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lunedì 23 ottobre 2017

Porte aperte a Genova contro i luoghi comuni. Primo appuntamento il 28 e 29 ottobre


L’ingresso della casa massonica del Grande Oriente d’Italia a Genova in via La Spezia 8
Contro ipocrisie e luoghi comuni a Genova il Grande Oriente d’Italia apre al pubblico la sua casa massonica, il luogo deputato alle riunioni di loggia. Il Collegio Circoscrizionale della Liguria, massima autorità regionale del Grande Oriente, ha organizzato una serie di incontri aperti al pubblico per mostrare il luogo in cui i massoni genovesi si incontrano. “Contro le strumentalizzazioni e gli attacchi immotivati rispondiamo con la massima trasparenza”, sottolinea Carlo Alberto Melani, presidente circoscrizionale e vertice del Grande Oriente d’Italia in Liguria.
“La casa massonica di via La Spezia a Genova sarà aperta a tutti quelli che vogliono visitarla con iniziative di carattere storico, culturale e artistico che raccontano cos’è stata e cos’è la massoneria con i suoi principi universali di libertà, uguaglianza e fratellanza. Il primo appuntamento ci sarà il 28 e 29 ottobre, con una mostra di pittura dedicata ai tarocchi curata dal pittore Carlo Piterà”, prosegue Melani. Dopo le dichiarazioni della presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi a “PresaDiretta” la Massoneria del Grande Oriente d’Italia prosegue sulla strada della trasparenza. “Ci possono essere dei clamorosi casi di omonimia e anche di persone che sono state espulse e che non hanno più rapporti con la Massoneria ufficiale”, commenta il Gran Maestro Stefano Bisi.
“Non abbiamo nulla da nascondere – aggiunge il presidente Melani – e invito tutti, soprattutto gli scettici, a incontrarci nella nostra casa massonica. Invito soprattutto i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord che nel loro statuto discriminano a priori gli iscritti alla nostra associazione. Di Maio ha detto che ha partecipato al forum Ambrosetti «perché anche lì ci sono brave persone e bravi imprenditori»”. “Conoscendoci – conclude Melani – scoprirà che anche la Massoneria è fatta di brava gente che si impegna per il progresso giorno dopo giorno rispettando leggi e Costituzione. Sono tutti invitati ai nostri appuntamenti, per superare insieme ipocrisie e luoghi comuni”.

mercoledì 18 ottobre 2017

L'alchimia verde dei tarocchi




Gli Arcani dei Tarocchi sono archetipi, forze numinose, che irrompono nell’inconscio dandogli voce attraverso le immagini. Il mondo vegetale è al contempo materiale e immaginale: erbe, piante e fiori interagiscano con l’energia del corpo e del Sole ma sono anche costellate di mitologia e leggende.
Questo libro, propone un lavoro d’anima che, attraverso la simbologia dei Tarocchi, della Qabbalah e dell’Astrologia, getta un ponte tra la spiritualità, la psiche e il mondo materiale creando nuove connessioni che conducono sulla strada dell’equilibrio psicofisico, poiché quello che i Tarocchi svelano a noi stessi, il mondo vegetale armonizza. Alchimia verde dei tarocchi è un libro di Olivia Flaim, in pubblicazione per Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

giovedì 13 luglio 2017

Il libro di Ermete, per Tipheret lo studio di Domenico Fragata




I ventidue arcani maggiori dei Tarocchi hanno un’origine molto antica e recondita sulla quale si discute ancora oggi. L’unica cosa certa è che in questi simboli è racchiuso un immenso potenziale di significati derivanti dalle principali discipline esoteriche della Tradizione mediterranea. Solo mediante lo studio comparato delle Vie del Sapere sarà possibile ottenere una piena comprensione delle ventidue raffigurazioni archetipiche che compongono il ‘’Libro di Ermete’’. Ogni simbolo contenuto nei Tarocchi è come uno scrigno misterioso che racchiude in sé immensi tesori ma, per dischiuderne la conoscenza, è necessario possedere le giuste chiavi d’accesso. In questo volume attraverseremo il percorso iniziatico dorico, scandito dalle prime undici tappe dei Tarocchi, cercando di penetrarvi attraverso le chiavi esegetiche forniteci dalla massoneria, dalla gnosi, dall’astrologia, dall’alchimia, dalla cabalà e soprattutto dalla ghematria. L’applicazione della ghematria allo studio del Tarot fornirà al lettore orizzonti di senso inesplorati che potrebbero far luce su alcuni simbolismi esoterici rimasti occulti fino ai giorni nostri.
Il volume, di Domenico Fragata, è stato pubblicato da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

