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giovedì 28 gennaio 2016

Giorno della memoria, il ricordo delle logge di Ravenna


RavennaAnche quest’anno, in occasione del Giorno della Memoria, le quattro Logge del Grande Oriente a Ravenna (Dante Alighieri, La Pigneta, Cavalieri di San Giovanni di Scozia e Giovanni Becciolini) hanno ricordato le vittime della Shoah deponendo una corona in memoria di quanti, a cominciare dai Fratelli Liberi Muratori, sono stati vittime della furia nazista. Quest’anno la corona è stata deposta nell’atrio della stazione ferroviaria di Ravenna  sotto la lapide che ricorda i ravennati e i romagnoli che proprio da quella stazione partirono per il loro viaggio senza ritorno. Presente alla commemorazione Gustavo Raffi, già Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, membro della loggia ravennate “La Pigneta”.

Il Gran Maestro Stefano Bisi a Sanremo incontra Primocanale


Primocanale, prima emittente televisiva della Liguria, intervista il Gran Maestro Stefano Bisi a Sanremo in occasione della sua partecipazione ai Martedì Letterari del celebre Casinò insieme ad Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia. La storica rassegna letteraria del Ponente ligure ha inaugurato la stagione invernale il 26 gennaio con l’incontro storico tra i vertici delle due principali istituzioni massoniche italiane per parlare del contributo della Libera Muratoria nella storia d’Italia nei 70 anni della nostra Repubblica. Titolo del convegno: “Ideali e uomini della Massoneria per la Costituzione italiana, nel 70° della Repubblica”.
Primocanale intervista il Gran Maestro Bisi
Primocanale intervista il Gran Maestro Bisi
L’incontro, gremitissimo, ha dato lo spunto a Primocanale per approfondire i temi discussi che, partendo dalla storia, hanno toccato la più stretta attualità fino a parlare del ruolo dei massoni contemporanei. L’emittente ligure ha voluto incontrare il Gran Maestro Stefano Bisi che in quindici minuti ha fatto chiarezza sul perché la Massoneria richiami tanta attenzione. L’intervista è del direttore Giuseppe Sciortino.

Un rogo che ha illuminato la Storia / Il Manifesto


Saggi. “Giordano Bruno” di Anna Foa per il Mulino. E il 9 giugno 1889 quando un grande telo bianco viene rimosso, e la statua di Giordano Bruno, il filosofo nolano bruciato in Campo de’ fiori il 17 febbraio del 1600, viene accolta da una platea numerosissima e festante. Alla base della scultura, otto effigi, raffiguranti altri «martiri del libero pensiero»: Hus, Wycliff, Serveto, Aonio Paleario, Vanini, Ramus, Campanella e P. Sarpi. Una scritta riassume non solo la tragica vicenda, ma diventa sintomatica del clima di quegli anni, e sarà premonitrice del futuro: «A Bruno, il secolo da lui divinato». In Giordano Bruno, edito dal Mulino (pp. 110, euro 9), Anna Foa racconta la vita in pellegrinaggio del pensatore, le disavventure processuali, e definisce in maniera limpida la grande questione che lo vide suo malgrado fare da spartiacque: tracciare il confine ideale tra la libertà dei moderni e l’autorità della Chiesa. Il testo si apre con il resoconto delle vicende che riguardano l’erezione di una delle statue più famose d’Italia, e dimostra come la fiamma che si elevò nel 1600 non era stata ancora dimenticata, da entrambe le parti. Da un lato il Vaticano, dall’altra liberali, massoni, socialisti, e anticlericali. I giornali cattolici definirono «orgia satanica» il grande raduno inaugurale, e il soglio pontificio intero si scatenò con una collera di rara intensità. Il Papa, ci racconta la studiosa, non solo temette per la sua persona, ma si ritirò l’intero giorno in digiuno, prostrato davanti la statua di San Pietro. L’aristocrazia nera abbandonò la città: i giornali parlarono di pericolo rivoluzionario, condannando senza appello l’evento, come fece pochi anni prima Mons. Pietro Balan, in uno scritto commissionato dai Comitati Cattolici, in cui esprimeva il proprio disgusto per la propaganda bruniana, bollata perché espressione di «atei, ebrei, stranieri e massoni». Questo attacco così frontale, ricorda la Foa, arrivò a picchi esilaranti, tragicomici, quando si iniziò a sostenere che l’inaugurazione aveva portato inondazioni, frane e uragani. Un testo particolare dunque, dove si raccontano aspetti meno noti ma altrettanto significativi. La risposta del mondo anticlericale fu fortissima, e visti i risultati, vincente: la statua venne collocata a Campo de’ fiori e non nel cortile della Sapienza, (alcuni moderati avrebbero preferito cedere al compromesso), e le manifestazioni nelle piazze forgiarono un clima in cui nessuno avrebbe osato veramente sfidare il mondo laico. Un mondo che vide la raccolta di firme prestigiose, sia italiane sia internazionali, «divinatrici» anch’esse del secolo a venire. Una epoca di scontri, non risolti nemmeno successivamente. È Antonio Labriola, in una introduzione scritta nel 1910 a proposito del Nolano, a affermare: «Noi non abbiamo ancora vendicato il martirio di Bruno perché non abbiamo ancora condotta la saggezza in mezzo al popolo, e per esso può sembrare ancora necessaria la morale ecclesiastica». Anna Foa approfondisce l’aspetto sociologico della figura di Bruno partendo da questo insanabile conflitto, e spiega come la sua immagine simbolica sia servita a sostenere una battaglia politica e culturale, nell’Italia appena unita e appesa a un filo. Anche grazie a Bruno sorge una tradizione (il procedimento ricorda quanto Benedict Anderson, nel famoso Comunità immaginate, segnala a proposito della nascita delle Nazioni), una storia del libero pensiero, di cui il Nolano fu uno dei grandi protagonisti. Filosofo, certamente, ma non solo. Mago e ribelle parimenti, e per questo costretto a un continuo peregrinare per le corti d’Europa, per insegnare e concentrarsi sulla «eroica» dottrina. Nella parte centrale del libro, ovviamente, si riflette intorno le cause del processo, e le accuse. La ricostruzione precisa e coinvolgente accompagna la lettura e restituisce una visione d’insieme delle vicende di rara sistematicità. Giordano Bruno, al di là delle interpretazioni o del ruolo storico, e della sua volontà, si trova a rappresentare lo scontro fra le istanze della modernità ed un potere, la Chiesa, tenacemente opposto: un contrasto, viste ancora oggi le continue tensioni in ambito politico e sociale, non ancora sanato o concluso.

