Loggia

Official Web Site

www.heredom1224.it
Visualizzazione post con etichetta Fabrizio Celani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Fabrizio Celani. Mostra tutti i post

lunedì 11 dicembre 2017

Grande partecipazione alla Festa della Luce a Follonica


Al Teatro della Leopolda ed alla ex Fonderia di Follonica si è celebrata la Festa della Luce del Collegio Toscano con la partecipazione del Gran Maestro Bisi e del sindaco Ferrari di Portoferraio.
Grande partecipazione alla Festa della Luce organizzata a Follonica (Gr) dal Collegio Circoscrizionale della Toscana, un momento che è stato all’insegna dell’armonia, della benevolenza e dell’Amore. L’evento ha avuto luogo il 9 novembre alle 16 al Teatro “La Leopolda”, dove si  è svolta la tornata rituale e dove sono stati accolti gli ospiti. Nel medesimo complesso si è tenuta anche  l’Agape Bianca che ha chiuso le manifestazioni. Presente il Gran Maestro Stefano Bisi, che ha fatto il suo ingresso accompagnato dal Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso, dai Gran Maestri Onorari Massimo Bianchi e Mauro Lastraioli, dal Secondo Gran Sorvegliante Pasquale La Pesa, dal Grande Oratore Claudio Bonvecchio e dagli altri membri di giunta Fabrizio Celani ed Emanuele Melani e dal Gran Tesoriere Aggiunto Enzo Liaci. Nel corso della tornata il Maestro Venerabile della loggia Vetulonia 123 ha tracciato un breve ed intenso ricordo del Fratello Silvano Radi, Gran Maestro Onorario, recentemente passato all’Oriente Eterno.
Il Presidente del Collegio Toscano, Francesco Borgognoni, ha dato il benvenuto agli oltre 450 Fratelli presenti ed ha introdotto i lavori illustrando la geometria che sorregge l’ideale tavolo a cui seggono tutti i Fratelli, individuando proprio nella “Loggia”, nella “Filantropia”, nella “Associazione” ed, infine, nell’ “Amore” il più importante fra i questi pilastri che rendono la convivenza iniziatica  spiritualmente elevante per i massoni.
Interrotti i lavori ritualì, le porte del tempio sono state aperte alle Sorelle dell’Ordine della Stella d’Oriente, ai giovani DeMolay, ed ai numerosi ospiti, per dare inizio alla coinvolgente cerimonia della luce, al termine della quale sono stati poi assegnati i riconoscimenti ai Fratelli che hanno compiuto 40 anni di appartenenza al Grande Oriente. Poi il presidente Borgognoni ha invitato il sindaco di Portoferraio Mario Ferrari a salire all’Oriente  Qui il primo cittadino del Comune dell’Isola d’Elba ha annunciato che  la copia della Balaustra di Domizio Torrigiani e la stampa raffigurante il trinomio “Libertà, Uguaglianza, Fratellanza”,che ha donato al Grande Oriente, saranno esposte nella sede di Borgo Albizi a Firenze. Dopo aver mostrato il quadro insieme a Borgognoni, il Gran Maestro Bisi ha preso la parola ricordando che l’esperienza della Luce ogni anno si rinnova e con questa Festa si celebra ciclicamente un simbolo che rappresenta tutto ciò che è buono. Bisi ha anche citato le parole pronunciate dal presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, durante l’inaugurazione l’8 dicembre dell’impianto di illuminazione dello stadio donato dal Grande Oriente a Norcia. La governatrice dell’Umbria, ha riferito il Gran Maestro, “ha ringraziato la nostra Comunione, definendo il Grande Oriente uno dei pilastri sui quali si fondano i valori di questa Italia democratica, repubblicana, costituzionale che nella quotidianità ogni tanto sottoponiamo a scosse, ma  che  la reggono in piedi, che sono colonne portanti”.
La Luce, ha proseguito Bisi, si traduce anche nell’esempio lasciato dalle azioni e dalle idee di alcuni liberi muratori,  come il Gran Maestro Onorario Radi, o e nella Fratellanza che  non solo è “la nostra principale forza”, ma anche un valore che  “vogliamo estendere a tutta l’Umanità nel grande sogno di una Universalità dell’Amore fra tutti gli uomini”.
Chiusi i lavori nella soddisfazione generale, regnando l’armonia anche grazie alla colonna sonora affidata al Maestro Luti, fratelli, amici ed ospiti si sono ritrovati in Agape bianca. (Gianmichele Galassi)

Luce allo stadio “Filippo Micheli” di Norcia. Inaugurato l’8 dicembre l’impianto di illuminazione del campo sportivo