giovedì 25 maggio 2017

L’Eremita: il Maestro del Ritorno


di Domenico Fragata



L’Eremita è il nono arcano dei Tarocchi, alcuni dei significati più esoterici ed occulti di questo arcano possono essere disvelati, o se vogliamo illuminati, dalla luce della Cabalà. L’Eremita incarna il Maestro incognito, colui che, una volta realizzato se stesso, attraversa la vita attendendo l’arrivo di un Uomo a cui valga la pena insegnare gli arcani misteri del creato. L’Eremita incarna la Virtù della prudenza, egli ha sempre una lanterna che illumina la Via e un bastone per verificare dove mettere i piedi. Il Viandante è l’unico soggetto rappresentato nei tarocchi che percorre la Via da Est ad Ovest; ciò significa che egli è già giunto alla meta e ha scelto di ripercorrere il cammino portando con sé una scintilla della divina Luce d’Oriente al fine di illuminare il cuore di chi desidera ardentemente la Luce. L’Eremita corrisponde simbolicamente alla nona lettera dell’alfabeto ebraico la cui meditazione ed analisi ci permetterà di trovare interessanti spunti di riflessione. Tet è la lettera dell’introspezione e della ricerca spirituale. La parola associata più di frequente a questa lettera è Tov, che significa bene, poiché è con questo etimo che la lettera Tet appare per la prima volta nella Torah. Tet è un bene nascosto, come l’anima dimorante nella caverna del cuore o come la presenza immanente di Dio nella Creazione. Tov è la parola che designa il 'Bene' nell’Albero della conoscenza del Bene e del Male. Nel primo giorno della creazione la parola Tov  qualifica la luce. Con la sua forma e il suo valore numerico Tet indica il ripiegamento meditativo atto a provocare un contatto intuitivo con la scintilla divina, la luce nascosta in noi stessi. Nel Sepher Ha Zohar è scritto: «Le lettere dell’alfabeto ebraico, nelle loro diverse permutazioni, si sono presentate per partecipare alla creazione. Ma quando arrivò il turno di Tet e di Resh di presentarsi insieme (secondo la permutazione Albam), Tet si rifiutò di prendere il suo posto. Perciò Dio disse: ”O Tet, Tet, perché sei così poco disposta a prendere il tuo posto?”. Lei Rispose: ”Non mi hai fatta forse per essere messa alla testa di Tov? Come posso associarmi a Resh, iniziale di Raa (il male)?”. A questo, Dio rispose: ”Vai al tuo posto, perché ho bisogno di te e di Resh. Perché l’uomo che sto per creare, verrà composto con voi due, ma tu sarai alla sua destra, mentre l’altra sarà alla sinistra”». Questo breve passaggio dello Zohar sottolinea ancora una volta la natura duale dell’essere umano; dualità che può essere superata mediante l’energia divina del Serpente energetico, di cui la Tet è il glifo, che canalizza verticalmente le energie contrapposte unendo Kether con Malkut. La forma della Tet ricorda un serpente che si sta srotolando, in effetti questa lettera si riferisce all’energia sessuale, alla forza del serpente energetico che in Oriente prende il nome di Kundalini. Il potenziale energetico racchiuso nell’istinto di sopravvivenza e nelle pulsioni animali può essere sublimato mediante un uso sapiente dell’energia sessuale. Mediante alcune pratiche estremamente riservate il serpente energetico potrà risalire lungo la colonna vertebrale fino a congiungere e collegare tutti e sette i centri energetici fondamentali (Chakra) simboleggiati nell’arcano dai sette nodi del bastone dell’Eremita. Il simbolismo del bastone di Esculapio nasconde il segreto della sublimazione dell’energia sessuale. Nadav Crivelli sostiene che la Tet contiene il segreto del bastone di Mosè che si trasformava in un serpente e ritornava ad essere un bastone. Ciò simboleggia il pieno controllo sull’energia Vitale. Il Serpente rosso, raffigurato alla base del bastone, non appare in nessun modo una minaccia per l’Eremita, anzi lo precede come suo guardiano e servitore. L’Eremita custodisce il segreto del “risveglio del Serpente”, supremo arcano che solo pochi adepti hanno la responsabilità di tramandare. La tradizione cabalistica afferma che esistono prevalentemente due tipi di maestri: uno è lo Tzadiq (il giusto, il santo) che si avvale della fede combattendo le sue battaglie, tentazioni e debolezze mediante la preghiera; l’altro è la figura del cosiddetto “Maestro del Ritorno” (Ba’al Teshuvà), egli è colui che ha esplorato in lungo e largo il dominio del peccato e delle trasgressioni, è colui che con volontà e determinazione è sceso nei meandri dell’immoralità e dell’egoismo. Il Maestro del Ritorno, pur essendo arrivato al fondo stesso del male, è colui che si è accorto in tempo di quanto tutto ciò non gli bastasse e ha rivolto verso l’alto il suo grido di sofferenza e di impotenza. I Chassidim dicono anche che il Maestro di Ritorno è più meritevole del Maestro che si avvale solo della Fede perché, essendo venuto in contatto con le scintille di santità prigioniere nei regni inferiori, riuscirà, tramite il suo ritorno nel regno della luce, a portare con sé un numero grandissimo di tali scintille. Il Maestro di Ritorno è l’Eremita che percorre il sentiero da Est a Ovest portando con sé la Luce dell’Oriente. Egli ha viaggiato fra gli uomini in incognito portando con sé i segreti del Serpente, ha superato le tentazioni e gli ostacoli dell’ ”Antagonista” così che le forze luciferiche sono divenute le sue migliori alleate. Il Maestro di Ritorno è considerato anche il tramite grazie al quale il seme della vita e della coscienza divina viene piantato nei cuori di coloro che lo desiderano. In Geremia (23,5) si legge: «Innalzerò per Davide un germoglio giusto» e germoglio si dice, in ebraico, Tzemach che è anche uno dei nomi del Messia. Il campo delle attività umane nel quale il giusto non può cadere è quello di Yesod poiché è in esso che la sua saggezza ha fondamento. Nel corpo umano la nona sephira, Yesod, viene tradizionalmente situata a livello degli organi genitali ed è dunque collegabile all’ambito dell’energia sessuale. Secondo la tradizione cabalistica, e non solo, la purezza energetica di un uomo, o di una donna, è in larga misura determinabile dal suo rapporto con la sessualità. La sapienza esoterica non consiglia né la repressione né la castrazione di quest’energia così sacra e fondamentale per il corretto sviluppo della funzionalità psicofisica dell’essere umano. Il segreto è la Sublimazione. Yesod, come abbiamo accennato, governa l’area degli organi sessuali ed è alla base della vita. Nello stabilire questa corrispondenza la cabala afferma la santità intrinseca dell’energia sessuale, sottolineando il bisogno di usarla nel modo più veritiero e corretto possibile. Gli organi sessuali vengono dunque visti come il canale tramite il quale il seme divino arriva a fecondare Malkuth, il recipiente femminile che lo accoglie. Mediante l’utilizzo di tecniche respiratorie, posizioni fisiche specifiche e l’utilizzo di 'mantra' è possibile innalzare l’energia sessuale entrando in comunicazione con le sephirot superne. La sessualità diviene sacra quando si trasforma in una porta che si apre verso l’Unione intima e spirituale, oppure quando assume il sapore della profonda estasi meditativa che ci innalza verso la Trascendenza dell’Essere Uno.

