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mercoledì 27 luglio 2016

“Procuratore, così offende la Massoneria”. La risposta del Gran Maestro al Procuratore Macrì | Il Resto del Carlino Ancona


Il Resto del Carlino Ancona 27.07.2016

ALLEGATI

Io sono Massone


La vera storia di un Cagliostro moderno




Una nuova proposta editoriale di Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno. La dea Madre del Mondo concede la sua protezione ai primi Homo Sapiens. Il Supremo risveglia gli Dei dell’Enneade con l’incarico di supervisionare la crescita morale degli uomini. In epoca preistorica, la semidea Anzel, corrotta dalla materia, viene esiliata sulla terra. Sotto forma di ombra indistinta, prende il nome di Falce Oscura e giura vendetta contro gli dei. Dal Diario Segreto di Cagliostro scopriamo come Cagliostro viene condotto da Althotas verso la Montagna sacra. Nella salita l’adepto si blocca e non riesce a procedere. Ai nostri tempi: il giovane Lucio Tolmai si risveglia da un sogno profetico: si inerpica su una ripida scalinata che porta al Tempio, ma a mezza via si ferma incapace di andare avanti. Con l’amico Michele, medium dilettante, Lucio affronta le prime sedute spiritiche e successivamente viene da lui introdotto in massoneria. Comincia così un'avventura che ci fa attraversare, tra mito e realtà, tantissimi paesi alla scoperta della radice più profonda della Tradizione iniziatica. Prossimamente in libreria.

Questa sera il webinar dello York




Nuovo appuntamento per i tanti iscritti al webinar sulla Qabalah (nei suoi rapporti con il simbolismo e con l'operatività massonica) organizzato dal Blog dell'Arco Reale del Rito di York. La lezione virtuale si svolgerà, come di consueto, a partire dalle 20.00.

Firenze Capitale. I massoni fanno restaurare una statua del Museo di Palazzo Pitti


Flora-restauroBella iniziativa del Consiglio dei Maestri Venerabili dell’Oriente di Firenze, in collaborazione con due associazioni collegate al Grande Oriente: La Fratellanza Fiorentina onlus e l’associazione Albizi 18. Il Presidente dell’Oriente fiorentino Giovanni Stefanelli, insieme a tanti altri Fratelli, ha organizzato una serata dedicata alla cultura nell’anniversario del 150° di “Firenze Capitale”. Un pomeriggio che ha visto circa 130 fratelli, provenienti anche da altri cinque Orienti della Toscana con i familiari ritrovarsi per una visita guidata al museo degli Uffizi.
Il pomeriggio ha avuto un momento particolare quando al gruppo è stata aperta la porta di accesso al famoso corridoio Vasariano che da Palazzo Vecchio, passando dentro il museo degli Uffizi si snoda sopra i tetti fin sopra il Ponte Vecchio, chiesa di Santa Felicita fino ad arrivare al giardino di Boboli e al Palazzo Pitti. Il Corridoio, voluto da Cosimo I dé Medici, fu realizzato nel 1565 in soli cinque mesi da Giorgio Vasari. Al suo interno una raccolta, la più vasta e importante collezione al mondo di autoritratti. Attraversato tutto il corridoio che si snoda sopra Firenze dalle cui finestrelle si può ammirare degli scorci ai più sconosciuti della città si giunge al giardino di Boboli e Palazzo Pitti ex residenza di Vittorio Emanuele II° nella Firenze Capitale.
Visita alla Galleria d’Arte moderna fino ad arrivare davanti alla statua di “Flora”, un capolavoro in marmo realizzata da Giuseppe Lazzerini nella metà dell’800 e donata dal Comune di Carrara al Sovrano. La statua raffigura una giovane fanciulla intenta a ad intrecciare una corona di fiori che in segno di buon augurio simbolicamente riporta alla Corona del Re d’Italia.La statua bisognosa di cure è stata ripulita, restaurata con l’apporto dei Massoni fiorentini e dell’associazione Fratellanza Fiorentina e consegnata alla direzione del museo riportando sul basamento: “Grande Oriente d’Italia – Fratellanza Fiorentina onlus”.Questo impegno è stato illustrato dal presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Firenze Giovanni Stefanelli ai numerosi visitatori ed alla direzione museale introdotto dal fratello Claudio Gori che ha curato l’organizzazione. Ha concluso Moreno Milighetti della Fratellanza Fiorentina e 1° Grande Ufficiale del Goi ricordando come impegni di questo tipo sono oramai diventati consuetudine per la Libera Muratoria fiorentina che è impegnata, assieme alla sua associazione onlus, nelle direttrici della solidarietà, la cultura e la scuola, ricordando le recenti iniziative simili che hanno visto non solo l’associazione, ma anche il Grande Oriente d’Italia protagonisti nella società. Il pomeriggio, all’insegna della bellezza e dell’armonia ha accolto il plauso dei tanti Fratelli e familiari che hanno potuto usufruire di una serata straordinaria conclusasi con un buffet in una sala del museo di Palazzo Pitti.

Massoneria e solidarietà. Donazione delle logge del Ponente alla Lilt per il trasporto dei pazienti oncologici


Da tempo la Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori) ha attivato nel ponente ligure, con l’ausilio di un nutrito gruppo di volontari, (tra i quali molti massoni) il servizio di trasporto che preleva a domicilio i pazienti oncologici e li accompagna a Sanremo per le terapie portandoli poi a casa.
Il 20 luglio, nella sede di via Vesco a Sanremo, alla presenza del presidente della Lilt Claudio Battaglia, dell’Assessore Costanza Pireri e della professoressa Maria Teresa Dondi del direttivo LILT, il  Presidente del Collegio Circoscrizionale della Liguria della Massoneria del Grande Oriente d’Italia, un Consigliere dell’Ordine, i rappresentanti della commissione Solidarietà e i maestri venerabili delle logge Massoniche del Ponente Ligure, sempre del Grande Oriente, hanno consegnato alla Lega Tumori un contributo di 3.100 euro per la gestione delle spese per il trasporto dei malati oncologici del bacino imperiese (Valle Arroscia, del Dianese e Valle Impero) presso le strutture della ASL di Sanremo.
L’antefatto è rappresentato dalla scelta della ASL 1 Imperiese, di sospendere la convenzione con le pubbliche assistenze per il trasporto gratuito – con autolettiga o auto – dei pazienti oncologici con problemi di deambulazione che costituiscono l’80% di queste persone.
LiltOra, con l’entrata in servizio, sempre tramite volontari, di un’autovettura sulla sede di Imperia sarà risparmiato tempo e carburante e sarà ridotto il numero di viaggi di andata e ritorno. Il contributo versato è frutto delle logge del ponente ligure per garantire i costi di carburante e di autostrada e garage per questa vettura che è utilizzata per i soggetti malati dell’ambito imperiese ed entroterra. È previsto una percorrenza di circa 40mila km anno. Inoltre l’assicurazione viene offerta da un libero muratore del Grande Oriente di Imperia, del cambio dei pneumatici se ne occupa invece un altro della  loggia Mimosa di Bordighera che ha garantito il servizio gratuito per entrambe le auto. Infine un esponente della loggia Lando Conti di Sanremo ha offerto la propria mano d’opera gratuita per interventi di meccanica.
La Lilt come segno di riconoscenza ha autorizzato che sull’auto appaiano i simboli della Massoneria e precisamente la squadra e il compasso sormontati dal profilo geografico della Liguria.
Fonte: Sanremonews