Calcio al pallone nello stadio illuminato
Un pallone che rotola può essere simbolo o sinonimo di vita. Che rinasce, anche dopo una disastrosa calamità come un terremoto. Erano felici sabato 8 dicembre a Norcia ragazzi, tecnici, dirigenti e sportivi dell’As Norcia 480, e un campione del Mondo come Marco Materazzi (“E’ bello essere qui per celebrare bei gesti di solidarietà e vedere felici tanti ragazzi”) durante l’inaugurazione ufficiale dell’impianto di illuminazione del campo di calcio che è stato donato dal Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani venendo incontro ai desideri dei ragazzi che lo avevano espressamente richiesto per continuare l’attività sportiva in una zona pesantemente colpita dal terremoto. Alla cerimonia d’inaugurazione, alla presenza del sindaco Nicola Alemanno, del vice sindaco Pietro Luigi Altavilla dell’assessore allo sport Novelli, dei vertici del Norcia calcio,sono intervenuti il Gran Maestro Stefano Bisi, il Gran Maestro aggiunto Sergio Rosso, il Grande Oratore Claudio Bonvecchio, il Gran Tesoriere aggiunto Enzo Liaci, il Rappresentante del Consiglio dell’Ordine Fabrizio Celani, il presidente della Corte Centrale Santino Rizzo, il Grande Ufficiale per la Comunicazione Angelo Di Rosa, il presidente e il vice presidente del Collegio umbro Luca Castiglione e Augusto Vasselli, il consigliere dell’Ordine Giovanni Marella ed in rappresentanza del Rito Scozzese Antico Ed Accettato Enzo Bua e  Giuseppe Caprarola.
Parla Agostino Cataldi, vicepresidente dell As Norcia 480
E’ stato il vicepresidente della squadra di calcio As Norcia 480, Agostino Cataldi, a salutare gli ospiti e ringraziare il Grande Oriente d’Italia per la vicinanza e la solidarietà mostrata nei confronti della Società, dei ragazzi e delle famiglie. “Oggi siamo qui per festeggiare un’importante azione di solidarietà che il Grande Oriente d’Italia ha voluto donarci. Abbiamo avuto tante altre manifestazioni di solidarietà ma il Grande Oriente d’Italia ci ha commosso per l’impegno l’impegno finanziario e la celerità con cui hanno realizzato i’impianto di illuminazione del nostro stadio. Ora i nostri ragazzi dopo lo studio possono allenarsi nelle ore buie unendo l’utile per il lavoro e lo studio con il dilettevole per il calcio. Oggi sono qui  per festeggiare insieme i protagonisti di questa iniziativa che si sono prodigati con impegno costante e personale per rendere celere l’opera. Abbiamo con noi il Gran Maestro Stefano Bisi, presidente del Collegio circoscrizionale dell’Umbria Castiglione e il vice presidente Vasselli insieme a tanti membri dell’Ordine ai quali va il nostro caloroso ringraziamento. Interpretando il sentimento di tutti voglio rivolgere al Grande Oriente d’Italua la parola più semplice ma la più bella che si possa pronunciare dal profondo del cuore: Grazie, Grazie, Grazie! Doverosamente voglio anche sottolineare l’impegno profuso dall’amministrazione comunale di Norcia per aver facilitato l’iter dell’autorizzazione e aver fatto di tutto per risolvere i problemi di natura burocratica. Voglio anche ringraziare la FIGC di Perugia che ci ha sostenuto sotto l’aspetto morale, logistico ed anche economico”.
L’intervento del Sindaco Nicola Alemanno
Il sindaco Nicola Alemanno ha voluto subito sottolineare l’importanza dell’evento per la comunità nursina e la squadra di calcio. “È una grande giornata di festa Stefano – ha detto rivolgendosi al Gran Maestro Bisi -che arriva a compimento di un lungo percorso. Sembrava più facile all’inizio si è rivelata molto più complesso di come lo immaginavamo anche perché anche perché l’opera realizzata dal Grande Oriente d’Italia e’ importante è significativa e il vice presidente Cataldi ne ha tracciato e delineato in modo compiuto tutti gli aspetti”.
La Banda di Norcia presente all’evento
” Per Norcia -ha aggiunto il sindaco- è una giornata importante, ci sono tante presenze, fra cui quella del presidente della Regione Catiuscia Marini e c’è il braccio destro del Cspo della protezione civile dottor Marco Guardabassi a testimoniare quanto importante possa essere una giornata come questa. I nostri ragazzi hanno sofferto tantissimo per tornare alla normalità. Il Grande Oriente d’Italia ci ha accompagnato in diverse occasioni in questo difficilissimo anno e ci ha fatto sentire costantemente la propria vicinanza e va ringraziato per questa luce che ha dato alla nostra comunità”.
Al microfono la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini
Molto sentito l’intervento del presidente della Regione Catiuscia Marini che ha chiuso il suo discorso di ringraziamento con queste significative parole: “Benvenuti ai membri del Grande Oriente d’Italia e al Gran Maestro, il mio non è un ringraziamento formale ma sentito in rappresentanza di una comunità, del ruolo che abbiamo avuto nell’emergenza e oggi nella gestione della ricostruzione. La luce e’ un simbolo per tanti di noi e’ il simbolo della ripartenza, della speranza, dell’autonomia e del sapere critico, il simbolo della luce che dev’essere accesa per ragionare sulle cose che dobbiamo fare e farle in maniera consapevole. Questo intervento che il Goi ha fatto è un contributo al ritorno alla normalità. Vi sono grata per la sensibilità, per l’attenzione per la modalità. Grazie al Grande Oriente d’Italia. Grazie ad una Istituzione che rappresenta alcuni dei pilastri sui quali si fonda no i valori di questa Italia democratica, repubblicana, costituzionale che nella quotidianità ogni tanto sottoponiamo a scosse ma alcuni pilastri fondamentali la reggono in piedi, alcune colonne portanti. Grazie”.
Prende la parola il Gran Maestro
Il Gran Maestro Bisi ha ribadito la ferma volontà e lo spirito di un’iniziativa solidale per i ragazzi di Norcia che e’ stata portata avanti con grande impegno sin dall’inizio per ridare la luce della speranza ai giovani calciatori ed a tutta la comunità umbra.“Oggi siamo veramente felici – ha detto il Gran Maestro Bisi  – per aver ridato il sorriso e la possibilità di allenarsi e giocare la sera, dopo gli impegni scolastici, a tutti questi ragazzi. E ringrazio di cuore il sindaco Nicola Alemanno e la sua Giunta per aver seguito con grande attenzione il complesso iter burocratico per realizzare l’impianto. Dietro un pallone c’è gioia, c’è vita, c’è solidarietà, c’è una comunità che va incoraggiata e sostenuta dopo i disagi e le problematiche del terremoto che ha colpito pesantemente anche Norcia e che certamente non sono finite, anzi tutt’altro. Noi liberi muratori nel nostro piccolo abbiamo voluto donare l’impianto di illuminazione e quindi dare la luce a questi ragazzi anche per il bel messaggio che questo simbolo rappresenta per noi e per tutti gli uomini”.
Il Gran Maestro con il campione del mondo Marcpo Matderazzi
“Lo sport e la scuola  -ha proseguito Bisi- sono due fattori che aiutano le giovani generazioni a crescere e noi dobbiamo aiutare ed incentivare i loro sforzi così come abbiamo fatto anche con la Scuola del Coraggio che premierà gli studenti che si sono maturati l’estate scorsa con cento e lode in condizioni difficili nelle zone terremotate. Oggi Norcia e’ più illuminata, almeno nell’attività sportiva e mi auguro che lo diventi presto anche per quanto riguarda altre problematiche. Forza ragazzi e Forza Norcia”.
Il momento dell’ancensione delle luci
Tutti insieme
Il Gran Maestro ha ringraziato tutti coloro che si sono adoperati per la realizzazione dell’impianto: dalla ditta Effetto Luce di Recanati nel suo titolare Vanni Alisei, all’architetto Marco Vignoni che ha seguito passo passo i lavori, l’ingegnere Francesco Montagnani che ha redatto il progetto tecnico, la ditta Fabrizio Ulivucci di Norcia che ha realizzato lo scavo, l’architetto Lanfranco Rossi per l’omologazione dell’impianto e i dipendenti dell’Ufficio Tecnico comunale Livio Angeletti ed Elisabetta Cosetti.
Lo svelamento della targa
Subito dopo c’è stato il momento più atteso con l’accensione dell’impianto d’illuminazione e la scopertura di una targa a ricordo dell’iniziativa del Grande Oriente d’Italia. E’ stato il momento in cui tanti ragazzini si sono riversati sul campo a calciare il pallone e c’è stato anche il simpatico siparietto fra il Gran Maestro Bisi in versione rigorista e il sindaco Alemanno in quello di portiere. E’ stato sicuramente il più bel gol segnato ed applaudito a lungo da tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione dell’impianto di illuminazione. Ha vinto Norcia, ha vinto lo Sport.(ADR)
Il rigore del Gran Maestro

mercoledì 15 novembre 2017

Tornate a logge riunite della Lombardia il 12 novembre. Il Gran Maestro: “Nessuno fermerà il vento della libertà”