Massoni e protestanti tra fede e storia / Il Secolo XIX, La Spezia


«La testimonianza quotidiana delle proprie convinzioni religiose e politiche appare nel nostro tempo sempre più difficile». È quello che dice Eugenio Stretti, pastore valdese a Genova ma spezzino doc esperto di Storia contemporanea, autore di “Testimoni della libertà, donne e uomini tra fede e storia”. Nel volume, con postfazione di Francesco Paolo Barbanente, tanti personaggi. Da Emily Dickinson ad Alfredo Poggi. Da Olaudah Equaino ad Enrichetta Caracciolo. «Dickinson è un esempio di lotta per l’indipendenza e passione poetica, Caracciolo di predicazione evangelica e libero pensiero», osserva Stretti. «E poi Francesco Fausto Nitti come esempio di azione politica, fede evangelica e attività muratoria come massone oltre a Lilian Vernon De Bosis esponente dell’ecumenismo ante litteram e dell’identità plurale. Non dimentichiamo Fioretto Henry La Guardia per la conversione religiosa e il benessere sociale, sindaco protestante italiano di New York e poi Adolfo Poggi socialista massone e protestante». Il libro tratta poi del pensiero evangelico e mondo moderno. L’eredità del trascendentalismo americano e le suggestioni del neoprotestantesimo italiano. «Il libro osserva Barbanente – rende omaggio a una serie di straordinari personaggi del mondo evangelico che rischiano però di cadere nell`oblio. Alcuni di essi appartenevano anche alla massoneria. E per converso il gran maestro tra il 1885 e il 1896 Adriano Lemmi fu vicino ai protestanti e anche alla Spezia molti pastori aderirono alle logge locali».

Sanremo, Teatro del Casinò pieno per il Martedì Letterario dedicato alla Massoneria / Riviera Press


“Parlare su profili più importanti della Libera Muratoria con una voce sola” è una delle sollecitazioni emerse dal primo incontro pubblico tra Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Dott. Stefano Bisi, e il Sovrano Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia, Prof. Avv. Antonio Binni, avvenuto ieri nel Teatro dell’Opera del Casinò nell’ambito dei “Martedì letterari”, condotto dal prof. Aldo Mola e da Marzia Taruffi.
Il tema dell’incontro “ Ideali e uomini della Massoneria per la Costituzione italiana, nel 70° della Repubblica” ha permesso di approfondire tematiche e valori comuni confrontati davanti a più di 700 persone, che hanno affollato il Teatro dell’Opera e la vicina Sala Biribissi, appositamente approntata per permettere di seguire la conferenza.
Il Casinò di Sanremo ha saputo testimoniare con questo evento culturale “il primo storico appuntamento tra le due Istituzioni.” destinato a rimanere
simbolo “di un primo mattone posato” come è stato detto.
In apertura hanno portato il saluto del Comune e del Casinò rispettivamente l’assessore Costanza Pireri e il presidente, Dott. Gian Carlo Ghinamo.
In chiusura il consigliere di casinò Spa, Avv. Maurizio Boeri ha consegnato ai due Grandi Maestri le targhe ricordo dell’Evento.
Il prossimo appuntamento con i Martedì Letterari è per il 2 febbraio alle ore 16.30 nel Teatro dell’Opera. Il giornalista Mimmo Candito, storico e inviato de “La Stampa” presenta il suo ultimo nuovissimo libro: “55 Vasche” (Rizzoli). Partecipa l’editor Matteo Moraglia. Intervento musicale della Scuola Ottorino Respighi. L’incontro è stato inserito nel piano di Formazione dell’Ordine dei Giornalisti. (Mario Guglielmi)

Jacob Böhme, il precursore dei Rosacroce



Un nuovo titolo proposto da Tipheret. Per continuare ad approfondire il c.d. Martinismo delle origini, dopo il ricchissimo ventaglio di titoli, tutti curati da Mauro Cascio: dal Trattato sulla Reintegrazione degli Esseri e Il Manoscritto di Algeri di Martinez de Pasqually all'opera omnia di Willermoz, alla Lettera a un amico sulla Rivoluzione Francese di Louis-Claude de Saint-Martin, al saggio di Papus all'atlante di Léonard Prunelle de Lière. Jacob Böhme, il ciabattino di Dio, il primo dei filosofi tedeschi secondo Hegel, è la grande figura di cui si innamora Saint-Martin che sembra allontanarsi dagli Eletti Cohen di Martinez proprio per cercare una via interiore che più tardi Papus definirà 'cardiaca'. Saint-Martin sarà il traduttore in francese delle sue opere. In uscita tra qualche settimana.