Una ‘dimora filosofale’ a Gangi. Presentato il libro di Francesco Paolo Pinello


Ganci copertina
Il libro di Francesco Paolo Pinello
Il libro “Gli Affreschi di Palazzo Bongiorno ‘dimora filosofale’ a Gangi” di Francesco Paolo Pinello non solo illustra la bellezza di un palazzo nobiliare, che si attesta uno dei migliori esempi di architettura settecentesca delle Madonie, ma rivela, nel cuore della Sicilia, uno scrigno di cultura ‘sapienzale’ di raro valore. L’autore definisce questa antica dimora “una piccola biblioteca completa e compiuta, di alta e profonda cultura filogiansenistica e filomassonica alchemico-speculativa”. Una “dimora filosofale”, appunto, che nei suoi affreschi racchiude insegnamenti riconducibili al simbolismo della “Tabula Smaragdina Hermetis”, con perle di dottrina teologica agostiniana. E che sono rintracciabili nei miti eziologici di alcuni gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato. Oggi Palazzo Bongiorno è sede di rappresentanza del Comune di Gangi.
Pinello, libero muratore del Grande Oriente d’Italia, non è estraneo ai cosiddetti ‘studi tradizionali’ (ha al suo attivo vari saggi) e ha perciò potuto approfondire il significato recondito dell’iconografia degli affreschi di Palazzo Bongiorno che, in quest’ottica, acquista nuovo fascino anche agli occhi dei non addetti ai lavori.
Il libro, edito da Lampi di Stampa, è stato presentato il 14 maggio a Palermo e il 15 maggio a Gangi su iniziativa delle logge parlemitane “Ruggero II” (1409) e “Zed Mediterranea” (1470) e dei loro maestri venerabili, rispettivamente Giovanni Cricchio e Salvatore Mancino, di concerto con la Nuova Accademia degli Industriosi di Gangi, presieduta da Marisa Ferraro. L’iniziativa si è avvalsa del patrocinio del Collegio Circoscrizionale della Sicilia. Ai fini organizzativi, significativo il contributo fornito anche da Enzo Scaglione e Nicola Macaione della Loggia “Ruggero II”. La Nuova Accademia degli Industriosi, che ha collaborato all’evento, raccoglie l’eredità dell’Accademia degli Industriosi del Settecento fondata dai fratelli Bongiorno, Baroni del Cacchiamo e di Capuano, uomini colti, ricchi ed estramente generosi, che nel sodalizio, situato proprio nel loro palazzo oggetto di studio di Pinello, coltivavano l’arte poetica, l’eloquenza, la storia sacra e profana e ogni ramo delle scienze.
In occasione della presentazione Francesco Paolo Pinello ha ricevuto dalle mani del Consigliere dell’Ordine del Grande Oriente d’Italia, Giuseppe Labita, una targa di riconoscimento per il suo libro del presidente circoscrizionale siciliano Giuseppe Trumbatore. Labita ha inoltre espresso il saluto e l’augurio per il successo della manifestazione da parte del Gran Maestro Stefano Bisi.

martedì 26 luglio 2016

Riflessioni sull'ideale massonico, oggi


di Augusto Menduini



Attraverso l’iniziazione simbolica, chi già sa e può trasmettere a chi è giudicato in grado di sapere e di potere, il tesoro della dottrina e della sua applicazione, e in tal modo si propaga quel raggio di luce sapienziale e che trasformerà il gesso in fuoco, i metalli vivi in essenze sempre più sottili, l’oro in Oro. Così nel tempo si perpetua la tradizione ovvero la libera Muratoria si riconduce direttamente alle forme con la quale la sophia perennis è più saldamente attiva in Occidente.

In ambito esoterico, diversamente da ciò che avviene in temperie profana, scopo-fine-meta sono qualità per certo necessarie ma in effetti ben fruibili se non animate da uno fra i più potenti di tutti i fuochi: dall’energia dell’ideale.

È chiaro che, per l’iniziato, fondamento  di un fruttuoso futuro è saper riconoscere il proprio ideale e farne l’impulso di ogni pensiero e di ogni azione e di tutto quanto collega il pensare all’agire, sommo dono o faticata conquista.

Se un alto ideale ispira costantemente la nostra volontà profonda, se siamo direzionati con fermezza verso uno scopo che di continuo, giorno e notte, ci mostra la via corretta per proseguire nel nostro lavoro, allora dobbiamo procedere con decisione perché il cammino è fissato dentro di noi mentre il breve succedersi dei giorni ci sfiora.

Ovviamente l’ideale non è solo una motivazione anche ottima; esso è una fortissima calamita spirituale, un magnete che ci attrae verso il giusto nel modo corretto, e dovrà essere operante, sinchè non saremo divenuti solamente quello che siamo:  puri perché purificati.

Senza ideale non c’è senso possibile per la nostra avventura terrena, ma se viviamo noi stessi alla luce di una radiante dinamo interiorizzata che indica il percorso e lo nobilita, allora ogni superamento è possibile ogni trasformazione diviene perseguibile.

L’ideale a cui si ispira l’istituzione della quale ci gloriamo di far parte, parte viva e attiva che sente in sé la verità dell’assunto fondamentale e lo condivide perché lo ama, è lo stato esposto e ribadito molto spesso nel corso di questi ultimi trecento anni: esso è ricordato all’apertura dei lavori di ogni tornata in grado di apprendista. Recita il testo che il rito è compiuto “Per il bene dell’umanità” e anche per altra non secondaria ragione ma della quale in questa sede non dobbiamo occuparci; dobbiamo tuttavia farvi un fuggevole accenno per agevolare la comprensione del significato generale.

L’ideale fondamentale è dunque espresso dalla frase “Per il bene dell’umanità”; quanto a seguito dell’invocazione e cioè alle parole “e alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo” si può avere in un certo modo l’impressione che il livello dell’enunciato sia improvvisamente diverso e che l’apodissi abbia ceduto il posto ad altro tipo di comunicazione, altrettanto salda, ma meno definibile nei suoi contorni, meno terrigena, una certezza che fa parte, in realtà di un’altra dimensione e, sostanzialmente, di un altro discorso.

Atteniamoci dunque all’esame della prima parte dell’enunciato in oggetto. Nostro ideale è pertanto un simbolo la prima parte del quale suona letteralmente “per il bene dell’umanità”. Non c’è dubbio che tale frase è soggetta alla possibilità d’interpretazioni alquanto diverse e con differenti sottolineature non marginali. Ma, non potendo ora procedere ad un esame comparato delle più notevoli, e cioè più profonde, tra le possibili letture del testo, citeremo, quella a nostro avviso più attendibile e più congrua, ossia la risposta data a tale domande dal Reghini nel suo contributo   allo studio dell’essenza della Libera Muratoria (da: Considerazioni sul rituale dell’Apprendista libero muratore):

«Il perfezionamento dell’uomo è il fine che si propone la massoneria, il mezzo è costituito dal lavoro massonico basato e sostenuto dalla iniziazione simbolica, ossia conferita ed ottenuta mediante l’intelligenza dei simboli muratori familiari, così come l’opera d’arte si ottiene facendo uso degli strumenti di mestiere. Questo linguaggio  rende possibili le comprensioni, le intuizioni, i contatti mentali e spirituali, la guida interiore e la trasmissione iniziatica».

Parole chiare perché chiarissimo è il principio concettuale che le ha ispirate, parole, comunque che implicano un ulteriore approfondimento.
Onde pervenire alle esegesi di un testo che è innegabilmente criptico è necessaria una premessa testuale: considerare cioè la parola umanità, come essa appare nel nostro testo, non nel senso di “somma di tutti gli uomini”, bensì in quella di “tutti i singoli uomini”. Come l’iniziazione, all’interno della tradizione è individuale e non può essere che tale, così il termine “umanità” ha valenze diverse a seconda del contesto in cui appare. In un testo sacro “umanità” varrà sempre e solo “tutti i singoli uomini”:
«All’empireo non si può giungere in gruppo ma, eventualmente, ognuno da solo e in virtù delle proprie forze».