martedì 18 aprile 2017

Alla scoperta di Demetrios Sémélas




Più volte nel nostro Blog abbiamo parlato di 'Martinismo', anche a una serie di classici pubblicati negli ultimi anni da Tipheret- Gruppo editoriale Bonanno, a partire dal «Trattato sulla Reintegrazione degli esseri» di Martinez de Pasqually e via via con tutta l'opera omnia dei vari Willermoz, Saint-Martin e in tempi più recenti Papus, Bricaud o Chevillon curata da Mauro Cascio, Ovidio La Pera, Vittorio Vanni.
Di questo mondo faceva parte anche Demetrius Sémélas, ora proposto in lingua italiana in questo libro edito da Psiche2, tradotto da Andrea Pasino e curato da Alex Lo Vetro. Sémélas fu attivissimo "tra Grecia, Francia ed Egitto e scrisse un importante testo sui Tarocchi in chiave fortemente esoterica, con lo pseudonimo di Sélait-Ha Déon. Si tratta di un documento molto peculiare che ci mette a conoscenza dell'intima visione dell'autore riguardo i temi dell'occulto e nello specifico la Rota del Taro. La prima edizione privata di questo testo porta la data 1914, era una copia manoscritta e firmata dallo stesso Déon (Samelas) e per quanto ci è dato sapere faceva parte di un corpus di documenti, che gli iniziati alle scuole esoteriche dell'epoca si scambiavano vicendevolmente in forma del tutto amicale per proprio studio. [...] In questo testo, come del resto nel manoscritto dallo stile 'apparentemente semplice' [...], troviamo tutta la saggezza dell'uomo, la maestria dell'artista e la conoscenza dell'iniziato che Sémélas fu, ma ritroviamo anche il sapore di un'epoca irripetibile".
Le lame ri-disegnate dallo stesso autore nel 1914 contengono, per chi possiede gli occhi per vedere, i misteri più alti della Iniziazione Tradizionale, l'Arcano degli Arcani, dando al lettore la possibilità di scoprire quale sia la chiave della Saggezza Umana.