Il “Il vento del Goi soffierà per sempre. Nessuno fermerà il vento della libertà”. Con queste parole Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ha concluso il suo intervento durante la Tornata a Logge riunite della Lombardia, tenutasi domenica 12 novembre 2017 all’hotel Melià di Milano.
I lavori, condotti dalla Rispettabile Loggia Leonessa Arnaldo all’Oriente di Brescia, insieme alle altre Rispettabili Logge della Provincia di Brescia (Fraglia Ed Stolper, Minerva e Giuseppe Zanardelli), si sono svolti intorno al tema chiaro e molto attuale, “Essere Liberi Muratori oggi, tra realtà geografica e realtà politica”.
Alla Tornata, alla quale sono stati presenti oltre seicento fratelli divisi tra le Colonne ed un Oriente gremitissimo, hanno anche preso parte: il Gran Maestro Onorario Massimo Bianchi, il Grande Oratore Claudio Bonvecchio, il Gran Segretario Michele Pietrangeli, i Grandi Tesorieri Aggiunti Enzo Liaci e Giuseppe Trumbatore, il Presidente degli Architetti Revisori Emanuele Melani, il Rappresentante in Gran Giunta del Consiglio dell’Ordine Fabrizio Celani, i Presidenti dei Collegi Circoscrizionali di Abruzzo, Emilia – Romagna, Liguria, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige, l’ex Gran Maestro della Gran Loggia della Svizzera Alpina Alberto Menasche accompagnato dal Primo Gran Sorvegliante Giorgio Grandini, l’ex Deputato Gran Maestro della Gran Loggia di Turchia Ahmet Unan Erman.
I Fratelli hanno avuto la rara opportunità di ascoltare testimonianze di profilo alto e, per certi versi, drammatiche.
“Sì, essere Massoni in Calabria e in Sicilia è più difficile. Ma vorrei ricordare che la nostra terra è la terra di Giovanni Gentile”. Così Quintino Paola, Maestro Venerabile della Loggia Francisco Ferrer n. 908 all’Oriente di Castelvetrano. “Noi” ha continuato “siamo portatori di tolleranza e di accoglienza: l’anno scorso Stefano Bisi, il nostro Gran Maestro, venne a donare 100 tende, a nome del Goi, al campo profughi collegato a Libera: un po’ di sollievo a esseri umani che dormivano al freddo. Don Ciotti dovette correggere il tiro di quelle brutte parole che aveva rivolto alla Massoneria” . Quintino Paola ha ricordato quanto veemente sia stato l’attacco della Commissione antimafia e della sua Presidente Rosy Bindi. “Per due volte il Gran Maestro ha detto no alla consegna degli elenchi del Goi di Calabria e di Sicilia. L’Amministrazione comunale di Castelvetrano venne sciolta per infiltrazioni mafiose e 14 amministratori pubblici dichiarati ineleggibili, impresentabili. Tra loro anche due nostri Fratelli: gli assessori Giuseppe Rizzo e Mimmo Signorello. La loro grave colpa: essere Massoni. Ma il Tribunale di Marsala li ha prosciolti da ogni accusa. Ora sono di nuovo eleggibili, presentabili. Appartenere al Goi non è reato. Gli elenchi, ha detto recentemente un magistrato parlando qui da voi, a Milano, non si sequestrano a nessuno. Perché, come diceva Giovanni Falcone, il sospetto è l’anticamera della calunnia”.
Della sofferenza e delle difficoltà dei Liberi muratori in un Paese con la democrazia incerta, dove sono confusi i confini tra politica e religione, ha parlato Ahmet Unan Erman, ex Gran Maestro e Grande Oratore della Gran Loggia di Turchia: “La Turchia, che Mustafa Kemal Atatürk aveva trasformato in un eden di laicità e di modernità” ha detto Erman, sta diventando un regime musulmano, nella palude del Medio Oriente e con rapporti difficili, sempre più difficili, con gli Stati confinanti. Gli Stati Uniti non ci concedono più il visto e le nazioni europee boicottano la nostra economia. Con l’Italia il rapporto è sempre stato di amore odio, più amore che odio: ci assomigliamo. E storicamente il Goi lo abbiamo fattivamente al nostro fianco. Suggerisco a questo proposito di leggere il libro di Eleonora Locci, Massoneria nell’Impero Ottomano”.  Non è semplice, dunque, neanche in Turchia essere Massoni oggi. “In effetti” ha detto ancora Erman “ siamo un po’ passivi. Il governo turco per ora non ci sta facendo nulla. D’altro canto noi stiamo molto sotto traccia. Dobbiamo uscire tutti dall’impasse, per farlo io credo che in questi momenti difficili sia fondamentale aiutarci tra Fratelli difendendo fino in fondo i diritti umani. Come mio padre volle che fosse scritto nella sua lapide: se in un Paese sconosciuto esiste un solo uomo i cui diritti non si rispettano, quella persona sono io”.
Forte, ma equilibrato, è stato l’intervento del Fr. Tonino Salsone, Presidente del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Lombardia: “Il 24 giugno scorso la Massoneria Universale ha compiuto 300 anni di vita e una doppia pagina del quotidiano Il Giorno lo ha ricordato benissimo. Tante sono state le manifestazioni, i convegni e le iniziative svolte. Penso a Varese, a Cremona, a Pavia, a Como. Sabato 18 novembre continueremo le celebrazioni a Brescia. Il 30 settembre scorso il convegno sulle libertà civili a Milano.
Ma non è tutto. “Il prossimo tre dicembre” ha proseguito Tonino Salsone, “al Conservatorio di Milano un evento eccezionale: l’incontro tra le Arti e la Libera Muratoria, con momenti di cultura condotti da Alessandro Cecchi Paone che, in quell’occasione, realizzerà anche un’intervista pubblica al Gran Maestro Stefano Bisi. Perché vedete Carissimi Fratelli, la Massoneria è un’istituzione in controtendenza: siamo attrattivi. E cresciamo. Stiamo con i più deboli, difendiamo la libertà. Abbiamo un Gran Maestro che va a Scampia. Come dice il Grande Oratore Claudio Bonvecchio: siamo gli autentici aristocratici del pensiero. E cresciamo perché bbiamo un progetto che non teme il tempo. Per questo ci attaccano, ci denigrano. Abbiamo subito inchieste giudiziarie che si sono rivelate di cartapesta. Vinceremo questa battaglia. Fra trecento anni ci saremo ancora. Ma degli uomini che ci vogliono male non ci sarà più nessuno e la memoria dell’uomo non ne conserverà traccia”, ha concluso Tonino Salsone.
Una verve particolarmente sintetica e battagliera quella di Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia. “Noi siamo in tanti” ha detto Bonvecchio “ e rappresentiamo un esercito in marcia. Un esercito della pace che guarda oltre. Che combatte per il progresso dell’Umanità e per scavare profonde gallerie al vizio. E abbiamo la fortuna di avere una guida sicura, senza spocchia, senza protagonismo. Lo ringraziamo per la forza che ci da. E dobbiamo augurarci che continui a essere la nostra guida. Possiamo considerarci leader nella Massoneria europea, con i beni preziosi della Fratellanza e del coraggio. Siamo tutti siciliani, siamo tutti turchi”.
Prima che la parola passasse al Gran Maestro Stefano Bisi, vi sono stati i saluti della Gran Loggia Svizzera Alpina, che si è dichiarata al fianco del Goi in caso di necessità, della Gran Loggia nazionale francese, la consegna di alcune onorificenze e l’intervento del Gran Maestro Onorario del Goi Massimo Bianchi che ha ricordato come il Goi sia l’unica istituzione dove l’età media si abbassa e gli iscritti aumentano.
“Mi piace la guerra in trincea” ha detto Bisi “e la faccio come la fece mio nonno Pietro a Vittorio Veneto esattamente 100 anni fa. Allora c’era il sogno risorgimentale, oggi c’è il sogno della nostra dignità di Liberi Muratori. Io non tremo”.  Evidente il riferimento del Gran Maestro agli attacchi portati alla nostra Istituzione da settori della politica e dalla Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi. “Io non consegnerò, non consegnerò, non consegnerò gli elenchi in cambio del mio proscioglimento!!! A fianco ho tanti Fratelli. E sono sicuro che ci saranno anche il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, che spero illumini la giudice che deve decidere se devo affrontare un processo”. Il Gran Maestro ha raccontato un episodio molto toccante dal quale, ha spiegato, ha preso molta forza per andare avanti, per combattere. “L’anno scorso, qui a Milano, un Fratello mi consegnò una lettera. Mi piace leggere le lettere dei Fratelli. Vado via sempre con le tasche della giacca piene dei loro messaggi. Ebbene, quel Fratello mi raccontava la sua storia: il fallimento dell’ azienda, il repentino cambio di tenore di vita, la fuga della moglie, la malattia. La leggevo in aereo mentre andavo in Calabria. La mia vicina di viaggio rimase colpita dall’espressione della mia faccia. Quella lettera mi ha dato la forza di andare avanti per difendere tutti noi. Quella lettera è stata un inno alla vita. Il Goi c’è e ci sarà sempre, perché ci siamo tutti noi in catena d’unione. Non ci sconfiggeranno i fanatici del terzo millennio se non ci facciano male da soli a causa della malattia di alcuni Fratelli: la sindrome del Tafazzismo. Ma non è contagiosa”. Contagiosa, invece, è la voglia di fare. “Valorizzeremo le cose belle che portiamo avanti” ha detto ancora Bisi “i nostri amici nel mondo, noi stessi. Chi ci guarda sa distinguere il grano dalla gramigna. Sono stato a Scampia: c’è una libreria che spaccia cultura. È nata una speranza tra le Vele.  Il fanatismo è il male del nostro tempo. Noi no, noi non siamo come loro e guardiamo con attenzione chi ci denigra. Noi sappiamo abbracciare, ma sappiamo anche colpire. Chi ripagherà i due Fratelli assessori di  Castelvetrano prosciolti da tutto e dichiarati presentabili dal Tribunale perché essere Massoni non significa essere mafiosi? Chi risarcirà Giuseppe Rizzo e Mimmo Signorello?” Infine l’imprinting per il futuro, la parola d’ordine :”Il Goi, con i suoi 23 mila Fratelli, con la ritualità fatta bene, con i convegni, non ha nulla da invidiare a nessuno”.
Infine, durante la Tornata il Gran Maestro ha insignito dell’Onorificenza Giordano Bruno il Fratello Antonio Bellino, Maestro Venerabile della R. L. Prospero Moisè Loria all’Or. di Milano e Gran Rappresentante del GOI, mentre il Presidente della Circoscrizione lombarda ha consegnato la medaglia del Collegio della Lombardia al Maestro Venerabile officiante (Angelo Ghiroldi) ed ai Maestri Venerabili coadiuvanti (Matteo Apostoli, Giovan Battista Inversini, Antonio Gallo). (di Marco Gregoretti)