Quando poi volessimo prendere in esame la parola “bene” inserita nell’invocazione, è evidente che le componenti del trinomio massonico unite al principio di “tolleranza”, a buon diritto guidano gli uomini verso il bene, in tal senso hanno fatto e fanno parte chiarificatrice della tradizione massonica. Tuttavia è fuor di ogni riserva: del trinomio massonico si incominciò a parlare – sembra ormai accertato – dopo l’impiego che ne fece L.C. de Saint Martin posteriormente al 1780. La massoneria speculativa, con margini alquanto ampi, nacque nel 1717 e quindi certamente per molti decenni non portò quei termini sui propri stendardi.

Ma ai nostri giorni qualche evento, per nostra fortuna accaduto, genera la necessità di più acuto lavoro.

Quale istituzione, stato, compagine rifiuta oggi, almeno in linea teorica, l’applicazione pratica delle componenti del nostro trinomio o della tolleranza? Chi oserebbe opporre altro modo di pensare a quello che esalta la libertà, esige la parità, si inebria per la fratellanza, il tutto permeato del nobile afflato della tolleranza?

E allora? Abbiamo forse esaurito il nostro compito?

Sosteneva giustamente C.G.Jung che “non esistono cose vive che non abbiano un senso finalistico” cioè che ciò che è vivo “tende” a qualche cosa, ovvero si muove in una direzione. Se nel nostro caso la meta della tensione fosse veramente e pienamente raggiunta, potrebbe di conseguenza accadere che la tensione si avvia ad allentarsi? Si potrebbe dapprima obiettare che, come notava Machiavelli, mantenere una acquisizione è ben più difficile che raggiungerla. Seguendo tale ordine di idee, la prova più dura da sostenersi per noi non sarebbe alle nostre spalle, bensì nel prossimo futuro. Secondariamente si dovrebbe ricordare che la storia di molte istituzioni, organismi viventi, insegna che i valori che le hanno sostenute non necessariamente sono stati sempre gli stessi.

Certo la dottrina è inamovibile, ma, all’interno della dottrina unica, alcuni valori emergono solo quando i tempi sono maturi.

Il tempo  sempre maturo è l’oggi.

Com’è noto la presenza documentabile della realtà massonica nell’Europa Occidentale è di poco posteriore al compiersi del primo Millennio, e, nella sua sostanza, aveva carattere operativo. La medesima realtà, nella sua versione più moderna, cioè speculativa, è tale dal secondo decennio del XVIII secolo. I tempi successivi alla fondazione dell’Istituzione furono ricchi di fermenti di non facile assimilazione e non sempre furono supportati dalla disciplina dei Fratelli.
Gradualmente quel messaggio che era stato dottrina agìta si trasformò in istruzione trasmessa oralmente secondo le prime forme fissate ritualmente. Verso la fine del XVIII secolo la realtà  massonica moderna era plasmata secondo una ritualità che, salvo poche eccezioni, ancora oggi è quella di duecento anni fa.

Se si tiene conto non tanto del numero degli anni trascorsi quanto piuttosto della sbalorditiva velocità progressiva dello scorrere degli avvenimenti nel tempo, non stupirà constatare che, se nulla è mutato nell’essenza ideale della dottrina massonica, “fare massoneria” non può essere identica attività spirituale nell’epoca della musica di Handel o di Vivaldi e ai nostri giorni nei quali accanto alle grandiose conquiste della scienza, guardiamo con qualche preoccupazione agli effetti sempre più speciali materiati dai superbi inganni della tekné.

Detto chiaramente: oggi è più faticoso più aleatorio restare concentrati sul proprio ideale mentre l’ambiente, molta parte della cultura, i nuovi riti della quotidianità, ci stappano al di fuori di noi stessi per poi attrarci nella civiltà che troppo indulge all’apparenza e alla simulazione.

Si fa un gran parlare, proprio ai nostri giorni di valori, inevitabilmente provvisori e mutevoli, perché noi viviamo nella dimensione del provvisorio e del mutevole, ma per noi è certezza assoluta che uno è il più alto valore, il Lavoro, ed unica è la ricompensa, la Luce.

Avviene invece che, attanagliato nella morsa “produzione-consumo” l’essere giovane o meno giovane che oggi si accosta alla Libera Muratoria o da tempo si nutre dei benefici della vita templare, avverte al di là dell’atmosfera del tempio uragani di confusione che rendono arduo procedere e assai precario il colloquio con un mondo che spesso ci guarda con incuriosito sospetto.

Oggi è molto apprezzata la pelle della terra, non tutto il corpo celeste che in ogni sua pietra è sacro, sicchè la superficie pullula di improvvisati incantatori che attraggono non poche anime arrugginite e frettolose. Molti Fratelli sono costretti a coabitare con un’umanità agitata e ansiosa che non cammina corre, non legge i pochi libri che dovrebbe “studiare”, dà loro “uno sguardo”.  Molto, troppo, si svolge a simile livello.
In questa temperie il massone  che già conosce l’evoluzione della pietra, non trova fatica a riconoscere il positivo e il negativo, a distinguerli, e a scegliere. Ma chi esce dal chiasso di una discoteca che ancora porta nell’animo, per entrare nella quiete di un tempio abbisognerà di tutto il sostegno, di tutto l’amore possibile da parte dei Fratelli.

Come custodire allora l’ideale massonico se i segni dei tempi non appaiono favorevoli? Ignorarli non si può e non si deve. Una improvvisa accettazione verificherebbe l’attività di  migliaia di anni vissuti secondo quei principi che sarebbero divenuti i principi stessi della Libera Muratoria.

La convinzione? La convinzione, da sola dà esiti positivi estremamente rari.

Resta tuttavia intatta l’efficacia del più alto mezzo di trasformazione che da sempre opera tra gli esseri anche solo relativamente puri: resta l’ESEMPIO, termine che andrebbe scritto in lettere d’oro nel piccolo vocabolario dell’esoterismo voluto, sentito e praticato.
Fratelli, essere esempi uno per l’altro e tutti per il mondo profano è con ogni probabilità il modo di superare vittoriosamente le difficoltà di questo lungo momento, nel quale il Libero Muratore guarda con calma e attenzione intorno a sé e porta un amore sempre più forte alla propria dottrina.

Certamente anche le dottrine dell’anima più solide e più vere hanno una storia, un continuo fluire interno, storia fatta di apparizioni, di soppressioni, d’innovazioni, di valorizzazioni, di elementi dapprima posti sullo sfondo buio di vicende marginali ma poi, gradualmente o repentinamente, emersi nella piena luce della dottrina. Ciò non può non avvenire poiché tutto respira tutto ciò che vuol vivere deve vibrare per ininterrotti adattamenti.

Il più probante degli esempi ci è offerto dalle vicende  connesse al Pantheon greco. Dopo la scomparsa dei Pelasgi una quantità di ierogamie di provenienza assai diverse dilagò nell’arcipelago e la si ebbe, un vero e proprio fenomeno di continui battimenti, riprendendo un dato scientifico proprio del mondo musicale. Infatti, mentre ancora la risonanza provocata dall’apparire di una figura sacra non era ancora assimilata, altre figure urgevano, provocando lo scontrarsi delle rispettive influenze e generando così grande confusione e facilità di letture contraddittorie.