Incontro storico dei Gran Maestri a Sanremo


“70° della Repubblica Italiana. Ideali e uomini della Massoneria per la Costituzione” questo l’argomento della serata inaugurale della stagione dei prestigiosi “Martedì Letterari” organizzati dal 1982 al Teatro del Casinò di San Remo, in ricordo degli incontri letterari che avvenivano già negli anni ’30. Ospiti, Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, e Antonio Binni, Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia.
L’occasione è ghiotta, di quelle speciali che, probabilmente, verranno ricordate negli annali massonici: oggi, 26 gennaio 2016, è il primo incontro pubblico ufficiale fra un Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI) ed il Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori (ALAM) dopo la scissione avvenuta nel 1908. Come riporta Umberto Folena sul quotidiano “Avvenire” il pubblico è quello dei grandi eventi, tutti esauriti i posti del Teatro e della adiacente Sala Biribissi, “più di 600 partecipanti stipati e concentratissimi, capaci di applaudire sempre e solo al momento giusto, misurati come i Gran Maestri”. Presentati dalla Dott.ssa Taruffi, responsabile dell’Ufficio Stampa e Cultura della casa da gioco, portano rispettivamente gli entusiastici saluti dell’Amministrazione e del Casinò sanremesi l’assessore comunale Costanza Pireri ed il Presidente del Consiglio di Amministrazione Dott. Gian Carlo Ghinamo.
Condotto dal Prof. Aldo Mola il dibattito entra subito nel vivo, si mette in evidenza come la nostra Carta Costituzionale sia pervasa da quei principi massonici che caratterizzano le Costituzioni più libertarie, a cominciare da quella statunitense: analogamente a quanto avvenuto oltreoceano, Bartolomeo Ruini, Presidente della “Commissione dei 75”, incaricata di redigere il testo costituzionale, passò gran parte della sua esistenza in una Loggia massonica.
Stefano Bisi comincia ricordando la figura dell’artista e Fratello Paolo Antonio Paschetto che, nel 1947, si aggiudicò con concorso pubblico la realizzazione dello stemma della Repubblica Italiana e si concentra poi sul tema del lavoro, oggi drammaticamente rappresentato dalla manifestazione dei lavoratori dell’Ilva a Genova, e su quello della “convivenza” pacifica fra culture diverse: su questo solco vuole ricordare l’evento promosso dal Grande Oriente per le celebrazioni nazionali che presto si terrà proprio nella Moschea di Colle Val d’Elsa. L’Amor di patria è sempre stato uno dei cardini massonici sin dall’epoca pre-risorgimentale. Questi i valori massonici della Costituzione Italiana che trovano grande condivisione nel pubblico come dimostrato dal lungo applauso.
Antonio Binni, citando Goethe, mostra come il compito della Massoneria sia quello di condurre gli uomini sulla “sponda” della conoscenza, mentre da giurista pone l’accento sui “diritti fondamentali dell’Uomo” presenti nella Carta che hanno un sapore squisitamente massonico: la “centralità dell’Uomo, è uno dei principi fondamentali che vengono ribaditi con forza dal relatore.
Viene poi affrontato da Bisi il problema delle leggi regionali che, affermando l’obbligo di dichiarare o meno l’appartenenza massonica, limitano la libertà dell’individuo e sono in contrasto proprio con quei principi costituzionali che sono il fondamento di ogni democrazia di cui la Massoneria è stata leva, in passato ed oggi: sembra proprio che la legge sulla Privacy recentemente approvata valga per tutti meno che per i massoni.
L’attenzione si sposta poi sul tema dell’Istruzione, Binni ricorda come l’ignoranza sia per la Massoneria la piaga peggiore per l’individuo e la società, ma ribadisce l’importanza di “apprendere prima di insegnare”: la scuola deve creare una coscienza critica nei giovani il cui compito è imparare a ragionare. Bisi ribadisce quindi come questo nostro mondo abbia necessità di Maestri, aggiungendo che l’età più critica e formante sia quella delle scuole elementari e medie.
Si sofferma poi sulla libertà di pensiero e di stampa, parafrasando Umberto Eco, ricorda come ciascuno ora abbia lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel e puntualizza che i pilastri della comunicazione debbano essere la qualità e la consapevolezza che l’uso indiscriminato comporta un effetto contrario: la diffusione dei nostri simboli su internet e sui social ha forse come unico risultato la svendita o, peggio, la ridicolizzazione degli stessi da parte di coloro che hanno difficoltà oggettiva a comprenderli.
La comunicazione è fondamentale in quanto necessaria a comprendere che siamo tutti “figli dello stesso cielo”, una frase sostanziale che in forme leggermente diverse è stata riferita a Bisi in due occasioni, prima in un incontro con Mons. Agostinelli, allora Vescovo di Grosseto, e poi dall’Imam di Firenze, a testimonianza del fatto che i principi fondanti l’Umanità sono proprio l’Uguaglianza, nel rispetto delle varie culture, la convivenza, il volersi bene e la solidarietà. Binni, interviene affermando che l’Uomo è caratterizzato dal Pensiero che deve necessariamente esternarsi con la comunicazione e conclude dicendosi assolutamente d’accordo con la precedente affermazione di Bisi.
Mola incalza i due Gran Maestri con il rapporto con la Scienza ed i problemi di Bioetica. Binni afferma che la Massoneria è per propria natura progressiva così come la scienza, semmai il problema può essere rinvenuto nella tecnologia ovvero l’applicazione pratica della scienza. Precisa poi che la Bioetica deve essere assolutamente distaccata dai concetti religiosi: deve essere affrontata con laicità altrimenti può divenire un “soppruso”.
Infine il Mola introduce il tema dell’associazionismo vuoi sulla crisi di quello politico vuoi riguardo l’art.18 della Costituzione. Bisi sul primo quesito afferma l’assoluta neutralità politica del Gran Maestro, sebbene spesso si tenti di strumentalizzarne il pensiero. Semmai come Liberi Muratori possiamo cercare di trasferire la nostra propensione al dialogo portando nel mondo il metodo “laico” di un confronto che rispetti il pensiero dell’interlocutore; dobbiamo quindi andare fieri del lavoro che facciamo ogni sera nei nostri templi: siamo “costruttori di umanità”. Sull’art.18, Binni si sofferma sul fatto che in Massoneria esista solo la parola “servizio” e non “potere”: le associazioni basate sul “libero pensiero” fanno paura al potere e racconta come, nell’antica Roma, Adriano prima membro di numerose società misteriche operanti all’epoca, appena divenuto Imperatore le mise fuori legge, vietandone l’esistenza.
Entrambi i Gran Maestri si dicono assai favorevoli alla promulgazione di una legge che regoli l’associazionismo in Italia: questo eviterebbe il continuo proliferare di associazioni sedicenti massoniche.
Insomma, grande sintonia di intenti e condivisione dei principi iniziatici fra i due Gran Maestri che, auspicando ulteriori momenti di incontro, tengono a sottolineare la ferma volontà di proseguire ciascuno la propria diversa tradizione e caratterizzazione liberomuratoria. (Gianmichele Galassi)
Al centro da sinistra, il dott. Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia e l’avv. Antonio Binni, Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia.
Al centro da sinistra, il dott. Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, e l’avv. Antonio Binni, Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia.
Il pubblico del Teatro del Casinò di San Remo
Il pubblico del Teatro del Casinò di San Remo

mercoledì 27 gennaio 2016

Gran Loggia 2016, I doveri dell’uomo, i diritti del mondo


“I doveri dell’Uomo, i diritti del Mondo”. È questo il tema scelto per la Gran Loggia 2016, tradizionale assemblea annuale del Grande Oriente d’Italia, che si terrà nei giorni 1, 2 e 3 aprile prossimi. I lavori saranno ospitati come accade da anni nella collaudata location del Palacongressi di Rimini e si svolgeranno secondo la solita tabella di marcia. Dalle 9,30 di venerdì primo aprile fino alla tarda mattinata di domenica 3 sarà un succedersi di attività rituali e non. Il momento più atteso è quello dell’allocuzione del Gran Maestro che nella giornata inaugurale parlerà nel tempio aperto per l’occasione a tutti. Fitta l’agenda di appuntamenti. Due le tavole rotonde già confermate. “I futuri del mondo” è l’argomento che sarà affrontato nel dibattito in calendario per il primo aprile alle 10,30. “La spiritualità che unisce” è il tema invece del secondo evento che si terrà il giorno successivo alle 17.