giovedì 2 novembre 2017

Cento anni fa l’omicidio di Achille Ballori. Il Grande Oriente lo ha ricordato con una cerimonia davanti a Palazzo Giustiniani e con un incontro al Vascello


Il Gran Maestro Bisi al centro con il Sovrano Gran Commendatore Taroni nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. A sinistra il Gran Segretario Pietrangeli e il I Gran Sorvegliante Seminario a sinistra il Consigliere dell’Ordine in Giunta Celani
Il Grande Oriente d’Italia ha voluto ricordare, a cento anni dalla morte,  Achille Ballori, il fratello martire ucciso a colpi di pistola nella serata del 31 ottobre del 1917 all’interno di Palazzo Giustiniani all’epoca sede della Comunione, poi confiscato dal fascismo, e che oggi ospita gli uffici del Senato. Il Gran Maestro Stefano Bisi, insieme al Primo Gran Sorvegliante Tonino Seminario, al Gran Segretario Michele Pietrangeli e al Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato Leo Taroni, nel pomeriggio del 30 ottobre, hanno deposto una corona d’alloro dinanzi all’ingresso laterale dello storico edificio. Il Gran Maestro ha ricordato la figura di Ballori, medico stimato, che era stato assessore e vicesindaco di  Roma,  e  che quando venne assassinato ricopriva la carica di Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato ed era in attesa di diventare Gran Maestro al posto di Ettore Ferrari. Dopo la cerimonia Bisi, insieme agli altri alti rappresentanti del Goi ha visitato quello che un tempo era il Tempio Maggiore del Grande Oriente, ossia la bellissima sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, ospite speciale del senatore Lucio Barani,  che ha il suo ufficio nella stanza che era lo studio dei Gran Maestri dell’epoca. Subito dopo, appuntamento a Villa il Vascello per un convegno dedicato a Ballori, nel corso del quale lo storio Massimo Nardini dell’Università di Firenze ha ricostruito il clima dell’epoca e il momento particolare che la Massoneria italiana si trovò ad attraversare in quel 1917. Un momento caratterizzato da profonde divisioni interne, che si acuirono dopo i due storici incontri della Libera Muratoria internazionale che si tennero a gennaio e giugno a Parigi, che posero le basi alla nascita della Società delle Nazioni e ai quali parteciparono in rappresentanza del Grande Oriente d’Italia Ernesto Nathan e il Gran Maestro Ettore Ferrari. I due eventi, come ha spiegato Nardini, tracciarono le linee di un nuovo percorso comune per le Massonerie europee all’indomani della sconfitta degli imperi centrali. Percorso che era in contraddizione con il Patto segreto di Londra che prevedeva che anche l’Italia partecipasse alla spartizione delle spoglie del vecchio mondo e al cui spirito aderirono Ferrari e Nathan. Un passo il loro che provocò una grande frattura interna – Ferrari rassegnò le dimissioni, per passare a Ballori il testimone- e che ebbe come effetto quello di dare il via ad una campagna mediatica dai toni esasperati contro la Massoneria, che sicuramente contribuì a gettare cattiva luce su di essa fino a spingere un fanatico paranoide come Lorenzo D’Ambrosio al folle gesto di colpire Ballori,  l’uomo che in quel momento incarnava il simbolo della Libera Muratoria in Italia. Una campagna mediatica che per certi versi, ha sottolineato lo storico, assomiglia a quella in atto ai nostri giorni. “L’omicio Ballori è accaduto cento anni fa, ma sembra che parliamo di oggi”,  ha detto anche il Sovrano Gran Commendatore del Rsaa, facendo anche appello ai fratelli, nel segno del grande impegno pubblico che caratterizzò la Massoneria a inizio secolo, a fare politica come allora in maniera seria. Ha concluso l’incontro il Gran Maestro invitando la Comunione a ricordare Ballori, vero martire massone la cui figura è rimasta troppo a lungo nell’oblio, anche intitolandogli  delle officine. “Il clima di oggi -ha detto il Gran Maestro- non è bello. Nel momento della nostra massima apertura, con tantissimi eventi organizzati in tutt’Italia e le case massoniche aperte al pubblico, come a Genova dove l’inziativa ha riscosso grande successo, sono stati presentati -ha ricordato- due progetti di legge che mirano a colpirci e minano il diritto di associazione e di appartenenza a una associazione. Noi -ha sottolineato- continueremo la nostra battaglia. Nessun cavallo di Frisia o filo spinato potrà fermare il vento impetuoso della fratellanza e della libertà, che è il vento al quale noi diamo forza”.
Un momento della cerimonia in via Giustiniani
Il Gran Maestro al termine della cerimonia. Dietro il labaro del Grande Oriente
Il Gran Maestro con il sen. Lucio Barani al termine della visita a Palazzo Giustiniani