Si può facilmente controllare quanto asserito: si veda come sono strutturati  i volumi, per altro sontuosi, “Miti greci”di R. Graves, oppure “miti ebraici” di Graves-Patai, o i volumi della scuola di Vienna dedicati allo studio delle antiche civiltà mesopotamiche. Colpisce come tali ricerche sono organizzate: in poche frasi, solitamente, si espone il nocciolo della vicenda indagata e poi segue un eccezionale apparato critico formato da grandissima quantità di versioni, varianti, vicende simili, possibili riferimenti che dovrebbero gettar luce sulla realtà dei fatti per portare un po’ d’ordine in quello che, ad oggi, è solo un insieme di tentativi a mezzo dei quali si tenta di superare il caos. Sia chiaro: non caos di natura originaria, ma caos per eccesso di informazione, dovuto a fantasie aggiunte da nature forse artisticamente dotate ma certo scarsamente scientifiche, sicchè arduo è diventato il riconoscere in semplicità ogni vera origine del mondo dello spirito, nel passato.
Forse solo i veri poeti... i poeti-profeti...  Intuitivamente.

Può essere che un tempo, quando erano incorrotte, le nostre parole sacre, e altre, fossero utilizzate come mantras ma oggi usurata o anche solo parzialmente dimenticata la vera grafia, possono essre solo oggetto di indagine accurata anche se il loro persistere ci ammonisce che, in un passato ormai lontano non si sa con certezza per quale scopo, quelle parole funzionavano. La storia dà molto e molto esige, molto si conquista su parecchi punti si fa chiarezza, ma molto si perde. La causa più frequente dell’inghiottimento nel nulla è data dalla perdita del significato. Il simbolo del Vecchio Saggio, cioè del significato, deve occupare un posto d’onore nell’ordine dei nostri studi esoterici.

Infine, prima di avviarci a concludere questa relazione, una constatazione, che su tutto quello che è stato detto sinora ha verosimilmente grande peso un quanto rigorosamente riferita al singolo, eppure di carattere generale:

il corpo e l’anima raramente hanno la stessa età

L’età del corpo infatti, con qualche approssimazione, è quella che appare.

Dell’età dell’anima e della sua connessione con quel corpo non è possibile parlare. E non è solo questione di differenti “tempi” di crescita ma di maturazioni difficilmente simultanee.

Ma se parlare non è opportuno, riflettere è sempre lecito.
Di fatto si tratta di una situazione della quale è necessario tener conto prima di iniziare qualsiasi impegnativo viaggio interiore. Qual è, ovviamente il cammino iniziatico.

Lungo il cammino ognuno di noi è in un certo modo responsabile per tutti, perché “la fratellanza” consiste in un gesto interiore di autoeliminazione della nostra libertà.

I fratelli liberi muratori, solidalmente responsabili, si riuniscono nel tempio, nel luogo sacro ove al primo sguardo di chi varca la soglia si offre, immediata e completa, la visione dell’ideale massonico esposto in plastica evidenza. Un lungo percorso è sintetizzato esaustivamente ma con estrema semplicità.

L’ideale massonico custodito ed esposto visivamente nel tempio non richiede una particolare intuizione, quanto meno: è necessaria solamente una certa disponibilità mentale ed emotiva e propensione nel riconoscere nessi e connessioni; soddisfatta questa condizione, la risposta è pronta e completa per quanto attiene la teoria.

Ma, come tutti sappiamo, la messa in opera di ogni teoria è lavoro d’artista.

Ai piedi del trono del M∴V∴ la framassoneria dice tutto di sé esponendo il proprio ideale alla vista dei Fratelli.

L’ideale massonico è l’agente che consente la progressiva trasformazione della Pietra Grezza; è la tintura che anima, nutre, e perpetua la nostra dottrina.

E’ on line “Erasmo” di luglio


copertina erasmo luglio
E’ on line “Erasmo” di luglio. “La forza delle idee” è il titolo di questo numero che dedica il servizio di apertura a Giovanni Bovio,filosofo, politico e massone pugliese, anticipatore di alcuni grandi principi che hanno ispirato la nostra Costituzione, la cui figura è stata al centro di un convegno organizzato dal Grande Oriente a Trani nell’ambito delle iniziative dedicate ai 70 anni della Repubblica. Pubblicata anche la lettera che il Gran Maestro Stefano Bisi ha scritto al Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, che durante una sua recente visita in Sicilia ha attaccato la Massoneria. E non solo. “Erasmo” riporta anche la risposta del Gm agli attacchi mediatici relativi ad un’inchiesta in corso in Calabria che tira in ballo strumentalmente la Libera Muratoria e la polemica in corso con il Pg delle Marche.  Ampio spazio al solstizio d’estate e alle principali attività della Comunione e un focus sull’emergenza immigrazione affrontata dal Goi in un incontro a Livorno. Riportato anche il programma delle celebrazioni del prossimo XX Settembre e delle iniziative a latere organizzate per l’occasione dal Servizio Biblioteca. Tante infine , come sempre, le notizie dagli Orienti . ..Leggi
ALLEGATI

lunedì 25 luglio 2016

“Siamo cittadini come gli altri”. La presidente della commissione Antimafia attacca, il Gran Maestro del Grande Oriente risponde | Lettera 43


Lettera 43 22 luglio 2016
ALLEGATI

Ancona. Il Gran Maestro replica al Procuratore Macrì: interpretazione sulla Massoneria ‘personale e gratuita’