Lo Stemma della Repubblica (lo “Stellone”) disegnato da un massone


STEMMA REP 1
Inutile negare che in Italia ci sia ancora un forte pregiudizio nei confronti della Massoneria, che pur essendo “matrigna” di quasi tutte le moderne costituzioni democratiche dell’Occidente, in Italia viene assurdamente accusata di essere un potere occulto ed antidemocratico. Accuse che solo l’ignoranza storica e la sistematica disinformazione possono sostenere.
La maggioranza degli italiani ignora infatti il contributo che la Massoneria italiana ha dato ai contenuti della Costituzione Repubblicana ed alla sua simbologia. Un oblio storico tutt’altro che casuale, perpetuato con costanza dal dopoguerra ad oggi dai blocchi ideologici che in tutti questi anni hanno dominato la scena politica italiana – cattolici da una parte, sinistra comunista e post comunista dall’altra – entrambi pregiudizialmente ostili alla Massoneria.
Molti furono infatti i massoni impegnati nella Costituente, uno fra tutti il reggiano Meuccio Ruini, presidente della Commissione cui spettò il compito di redigere il testo definitivo della “Carta” fondante della Repubblica Italiana.
Ma fu un altro massone, di origine piemontese e di religione valdese, ad offrire un contributo ancora più “vistoso” al giovane Stato democratico e repubblicano sorto dalle rovine della guerra. Fu infatti l’artista Paolo Paschetto, l’autore dello stemma della Repubblica Italiana – il famoso “Stellone” – che compare spesso sulla bandiera ed in tutte le sedi pubbliche italiane, oltre che nella maggior parte dei documenti ufficiali che accompagnano la vita di ogni cittadino.
paschetto-ritratto
Paschetto, nato a Torre Pelice, capoluogo delle valli valdesi, enclave del protestantesimo italiano, il 12 Febbraio 1885 (passato all’Oriente Eterno il 9 Marzo 1963, a Torino),  vinse infatti il concorso bandito nel 1946 dal governo De Gasperi, che nominò un’apposita commissione presieduta da Ivanoe Bonomi, nella quale erano presenti anche due costituenti, tra i quali il comunista Enrico Minio, e fra gli altri lo scultore Duilio Cambellotti (va detto, buon amico dello stesso Paschetto).
Ci vollero due anni, e sostanzialmente non uno, ma due concorsi – per scegliere lo stemma definitivo della Repubblica. 
Ai concorrenti, che furono complessivamente più di 400, vennero fornite poche, ma sostanziali indicazioni: esclusione rigorosa dei simboli di partito, inserimento della stella d’Italia, riecheggiare il senso della terra e della tradizione dei comuni. Il premio previsto per i primi cinque classificati era di 10.000 lire.
La stella a cinque punte non fu dunque una voluta citazione della simbologia massonica (il Pentalfa) da parte del “libero muratore” Paschetto, come erroneamente si crede, ma un preciso dettato del bando redatto dalla Commissione Bonomi, la quale, per altro, si rifaceva ad un conclamato patrimonio iconografico della storia italiana. La Stella, infatti, aveva sempre avuto un ruolo centrale nella simbologia della nazione: splendeva in molte insegne del Risorgimento e fino al 1890 si trovò al centro dello stemma del nuovo Regno Unitario. Ed anche nei primissimi momenti del nuovo Stato Repubblicano la Stella era già stata adottata come emblema della prima onorificenza della ricostruzione: la Stella della Solidarietà italiana.
Un altro elemento iconografico fondamentale dello stemma della Repubblica, sarebbe stata la “Ruota Dentata d’Acciaio” su cui doveva risplendere la Stella a cinque punte. La Ruota Dentata, come ingranaggio forgiato dall’uomo, doveva simboleggiare il primo articolo della Carta Costituzionale: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
STEMMA rep 2Al bando della Commissione Bonomi risposero ben 341 artisti, che presentarono 637 bozzetti in bianco e nero. Ai cinque vincitori, fra cui Paschetto, venne imposta la preparazione di nuovi bozzetti con l’inserimento di un’ulteriore simbologia imposta dalla Commissione: “una cinta turrita in forma di corona, circondata da fronde della flora tipica nazionale, con in basso la rappresentazione del mare, ed in alto la Stella d’Italia dorata, ed infine un cartiglio con le parole “Unità” e “Libertà”.
Il bozzetto di Paolo Paschetto risultò vincitore. L’artista fu così incaricato, con un’ulteriore dotazione di 50.000 lire, di passare al disegno definitivo da trasmettere al Governo per l’approvazione definitiva. Nel frattempo – siamo nel 1947 – l’opera vincitrice e quelle degli altri finalisti furono esposte in una mostra pubblica, in via Margutta.
Il riscontro del pubblico, e di alcuni esponenti del Governo, non fu però positivo (ci fu anche chi definì la corona turrita dell’Italia “una tinozza”). Si decise così di bandire un secondo concorso, molto pubblicizzato anche attraverso la radio. Vennero presentati in questo caso altri 197 bozzetti, ad opera di 96 artisti.
Anche questa volta risultò comunque vincitore Paolo Paschetto. Il suo elaborato fu quindi sottoposto all’esame dell’Assemblea Costituente, dove, non senza un’accesa discussione, fu approvato nella seduta del 31 Gennaio 1948, mentre la sua adozione definitiva come emblema della Repubblica fu ufficializzata alcuno mesi dopo, per la precisione il 5 Maggio 1948, con il decreto legislativo numero 535 firmato dal Presidente della Repubblica Enrico De Nicola.
All’epoca Paolo Paschetto (allora 63enne) era già un artista conosciuto ed affermato. Aveva già ottenuto in passato importanti incarichi pubblici al Campidoglio, al Ministero degli Interni ed a Piazza Colonna. Si era inoltre distinto per le decorazioni murarie ed i disegni delle vetrate del Tempio Valdese di Roma, ed in altri palazzi privati della capitale. Era stato anche il principale collaboratore artistico della ditta “Nazareno Gabrielli” alla quale aveva fornito, fin dagli Anni Trenta, i disegni per la decorazione degli oggetti in cuoio per i quali l’azienda italiana era divenuta famosa in tutto il mondo. Inoltre fra il 1921 ed il 1845 lo stesso Paschetto aveva disegnato diverse serie di francobolli, come tornerà a fare nel 1962 (un anno prima di morire) con la sua famosa “rondine” della prima emissione italiana di posta aerea.
la rondine
Anche post-mortem (avvenuta nel 1963) un disegno di Paolo Paschetto entrò a far parte di un importante stemma religioso: quello dell’ADI, le Assemblee di Dio in Italia, adottato nel 1969.
ADI


fonte: www.loggiagiordanobruno.com

Sanremo: la Massoneria si ritrova al Casinò per i Martedì Letterari, il Gran Maestro Bisi ricorda il fratello Mario Calvino / Sanremo News


“In provincia di Imperia ci sono i fratelli come in tutta la Liguria. A me piace ricordare un fratello che è morto, o come diciamo noi è passato all’Oriente Eterno, si chiamava Mario Calvino (padre di Italo Calvino ndr), persona conosciuta a Sanremo e cresciuta a Sanremo, che dava una definizione di massoneria molto attuale, lui diceva che “E’ un’associazione di uomini che cercano di fare del bene e tutelano il libero pensiero”.
Un altro grande appuntamento con la cultura al Casinò di Sanremo dove questo pomeriggio si è tenuto il primo incontro dei ‘Martedì Letterari’. Il teatro della casa da gioco è stato letteralmente preso d’assalto per assistere all’evento “70° della Repubblica Italiana – Ideali e Uomini della Massoneria  per la Costituzione”. Ogni singolo posto a sedere è stato riempito, tanto che per ospitare il restante pubblico è stato necessario aprire la ‘Sala Biribissi’.
Ad attirare così tante persone c’erano due ospiti illustri: l’avvocato Antonio Binni, Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia ed il dottor Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Le due logge massoniche italiane si sono ritrovate al Casinò di Sanremo per un evento unico e ovviamente per parlare di massoneria e di come questa associazione sia intrinsecamente legata alla storia italiana.