L’intervento del prof. Massimo Nardini all’incontro dedicato ad Achille Ballori al Vascello
Scheda
Achille Ballori
Il 31 ottobre 1917, mentre a Nord è in atto la ritirata di Caporetto, verso le 18,15 un uomo sulla quarantina con pizzetto, abito grigio e cappello a lobbia, di media statura e robusto, suona il campanello del portone in via della Dogana Vecchia di Palazzo Giustiniani a Roma. Si presenta come Giobbe Giobbi e chiede di parlare con il 67enne Gran Commendatore del Rito Scozzese Achille Ballori, nonché Gran Maestro Aggiunto e sicuro successore di Ettore Ferrari alla Gran Maestranza.
Il presunto  Giobbi si era recato già, senza trovarlo, a casa di Ballori in Via San Martino al Macao dicendo che doveva parlargli di un affare importante, ma Filomena la governante gli aveva riferito che era uscito e che lo avrebbe trovato appunto nella sede della Massoneria a Palazzo Giustiniani.
L’uomo viene fatto accomodare dagli usceri di Palazzo Giustiniani su una sedia all’ingresso, mentre un impiegato, Santolini,  raggiunge Ballori nel suo ufficio per avvisarlo dell’ospite. Ballori, che è in compagnia del professor Ulisse Bacci, il Gran Segretario della Massoneria, si reca dal visitatore.
Racconta Santolini che l’uomo chiese: “È lei il commendator Ballori?”. E che alla risposta affermativa del primo, gridò: “Voglio parlare con lei, solo, fuori tutti” e “così dicendo – è la testimonianza dell’impiegato-  fece un gesto largo con la mano e si vide che era  armato di rivoltella. Contemporaneamente cominciò a sparare dei colpi contro Ballori che mi sembrarono tre o quattro. Avvenne una grande confusione, ed io, che mi trovavo nella seconda camera, ove si trova l’archivio, corsi verso gli uffici per chiedere aiuto”.
Ballori è lasciato solo, si rincantuccia in un angolo ma quando tenta di fuggire l’assassino spara 4 colpi, uno fa cilecca. Rimette la pistola in tasca, non va però via subito, anzi si mette a fischiare l’incipit di Cavalleria. Tranquillo solo quando un altro abitante dello stabile sale le scale ed entra impugnando una pistola si allontana.
Continua Santolini. “Tornato nella camera, trovai in quella della Giunta il Comm. Ballori sorretto dal Bacci e da qualche altro, il quale disse solamente: mi pare che mi abbia ferito qui, ed accennando la nuca cadde per terra. Cercammo di sorreggerlo, trasportandolo poi sul divano, ma egli quasi subito spirò”.
Dall’esame autoptico, eseguito all’Istituto di Medicina Legale in San Bartolomeo all’Isola, emerge che la morte è avvenuta per un colpo entrato alle spalle che gli ha spappolato mezzo cuore.
L’assassino lascia Palazzo Giustiniani e in tram, alle sette e mezzo è al n. 9 di via Augusto Valenziani dove è la casa dell’ex Gran Maestro Ettore Ferrari. Si rivolge alla portiera Clorinda Discepoli, affermando di dovergli consegnare una grossa somma di denaro. Ma lei ha la prontezza di dirgli che non c’è, che rientrerà solo la mattina dopo.
Lasciata casa Ferrari l’assassino è a palazzo Sciarra, sede del “Giornale d’Italia” dove ferma un fattorino a cui chiede perché non sia ancora uscito il giornale. Quando però questi gli risponde che il ritardo è dovuto all’annuncio dell’uccisione del professor Ballori lui esulta. Quasi ne è felice.
La Questura, allertata decide di porre in sicurezza tutte le case dei massimi dirigenti della Massoneria, ed a ragione. Tant’è il sedicente Giobbe Giobbi viene arrestato il giorno dopo verso le tre e mezzo da due poliziotti proprio mentre si aggira in via Torino, dinanzi casa dell’ex Gran Maestro nonché ex sindaco di Roma Ernesto Nathan.
Interrogato in strada dai due agenti in borghese, l’uomo esibisce il passaporto. E’ intestato a Lorenzo D’Ambrosio di anni 47, nato ad Avellino e residente a Roma in via Carlo Alberto 63, di professione farmacista. Ha moglie e due figli. Portato al commissariato di P.S. di via Magnanapoli, viene perquisito. In tasca ha un coltello a serramanico «a foglia d’olivo» di 9 cm e un revolver Smith & Wesson a 5 colpi, calibro 7,65 scarico.
Anarchico individualista, dinanzi al commissario manifesta tutta la sua avversione psicotica contro la Massoneria, che accusa delle peggiori cose del mondo secondo un ossessivo canone persecutorio. Era stato edotto a questa visione sotto le armi dal commilitone Angiolillo, l’anarchico che nel 1897 ammazzò il primo ministro spagnolo Cánovas del Castillo.
Assurde le accuse che D’Ambrosio rivolge all’Obbedienza: la porta di casa imbrattata di sterco, ricoperta di «segni minatori». Eppoi minacce ai suoi clienti per dissuaderli dall’entrare nella sua farmacia al punto da essere costretto a venderla.
Ed ancora la considera colpevole del suo internamento nel manicomio di Nocera nel 1916, e di ogni altro accidente o follia connessa alla sua vita, come la morte della sorella Costantina in America, asfissiata dalle esalazioni di gas illuminante per un rubinetto lasciato aperto.
Uscito dal manicomio di Nocera Inferiore, D’Ambrosio decide di vendicarsi. Dopo esserci stato già altre volte, si trasferisce definitivamente a Roma, qui trova lavoro presso alcune farmacie da cui per comportamenti strani viene ripetutamente licenziato. Ha un buon stipendio, 250 lire al mese. Dopo essersi fatto ancora licenziare il 24 ottobre si reca dall’armiere Armando Frinchillucci, in via Quattro Fontane 118 e acquista per 40 lire un revolver. Trova gli indirizzi dei massoni sulla Guida Monaci. Ed inizia a pedinare per primo lo scultore Ettore Ferrari, ma decide che la sua prima vittima deve essere Achille Ballori, il futuro Gran Maestro.
Durante l’interrogatorio dirà: “Debbo dichiarare che non avevo ragione alcuna di speciale antipatia per il Ballori, persona di ottimo cuore e di grande onestà. La mia intenzione era di colpire la Massoneria nelle sue personalità più rappresentative: avevo idea di uccidere, oltre il povero Ballori, anche Ettore Ferrari ed Ernesto Nathan. Che io non avessi ragione di odio contro il Ballori ve lo dimostri il fatto che stamane ho comprato due mazzi di fiori per deporre sulla sua tomba. Se non mi aveste arrestato avrei seguito fino all’ultimo il mio programma. Sabato mi sarei recato ai funerali del Ballori, e avrei fatto una strage […]
Nel corso dell’istruttoria il giudice Mosca, per il sospetto che fosse pazzo, chiede una perizia psichiatrica dell’imputato. Da essa risulta che Lorenzo D’Ambrosio è un «alienato criminale» affetto da «demenza paranoide», pertanto ritengono che ai sensi dell’art. 46 del Codice Penale egli non sia imputabile, ma essendo la sua libertà «pericolosa a sé e agli altri» si ordina il suo ricovero in manicomio. (Autore: Servizio Biblioteca)
Chi era Achille Ballori
Achille Ballori: medico, nacque a Dicomano (Pisa) il 29 aprile 1850. Fu direttore dell’ospedale civile di Mantova prima e degli ospedali Riuniti di Roma poi. Sotto l’amministrazione Nathan fu assessore all’igiene al Comune di Roma.
Nel 1874 risulta Maestro nella Loggia “Umanità e Progresso” di Pisa e nel 1891 fu Maestro Venerabile della Loggia “Rienzi” di Roma. Nel 1893 fu eletto Grande Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia. Il 20 marzo 1899 fu insignito del 33° grado e nel 1906 divenne Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato, carica che ricoprì sino alla morte. Per sua volontà fu cremato e seppellito nella tomba monumentale dei Gran Maestri al Verano.
Un Radio dramma per ricordare la tragedia
Durante la Gran Loggia di Rimini del 2016, in apertura delle porte del tempio a conclusione della prima giornata di lavori, venne mandanta in onda   una drammatizzazione radiofonica intitolata “Il delitto di Palazzo Giustiniani” che ricostruiva appunto l’assassinio di Achille Ballori. A firmare l’opera, della durata di circa 6 minuti, e realizzata sulla base di documenti giudiziari originali,  rapporti della polizia che indagò sul caso, articoli pubblicati dalla stampa d’epoca,  Enzo Antonio Cicchino e Andrea Giuliano. Ballori era un personaggio noto nella capitale – fu direttore degli Ospedali Riuniti, consigliere comunale, vicesindaco e assessore nella giunta Nathan – e i giornali si occuparono molto del suo omicidio. Il radio dramma ha ricostruito quei fatti e il delirio dell’omicida, Lorenzo D’Ambrosio, che riferì agli inquirenti: “debbo dichiarare che non avevo ragione alcuna di speciale antipatia per il Ballori, persona di ottimo cuore e di grande onestà. La mia intenzione era di colpire la Massoneria nelle sue personalità più rappresentative: avevo idea di uccidere, oltre il povero Ballori, anche Ettore Ferrari ed Ernesto Nathan”.
Della vicenda si interessò anche il criminologo Enrico Ferri: “D’Ambrosio è evidentemente un allucinato […] la sua forma di follia mi sembra essere la paranoia o il delirio di persecuzione”. Il 29 aprile 1918, l’assassino venne prosciolto perché ritenuto “totalmente infermo di mente” e rinchiuso per sempre in manicomio.