Il Procuratore Generale di Ancona Vincenzo Macrì interviene ancora una volta sui giornali per attaccare la Massoneria. Alla sua prima uscita del 7 luglio – con un’intervista sul Resto del Carlino alla quale il Gran Maestro Stefano Bisi ha subito replicato – ne ha fatto seguito un’altra il 24 luglio sempre sul Carlino di Ancona. Il Procuratore Macrì ha infatti inviato una lettera che non solo commenta gli interventi del Gran Maestro sulla stampa ma esprime giudizi molto gravi sulla Massoneria.
Riportiamo il testo integrale della risposta del Gran Maestro.
Egregio Signor  Procuratore, al di là di ogni ragionevole dubbio, anch’io comincio ad avere più di una certezza a giudicare dalla sua solerte e, mi permetta, scontatissima risposta in merito a una mia precedente nota di replica alle sue generiche e comunque nette e insinuanti esternazioni dello scorso 7 luglio sul ruolo della Massoneria nelle Marche. La mia certezza è che lei non veda di buon’occhio la Massoneria e che la consideri non per quello che rappresenta e effettivamente fa nella vita reale della Società ma per quello che non è affatto.
Lei stavolta parte subito da un arbitrario assunto affermando sic e simpliciter che le mie dichiarazioni siano “automatiche” e avvengano, per usare una parola che conosce molto bene, d’ufficio, ovvero a scontata e doverosa difesa dell’Istituzione ogni qualvolta si parli di Massoneria associandola alla mafia o alla criminalità in genere.
Innanzitutto vedo che Lei, uomo di legge, di codici e procedura, quando si parla di Massoneria salta tutta la fase dibattimentale anticipando le conclusioni e arrivando al verdetto finale. Poi addirittura riesce ad entrare nella mente delle persone prevedendone le azioni come ha inteso fare giudicando il mio intervento. Io, invece, Signor Procuratore, ritengo che Lei si sbaglia nel giudicare a priori un comportamento e che la sua è un’interpretazione del tutto personale e gratuita.
Il Gran Maestro, parlo ovviamente quale rappresentante degli iscritti del Grande Oriente d’Italia, interviene quando ritiene che certe situazioni e certe affermazioni, specie se non supportate da fatti o atti giudiziari noti e comprovati, possano produrre effetti negativi o nocumento all’immagine e al prestigio della nostra Istituzione massonica.
In quel caso non facendo distinzioni di sorta e parlando genericamente di Massoneria è stata accomunata alla criminalità organizzata anche la nostra Comunione massonica che, non solo nelle Marche, lavora per il Bene dell’Umanità e non certamente per quello della criminalità. Da questo incontrovertibile dato di fatto e solo da questo è maturata la necessità di un intervento urgente e chiarificatore del ruolo legale e socialmente utile svolto dal Grande Oriente d’Italia in terra marchigiana.
Penso inoltre che, a parti invertite, anche Lei sarebbe intervenuto se, per esempio, si fosse parlato genericamente della Magistratura come accomunata a qualcosa di losco. E per me e i tutti i fratelli liberi muratori, che pratichiamo la bella virtù della Tolleranza, non si sarebbe trattato di un automatismo, ma della giusta difesa di una Istituzione per la quale anche noi liberi muratori abbiamo il massimo rispetto per l’alto ruolo che ha nel garantire l’Eguaglianza, l’imparzialità e la giustizia nei confronti di ogni cittadino di questa Repubblica.
La certezza che Lei non veda di buon occhio noi liberi muratori, deriva anche dal fatto che ad un certo punto dice apertamente che “è vero, però, che al di là di ogni ragionevole dubbio, i legami tra logge massoniche e mafia, abbiano avuto inizio nei primi anni ’70 del secolo scorso e da allora sono divenuti sempre più fitti”. Basta questo semplice passaggio per avvalorare sino ai giorni nostri il legame tra quelli che Lei chiama due organismi occulti e di conseguenza la vicinanza della Libera Muratoria alla mafia.
Certo, da un insigne magistrato ci si aspetterebbe il rispetto della verità processuale. Se così fosse avvenuto, si sarebbe ben guardato dall’affermare che, al di là di ogni ragionevole dubbio, sono accertati i legami fra massoneria e mafia, mentre avrebbe anche dovuto prendere atto che anche la cosiddetta “Inchiesta Cordova” è finita con l’archiviazione, dopo anni di accanite indagini.
A proposito del termine occulto voglio giuridicamente ricordarLe che la Massoneria non è né  occulta né segreta.
L’affermazione che la Massoneria  (senza distinzioni di sorta) sarebbe un’istituzione occulta è di conseguenza grave, poiché se lo fosse effettivamente sarebbe un’associazione illecita, mentre la liceità della Massoneria  non è messa in dubbio, almeno non nei regimi democratici, di cui fu storicamente la levatrice.
Cita poi quel presunto colloquio avvenuto in una riunione della giunta fra l’allora Gran Maestro Giuliano Di Bernardo e il Gran Maestro Aggiunto Ettore Loizzo, purtroppo scomparso, in merito al presunto controllo di 28 su 32 logge da parte della n’drangheta. Di quel colloquio c’è  traccia, a scoppio ritardato e senza alcuna possibilità di contraddittorio, solo nella mente di Di Bernardo.
Quanto alle indagini in corso a Reggio Calabria e Trapani, credo che sia più opportuno aspettare i fatti concreti prima di parlare del coinvolgimento della massoneria regolare. Solo l’accertamento dei fatti potrà e dovrà fare piena luce su queste vicende.
Noi massoni siamo uomini alla costante ricerca della Verità. Una verità che però non nasca da dogmi, da idee preconcette, da teoremi e neanche da inchieste fatte sui giornali o sentenze precostituite e anticipate. Perché quando si lanciano accuse, al di là di ogni ragionevole dubbio, spesso si trasformano uomini onesti in mostri e istituzioni come la Massoneria in congreghe che con mafia e occulto non hanno nulla da spartire.
Naturalmente di fronte a tanto accanimento ho dato mandato ai legali perché valutino ogni opportuna azione a tutela del buon nome del Grande Oriente d’Italia.
Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani

Ecco come si balla il valzer turco


di Almerindo Duranti


La Fratellanza Fiorentina Onlus nella Fism


La Fratellanza Fiorentina Onlus, che ha al suo attivo numerose iniziative di solidarietà, punta ad allargarsi, a coinvolgere più fratelli e officine possibili, a trasformarsi in Fratellanza Toscana e a entrare nella Fism“La nostra è una organizzazione i cui affiliati sono tutti appartenenti al  Grande Oriente d’Italia e, come afferma anche il Presidente del Collegio della Toscana Francesco Borgognoni, rappresenta uno strumento operativo fortissimo delle Logge massoniche fiorentine”, ha sottolineato Michele Polacco, che guida l’associazione la cui  storia è ricca di  azioni mirate al sostegno dei più fragili: la massiccia distribuzione di sacchi a pelo ai senzatetto lo scorso Natale, che ha ottenuto il plauso del comune di Firenze, l’arredo di  due  appartamenti a Rovezzano da destinarsi alle famiglie dei ricoverati all’ospedale Meyer; il contributo al dopo scuola per bambini figli di extracomunitari al Galluzzo; il contributo al figlio di un carabiniere aggredito e ferito a  Siena tramite l’Opera Nazionale Carabinieri; il contributo per la donazione – promossa dal Consiglio dei Maestri Venerabili di Firenze – di una Fiat Panda all’Associazione Nazionale Tumori. Attiva nella vita sociale di Firenze, città in cui opera, l’associazione ha partecipato anche a molte iniziative culturali contribuendo al restauro della stele bronzea di G.Dolfi e G. Garibaldi in via Borgo San Lorenzo e della Statua dell’Aurora al museo d’arte moderna di Palazzo Pitti in collaborazione Consiglio dei Maestri Venerabili di  Firenze. Ha sostenuto la realizzazione dei libri “Il Palazzo dei Visacci” edizioni  Polistampa e “ I massoni per le vie di Firenze” edizioni Betti. Oggi spiega Polacco “ l’associazione punta a superare i confini della fiorentinità. Stiamo già pensando a trasformala in Fratellanza Toscana, in quest’ottica i preziosi suggerimenti e le metodologie di lavoro della Fism diventeranno fondamentali per crescere. Costruire solidarietà e trovare risorse è possibile solo di fronte a progetti ambiziosi. La solidarietà dai templi alla società profana, con una attenzione privilegiata alle esigenze e alle difficoltà dei nostri fratelli  e delle nostre Stelle d’Oriente.  L’importante è realizzare progetti che possano portare lustro al Goi. Questo sarà il nostro lavoro nel futuro e avremo bisogno dell’aiuto soprattutto dei maestri venerabili perché solo attraverso di loro troveremo la forza di costruire e realizzare dei sogni. A loro viene sempre rivolto un appello di sensibilità e di impegno nei nostri confronti che poi in definitiva diventerà un sostegno per chi è stato meno fortunato di noi. Quando ho contattato la Fism, da milanese venuto a sciacquare i ‘panni in Arno’ la sorpresa sulla tempistica della risposta mi ha lasciato a bocca aperta. Grazie a nome di tutti gli associati alla Fratellanza Fiorentina Onlus, Fratelli e Stelle d’Oriente, grazie a Moreno Milighetti che mi ha spinto in questa meravigliosa sfida di responsabilità. Grazie al Gmo Sergio Rosso che è entrato subito nel merito del lavoro da fare insieme. Grazie per la Sua stima”.La Fism, Federazione Italiana di Solidarietà Massonica,  fortemente voluta dal Gran Maestro Bisi e dal Gran Maestro Aggiunto  Sergio Rosso, che la presiede, è stata costituita il 19 novembre 2014, per operare  a supporto delle organizzazioni che si riconoscono nei valori della Massoneria e del Goi e persegue finalità
(Per qualsiasi informazione ma soprattutto per eventuali segnalazioni la nuova email de la Fratellanza Fiorentina Onlus è la seguente: fratellanzafiorentina@virgilio.it)