Taranto. Con Europa 1444 e l’Abfo 30 medici in prima linea accanto ai più fragili


Trenta medici lavoreranno gratuitamente in un ambulatorio polispecialistico allestito presso l’Abfo di Taranto, nel rione Salinella. Il progetto, denominato “Il mio dottore”, è nato su iniziativa della loggia Europa 1444, con l’obiettivo di sostenere le fasce meno abbienti della popolazione. Potranno infatti usufruire di questo servizio pazienti, che verranno selezionati attingendo dalle liste persone svantaggiate del Comune. Il centro, che è stato inaugurato nei giorni scorsi alla presenza di numerose autorità locali e rappresentanti delle istituzioni, è dotato di sei ambulatori superattrezzati: oculistica, pediatria, dermatologia, otorinolaringoiatra e medicina sociale e preventiva e di odontoiatria. Ed è proprio quest’ultima specialità il fiore all’occhiello dell’iniziativa: l’ambulatorio di alta specializzazione è composto da due poltrone odontoiatriche, sterilizzatrice, imbustatrice, un radiografico endorale, mobili attrezzati ed un compressore. I 2 riuniti, dono degli Asili Notturni di Torino, sono posti per obliquo lungo la stanza, e divisi da un separè mobile. L’unità ha insomma tutti i requisiti affinché due operatori possano lavorare in maniera indipendente. Per una maggiore comodità, sul riunito più vicino al radiografico potranno essere effettuate inoltre tutte quelle pratiche odontoiatriche che richiedono l’ausilio delle radiografie e quindi visite, cure canalari, estrazioni complesse; nell’altro riunito verranno invece curate le carie più semplici e verrà svolta la chirurgia e la pedodonzia di base. Nella stessa stanza è installato un radiografico endorale per rendere possibile una diagnosi immediata ed ergonomica. Il lavabo è comodamente raggiungibile de tutte e due le poltrone odontoiatriche. Il locale è molto ampio e luminoso, separato dalla stanza dove si trova il compressore e dispone di un’ampia sala d’aspetto. Al taglio del nastro un parterre davvero d’eccezione. Tra i presenti il procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio, il direttore generale dell’Asl Stefano Rossi e il direttore sanitario Maria Leone, l’assessore ai Servizi Sociali Jonathan Scasciamacchia, l’assessore al Patrimonio Simona Semeraro, numerosi consiglieri comunali, il presidente della Croce Rossa Maria Amalfitano, e altri esponenti di spicco della città.
ALLEGATI

Sanremo, storica stretta di mano fra i vertici di Gran Loggia e Grande Oriente d'Italia / La Stampa, Imperia


In prima pagina, La Stampa, Imeria del 27 gennaio 2016
In prima pagina, La Stampa, Imeria del 27 gennaio 2016
I vertici della massoneria nazionale hanno aperto ieri la stagione dei «Martedì Letterari» del casinò di Sanremo. Il teatro dell’opera esaurito in ogni ordine di posti ha segnato l’interesse del pubblico, e di decine di massoni delle due obbedienze, per i temi trattati durante la conferenza. A prendere la parola sono stati Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d`Italia, e i Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d`Italia.

Incontro a Sanremo, Grande Oriente e Gran Loggia: “I fratelli ci hanno chiesto unità” / Il Secolo XIX, Imperia


Da noi le donne non sono ammesse, da loro sì e non è una differenza da poco». Quando il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi dice «loro» intende l’altra grande massoneria tricolore, la Gran Loggia d’Italia, che invece ammette tra le sue fila le «sorelle» a pari dignità dei «fratelli». «Ci sono – si compiace Antonio Binni, l’altro Gran Maestro – e da noi rappresentano il quaranta per cento». Ribatte Bisi: «È una questione storica e anche internazionale, noi siamo comunque legati a 190 Obbedienze in tutto il mondo che la presenza delle donne non la prevedono proprio». Naturalmente, non è solo questione di signore o meno se da più di un secolo i destini delle due Istituzioni marciano separati. La frattura è datata 1908. L’occasione fu la votazione in Parlamento (in Italia le questioni tornano ciclicamente, allo sfinimento) sull’abolizione dell`insegnamento della religione a scuola. Da una parte c’erano i deputati più mazziniani, «politici» e anticlericali; dall’altra, chi guardava a una diversa concezione dello spiritualismo. Conclusione: questa seconda fazione fece mancare i suoi voti e non ci fu più modo di mettere una pezza al conflitto; da una parte i più duri, quelli del Grande Oriente di Palazzo Giustiniani, dall’altra quelli della Gran Loggia di piazza del Gesù. Da quell’anno, il 1908 appunto, non si era mai più registrato un evento pubblico al quale i due Gran Maestri siano intervenuti insieme.
Il Secolo XIX del 27 gennaio 2016
La maledizione si è interrotta ieri a Sanremo, nel convegno sui Settant’anni della Repubblica Italiana organizzata dal Casinò. Atto finale di un percorso di riavvicinamento iniziato già da qualche tempo: «I fratelli tra di loro si incontrano, si parlano, si stimano – spiega Binni – questa stretta di mano è voluta dalla base». Ma di riunione nessuno parla: «Ognuno vuole mantenere la sua specificità», chiarisce Bisi. La Gran Loggia con Binni rilancia: «Uniremo gli sforzi, realizzando quaderni comuni, sullo studio dei temi esoterici». Sì, l’esoterismo. Tornato ad essere il punto centrale della ricerca delle Logge: «Chi si avvicina a noi – insiste Bini – resterà deluso, se oggi cerca vantaggi economici, politici o un posto di lavoro». Perché nel mezzo c’è stato lo tsunami P2. «E il pregiudizio – dice il numero uno del Grande Oriente – è duro a morire. Sento il ministro Boschi che, ribattendo a un parlamentare 5 Stelle dice: “Massone lo dici a tua sorella”. Non mi fa bene sentire frasi come queste, nemmeno fosse un insulto». Ovviamente, è d’accordo con Binni quando esclama: «La Massoneria è stata il capro espiatorio di tutto quello che è accaduto in Italia negli ultimi decenni e quando si vuole far ombra a qualcosa, si tirano sempre fuori i massoni». Nel teatro del Casinò si parla di Repubblica: «L’abbiamo costruita anche noi – dice Bisi – a partire dal logo della Repubblica italiana che fu disegnato da un massone, Paolo Paschetto».
Inevitabile che affiorino, prima o dopo, i temi dell’oggi. Come l’immigrazione. Ed è inevitabile che la stella polare sia rappresentata dai temi della fratellanza e dalla solidarietà universale. Magari tanto da indispettire le signore dal tacco alto che escono sbottando: «Con tutta la delinquenza che c’è in giro, anche questi ci vengono a dire che bisogna essere accoglienti?». Bisi ricorda che il Grande Oriente ha attribuito l’onorificenza Galilei, quella destinata a chi non è massone, al sindaco di Lampedusa. Binni che la Gran Loggia ha indicato «la via religiosa alla pace con l’Unione massonica mediterranea: tutti i leader di tutte le religioni a parlare e a diffondere, appunto, la pace». Difficile scrollarsi il pregiudizio che la Massoneria sia un’associazione segreta di individui che si riuniscono per tramare, protetti dalla segretezza degli elenchi? «Se si pensa che ci voglia una nuova legge – attacca Bisi li sfidiamo: facciano una legge. Ma deve farla il Parlamento, non possiamo farla noi. La facciano e noi ci adegueremo». (Marco Menduni)