giovedì 19 ottobre 2017

II Gran Maestro della Gran Loggia del South Australia in visita al Vascello: “Una giornata che porterò nel cuore”




Il Gran Maestro Bisi consegna al Gran Maestro della Gl del South Australia la “Giordano Bruno”, classe Athena

“Una giornata indimenticabile, che porterò sempre nel mio cuore”. Con queste parole il Gran Maestro della Gran Loggia del South Australia, Stephen Michalak ha salutato con una stretta di mano e un caloroso abbraccio il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi che lo ha ricevuto mercoledì mattina in visita ufficiale al Vascello. Il fratello Michalak era accompagnato dal Deputy Gran Master Bill Merril, dal secondo Gran Sorvegliante Dario Priori e dal Gran rappresentante del Goi Alessandro Antenore. Presenti le gentili consorti Jenny Michalak e Heather Merril. Ad accogliere gli ospiti erano presenti il Gran Segretario Michele Pietrangeli e il Gran Rappresentante in Giunta Fabrizio Celani. La delegazione australiana ha visitato la sede nazionale mostrando grande interesse per la Sala Giunta dove sono esposti i quadri dei Gran Maestri, la Biblioteca Paolo Ungari e la sala-biblioteca più piccola inaugurata pochi mesi fa e che ha suscitato grande ammirazione. Il Gm Bisi ha mostrato al fratello Michalak il collare storico originale indossato dai Gm italiani. Bisi ha poi conferito al Gm australiano la Giordano Bruno classe Athena. La delegazione ha visitato il parco del Vascello mostrando grande interesse per le piante e gli alberi rari che caratterizzano l’immensa area verde della villa.


martedì 25 luglio 2017

Tutti insieme con coraggio. Il Gran Maestro Stefano Bisi: “Qui per ringraziare i fratelli di Castelvetrano”



