo periodo di detenzione, le testimonianze dirette sono ancora oggi scarse, di sicuro tutti i massoni hanno mantenuto un comportamento irreprensibile, senza cedere alle torture e ponendosi come esempio e sostegno anche agli altri detenuti. Anche per questo motivo, molti di loro, presumibilmente 18 (compresi 10 affiliati al Grande Oriente d’Italia e 8 alla Gran Loggia), sono finiti nella lista della morte, che li ha portati ad essere trucidati alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944. Con troppa facilità, a questi “martiri” è stata negata la loro appartenenza alla massoneria, laddove appare evidente che la scelta stessa di opporsi all’occupante nazista, anche a costo della vita, trovava radicamento proprio nella loro esperienza massonica. Riscrivere questa pagina di storia, quindi, ha non soltanto lo scopo di ristabilire la verità su quanto avvenuto in quel periodo, ma di ridare piena dignità a coloro che sono morti per un ideale, nella convinzione dell’importanza, ancora oggi, di quei valori. L’autore Mauro Valeri è sociologo e psicoterapeuta. Ha insegnato per diversi anni Sociologia delle Relazioni Etniche all’Università “La Sapienza” di Roma. Sul tema degli italiani neri e meticci ha pubblicato, tra l’altro: Black Italians. Atleti neri in maglia azzurra (Palombi, 2006); Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico (Palombi, 2008); Mario Balotelli. Vincitore nel pallone (Fazi, 2014). Per Odradek ha pubblicato Negro, Ebreo, Comunista. Alessandro Sinigaglia, venti anni in lotta contro il fascismo 2010; Stare ai giochi. Olimpiadi tra discriminazioni ed inclusioni, 2012, Il generale nero. Domenico Mondelli bersagliere, aviatore e ardito, 2016.
la-catena-dunione-di-gian-mario-cazzaniga-introduzioneore 15.40 • La catena d’unione. Contributi per una storia della massoneria di Gian Mario Cazzaniga (Ets). Presenta l’autore.
Gian Mario Cazzaniga, presenta ora trentuno suoi saggi, in parte tradotti da altre lingue e tutti variamente rivisti, con cui delinea una storia generale della massoneria e di altre società riservate (Carboneria, Cavalieri del Lavoro). Il volume è diviso per sezioni tematico-cronologiche, così da riassumerne una storia dagli inizi al primo Novecento: I. Origini della massoneria II. Massoneria e illuminismo III. Massoneria e università a Pisa IV. Massoneria e rivoluzioni moderne V. Massoneria e Risorgimento VI.  Massoneria e movimento operaio. In questi studi la massoneria viene vista come momento della fioritura dell’associazionismo volontario nel XVIII secolo, dunque come espressione del fenomeno costitutivo della modernità: l’invenzione del legame sociale e l’affermarsi di una visione della comunità umana come processo di autopoiesi. La catena d’unione, simbolo di fraternità universale nonché legame che unisce fra loro ritualmente i membri di una loggia e idealmente tutti i massoni sparsi per il mondo, ne è conferma. Troviamo numerose presenze muratorie nell’arcipelago dell’associazionismo volontario, da compagnie teatrali e musicali alla nascita di gruppi sportivi, da unioni sindacali e partiti politici a reggimenti militari e istituzioni umanitarie, ma proprio questa presenza plurima nella vita umana associata sembra essere di ostacolo a una comprensione del fenomeno. Dopo gli studi di Francovich e Giarrizzo sulla massoneria settecentesca, questo volume di circa 650 pagine, corredato di un inserto iconografico e di un ampio indice dei nomi, cerca ora di delinearne una storia mondiale, inserita nella vita culturale e sociale dei tempi moderni. L’autore. Gian Mario Cazzaniga Studioso di illuminismo e filosofia classica tedesca, già professore ordinario di Filosofia Morale all’università di Pisa, dove è stato insignito dell’Ordine del Cherubino. Organizzatore di dodici convegni internazionali, visiting professor in una ventina di università straniere, è autore di 150 pubblicazioni scientifiche.  Tra le sue opere si ricordano La religione dei moderni,  Ets, 1999, la direzione per la Storia d’Italia Einaudi di due Annali: Massoneria (2006) ed Esoterismo (2010), Per una storia della carboneria dopo l’unità d’Italia (1861-1975) (2014).