Il Sommo Sacerdote Tiziano Busca sul Giorno della Memoria




«”L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”», scriveva Primo Levi. Eppure si rischia che questa pagina sciagurata della storia del nostro Occidente la si ricordi solo oggi, 27 gennaio, e non gli altri giorni dell’anno, quando l’Ue decide di boicottare i prodotti israeliani e quando la crema della nostra intelligenza è spesso solidale con il terrorismo palestinese La memoria ha un senso se trasmette un messaggio a cui il cuore fa da custodia. Nessuna altra testimonianza è possibile. E la Massoneria, lievito dello Spirito dell'uomo, ha questo compito nobile e altissimo». Sono parole di Tiziano Busca, sommo sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale - Rito di York in Italia..

Massoneria. Dopo 108 anni l’incontro delle due gran logge italiane / Avvenire


Eccolo qui il volto cordiale, pacifico, dialogante, universale della massoneria italiana. «Siamo tutti figli dello stesso cielo, a cui guardiamo», tutti fratelli, muratori e non. È un momento storico, quello celebrato ieri pomeriggio al Casinò di Sanremo. Dalla rottura del 1908 non si erano mai incontrati pubblicamente. Loro, i Gran Maestri: Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, e Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori. Cantano in coro e si sorridono, caro Stefano, fratello Antonio. Non un attrito, sintonia perfetta. Di fianco a loro Aldo Mola, storico di vaglia della massoneria ma non solo. L’occasione è la ripresa dei prestigiosi “Martedì letterari” al Casinò sanremese, nati nel 1982 sulla tradizione dei Lunedì letterari degli anni Trenta. C’è un anniversario da celebrare, i 70 anni della Carta costituzionale. Nella quale i valori massonici traboccano e sulla quale ebbe un ruolo di primo piano, tra gli altri, il fratello Meuccio Ruini. Mola porge l’assist, la Costituzione come architettura. Parola che scivola come rosolio sulla platea doppia, il Teatro del Casinò e la limitrofa Sala Biribissi, più di 600 partecipanti stipati e concentratissimi, capaci di applaudire sempre e solo al momento giusto, misurati come i Gran Maestri. I valori della massoneria, che innervano la Carta, sono condivisibilissimi: il lavoro, rimarca Bisi, «dramma del nostro tempo», la convivenza, l’amor di patria, con il ricordo della maestra che insegnava a cantare, ma anche spiegava “Fratelli d`Italia”. Ma soprattutto l’articolo 2 che per Binni contiene «tutto l`insegnamento massonico. I diritti non sono concessi, ma riconosciuti dallo Stato. Sono i diritti dell`uomo, centrale, costruttore di futuro». E la laicità? Binni scuote il capo, con garbo: «Non la pensiamo come i fratelli francesi. Per noi è il luogo sacro del confronto, con l’uomo frutto di una creazione e da qui scaturiscono eguaglianza e fratellanza: siamo tutti figli di un unico cielo». Bisi ricorda che una frase assai simile, «Io e lei guardiamo entrambi il cielo» gli fu detta dall’allora vescovo di Massa Marittima monsignor Agostinelli; e poi l’ha sentita dall’imam di Firenze. «Siamo figli di un unico cielo», ribadisce. Mola incalza: e la bioetica? Il rischio che la scienza si disumanizzi? Binni precisa: la ricerca scientifica è cosa ottima, progressiva come la massoneria; preoccupa di più la tecnologia: «Bioetica? Riteniamo che non si possano dare soluzioni su basi unicamente religiose. Occorrono soluzioni eticamente condivise». Qui, però, sulla soglia del conflitto, si ferma. L’imbrunire s’impadronisce della riviera e nel Teatro dove Nilla gorgheggiava “Grazie dei fior” il clima è altrettanto idilliaco. Sarà un caso, ma viene citato pure il fratello Giovanni Pascoli. Che, ricorda Bisi, venne ammesso gratis perché talentuoso ma squattrinato: «Dovremmo fare lo stesso con le maestre, dallo stipendio magrissimo, perché loro sono la chiave dell’educazione che ci sta tanto a cuore. Abbiamo tanti professori universitari e pochissime maestre», i professori in sala annuiscono convinti. E ancora: ben venga a legge sull’associazionismo, così non ci sarà più chi s`inventa la sua loggia, magari con finalità losche, senza che si possa intervenire. «Non alziamo steccati, costruiamo ponti» concludono all`unisono, all`insegna del perfetto ecumenismo massonico. Qualcuno in sala ha i lucciconi. L’orgoglio massonico pulsa nelle vene, Bisi soprattutto lo rinfocola. Non è che questo è il primo passo verso la ricomposizione della frattura in un`unica comunione? I lucciconi si fanno lacrima e scendono, in segno d’approvazione. (Umberto Folena)

martedì 26 gennaio 2016

Sanremo, Gran Maestri del Grande Oriente d'Italia e della Gran Loggia d’Italia insieme in uno storico incontro / Repubblica.it