Una bellissima tornata sotto le stelle quella che si e’ svolta a Castelvetrano il 22 luglio alla presenza del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi e che ha visto le colonne ornate da oltre 300 fratelli della Circoscrizione Sicilia e altri giunti dalla Calabria e da altri Orienti della Penisola.
Nel tempio all’aperto realizzato dai fratelli della Loggia Francisco Ferrer di Castelvetrano che ha organizzato l’evento all’interno del Baglio Trinità di Delia si sono svolti gli architettonici lavori rituali che hanno trattato un tema dal titolo significativo: “Essere Massoni in Sicilia e Calabria e’ più difficile”, il tutto anche alla luce delle vicende che hanno portato Castelvetrano alla ribalta per alcune inchieste giudiziarie e per lo scioglimento del Consiglio Comunale. Una terra Castelvetrano che vanta un forte tradizione massonica ed in cui i liberi muratori del Grande Oriente d’Italia operano con laboriosità e con le difficoltà di chi deve fare i conti con i pregiudizi e accostamenti che non hanno motivo di esistere.
Proprio per portare un forte messaggio di vicinanza e di solidarietà ai fratelli di questa terra e’ giunto il Gran Maestro Bisi il quale nel corso della sua allocuzione pubblica a lavori sospesi, ha fatto vibrare il cuore dei presenti ricordando l’impegno dei liberi muratori a favore dell’Umanita’ e la ferrea volontà di tutti di sgombrare il campo da quei pregiudizi e da false accuse e sospetti che generano mostri inesistenti e discriminano il lavoro e l’impegno di tanti massoni.
“Stasera la gioia di essere qui a Castelvetrano – ha detto il Gran Maestro – e’ molto forte. Non sono venuto a portare solidarietà, io sono venuto soprattutto per ringraziare Voi, perché la solidarieta’ l’hanno data i fratelli di Castelvetrano delle logge Francisco Ferrer e Mazzini all’Oriente di Partanna a tutti i fratelli del Grande Oriente d’Italia. Girando per gli Orienti e i collegi d’Italia in tanti mi dicevano: ma i fratelli siciliani di Castelvetrano e quelli calabresi che dicono? Nulla, fanno e continuano a fare quello che hanno sempre fatto; il lavoro rituale nei templi e l’impegno attivo nella vita di tutti i giorni nella Società. Perché non e’ reato essere massoni e al tempo stesso essere amministratori comunali, amministratori della cosa pubblica. Fratelli impegnati nel volontariato, nell’associazionismo che senza fare rumore, senza mettersi medagliette sulla giacca ma portandole nel cuore operano come devono fare i liberi muratori. Sono venuto qui felice di stare insieme a tanti fratelli, accompagnato da membri di Giunta come Tonino Seminario e Giuseppe Trumbatore, che e’ siciliano, dal Rappresentante del Consiglio dell’Ordine Fabrizio Celani, dal Gran Maestro onorario Ugo Bellantoni, da Leo Taroni garante d’amicizia e Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato, proprio per dire grazie ai liberi muratori di Castelvetrano. Perché quella che abbiamo passato, che non e’ finita e continuerà, e’ stata un’aggressione fisica e psicologica violenta, ma la vostra forza, la vostra tenacia, l’essere qui stasera Castelvetrano, in quella che viene dipinta come la patria del male, con il sorriso in volto, con la voglia di vedersi, di guardarsi negli occhi, di abbracciarsi, di stringersi la mano, di fare una foto insieme, di mangiare insieme attorniati dalle sorelle delle stelle d’Oriente, dai giovanissimi dell’Ordine De Molay e da tanti familiari ed amici, credo che sia la risposta forte e più bella che noi diamo all’esterno a chi ci vuole discriminare. Per fortuna nelle ultime settimane tre magistrati autorevoli come il procuratore nazionale Antimafia Roberti, il procuratore Capo di Catanzaro Gratteri e il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Paci hanno fatto delle importanti distinzioni dichiarando che non indagano sulla Massoneria regolare ma su quelle deviate, su quelle occulte. Non c’e’ niente di più regolare e trasparente del Grande Oriente d’Italia. Con il nostro lavoro, con il nostro impegno stiamo aprendo qualche breccia. E in questi giorni e’ stato molto bello ricevere i pensieri affettuosi dei sindaci di Norcia, Amatrice e Camerino, cioe’ delle zone terremotate più colpite che hanno ringraziato la nostra iniziativa denominata “La Scuola del coraggio” con la quale premieremo i maturandi dei comuni terremotati per l’impegno e il coraggio dimostrato quotidianamente nello studio nonostante la paura delle scosse e i disagi subiti. Così come saremo felici di sostenere la squadra femminile di basket in carrozzina di Reggio Calabria che lo scorso anno dopo aver vinto il campionato di B ha dovuto rinunciare alla A per i costi economici. Cercheremo di aiutare queste giovani donne a raggiungere il sogno della A. Questa e’ la Massoneria del Grande Oriente d’Italia che non ha nulla da nascondere e nulla da temere”.
Il Gran Maestro Stefano Bisi e il fratello Leo Taroni hanno ricevuto nel corso della tornata la fratellanza onoraria da parte del Maestro Venerabile della Francisco Ferrer, Quintino Paola, e questo ha dato alla tornata ulteriori emozioni.
La tavola su “Etica laica ed Etica come fratellanza, la specificità massonica” e’ stata tracciata dal fratello Francesco Coniglione della Iside di Catania.
Molta apprezzata per i contenuti e per i numerosi spunti di riflessione ha costituito un arricchimento per tutti i fratelli che hanno partecipato alla tornata. “L’etica della fratellanza – ha detto il relatore – dei massoni ha una sua specificità, e’ un valore aggiunto che non contrasta con quella laica, ma ad essa si unisce corroborandola, fortificandola e rendendola salda solo come e’ possibile da chi parte e si sente sostenuto da una comunità di fratelli. Ecco perché possiamo dire a voce alta di essere massoni e che in questa nostra identità v’e’ non una minaccia per la società – come da molte parti si insinua – ma una ricchezza per essa. E’ la nostra storia a testimoniarlo. Una storia di Libertà, lotta per il miglioramento dell’Umanita’ contro il dispotismo e l’intolleranza”. Ecco il carattere precipuo della fratellanza massonica. L’intensa giornata castelvetranese si e’ conclusa con un’agape fraterna. (a.d.r.)

lunedì 3 luglio 2017

Civitavecchia, Loggia Centumcellae apre le porte alla città



Con la presentazione del libro di Enrico Ciancarini “La Massoneria a Civitavecchia” sono state aperte per la prima volta alla comunità civitavecchiese le porte della Loggia Centumcellae “Pensiero e Azione” del Grande Oriente d’Italia.
All’evento, svoltosi il 16 giugno sotto il maglietto del Maestro Venerabile, Eugenio Martini, hanno partecipato l’autore del libro, Enrico Ciancarini, socio fondatore e presidente della Società Storica Civitavecchiese, affiancato dal presidente e dal segretario del Collegio circoscrizionale dei Maestri Venerabili del Lazio Carlo Ricotti e Ignazio Galizia, e dal consigliere e membro di Giunta del Grande Oriente, Fabrizio Celani.
La prima loggia nasce a Civitavecchia nel 1811, sotto la dominazione delle truppe dell’imperatore Napoleone, e riunisce ufficiali francesi e notabili locali. Dopo il 1870, con Roma e Civitavecchia finalmente italiane, alza le colonne la loggia “Felice Orsini”, che assurge a punto di riferimento per tutti i fratelli muratori che sbarcavano nello scalo portuale, e di cui un fratello onorario è Giuseppe Garibaldi, che spesso alloggiava in città.
Numerosi e stimolanti gli interventi che hanno reso la presentazione del libro un momento di felice convivialità mentre l’attenzione dei non massoni è stata inevitabilmente attratta dai simboli presenti in loggia, alimentando molteplici domande.
“Con questa iniziativa – ha commentato il maestro venerabile Eugenio Martini – abbiamo assistito ancora una volta, ad un grande cambiamento di cui la Libera Muratoria è protagonista fin dalla sua nascita. Oggi come 300 anni fa siamo protagonisti di un nuovo modo di pensare e di agire in termini di civiltà e progresso che ha consentito l’apertura delle porte al popolo civitavecchiese, come accadeva nelle prime logge costituite da uomini di diversa cultura, religione, politica ed economia che dialogavano insieme in piena libertà di espressione e di pensiero alimentandosi della conoscenza reciproca”.