Curziore 16:00 • Dal Risorgimento al mondo nuovo. La massoneria italiana nella Prima Guerra Mondiale di Marco Cuzzi (Le Monnier). Presenta l’autore
La Massoneria italiana rappresentò uno dei protagonisti della Grande Guerra, dall’impegno per l’intervento al conflitto a fianco dell’Intesa. Dal maggio 1915 i massoni si mobilitarono con tutte le loro “logge” nel cosiddetto “fronte interno”, con azioni di propaganda e di solidarietà, affiancando le autorità nell’individuazione degli elementi disfattisti e dei sabotatori, e trasformandosi pertanto in una sorta di “milizia civile”. Il conflitto rappresentava per i massoni il compimento del Risorgimento e la sua evoluzione verso un “Mondo nuovo” dominato dalla democrazia e dall’armonia tra i popoli.. Ma il nazionalismo sempre più radicale avrebbe investito i massoni, che al pari del resto del paese sarebbero giunti all’appuntamento con il dopoguerra profondamente trasformati, al pari dello Stato liberale che avevano contribuito a creare. Attraverso una approfondita analisi dei documenti disponibili e in parte inediti, questo libro vuole dare un contributo significativo alla comprensione di quel particolare periodo della nostra storia, ricostruendo le complicate dinamiche delle Obbedienze massoniche nazionali. L’autore. Marco Cuzzi insegna storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano. Si è occupato di storia del fascismo e delle vicende legate al confine orientale d’Italia. Da diverso tempo studia la storia della massoneria italiana, ed è membro di diversi comitati scientifici. Tra le sue pubblicazioni: L’occupazione italiana della Slovenia (USSME, 1998), L’internazionale delle Camicie nere. I CAUR (Mursia, 2006), Antieuropa: il fascismo universale di Mussolini (M&B Publishing, 2007), Vivere ai tempi della Repubblica Sociale Italiana (Compagnia della Stampa, 2008), Istria, Quarnero, Dalmazia. Storia di una regione contesa (LEG, 2009). Tra gli altri studi si ricordano: Sui campi di Borgogna. I volontari garibaldini nelle Argonne (Biblion, 2015) e Cibo di guerra. Sofferenze e privazioni nell’Italia dei conflitti mondiali (BIM, 2015).
Grassiaore 16:50 • Balla coi Sioux. Beltrami, un italiano alle sorgenti del Mississippi di Luigi Grassia (Mimesis). Presenta l’autore.
Chi ha scritto il primo dizionario della lingua Sioux? Non un americano ma un italiano, Giacomo Costantino Beltrami. E chi ha scoperto la sorgente del Mississippi più lontana dalla foce, andando alla ventura in mezzo ai Sioux e ai Chippewa, vestito di pelli d’animale? Di nuovo quell’italiano, Beltrami. E chi ha raccolto la prima collezione di oggetti sacri, pipe, canoe e abiti delle tribù pellerossa, in un periodo storico (l’inizio dell’Ottocento) in cui nessuno in America lo faceva, perché a i nativi si sparava e basta? Sempre Beltrami. Già soldato di Napoleone, patriota, giudice e poi esule al tempo della Restaurazione in quanto massone e carbonaro, Beltrami fu ricevuto alla Casa Bianca dal presidente Monroe ed ebbe corrispondenti epistolari del calibro di Jefferson, La Fayette, Chateaubriand, Constant. Ma questo è il contorno: il piatto forte è la sua grande avventura sul Mississippi fra i pellerossa in stile “Balla coi lupi” (il film), o meglio “Balla coi Sioux”, come un Kevin Costner italiano. Però un Kevin Costner vero. L’autore. Luigi Grassia è giornalista del quotidiano “La Stampa” dove si occupa di affari esteri, economia, scienze e cultura. Autore di servizi da settantacinque paesi (fra cui reportage sulla Somalia in guerra, le due Coree, le terre dei Sioux e i lanci spaziali da Cape Canaveral e da Kourou in Guyana) ha intervistato personalità quali Henry Kissinger, il Segretario dell’Onu Kofi Annan, lo storico Arthur Schlesinger, Indro Montanelli e i premi Nobel per l’economia Amartya Sen e Paul Krugman. Fra i suoi libri c’è un’autobiografia giornalistica ironica, In mongolfiera contro un albero. Per scrivere la storia di Beltrami ha svolto ricerche in Italia e negli Stati Uniti, trovando numerosi documenti inediti. È cittadino onorario del Texas.