“Non si parlano da un secolo, i massoni fanno pace dopo la ribellione delle donne” su Repubblica.it del 26 gennaio 2016 / L’ora di religione, un secolo fa, li fece litigare. Le mogli, oggi, li fanno rappacificare. Succede sotto le volte stellate delle due principali massonerie italiane: Palazzo Giustiniani, per soli uomini. E Piazza del Gesù, che ha cancellato da tempo la discriminazione.
“Le mogli dei massoni di Palazzo Giustiniani – spiega a Repubblica Antonio Binni, gran maestro di Piazza del Gesù – esclusi dalle logge dei mariti, da anni si sono affiliate nelle nostre. Sono migliaia. Hanno verificato la nostra esperienza in tema di esoterismo. E hanno parlato bene di noi”. Quelle mogli-sorelle, secondo Binni, parlando coi loro mariti-fratelli, li avrebbero convinti a uno storico avvicinamento tra le due obbedienze che non si parlano dallo scisma del 1908, da quando si divisero sul voto, in Parlamento, per abolire l’obbligatorietà dell’ora di religione.
Ma come replica Stefano Bisi, gran maestro del Goi, a questa ricostruzione di Binni che rischia di ridurre la secolare rivalità tra le due Istituzioni massoniche a una banale questione di rapporti coniugali?
Interpellato da Repubblica, Bisi non smentisce, ma ironizza. “Il riavvicinamento tutto merito delle nostre mogli? Beh, se lo dice Binni… A me risulta che le mogli e le figlie dei nostri fratelli siano impegnate nell’Ordine della ‘Stella d’oriente’, più che nelle logge di Piazza del Gesù”. La “Stella d’oriente” è un ordine paramassonico che si occupa prevalentemente di solidarietà.
I “fratelli” al Casinò. Teatro di un evento così azzardato, non poteva che essere il simbolo dell’azzardo per definizione: il Casinò di San Remo. Oggi il Casinò di Sanremo ha voluto inaugurare i suoi “Martedì Letterari 2016”, spiegano in un comunicato, “con un evento  che potesse porre l’attenzione sul momento formativo della Costituzione italiana e della Repubblica nel settantesimo anniversario della sua fondazione ( 2 giugno 1946 ) un tema in linea con la sua Tradizione”.
Ovvero l’incontro tra i vertici delle due massonerie, Stefano Bisi (Palazzo Giustiniani) e Antonio Binni (Piazza del Gesù). Modera l’incontro lo storico della massoneria Aldo Mola.
Binni: “Primo incontro dal 1908”. “L’incontro pubblico con il fratello Bisi offre un importante momento di riflessione. È un evento storico, giacché le due Comunioni non hanno mai interloquito pubblicamente dalla scissione del 1908. Da esso può scaturire, pur nel rispetto delle rispettive specificità, la possibilità per le due Obbedienze di potersi esprimere con una voce sola su tutti i profili più importanti della Libera Muratoria. Questo garantirebbe maggior chiarezza nel far pervenire messaggi e tematiche presso la pubblica opinione, spesso poco informata. Sarà una giornata memorabile”.
Bisi: “Primo mattone”: “L’incontro con il fratello Binni è un primo mattone comune da mettere insieme per nuovi, reciproci e fecondi rapporti fra iniziati. Pur mantenendo le diverse visioni delle nostre Grandi Logge, sarà bello e utile confrontarci in quello che si può senz’altro definire il primo storico appuntamento fra le due Istituzioni. Ritengo molto significativo che l’incontro si svolga in un prestigioso salotto della Cultura, qual è il Teatro del Casinò di Sanremo, nell’ambito dei ‘Martedì Letterari’, la cui tradizione risale agli anni Trenta. La Libera Muratoria Universale è Tradizione e Cultura. La Società italiana, ma non solo essa, ha bisogno di messaggi culturalmente forti, in un momento di grave decadimento dei valori. La Massoneria ha nel suo Dna tanti sublimi valori e il dovere di trasmetterli continuamente all’Umanità”.
Il Casinò: “Così ricordiamo la Costituzione”. Gian Carlo Ghinamo, presidente della casa da gioco sanremese, spiega il perchè dell’invito. “È insita nella storia del nostro Casinò, dal momento della sua apertura, 14 gennaio 1905, la ricerca continua di momenti di approfondimento letterari, teatrali o anche ludici. Ritornare alle radici della nostra Repubblica, in questo anno del settantennale, è ricomprendere le ragioni della nostra democrazia ma anche dei principi e dei valori che mossero i padri Costituzionali e che ci diedero quella  “Carta”  base del vivere civile e del progresso sociale culturale e normativa sempre in continuo divenire come le nostre comunità. Seguendo questa tradizione, ricordando Bartolomeo Meuccio Ruini, estensore del documento Costituzionale, legato alla Massoneria, è nato il parallelo che ha permesso per la prima volta dal 1908 di riunire al Casinò di Sanremo i due grandi maestri delle due Obbedienze”.
La storia dello scisma. Santi Fedele, gran maestro aggiunto del Goi, e docente di Storia contemporanea all’Università di Messina, ricostruisce la divisione tra massoni del 1908. “Allora – spiega il docente – una parte della massoneria era attratta dalla Terza Repubblica francese massonica che, nel 1905, aveva votato l’abolizione uniltaterale del Concordato con la Chiesa. Leonida Bissolati, fondatore del Partito socialista riformista, massone o vicinissimo alla massoneria, propose alla Camera di abolire l’insegnamento cattolico nella scuola dell’obbligo. Una parte dei numerosi deputati massoni votò a favore, un’altra si rifiutò, e da lì nacque la scissione. I primi confluirono nel Goi, i secondi in Piazza del Gesù”. “Il casus belli fu quel voto – aggiunge il gran maestro aggiunto – ma l’origine della scissione è spiegata da quelle due anime interne alla massoneria di allora. Quella maggioritaria che generò il Goi, ne aveva una mazziniama anticlericale. L’altra, che confluì in Piazza del Gesù, non condivideva questa eccessiva politicizzazione dell’attività massonica, e guardava a una diversa concezione dello spiritualismo massonico”. (Alberto Custodero)

Dialogo tra i vertici della massoneria / Il Secolo XIX, Imperia


Il Secolo XIX, Imperia del 26 gennaio 2016

Al casinò primo confronto pubblico fra i vertici della Massoneria italiana. Dibattito sulla Costituzione e concerto della Sinfonica / La Stampa, Savona