mercoledì 28 giugno 2017

A Viterbo Festa della Luce con il Gran Maestro



La sera del 14 giugno, nella suggestiva cornice del Parco dei Cimini, sotto la volta stellata del cielo di Viterbo, si è svolta la seconda Festa della Luce organizzata dalla loggia viterbese Labor ad Veritatem (1136). Alla cerimonia ha preso parte il Gran Maestro Stefano Bisi. Erano presenti 75 Fratelli provenienti da 15 Logge diverse, il Consigliere dell’Ordine in Giunta Fabrizio Celani e il Presidente del Collegio Circoscrizionale del Lazio Carlo Ricotti. I lavori rituali, caratterizzati da una profonda armonia, si sono svolti sotto il maglietto del maestro venerabile della Labor ad Veritatem, Cristiano Minniti.
Intenso e significativo l’intervento del Gran Maestro che ha rimarcato il momento delicato che sta vivendo la Libera Muratoria, messa sotto attacco e vittima ancora di gravi pregiudizi. Il Gran Maestro ha evidenziato che è proprio in questo momento storico che la Massoneria del Grande Oriente d’Italia, espressione storica dei valori universali di fratellanza, uguaglianza, tolleranza e solidarietà, non deve vacillare, bensì rinsaldarsi e avanzare compatta, presentandosi, come accade da secoli, quale espressione di libertà, e continuando ad aprirsi alla società civile con più determinazione, per consentire la diffusione delle idee e dei principi votati al bene comune di cui la società ha bisogno.


sabato 25 marzo 2017

Eccidio Fosse Ardeatine. Il Grande Oriente ha reso omaggio alle vittime. Tra loro 20 massoni.



fosse ardeatine 1Toccante cerimonia il 24 marzo alle Fosse Ardeatine dove i liberi muratori del Grande Oriente d’Italia hanno ricordato la memoria dei 335 uomini fra civili e militari trucidati dai nazisti come rappresaglia all’attentato compiuto dai partigiani a Roma  in
Via Rasella contro un battaglione di soldati tedeschi. Il Gran Maestro Stefano Bisi, accompagnato dall’ex Gran Maestro Virgilio Gaito, dal Rappresentante in Giunta del Consiglio dell’Ordine Fabrizio Celani, dal Grande Ufficiale Domenico Bellantoni, e dai consiglieri Leopoldo Muratori, Pino Paino e Paolo Mundula, ha deposto una corona d’alloro e insieme a tanti fratelli ha reso onore alle tombe dei martiri, fra i quali figurano venti fratelli massoni di cui 10 del Grande Oriente.
fosse-ardeatine







fosse ardeatine 2“Questo è il luogo del silenzio non delle parole, il luogo della memoria e del rispetto. Camminando fra le tombe ho avvertito una profonda emozione e mi sono commosso. Fra i nostri doveri c’è quello di non dimenticare  questi uomini, questi italiani ed eroi barbaramente uccisi qui dalla follia nazista” sono state le parole pronunciate dal Gran Maestro Stefano Bisi.




Fosse ardeatine casa nathan1Nel pomeriggio alle 18 la giornata in memoria delle vittime delle Fosse Ardeatine è proseguita con un incontro che si è tenuto a Casa Nathan, al quale hanno preso parte Carlo Ricotti, presidente circoscrizionale del Lazio, il Gran Maestro Aggiunto e docente di Storia contemporanea all’Università di Messina, Santi Fedele, il Gran Maestro Bisi. A moderare il giornalista Angelo Di Rosa. Alcuni fratelli hanno portato la loro testimonianza attraverso il racconto delle loro storie personali.

A Roma l’eccidio delle Fosse Ardeatine del 1944 è una pagina tragica della Resistenza. Per la sua efferatezza, per l’alto numero di vittime e per le circostanze che portarono al suo compimento, divenne l’evento-simbolo della spietatezza dell’occupazione nazista della capitale. Nel dopoguerra le cave scelte per l’esecuzione e  per occultare i cadaveri degli uccisi sono state trasformate in un sacrario-monumento nazionale e oggi visitabili a perenne memoria.

La mattina del 24 marzo 1944 le vittime, scelte a caso tra i detenuti delle carceri di Regina Coeli e di via Tasso, furono condotte nelle cave di pozzolana lungo la via Ardeatina, destinate ad essere luogo dell’esecuzione. Il giorno dopo un trafiletto sul Messaggero rese noto il massacro. I martiri erano prigionieri politici, ebrei, civili. Tra loro, 20 massoni, come l’avvocato Placido Martini, liberale, medaglia d’oro al valor militare alla memoria della resistenza, e Silvio Campanile. Entrambi erano della Loggia Pisacane fondata nel 1931 nel confino dell’isola di Ponza dall’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Domizio Torrigiani.
Ecco i nomi dei 19 massoni trucidati dai nazisti in quel tragico giorno:
ALBANESE TEODATO      nato a Cerignola nel 1904, avvocato
AVOLIO CARLO                 nato a Siracusa nel 1895, impiegato
BUCCI UMBERTO              nato a Lucera nel 1892, impiegato
CAMPANILE SILVIO           nato a Roma nel 1905, commerciante
CANALIS SALVATORE      nato a Sassari nel 1908, professore
CELANI GIUSEPPE            nato a Roma nel 1901, impiegato
FABBRI RENATO                nato a Vetralia nel 1888, commerciante
FIORINI FIORINO                nato a Poggio Nativo nel 1880, musicista
GELSOMINI MANLIO          nato a Roma nel 1907, medico
GRANI UMBERTO              nato a Roma nel 1897, colonnello di aviazione
MAGRI MARIO                    nato a Arezzo nel 1896, colonnello di artiglieria
MARTINI PLACIDO             nato a Montecompatri nel 1879, avvocato
PALIANI ATTILIO                nato a Roma nel 1891, commerciante
RAMPULLA GIOVANNI      nato a Messina nel 1894, colonnello di fanteria
SCATTONI UMBERTO       nato a Roma nel 1884, commerciante
TALAMO MANFREDI           Tenente Colonnello dei Carabinieri
TAPPARELLI Mario            nato a Vicenza nel 1891, commerciante
VIVANTI ANGELO               nato a Roma nel 1884, commerciante
VOLPI GIULIO                     nato a Fabriano nel 1907, impiegato
ZACCAGNINI CARLO         nato a Roma nel 1913, avvocato