venerdì 22 luglio 2016

La parola perduta


di Almerindo Duranti

Oggi si festeggia Maria Maddalena, l'Apostola degli Apostoli e sacra sposa di Gesù


di Massimo Agostini



Il messaggio iniziatico della vita che sconfigge la morte e affidato a Maria Maddalena, regina del Graal, coppa della comprensione (binah della cabala), che, attraverso il Cristo, suo Sposo alchemico (chokmah), ha ritrovato il Verbo, quella parola perduta che tiene l’umanità sprofondata nel suo materialismo. Quindi il rinnovato patto con il Dio Buono porta con se un segretoiniziatico, tutto femminile, che solo gli eletti (Rex Deus) possono conoscere e trasmettere. (...)
L’umanità prima del Cristo, a mano a mano che si immergeva nellesperienza materialista della caduta, veniva come marchiata dalla carne, ne subiva fin nello spirito la prepotenza, diventando sempre piu affine  allo stato fisico, sempre piu estranea al regno dei cieli (...)
Nel caso della morte e rinascita del Cristo, la percezione e comprensione dell’evento iniziatico è affidata a Maria Maddalena, ovvero a quell’energia tutta femminile, l’eros, il netzach della cabbala, simbolo di vittoria, emozione, mistero dionisiaco; la Venere della spiritualità  pagana, L’Iside dell’Antico Egitto. Tale conoscenza andò nel corso dei secoli a perdersi nel progressivo dogmatismo dottrinale, soprattutto nella lotta alle Eresie gnostiche.
La Cabala concepisce la manifestazione come effetto di una susseguirsi di fasi che si evolvono una dall’altra, una sorta di recipienti (sephirah), con vasi comunicanti (sentieri) che si riempiono a caduta, l’uno dopo l’altro, inondati da un fonte “energetica” suprema, inesauribile,inconoscibile.“Nascosta in una ghianda c’è una quercia con le sue ghiande, e nascosta in ciascuna di queste c’è una quercia con le sue ghiande” (MacGregor Mathers).

Ogni sephirah contiene la potenzialità di tutto ciò che deriva da esso nella scala della manifestazione, ovvero del flusso che dall’Inconoscibile (An Soph Aur), promana verso il manifesto, determinandolo (sefirah - malkuth).
L’insieme delle sephirath è chiamato, Albero della Vita e costituisce,  nel suo complesso, un Glifo, ovvero un simbolo composito che mira a rappresentare il cosmo nella sua interezza e l’anima dell’uomo, in correlazione con esso.
  Esso è rappresentato come una serie di dieci circoli (sephirah), sistemati secondo un determinato modello e collegati tra loro da apposite linee (sentieri). Dall’alto al basso è il flusso “energetico” che da origine al mondo materiale; dal basso all’alto è la strada per il ritorno all’Uno Universale.
Una sorta di mappa o, per dirla in termini attuali, di navigatore dell’anima, affinché essa possa liberarsi della materia e ritornare all’Origine della Luce Infinita. Ciascun Sephirah ha in se solamente un aspetto della manifestazione, avendo in potenza quelli successivi, mentre possiede solo il riflesso di quelli precedenti. Sopra le dieci sephiroth troviamo tre piani di non manifestazione chiamati i Tre Veli di Esistenza Negativa: ain (Negatività), ain soph (Infinito), ain soph aur (Luce Infinita).   I tre livelli costituiscono la parte inconoscibile e incomprensibile, fuori dal campo della nostra percezione, in quanto non sono ed è impossibile per noi, che abbiamo l’immagine solo di ciò che è, impadronirci di ciò che non è: "Esistono più cose in cielo e sulla terra, di quante tu ne possa immaginare." diceva William Shakespeare.
Per quanto non si possa conoscere i Tre Veli dell’esistenza, essi influenzano comunque il nostro divenire nella manifestazione, infatti anche se non riusciamo a conoscere la loro natura, ne percepiamo gli effetti: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio. Tutte le cose per mezzo di lui sono fatte…In Lui era la vita, la vita era poi la Luce degli uomini…”(Vangelo di Giovanni 1,1). In base al Vangelo di Giovanni potremmo azzardare nel dire che AIN SOPH AUR (Luce Infinita) rappresenta l’essenza del verbo, il suono, “l’energia” che da avvio al primo manifesto e trova la sua prima espressione in kether, la Corona, il Re Barbuto, l’Occulto dell’Occulto. Egli rappresenta l’inizio dell’evoluzione macrocosmica e il principio della consapevolezza superiore nel nostro microcosmo.

Kether emana il flusso continuo delle sue energie alimentando due Sephiroth: chokmah, il Padre Supremo, Abba, simbolo di saggezza; e binah, La Madre Suprema, la Grande Madre, la Sophia superiore, Ama, l’Iside svelata, simbolo di comprensione. Dopo kether , inizia la manifestazione attraverso il dualismo maschio e femmina: binah e chokmah; il due generato dall’Uno. Kether quindi genera un’attiva potenza maschile, chokmah e una ricettiva potenza femminile binah costituendo queste, l’apice di due colonne nel simbolico Albero della vita.

Binah è considerata anche come lucente Madre, fertile e viene chiamata Grande Mare o Marah che significa AMARO. Come abbiamo Visto nel capitolo “Leggenda Aurea”, questi sono anche gli attributi riconosciuti da Jacopo da Varazze a Maria che in quel suo racconto, definisce Maria Maddalena come: Mare Amaro, Illuminatrice, Illuminata che in termini cabalistici ci indica proprio binah. Se Maria Maddalena è simbolo di binah, il Cristo asceso è l’espressione cabalistica di chokmah. Lo Sposo e la Sposa Sacri che hanno il riflesso di keter, il Re Barbuto e contengono in potenza la Manifestazione.
Binah rappresenta la Sophia Superiore ispiratrice della Sophia inferiore, di quella più materiale della manifestazione, ovvero della Maddalena terrena, la regina in trono, che nell’eros del Verbo, trova la sua elevazione con il dono dello Spirito Santo per trasmutare in yesod, attraverso il fuoco del suo misticismo devozionale, del quale è simbolo il racconto evangelico della Maddalena che unge Gesù, che bagna i suoi piedi con le lacrime per poi asciugarli con i suoi lunghi capelli.

“E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi”.(Lc.7, 44-47)
La Maria Maddalena, dopo l’iniziazione dello Spirito Santo (sephirah yesod), naviga, in un instabile equilibrio tra Eros (netzach) ed Intelletto occulto (hod), nel mare cabalistico della Triade Inferiore, nel mondo della magia, dello psichismo, del sogno. Questo sembra essere il dono cabalistico dell’iniziazione attraverso le prove della Terra (Mare Amaro, V.I.T.R.I.O.L.), dell’acqua (battesimo), dell’aria e del fuoco (Spirito Santo)[1]. Così si esprime Giovanni Battista a proposito del Messia: “…Io poi vi battezzerò in acqua, perché vi pentiate, ma colui che viene dopo di me, è più forte di me… Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco…” (Mt 3, 11-12)
 Questo stato iniziatico è lo stesso in cui si troveranno gli Apostoli dopo la resurrezione di Gesù[2], con la cerimonia della discesa dello Spirito Santo (aria e fuoco); infatti, in ebraico, spirito significa vento, inteso come potenza divina. “Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo.  Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti.  Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.” (Atti 2, 1-5)

Non a caso, come narra il Vangelo di Marco, gli Apostoli, dopo la discesa dello Spirito Santo, entrano nel mondo della Magia, che nella cabala corrisponde appunto alla triade inferiore, dove dimora yesod e che ha il suo vertice in tiphereth, la consapevolezza illuminata della quale è immagine Gesù, nella qualità di Redentore.

“Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo… E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano”.(Mc. 16, 16-20)
Come dicevamo il passaggio rituale dello Spirito Santo conduce allo stato di “Mago”, ovvero alla cristallizzarsi nel nuovo essere yesod (fondamento, Spirito Santo) che assume, nell’evoluzione ascensionale dell’albero della vita, le qualità di sefiroth superiori, come netzach (è la sfera della dea della natura, Venere, intesa come: emozione, istinto, eros) e hod (è la sfera di Mercurio, il dio Thoth, l’intelletto intuitivo) e con queste qualità può agire nel mondo della materia (malkuth). Infatti, yesod è datore di forma e veicolo di vita, riuscendo a modificare la sostanza di malkuth.

Per queste qualità, assunte con lo Spirito Santo (aria e fuoco), gli Apostoli, avendo quindi in potenza le manifestazioni inferiori avevano potere su di esse (miracoli). Yesod quindi rappresenta la condizione cabalistica dei santi e dei profeti, essendo lo stato successivo, tiphereth concesso solo al redentore (morte e rinascita).
L’albero della Vita o Sephirotico, è quindi simbolo di un percorso iniziatico, un strada, come dice Jacopo da Varazze, un mare, non accessibile a tutti, ma solo a coloro che hanno sete di conoscenza e fede. Altro requisito necessario per accedere alle sfere iniziatiche, oltre alla sete, è infatti quello di credere: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d'acqua viva” (Gv 7, 38).
Gesù e Maria Maddalena sono, quindi, l’immagine cabalistica di questa realizzazione.
La Maria Maddalena terrena, raffigurata come donna incoronata sul trono, diviene nel suo percorso, Sophia inferiore, grazie alle forze yesodiche prodotte in lei dalla vicinanza del maestro Gesù. La sua nuova condizione in yesod deve però cristallizzare attraverso l’equilibrio di forze sinergiche del triangolo inferiore: netzach (vittoria, eros, emozione, istinto) e hod (l’intelletto intuitivo).

Netzach, nell’Albero della Vita, corrisponde alla settima sephirah, come sette erano i demoni che si erano impossessati di lei. “Risorto il mattino del primo giorno della settimana, Gesù apparve prima a Maria Maddalena, da cui aveva scacciato i sette demoni e grazie…”(Mc 16: 9). Questa sephirah è simbolo dell’eros, di quella energia unica che conduce alla sete di verità, trovando stimolo e influsso dall’energia superiore, rappresentata dalla Sposa Superiore, la Grande Madre, L’Iside svelata, la Sophia Superiore, equilibrata dallo studio, dal misticismo intellettuale intuitivo, identificato dalla sfera hod.   Ed è forse proprio da questi forti influssi di netzach (Eros), che la Maddalena deve essere liberata.

La nuova condizione di Maria Maddalena in yesod prende fondamento anche grazie al suo spirito devozionale (via del fuoco) e nella visione mistica del Cristo risorto (tiphereth), protetta, in questo nuovo stato, dall’arcangelo Haniel e dagli Elohim[3] e forse sono proprio loro ad accoglierla nel sepolcro vuoto: “Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti,  seduti l’uno dalla  parte del capo  e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù”. (Gv 20, 11-12)

Yesod è posto al centro del triangolo cabalistico inferiore, quello degli Apostoli, e dei profeti. Sopra lui, tipheret che rappresenta la sfera più elevata su cui può salire la normale consapevolezza umana. Questa sfera, come abbiamo visto, appartiene al redentore e tutto quanto la mente umana può conoscere di kether è il suo riflesso su tipheret, il centro-Cristo, la Sfera del Figlio:  “ Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conosceste me, conoscereste anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. (Cfr. Gv. 14, 6)
L’acceso alle sfere superiori è invece prerogativa divina, non a tutti concessa. Il percorso iniziatico di Maria Maddalena va comunque oltre, per lei è previsto l’accesso alle più alte sfere di conoscenza essendo, come abbiamo visto nei vangeli gnostici, la prediletta di Gesù, la sua Spossa Mistica.

Gli amanti intesi come novelli Adamo ed Eva che ricercano il Paradiso perduto, l’Adam indiviso, l’Androgino.
Maria Maddalena è la via della Grazia, dell’Eros che si alimenta attraverso l’immagine della Madre Superiore la Grande Madre (L’Iside svelata) per crescere in Amore e Grandezza, bevendo alla sorgente dell’intelletto intuitivo, del Logos (il Verbo) fattosi carne, del Cristo divenuto Padre Supremo (chokmah), avendo in sé la consapevolezza di un’altra dimensione (da’ ath).
Maria Maddalena che come Gesù, supera il Velo del Tempio (paroketh), che copre il Sancta Sanctorum del Tempio di Salomone, quello spazio riservato solo al primo sacerdote e rivelatore dell’Abisso che separa dall’inconoscibile (...)

Tratto da «Il mistero di Maria Maddalena»

Il Gran Maestro Stefano Bisi scrive alla Presidente dell’Antimafia Rosy Bindi:”Essere massoni non significa essere ghettizzati e impediti a esercitare i diritti”


Nuova difesa della Massoneria e dei Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia da parte del Gran Maestro Stefano Bisi che è intervenuto in merito ad alcune dichiarazioni rilasciate dall’onorevole Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, e pubblicate il 21 luglio da alcuni giornali.
Ecco il testo integrale della lettera:
Dopo aver letto su quotidiani e agenzie di stampa le Sue dichiarazioni rilasciate durante la Sua recente visita a Trapani, Le anticipo sin da ora la mia totale disponibilità ad essere ascoltato dalla Commissione che Ella presiede sulle tematiche riguardanti la Massoneria regolare di cui mi pregio e mi onoro di appartenere. Ma, allo stesso tempo, Le posso ribadire fermamente sin da adesso che l’Istituzione che rappresento fa della trasparenza e della legalità due solide colonne su cui si regge la secolare Tradizione della Massoneria autentica e regolare.
Mafia e n’drangheta e chi ne fa parte, per noi sono i primi nemici della Libertà, della Democrazia e della Giustizia, soggetti deplorevoli da colpire e non con i quali interloquire, essere collusi o addirittura sottomessi al loro marcio potere. Noi Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia non abbiamo nulla da nascondere e da tantissimi anni, dopo essere per primi intervenuti al nostro interno su quella triste e dolorosa vicenda P2 che tanti danni ci ha arrecato, siamo impegnati a lavorare per il Bene dell’Umanità e della Società in cui viviamo.
La Massoneria è una Istituzione Universale che si dedica al perfezionamento dell’Uomo e l’articolo 4 della Costituzione del nostro Ordine, il più antico in Italia, recita queste inequivocabili parole: “Il Grande Oriente d’Italia, fatti propri gli Antichi Doveri, persegue la ricerca della verità e il perfezionamento dell’Uomo e dell’Umana Famiglia; opera per estendere a tutti gli uomini i legami d’amore che uniscono i Fratelli; propugna la tolleranza, il rispetto, di sé e degli altri, la libertà di coscienza e di pensiero. Presta la dovuta obbedienza e la scrupolosa osservanza alla Carta Costituzionale dello Stato democratico Italiano ed alle Leggi che ad essa si ispirino”.
Non è pensabile, posso assicurarLe, che uomini così indossino un grembiule e si muovano parallelamente per inquinare la vita dello Stato a cui hanno giurato fedeltà.
Da noi esiste la riservatezza, così come in tante altre associazioni, e non la segretezza. Le nostre Logge sono indicate sul sito dell’Ordine come pure le sedi. E il controllo sull’attività e sull’ammissione è rigido, rigoroso e costante. Il Grande Oriente d’Italia poi ha un radicamento così forte e identitario con il Paese in virtù della sua antica origine risalente al 1805 e per le battaglie cui ha contribuito per affermare i valori che hanno dato vita all’Unità e, dopo il Fascismo, alla nascita della Repubblica.
Quella Repubblica di cui abbiamo celebrato i 70 anni organizzando tutta una serie di convegni sui temi che vanno dal Lavoro alla Solidarietà. E siamo talmente trasparenti che persino lo stesso ministero dell’Interno ha copiato, ammettendolo, il nostro logo creato per l’occasione e che è stato messo nel sito istituzionale del Viminale.
Una cosa, Presidente Bindi, vorrei però sottolineare e su questa, se permette, dissento da quanto Lei avrebbe detto ai media. Essere massoni non significa dover essere ghettizzati e impediti ad esercitare i diritti comuni a tutti gli altri cittadini. Gli assessori di Castelvetrano aderenti o meno alla Massoneria hanno gli stessi diritti e doveri di chi non è massone. E chi è libero muratore, posso assicurarglielo, ha tanti doveri ed obblighi in più. È per questo che con il rispetto dovuto alle Istituzioni e con la massima franchezza e disponibilità al dialogo, aspetto d’incontrare Lei e gli altri membri della Commissione d’inchiesta per parlare serenamente di cosa è e fa veramente la comunione massonica del Grande Oriente d’Italia e di cosa non è. Con reciproca franchezza e senza distorsioni e pregiudizi.
Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani

giovedì 21 luglio 2016

Cenni di vita iniziatica


di Augusto Menduni



Ad ogni istante tutto muta: il mondo delle forme si rivela essere la dimensione propria della provvisorietà; in realtà assai prima che i giocattoli di Dioniso dessero un senso  molto chiaro ai pur recenti Misteri di Eleusi, già da epoche incomputabili Croto,  Lachesi, e Atropo, le Moire, reggevano le sorti degli ultimi caduti sulla terra.
Gli studi che oggi cercano di penetrare la nebbia evidentemente sempre più fitta del nostro passato remoto, si trovano a dover soprattutto congetturare, spesso la scienza azzarda, i reperti a un certo punto ammutoliscono sicché  l’unico valido strumento di ricerca resta la felice intuizione, o con maggiore semplicità, la capacità di indovinare. In questo scenario da poco tempo supportato dalla tecnica, importanza fondamentale ha avuto la memoria: ne fa fede il contenuto di quattro laminette sulle quali si piange il “sepolcro della memoria: citeremo quella di Ipponio. Autore Ignoto.

Di Mnemosine questo è il sepolcro. Quando sarà tua sorte
       morire
andrai alle case ben costrutte  di Ade:
       c’è alla destra
una fonte, e accanto ad essa 
       un bianco cipresso diritto;
là scendendo  si raffreddano le anime dei 
       morti
a questa fonte non andare troppo vicini;
ma difronte troverai fredda acqua che scorre
dalle paludi di Mnemosine, e sopra i custodi
che ti chiederanno nel loro denso cuore
cosa cerchi nelle tenebre di Ade rovinoso 
dì loro: sono figlio della terra e di cielo 
       stellante,
sono riarso di sete e muoio; datemi,
subito fredda acqua che scorre dalla 
      palude di Mnemosine.
E davvero ti mostreranno  benevolenza
      per volere
del re di sottoterra;
e davvero ti lasceranno bere dalla 
palude di 
       Mnemosine;
infine farai molta strada, per la 
       sacra via che
percorrono gloriosi anche gli altri iniziati
        e
i posseduti di Dioniso.


Eraclito per primo diede il nome di Logos alla legge che guida tutte le cose; ed è ben chiaro quale catastrofe dovette significare per gli antichi degli antichi il concetto di “sepolcro della memoria”: per i non iniziati era il sigillo della fine, gli iniziati, invece avevano altre possibilità di vita ulteriore.
S’è visto quanta importanza, determinante abbia avuto l’iniziazione già tra i Presocratici. Aristotele, fra i loro successori così definì il rapporto “gli iniziati non devono imparare qualche cosa bensì subire  un’emozione ed essere in un certo stato, evidentemente dopo di essere  divenuti capaci di ciò. L’insegnamento giunge agli uomini attraverso l’udito, l’iniziazione invece quando la capacità intuitiva subisce la folgorazione, (similmente avviene ad Eleusi), là infatti l’iniziato  è modellato rispetto alle visioni, ma non riceve insegnamenti”.
Sempre Aristotele che con tanta esattezza e scarsità di parole definisce la temperie iniziatica, riprende anche la visione della trasformazione continua di Eraclito prescindendo “tutte le cose infatti mutano, da contrario a contrario, per esempio da caldo a freddo”.

È ora più che evidente che in un continuo e ininterrotto trasformarsi del reale con apprensione si deve legittimamente guardare alla forma del reale in sé: in una breve ma preziosa nota di Hughinus a Barma leggiamo: “è  necessario per la conservazione dell’Universo che ogni cosa desideri e domandi la perpetuazione della sua specie”: non c’è commento; è sufficiente l’enunciato.

Mantenendoci fedeli alla legge preserveremo la forma e, in un certo senso la sostanza dell’Universo regolato secondo il dettato che leggiamo nella natura. Il cambiamento che avviene secondo la legge dà la certezza della continuità poiché al vertice della legge sta la  vita iniziatica che presuppone certamente una preparazione esoterica la quale è però “vita nuova” solo dal momento dell’ammissione al rito.
Come è detto nell’Inno a Demetra “Chi non è iniziato ai Misteri giammai avrà benevolo destino, neppure dopo la morte, laggiù nella squallida tenebra”

Un’ultima osservazione che riguarda il corretto comportamento nel Lavoro solidale: la formula antica è: “faremo e udremo”; all’inizio è necessario preparare il campo, “fare”, solo dopo aver fatto quanto necessario saremo in condizione di “udire” ciò che verrà detto e di poter ancora precisare la formula asserendo, secondo la formula di M. Buber “faremo e capiremo”.
Tutto questo secondo il sommo Maestro Emmanuel Levinas, è il mistero degli angeli, il “faremo e udremo”, il segno della responsabilità illimitata.

Agape d’Estate della Loggia “Caprera” di Tempio in ricordo Simone Columbano


La loggia “Caprera” (893) di Tempio Pausania ha rinnovato la bella tradizione dell’agape bianca d’agosto. L’appuntamento, da anni dedicato alla memoria di Simone Columbano, deceduto nel 2001 e membro della loggia, è in programma il 6 agosto e si terrà, come lo scorso anno, ad Arzachena, in Costa Smeralda, a 20 minuti da Olbia, presso la struttura Parco degli Ulivi. L’agape rappresenta da sempre l’idea di amore che parte dalla consapevolezza di appartenenza al tutto, dall’incontro tra i Fratelli che favorisce il confronto e alimenta l’impegno a lavorare per il bene comune e perché il senso di Fratellanza sia sempre più esteso. Con questo spirito la Loggia “Caprera” ripete ogni anno l’evento al quale i Fratelli, con parenti e amici, partecipano sempre più numerosi. Anche dalla vicina Corsica con la presenza costante di esponenti della Gran Loggia Nazionale Francese.
Info e adesioni, entro il 1 agosto: sardegna.893@grandeoriente.org