Insieme, uno di fianco a l’altro, per dialogare sul tema «Ideali e uomini della Massoneria per la Costituzione italiana nel 70° della Repubblica». Per la prima volta i massimi responsabili dei massoni italiani si troveranno a confronto in una sede pubblica. Un evento in programma oggi, alle 16,30, al teatro del casinò, in occasione dell`apertura della stagione invernale dei Martedì letterari. I protagonisti sono il Gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, e il Sovrano Gran maestro della Gran Loggia d’Italia, Antonio Binni. A condurre il dibattito è chiamato lo storico e saggista Aldo A. Mola, autore della «Storia della Massoneria italiana». Sottolinea Bisi: «L’incontro con il Gran maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, fratello Binni, è un primo mattone comune da mettere insieme per nuovi, reciproci e fecondi rapporti. Pur mantenendo le diverse visioni e le specificità delle nostre Gran Logge, sarà bello e utile confrontarci in un pubblico dibattito in quello che si può senz’altro definire il primo storico appuntamento fra le due istituzioni. Così come ricordare “Ideali e uomini della Massoneria per la Costituzione Italiana nel 70° della Repubblica”, un anniversario per il quale il Grande Oriente ha già messo in programma iniziative in città e luoghi simboli dell’Italia». Bisi ritiene «molto significativo che l’incontro tra Gran maestri si svolga in un prestigioso salotto della cultura, qual è il teatro del casinò di Sanremo, nell’ambito dei “Martedì Letterari”, la cui tradizione risale agli anni ’30». Conferma Binni: «Questa conferenza offre un importante momento di incontro e di riflessione per le tematiche presentate in uno scenario di levatura internazionale offerto dalla città di Sanremo. Un evento storico in quanto le due Comunioni non hanno mai più interloquito dopo la scissione del 1908». Aldo A. Mola condurrà i due relatori nel cuore della tematica affrontata. «Si rinnova la più che centenaria tradizione del nostro casinò – sottolineano il presidente del casinò, Gian Carlo Ghinamo, i consiglieri Sara Rodi, Maurizio Boeri e il direttore generale Giancarlo Prestinoni – attento ai più stimolanti temi culturali, affrontati anche dai grandi interpreti della storia contemporanea. Sarà un`interessante momento di analisi e riflessione. Siamo onorati di poter ospitare, per la prima volta insieme, i vertici della Massoneria, nell’ambito di questo importante anniversario della Costituzione Italiana». L’appuntamento sarà arricchito da un concerto dell`Orchestra sinfonica di Sanremo. (Daniela Borghi)

Vedi anche
La Repubblica, Genova del 26 gennaio 2016
La Repubblica, Genova del 26 gennaio 2016

Grammatica dell’ascolto, incontro a Roma nella Facoltà valdese di teologia. Partecipa il Gran Maestro Bisi / Riforma


Riforma è il settimanale delle chiese evangeliche, battiste, metodiste, valdesi

E’ online il numero di gennaio della rivista Erasmo


copertina di ErasmoÈ pronto il numero di gennaio della rivista Erasmo. “Unità di valori”: è il titolo in copertina dedicato ai 70 anni che la nostra Repubblica celebrerà il prossimo 2 giugno. Una ricorrenza che “ha un alto valore simbolico” ricorda il Gran Maestro Stefano Bisi, che sottolineando anche l’alto contributo che grandi massoni diedero alla elaborazione della Costituzione, come anticipato in una lettera inviata al Presidente della Repubblica, preannuncia una serie di iniziative organizzate dal Grande Oriente in tutt’Italia. In apertura un pezzo dedicato al futuro dell’Europa, tema affrontato in un convegno che si è tenuto a Pescara e in un articolo a firma di Marco Rocchi. E ancora, un ampio servizio sulla riapertura dopo 90 anni della Casa Massonica di Rieti e del ritorno della Massoneria a Matera. Preannunciato anche lo storico incontro a Sanremo del Grande Oriente con la Gran Loggia d’Italia degli Alam, dedicato appunto ai 70 anni della Repubblica, il primo in assoluto tra i vertici delle principali Obbedienze massoniche italiane. Tanti gli eventi che hanno coinvolto la Comunione nelle scorse settimane di cui si dà notizia. È ancora dedicata alla Toscana la puntata del viaggio attraverso i templi  italiani, regione con il maggior numero di logge d’Italia. Nella sezione dalla Parte Giusta il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso racconta l’ultima iniziativa degli Asili Notturni di Torino, grazie alla quale giovani studenti odontotecnici dell’Istituto Plana potranno realizzare apparecchiature non da buttar via ma da destinare ai più bisognosi. In cultura un’anticipazione sull’incontro organizzato dal Servizio Biblioteca sulla Porta Magica di Roma e le nuove ricerche condotte sul misterioso reperto da Mino Gabriele, che si terrà a Roma a Casa Nathan il 27 febbraio.
ALLEGATI

Il medioevo delle eresie. Conto alla rovescia per l'iniziativa a Valvasone



Sabato 30 gennaio il Clan Sinclair presenta a Valvasone (in collaborazione con il G.A.F.) «Il medioevo delle eresie». Il programma prevede alle 15.00 l’inaugurazione della mostra di Francesco Milesi «Hepistolorium Hermeticum» già proposta a Fano qualche mese fa con grande successo. Alle 17.00 il convegno con Nino Orlandi e Massimo Agostini, con i saluti dell’organizzatore dell’evento, Daniele Franceschi e le conclusioni di Tiziano Busca. Presiede Davide Bertola. Il giorno dopo alle 10.30 è prevista una visita alla chiesa Templare a Tempio di Ormelle e ai suoi misteriosi affreschi.

Ivan Mosca. L’uomo, l’artista, l’iniziato. Giovedì a Casa Nathan il convegno




Ivan Mosca. L’uomo, l’artista, l’iniziato. È il titolo del volume pubblicato da Mimesis dedicato a una grande figura di massone, parmense di nascita, milanese di formazione, romano di adozione, nato nel 1915 e passato all’Oriente Eterno nel 2005. Il libro lo  racconta attraverso le sue due passioni:  l’Arte della pittura, che l’ha fatto apprezzare in tutto il mondo, e la Ricerca esoterica. Profondo osservatore della Natura, fin da bambino, s’incantava davanti a foglie, fiori, coccinelle, farfalle, mosche, scarabei e – con pochi tratti di carboncino – sapeva tratteggiarne le forme o trasfigurarle, cogliendone l’essenza su “altri” piani della manifestazione. Ivan Mosca aveva il “dono” del colore: gli bastava un attimo per ottenere l’esatta tonalità di ciò che vedeva o di ciò che aveva “intravisto” in quello che lui chiamava “stato di mag”, a metà strada tra magia e contemplazione. Ivan aveva ricevuto la Luce Massonica il 23 maggio 1947 e, da quel giorno, sembrò non avere pace nello sviscerare – tra Roma, Parigi e Madrid – le discipline della Tradizione occidentale. Dopo aver fondato nel 1969 la  “Monte Sion—Har Tzion”, n. 705 di Roma, svolse per 30 anni i “seminari” d’istruzione seguiti da migliaia di Fratelli in Italia, Francia e Spagna. I suoi Quaderni di Simbologia Muratoria, editi a cura del Grande Oriente d’Italia fra il 1977 e il 1981, sono – ancora oggi – fonte di spunti e approfondimenti sapienziali. Gran Maestro Aggiunto nella Giunta di Ennio Battelli (1978-’82), e poi Gran Maestro Onorario, Ivan Mosca, 33°, membro effettivo “ad vitam” del Supremo Consiglio del R. S. A. A., è stato a lungo Ispettore Regionale per il Lazio. La presentazione del libro, con la prefazione del Gran Maestro Stefano Bisi e del Grande Oratore Claudio Bonvecchio, si terrà giovedì 28 gennaio alle ore 18 a Casa Nathan, Centro Polifunzionale del Grande Oriente d’Italia, Piazzale delle Medaglie d’Oro, 44 – Roma. L’evento è a cura del Servizio Biblioteca.

Fonte: GOI